Capitolo 47 Teoria dello status di persona

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Arriva un momento in ogni piano, in cui la vittima inizia a sospettare; e si guarda indietro, e vede una scia di eventi che puntano tutti in un’unica direzione. E quando quel momento arriva, aveva spiegato suo Padre, la prospettiva della perdita può sembrare così insopportabile, e ammettere di essere stati ingannati così umiliante, che la vittima negherà ancora l’esistenza del piano, e poi la partita potrà continuare a lungo.
Suo Padre aveva avvertito Draco di non farlo un’altra volta.
Prima, però, aveva lasciato che il signor Avery mangiasse tutti i biscotti che aveva sottratto con l’inganno a Draco, mentre Draco guardava e piangeva. L’intero delizioso barattolo di biscotti che suo Padre gli aveva dato appena poche ore prima, poiché Draco li aveva persi tutti contro il signor Avery, fino all’ultimo.
Quindi era una sensazione familiare quella che Draco aveva provato alla bocca dello stomaco, quando Gregory gli aveva parlato del Bacio.
Talvolta ti guardavi indietro, e vedevi cose…
(In un’aula senza luce – non la si poteva più definire inutilizzata, poiché aveva visto un uso settimanale nel corso degli ultimi mesi – un ragazzo sedeva avvolto in una cappa con cappuccio, un globo di cristallo spento sulla scrivania di fronte a lui. Pensando nel silenzio, pensando nell’oscurità, attendendo che l’apertura di una porta facesse entrare la luce.)
Harry aveva spinto via Granger ed esclamato, Te l’ho detto, niente baci!
Harry avrebbe probabilmente detto qualcosa come, L’ha fatto solo per infastidirmi, l’ultima volta, proprio come quando mi fece andare a quell’appuntamento.
Ma la storia confermata era che Granger era stata disposta a fronteggiare il Dissennatore un’altra volta per aiutare Harry; che aveva baciato Harry, piangendo, quando egli era perso negli abissi del Dissennamento; e che il suo bacio l’aveva riportato indietro.
Quella non sembrava una rivalità, neppure una rivalità amichevole.
Quella sembrava come il genere di amicizia che di solito non vedevi neppure nelle commedie.
Allora perché Harry aveva fatto sì che la sua amica scalasse le mura ghiacciate di Hogwarts?
Perché quello era il genere di cose che Harry Potter faceva ai suoi amici?
Suo Padre gli aveva detto che per comprendere un piano strano, una tecnica era guardare ciò che era finito per accadere, supporre che fosse il risultato prefissato, e chiedersi chi ne avesse tratto beneficio.
Ciò che era finito per accadere come risultato del fatto che Draco e Granger combattessero Harry Potter insieme… era che Draco aveva iniziato a sentirsi molto più amichevole verso Granger.
Chi traeva beneficio dal fatto che l’erede di Malfoy diventasse amico di una strega sanguemarcio?
Chi traeva beneficio, ed era famoso per esattamente quel tipo di piani?
Chi traeva beneficio, e verosimilmente poteva stare tirando i fili di Harry Potter?
Silente.
E se ciò era vero allora Draco avrebbe dovuto andare da suo Padre e raccontargli tutto, non importa cosa sarebbe successo dopo, Draco non poteva immaginare cosa sarebbe successo dopo, era terribile oltre ogni immaginazione. Cosa che lo faceva desiderare di aggrapparsi disperatamente all’ultimo brandello di speranza che non fosse tutto come sembrava…
… Draco ricordava anche quello, dalla lezione del signor Avery.
Non aveva intenzione di confrontarsi con Harry, per il momento. Stava ancora cercando di pensare ad un esperimento, a qualcosa di cui Harry non potesse capire la vera natura per poi reagire fingendo. Ma poi Vincent era venuto con il messaggio che Harry voleva incontrarlo prima questa settimana, venerdì invece di sabato.
E così Draco era lì, in un’aula buia, un globo di cristallo spento sulla sua scrivania, in attesa.
I minuti passarono.
Dei passi si avvicinarono.
La porta emise un cigolio gentile mentre si apriva nell’aula, rivelando Harry Potter vestito con la propria cappa e cappuccio; fece un passo avanti nell’aula buia, e la robusta porta si chiuse dietro di lui con un debole scatto.
Draco diede un colpo al globo di cristallo, e l’aula si illuminò di una brillante luce verde. La luce verde proiettò le ombre dei banchi sul pavimento, e baluginò verso di lui dagli schienali ricurvi, i fotoni che rimbalzavano contro il legno in modo tale che l’angolo di incidenza eguagliasse l’angolo di riflessione.
Per lo meno, di tutto ciò che aveva imparato, era improbabile che quello fosse una bugia.
Quando la luce si accese Harry sussultò, fermandosi per un momento, poi riprese ad avvicinarsi. “Ciao, Draco”, disse con calma, tirandosi indietro il cappuccio mentre arrivava alla scrivania di Draco. “Grazie per essere venuto, so che non è l’appuntamento consueto –”
“Prego”, disse Draco senza tono.
Harry trascinò una delle sedie in modo che fronteggiasse Draco dall’altra parte della scrivania, le gambe che produssero un leggero rumore stridulo contro il pavimento. Ruotò la sedia in modo che fosse rivolta dalla parte sbagliata, e si sedette a cavalcioni, le braccia conserte lungo lo schienale della sedia. Il volto del ragazzo era pensieroso, accigliato, serio, sembrava molto adulto anche per Harry Potter.
“Ho una domanda importante da farti”, disse Harry, “ma c’è qualcos’altro che voglio che facciamo prima di questo”.
Draco non disse nulla, provando una certa stanchezza. Parte di lui voleva che tutto quello fosse già terminato.
“Dimmi, Draco. Perché i Babbani non si lasciano mai dietro dei fantasmi quando muoiono?”
“Perché i Babbani non hanno anime, ovviamente”. Non comprese neppure fino a dopo averlo detto che poteva contraddire le politiche di Harry, e allora non gli interessava. Inoltre, era ovvio.
Il volto di Harry non mostrò alcuna sorpresa. “Prima di fare la mia domanda importante, voglio vedere se sei in grado di imparare l’Incantesimo Patronus”.
Per un momento la pura e semplice illogicità del collegamento tra le due cose frastornò Draco. Il buon vecchio impossibile-da-predire-o-capire Harry Potter. C’erano volte in cui Draco si chiedeva se Harry fosse deliberatamente così disorientante per scelta tattica.
Poi Draco comprese, e si spinse su e lontano dalla sua scrivania con un singolo gesto di rabbia. Basta! Era finita. “Come i servi di Silente”, esclamò.
“Come Salazar Serpeverde”, Harry disse con fermezza.
Draco quasi inciampò da solo nel mezzo del suo primo passo verso la porta.
Lentamente, si girò indietro verso Harry.
“Non so da dove tu l’abbia tirato fuori, ma è sbagliato, tutti sanno che l’Incantesimo Patronus è una magia Grifondoro
“Salazar Serpeverde poteva lanciare un Incantesimo Patronus corporeo”. La mano di Harry guizzò nelle sue vesti, estrasse un libro il cui titolo era scritto in bianco sul verde, e quindi quasi impossibile da leggere alla luce verde; ma sembrava antico. “L’ho scoperto quando prima ho fatto una ricerca sull’Incantesimo Patronus. E ho trovato il riferimento originale e preso a prestito il libro dalla biblioteca giusto in caso non mi avessi creduto. L’autore di questo libro non pensa che ci sia nulla di insolito nel fatto che Salazar fosse in grado di lanciare un Patronus, per di più; la credenza che i Serpeverde non possano farlo deve essere recente. E come ulteriore nota storica, sebbene non abbia il libro con me, Godric Grifondoro non poté farlo mai”.
Dopo le prime sei volte che Draco aveva provato a vedere il bluff di Harry, in sei occasioni progressivamente più ridicole, aveva capito che Harry semplicemente non mentiva a proposito di quanto stava scritto nei libro. Eppure, quando le mani di Harry aprirono il libro e lo disposero alla pagina dov’era un segnalibro, Draco si chinò in avanti e studiò il punto che il dito di Harry indicava.
Allora i fuochi di Corvonero caddero sull’oscurità che aveva ammantato l’ala sinistra dell’esercito di Lord Immondo, e la misero in rotta, e fu svelato che il Lord Grifondoro aveva detto la verità; la paura che tutti loro avevano provato non era naturale nella sua origine, ma proveniente da tre volte una dozzina di Dissennatori, che avevano ricevuto in promessa le anime degli sconfitti. Tutto d’un tratto la Lady Tassofrasso e il Lord Serpeverde avevano dato vita ai loro Patronus, un enorme tasso infuriato e un luminoso serpente d’argento, e gli sconfitti sollevarono le loro teste mentre l’ombra si allontanò dai loro cuori. E Lady Corvonero rise, affermando che Lord Immondo era un grande folle, poiché ora il suo stesso esercito sarebbe stato soggetto alla paura, ma non i difensori di Hogwarts, Eppure il Lord Serpeverde disse, “Non un folle egli è, questo so”. E Lord Grifondoro al suo fianco studiava il campo di battaglia col cipiglio sul suo volto…
Draco tornò ad alzare lo sguardo. “Allora?”
Harry chiuse il libro e lo mise nella sua borsa. “Chaos e Sunshine hanno entrambi soldati che possono lanciare Incantesimi Patronus corporei. I Patronus corporei possono essere usati per trasmettere messaggi. Se non puoi imparare l’incantesimo, il Dragon Army sarà in grave svantaggio militare –”
In quel momento questo a Draco non interessava, e così disse a Harry. La sua voce fu più tagliente di quanto probabilmente sarebbe dovuta essere.
Harry non batté ciglio. “Allora mi avvalgo del favore che mi devi per quella volta che ho impedito che scoppiasse una rissa, il nostro primo giorno di lezione di volo con la scopa. Proverò a insegnarti l’Incantesimo Patronus, e come favore, voglio che tu faccia onestamente del tuo meglio per impararlo e lanciarlo. Mi fido sull’onore di Casa Malfoy che tu lo faccia”.
Draco provò nuovamente quella certa stanchezza. Se Harry l’avesse chiesto in qualunque altro momento, sarebbe stata l’equa restituzione di un favore, dato che realmente non si trattava di un incantesimo Grifondoro. Ma…
Perché?” chiese Draco.
“Per scoprire se sei in grado di fare questa cosa che Salazar Serpeverde poteva fare”, disse Harry con voce uniforme. “Questo è un esperimento, e non ti rivelerò ciò che significa fin quando non l’avrai completato. Accetti?”
… Probabilmente era una buona idea ricambiare quel favore con qualcosa di innocuo, tanto più se era il momento di rompere con Harry Potter. “Va bene”.
Harry estrasse la bacchetta dalle proprie vesti, e l’appoggiò al globo. “Non proprio il miglior colore per imparare l’Incantesimo Patronus. Una luce verde dell’esatta sfumatura della Maledizione Mortale, intendo dire. Ma anche l’argento è un colore Serpeverde, giusto? Dulak”. La luce si spense, e Harry sussurrò le prime due frasi dell’incantesimo della Luce Continua, rilanciandone quella parte, sebbene nessuno dei due sarebbe stato capace di lanciarlo per intero da solo. Poi Harry batté sul globo nuovamente, e la stanza si illuminò di una radiosità argentea, brillante ma comunque morbida e delicata. Il colore tornò sulle scrivanie e le sedie, e sul volto leggermente sudato di Harry al di sotto della sua capigliatura nera.
Ci volle tutto quel tempo perché Draco comprendesse il sottinteso. “Hai visto lanciare la Maledizione Mortale dall’ultima volta che ci siamo incontrati? Quando – come –”
“Lancia l’Incantesimo Patronus”, disse Harry, sembrando più serio di quanto non fosse mai stato, “e te lo dirò”.
Draco premette le mani sugli occhi, tagliando fuori la luce argentea. “Sai, dovrei davvero ricordarmi che sei troppo strano per qualunque piano normale!
Dall’interno della sua oscurità autoimposta, sentì il suono della risatina di Harry.

Harry osservò da vicino mentre Draco terminò la prova generale dei gesti preliminari, la parte dell’incantesimo che era difficile da imparare; l’impugnatura finale e la pronuncia non dovevano essere precise. Gli ultimi tre tentativi erano stati tutti perfetti, per quello che Harry poteva capire. Harry aveva anche provato lo strano impulso di correggere cose di cui il signor Lupin non aveva detto nulla, come l’angolo del gomito di Draco o la direzione in cui il suo piede stava puntando; poteva essere solo la sua immaginazione, e probabilmente lo era, ma Harry aveva deciso di assecondarla tanto per andare sul sicuro.
“Va bene”, disse Harry pacatamente. C’era una tensione nel suo petto che rendeva un po’ difficile parlare. “Ora, non abbiamo un Dissennatore qui, ma va bene. Non ne avremo bisogno. Draco, quando tuo padre mi ha parlato alla stazione ferroviaria, ha detto che per lui eri la cosa più preziosa al mondo, e ha minacciato di mandare all’aria tutti i suoi altri piani per vendicarsi di me, se tu dovessi mai essere ferito”.
“Lui… cosa?” C’era dell’esitazione nella voce di Draco, e una strana espressione sul suo volto. “Perché mi stai dicendo questo?
“Perché non dovrei?” Harry non lasciò che la propria espressione cambiasse, sebbene potesse intuire ciò che Draco stava pensando; che Harry aveva progettato di separare Draco da suo padre, e che non avrebbe dovuto dire nulla che li facesse avvicinare. “C’è sempre solo una persona che per te è la più importante, e so esattamente che genere di pensiero affettuoso e felice ti permetterà di lanciare l’Incantesimo Patronus. Me l’hai raccontato alla stazione ferroviaria prima del primo giorno di scuola. Una volta sei caduto da una scopa e ti sei rotto le costole. Ti faceva più male di quanto ti fossi mai sentito, e pensasti che saresti morto. Fai finta che quella paura provenga da un Dissennatore, in piedi davanti a te, con indosso un mantello nero e lacero, l’aspetto di una cosa morta lasciata nell’acqua. Poi lancia l’Incantesimo Patronus, e quando brandisci la bacchetta per scacciare il Dissennatore, pensa a come tuo padre teneva la tua mano, in modo che non avessi paura; e poi pensa a quanto ti ama, a quanto tu ami lui, e mettilo tutto nella tua voce quando dici Expecto Patronum. Per l’onore di Casa Malfoy, e non solo perché mi hai promesso un favore. Mostrami che non mi hai mentito quel giorno nella stazione dei treni quando mi ha raccontato che Lucius era un buon padre. Mostrami che puoi fare ciò che Salazar Serpeverde poteva fare”.
E Harry fece un passo indietro, alle spalle di Draco, fuori dal suo campo visivo, in modo che Draco fronteggiasse solo la vecchia e polverosa cattedra del professore e la lavagna all’inizio dell’aula in disuso.
Draco gettò un’occhiata dietro di sé, quella strana espressione ancora sul suo volto, e poi si rigirò a guardare davanti. Harry vide l’inspirazione, l’espirazione. La bacchetta si contrasse una, due, tre, e quattro volte. Le dita di Draco scivolarono lungo la bacchetta, esattamente alle giuste distanze –
Draco abbassò la bacchetta.
“Così è troppo –” disse Draco, “non riesco a pensarlo nel modo giusto, mentre stai guardando –”
Harry si girò e iniziò a camminare verso la porta. “Tornerò tra un minuto”, disse. “Devi solo mantenere il tuo pensiero felice, e il Patronus resterà”.

Da dietro le spalle di Draco giunse il suono della porta che si apriva nuovamente.
Udì i passi di Harry che entravano nell’aula, ma non si girò a guardare.
Neppure Harry disse nulla. Il silenzio si allungò.
Infine –
“Cosa significa questo?” chiese Draco. La sua voce tremò appena.
“Significa che ami tuo padre”, disse la voce di Harry. Quello era proprio ciò che Draco aveva pensato, e provò a non piangere di fronte a Harry. Era troppo giusto, semplicemente troppo giusto –
Davanti a Draco, sul pavimento, c’era la forma splendente di un serpente che Draco riconobbe; un krait comune, un serpente portato per la prima volta nella loro residenza da Lord Abraxas Malfoy dopo una visita ad una terra molto lontana, e da allora suo Padre aveva sempre tenuto un krait comune nel terrario. La particolarità del krait comune era che il morso non faceva troppo male. Suo padre l’aveva detto, e aveva detto a Draco che non sarebbe mai stato autorizzato ad accarezzare il serpente, indipendentemente da chi stesse guardando. Il veleno uccideva i tuoi nervi così rapidamente che non avevi il tempo di provare dolore mentre il veleno si diffondeva. Ne potevi morire persino dopo aver usato degli Incantesimi di Guarigione. Mangiava altri serpenti. Era più Serpeverde di quanto qualunque creatura potesse mai essere.
Era per quello che un krait comune era stato forgiato nel pomello del bastone di suo Padre.
Il serpente luminoso fece guizzare in fuori la sua lingua, anch’essa argentea; e sembrava sorridere in qualche modo, in un modo più affettuoso di quanto qualunque rettile avrebbe dovuto fare.
E poi Draco capì –
“Ma”, disse Draco, ancora fissando il serpente meravigliosamente radioso, “tu non puoi lanciare l’Incantesimo Patronus”. Ora che Draco l’aveva lanciato egli stesso, comprendeva perché era importante. Potevi essere malvagio, come Silente, e lanciare comunque l’Incantesimo Patronus, fintanto che avevi qualcosa di luminoso rimasto dentro di te. Ma se Harry Potter non aveva un singolo pensiero dentro di sé che splendesse in quel modo –
“L’Incantesimo Patronus è più complicato di quanto pensi, Draco”, disse Harry con serietà. “Non tutti coloro che falliscono nel lanciarlo sono persone cattive, o persino infelici. Ma ad ogni modo, io posso lanciarlo. L’ho fatto al mio secondo tentativo, dopo che ho capito cosa avevo fatto di sbagliato nel fronteggiare il Dissennatore la mia prima volta. Ma, insomma, la mia vita diventa un po’ peculiare a volte, e il mio Patronus è venuto fuori strano, e lo sto tenendo segreto per ora –”
“E dovrei semplicemente crederci?
“Puoi chiedere al professor Quirrell se non mi credi. Chiedigli se Harry Potter è in grado di lanciare un Patronus corporeo, e riferiscigli che sono stato io a dirti di chiederglielo. Saprà che la richiesta viene da me, nessun altro lo sa.”
Oh, e ora Draco avrebbe dovuto fidarsi del professor Quirrell? Eppure, conoscendo Harry, avrebbe potuto essere vero; e il professor Quirrell non avrebbe mentito per ragioni banali.
Il serpente luminoso girò la testa avanti e indietro, come a cercare una preda che non era lì, e poi si arrotolò in un cerchio, come per riposarsi.
“Mi chiedo”, disse Harry dolcemente, “quando è stato, in quale anno, in quale generazione, che i Serpeverde hanno smesso di provare a imparare l’Incantesimo Patronus. Quando è accaduto che la gente ha iniziato a pensare, che i Serpeverde stessi hanno iniziato a pensare, che essere furbi e ambiziosi fosse la stessa cosa che essere freddi e infelici. E se Salazar sapesse che i suoi studenti non si prendono più nemmeno il fastidio di presentarsi per imparare l’Incantesimo Patronus, mi chiedo, desidererebbe di non essere mai nato? Mi chiedo come tutto sia andato a rotoli, quando la Casa di Serpeverde sia andata a rotoli”.
La creatura brillante si spense all’improvviso, il subbuglio che cresceva dentro Draco rendeva impossibile mantenere l’Incantesimo. Draco si girò verso Harry, dovette controllarsi per non alzare la bacchetta. “Cosa ne sai tu di Casa Serpeverde o di Salazar Serpeverde? Tu non sei mai stato smistato nella mia Casa, cosa ti dà il diritto di –”
E fu allora che Draco finalmente comprese.
Tu sei stato Smistato in Serpeverde! Sul serio, e dopo tu, in qualche modo, hai schioccato le dita –” Draco aveva chiesto una volta a suo Padre se sarebbe stato più intelligente essere Smistati in qualche altra Casa in modo che tutti si fidassero di lui, e suo Padre aveva sorriso e detto che a quello ci aveva pensato anche lui all’età di Draco, ma che non c’era alcun modo di ingannare il Cappello Smistatore…
… non finché Harry Potter era arrivato.
Come aveva potuto credere anche solo per un minuto che Harry fosse un Corvonero?
“Un’ipotesi interessante”, disse Harry tranquillamente. “Lo sai che sei la seconda persona a Hogwarts che giunge a formulare un’ipotesi di questo genere? Quanto meno sei la seconda che me l’ha detto effettivamente in faccia –”
“Snape”, disse Draco con certezza. Il suo Preside della Casa non era folle.
“Il professor Quirrell, ovviamente. Sebbene a pensarci, Severus mi ha effettivamente chiesto come fossi riuscito a stare lontano dalla sua Casa, e se avessi qualcosa che il Cappello Smistatore voleva. Suppongo tu possa dire che sei il numero tre. Oh, ma la teoria del professor Quirrell era un po’ differente dalla tua, però. Posso avere la tua parola che non la ripeterai?”
Draco annuì senza neppure pensarci. Cosa ci si aspettava che facesse, che dicesse di no?
“Il professor Quirrell pensava che Silente non fosse stato contento della scelta del Cappello per il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto.”
E nell’istante in cui Harry lo disse, Draco seppe, seppe che era vero, era semplicemente ovvio. Chi pensava di ingannare, Silente?
… beh, a parte ogni altra persona a Hogwarts eccetto Snape e Quirrell, Harry stesso avrebbe potuto persino crederci…
In una sorta di confusione, Draco incespicò all’indietro nella propria scrivania, e si sedette tanto duramente da farsi un po’ male. Questo genere di cose accadeva all’incirca una volta al mese con Harry, e non era ancora accaduto a gennaio, quindi era l’ora.
Il suo compagno Serpeverde, che poteva o meno ritenersi un Corvonero, si sedette di nuovo nella sedia che aveva usato in precedenza, ora mettendosi di fianco, e osservando con attenzione Draco.
Draco non sapeva cosa avrebbe dovuto fare ora, se doveva provare a convincere il ragazzo Serpeverde perduto che, no, non era davvero un Corvonero… o provare a capire se Harry era alleato di Silente, sebbene quello sembrasse improvvisamente meno probabile… ma allora perché Harry aveva messo in piedi l’intera storia con lui e Granger…
Davvero avrebbe dovuto ricordarsi che Harry era troppo strano per qualsiasi piano normale.
“Harry. Ti sei deliberatamente inimicato me e il Generale Sunshine solo perché così avremmo lavorato insieme contro di te?”
Harry annuì senza esitazione, come se fosse la cosa più normale del mondo, e nulla di cui vergognarsi.
“L’intera faccenda dei guanti e del farci scalare le mura di Hogwarts, l’unico motivo era rendere me e Granger più amichevoli l’uno nei confronti dell’altra. E anche prima di allora. L’hai progettato da lungo tempo. Sin dall’inizio.”
Ancora il cenno di assenso.
Perchééééé?
Le sopracciglia di Harry si sollevarono per un momento, l’unica reazione che mostrò alle urla di Draco così alte nell’aula chiusa che facevano male alle sue stesse orecchie. Perché, perché, perché Harry Potter faceva questo genere di cose…
Poi Harry disse, “In modo che i Serpeverde siano in grado di lanciare di nuovo l’Incantesimo Patronus”.
Questo… non ha… alcun… senso!” Draco era cosciente che stava perdendo il controllo della sua voce, ma non sembrò in grado di fermarsi. “Questo cos’ha a che fare con Granger?
“Schemi”, disse Harry. Il suo volto era molto serio, ora, e molto severo. “Come un quarto dei figli di coppie di Maghinò che sono maghi. Uno schema semplice e inconfondibile che riconosceresti istantaneamente, se sapessi cosa stai cercando; anche se, se non sapessi, non ti renderesti neppure conto che era un indizio. Il veleno in Casa Serpeverde è qualcosa che è stato osservato in passato nel mondo babbano. Questa è una predizione a priori, Draco, avrei potuto mettertela per iscritto prima del nostro primo giorno di scuola, solo da come ti ho sentito parlare alla Stazione di King’s Cross. Lascia che ti descriva alcuni generi patetici di persone che s’intrattengono ai raduni politici di tuo padre, famiglie purosangue che non sarebbero mai invitate a Casa Malfoy. Tieni a mente che non le ho mai conosciute, lo sto semplicemente predicendo attraverso il riconoscimento dello schema di ciò che sta accadendo alla Casa Serpeverde –”
E Harry Potter proseguì descrivendo i Parkinson e i Montague e i Bole con un’accuratezza calma e tagliente che Draco non avrebbe osato pensare tra sé e sé nel caso ci fosse stato un Legilimens da qualche parte, era oltre l’insulto, avrebbero ucciso Harry se avessero mai saputo…
“Riepilogando”, terminò Harry, “non hanno alcun potere proprio. Non hanno alcuna ricchezza propria. Se non avessero i Nati babbani da odiare, se tutti i Nati babbani scomparissero nel modo in cui essi dico di volere, si sveglierebbero una mattina e scoprirebbero di non avere niente. Ma fintanto che possono dire che i purosangue sono superiori, si possono sentire essi stessi superiori, possono sentirsi parte della classe padrona. Anche se tuo padre non si sognerebbe neppure di invitarli a cena, anche se non c’è un solo galeone nei loro depositi, anche se nei loro gufo hanno fatto peggio dei peggiori Nati babbani a Hogwarts. Anche se non possono più lanciare l’Incantesimo Patronus. Per loro ogni cosa è colpa dei Nati babbani, hanno qualcuno oltre a sé stessi da incolpare per i loro fallimenti, e questo li rende ancora più deboli. Questo è quello che Casa Serpeverde sta diventando, patetica, e la radice del problema è l’odio per i Nati babbani”.
“Salazar Serpeverde in persona disse che i sanguemarcio dovevano essere scacciati! Che stavano indebolendo il nostro sangue –” La voce di Draco si era alzata fino a diventare un grido.
Che Salazar si sbagliasse è un dato di fatto! Tu lo sai, Draco! E quel disprezzo sta avvelenando tutta la tua Casa, non potevi lanciare l’Incantesimo Patronus con un pensiero come quello!”
“Allora perché Salazar Serpeverde poteva lanciare l’Incantesimo Patronus?”
Harry si stava asciugando il sudore dalla fronte. “Perché le cose sono cambiate tra allora e adesso! Ascolta, Draco, trecento anni fa potevi trovare grandi scienziati, a modo loro tanto grandi quanto Salazar, che ti avrebbero detto che qualche altro Babbano era inferiore per il colore della loro pelle –”
Il colore della loro pelle?
“Lo so, il colore della pelle invece di qualcosa di importante come la purezza del sangue, non è ridicolo? Ma poi qualcosa nel mondo è cambiato, e ora non puoi trovare alcun grande scienziato che pensi che il colore della pelle conti, solo dei disperati come quelli che ti ho descritto. Salazar Serpeverde fece quell’errore quando tutti gli altri lo facevano, perché era cresciuto credendoci, non perché cercava disperatamente qualcuno da odiare. Ci sono state alcune persone che si sono comportate meglio di tutti quelli che le circondavano, e loro sono state eccezionalmente buone. Ma coloro che semplicemente hanno accettato quello che tutti gli altri pensavano non sono stati eccezionalmente malvagi. La cosa triste è che la maggior parte delle persone non nota affatto un problema morale a meno che qualcuno non glielo indichi; e una volta che sono così vecchi come Salazar era quando incontrò Godric, hanno perso la capacità di cambiare idea. Solo allora Hogwarts fu costruita, e Hogwarts iniziò a mandare lettere di accettazione ai Nati babbani come Godric aveva insistito che facesse, e sempre più gente iniziò a notare che i Nati babbani non erano in alcun modo diversi. Ora è una grossa questione politica invece di qualcosa in cui tutti credono e basta senza pensarci. E la risposta corretta è che i Nati babbani non sono più deboli dei purosangue. Quindi ora la gente che ha finito per schierarsi dalla parte di ciò che Salazar credeva una volta, è quella che è cresciuta in ambienti purosangue molto chiusi come te, oppure persone che sono di per sé così patetiche che hanno disperatamente bisogno di qualcuno rispetto a cui sentirsi superiori, gente che ama odiare.”
“Questo non… questo non mi sembra corretto…” disse la voce di Draco. Le sue orecchie ascoltarono, e si meravigliò di non poter trovare nulla di meglio da dire.
“No? Draco, ora tu sai che non c’è nulla di sbagliato in Hermione Granger. Hai avuto dei problemi a lasciarla cadere da un tetto, ho sentito. Anche se sapevi che aveva preso una Pozione Caduta-Piuma, anche se sapevi che non era in pericolo. Che genere di persona pensi che voglia ucciderla, non per qualche torto che le ha fatto, ma solo perché è una Nata babbana? Anche se lei, lei è solo una giovane donna che li aiuterebbe con i loro compiti in un secondo, se glielo chiedessero mai”, la voce di Harry si ruppe, “che genere di persona vuole che muoia?
Mio Padre
Draco si sentì spaccato in due, gli parve di avere un problema di vista doppia, Granger è una sanguemarcio, dovrebbe morire, e una ragazza che restava attaccata alla sua mano sul tetto, come vedere doppio, era come vedere doppio –
“E tutti quelli che non vogliono che Hermione Granger muoia, non vorranno frequentare il genere di persone che lo vuole! Questo è tutto ciò che la gente pensa che Serpeverde sia ora, non scaltri piani, non tentativi di raggiungere la grandezza, semplicemente l’odio per i Nati babbani! Ho pagato un siclo a Morag per chiedere a Padma perché non fosse andata a Serpeverde, entrambi sappiamo che ne aveva la possibilità. E Morag mi ha riferito che Padma le ha rivolto un’occhiataccia e ha risposto che lei non è Pansy Parkinson. Capisci? Gli studenti migliori con le virtù di più di una Casa, gli studenti con una scelta, vanno sotto il Cappello pensando ovunque tranne Serpeverde, e qualcuno come Padma finisce in Corvonero. E… credo che il Cappello Smistatore tenti di mantenere un equilibrio nello Smistamento, quindi riempie i ranghi di Serpeverde con chiunque non sia disgustato da tutto quell’odio. Quindi invece di Padma Patil, Serpeverde riceve Pansy Parkinson. Non è molto astuta, e non è molto ambiziosa, ma è il genere di persona cui non interessa ciò in cui Serpeverde si sta trasformando. E più Padma vanno a Corvonero e più Pansy vanno a Serpeverde, più il processo accelera. Sta distruggendo Casa Serpeverde, Draco!
Aveva il tono di una terribile verità, il posto di Padma era in Serpeverde… e invece Serpeverde aveva ottenuto Pansy… suo Padre radunava famiglie minori come i Parkinson perché erano fonti convenienti di sostegno, ma suo Padre non aveva compreso le conseguenze dell’associare ad esse il nome di Serpeverde…
“Non posso –” disse Draco, ma non era neppure sicuro di cosa non potesse fare – “Cosa vuoi da me?”
“Non sono sicuro di come guarire Casa Serpeverde”, disse lentamente Harry. “Ma so che è qualcosa che tu e io finiremo per dover fare. Ci sono voluti secoli prima che la scienza sorgesse sul mondo babbano, è accaduto solo lentamente, ma più forte la scienza diventava, più quel genere di odio indietreggiava”. La voce di Harry era pacata, ora. “Non so esattamente perché ha funzionato in quel modo, ma è così che è accaduto storicamente. Come se nella scienza ci fosse qualcosa di simile allo splendore dell’Incantesimo Patronus, che respinge ogni genere di oscurità e pazzia, non immediatamente, ma sembra seguirla in ogni luogo che la scienza raggiunge. L’Illuminismo, così fu chiamato nel mondo babbano. Ebbe qualcosa a che fare con la ricerca della verità, credo… con l’essere in grado di cambiare idea rispetto a quella credendo alla quale eri cresciuto… col pensare logicamente, comprendendo che non c’è ragione per odiare Hermione Granger… o forse c’è qualcosa in tutto ciò che persino io non comprendo. Ma l’Illuminismo è qualcosa a cui tu e io ora apparteniamo, entrambi. Correggere Casa Serpeverde è solo una delle cose che dobbiamo fare”.
“Lasciami pensare”, disse Draco, la sua voce che uscì con una sorta di gracidio, “per favore”, e appoggiò la testa sulle mani, e pensò.

Draco pensò per un po’, con i palmi sugli occhi per tenere fuori il mondo, nessun suono tranne il respiro suo e di Harry. Tutta la persuasiva ragionevolezza di ciò che Harry aveva detto, gli evidenti semi di verità che conteneva; e contro di esso, l’ovvia, la perfettamente e interamente ovvia ipotesi su quello che stava realmente accadendo…
Dopo un po’, Draco sollevò finalmente la testa.
“Mi sembra ragionevole”, disse Draco pacatamente.
Un grosso sorriso nacque sul volto di Harry.
“Quindi”, continuò Draco, “qui è dove mi porti da Silente, per renderlo ufficiale?”
Mantenne la voce informale mentre lo diceva.
“Oh, già”, disse Harry. “Questa era la cosa che volevo chiederti, in effetti –”
Il sangue di Draco si congelò nelle sue vene, divenne solido e andò in frantumi –
“Il professor Quirrell mi ha detto qualcosa che mi ha fatto pensare, e, beh, non importa come risponderai a questa domanda, sono comunque stupido per non avertelo chiesto molto prima. Tutti quanti in Grifondoro credono che Silente sia un santo, i Tassofrasso credono che sia folle, i Corvonero sono tutti orgogliosi di sé stessi per aver dedotto che sta solo fingendo di essere folle, ma non ho mai chiesto a nessuno in Serpeverde. Dovrei sapere bene come non commettere un errore del genere. Ma se anche tu pensi che vada bene cospirare insieme a Silente per aggiustare Casa Serpeverde, credo di non essermi perso nulla di importante.”
“Sai”, disse Draco, la sua voce insolitamente calma, tutto considerato, “ogni volta che mi chiedo se tu faccia cose come questa solo per infastidirmi, dico a me stesso che deve essere un caso, nessuno potrebbe fare cose del genere di proposito anche se ci provasse fin quando il sangue non gli sgocciolasse fuori dalle orecchie. È la sola ragione per cui ora non ti strangolerò”.
“Eh?”
Per poi strangolare se stesso, perché Harry era cresciuto con i Babbani, e poi Silente l’aveva agevolmente deviato da Serpeverde a Corvonero, così che era perfettamente plausibile che Harry potesse non sapere nulla, e Draco non aveva mai pensato di dirglielo.
O altrimenti Harry aveva indovinato che Draco non si sarebbe unito a Silente così facilmente, e questo era solo il passo successivo del piano di Silente…
Ma se Harry realmente non sapeva di Silente, allora avvisarlo aveva la precedenza su tutto.
“Va bene”, disse Draco, dopo che ebbe avuto l’opportunità di organizzare i propri pensieri. “Non so da dove iniziare, quindi inizierò semplicemente da una cosa qualunque”. Fece un respiro profondo. Questo gli avrebbe preso un po’ di tempo. “Silente ha assassinato la propria sorella minore, e l’ha scampata perché suo fratello non voleva testimoniare contro di lui –”

Harry ascoltò con crescente preoccupazione e sgomento. Era stato pronto, aveva pensato, a prendere in considerazione la versione purista del sangue della storia con un pizzico di buon senso. Il guaio era che, anche dopo aver aggiunto un’enorme quantità di buon senso, non suonava ancora un granché bene.
Il padre di Silente era stato condannato per l’uso delle Maledizioni Senza Perdono su dei bambini, ed era morto ad Azkaban. Quello non era un peccato di Silente, ma sarebbe stata una questione di dominio pubblico. Harry avrebbe potuto controllare quella parte, e vedere se era stata montata ad arte dai puristi del sangue.
La madre di Silente era morta misteriosamente, poco prima che sua sorella minore morisse in quello che gli Auror avevano determinato essere un omicidio. Apparentemente la sorella era stata brutalizzata da Babbani e non parlò mai più dopo il fatto; cosa che, Draco sottolineò, sembrava molto simile ad un’Obliazione andata male.
Dopo le prime interruzioni di Harry, Draco era sembrato cogliere il principio generale, e ora stava presentando le osservazioni prima e le inferenze dopo.
“– quindi non devi fidarti della mia parola”, disse Draco, “puoi capirlo, giusto? Tutti dentro Serpeverde possono. Silente aspettò a combattere il suo duello con Grindelwald fino al momento preciso in cui avrebbe fatto la figura migliore, dopo che Grindelwald aveva rovinato la maggior parte dell’Europa e si era costruito una reputazione come il più terribile Mago Oscuro della storia, e proprio quando Grindelwald aveva perso l’oro e i sacrifici di sangue che stava ricevendo dalle sue pedine babbane e stava per iniziare la propria fase discendente. Se Silente fosse stato davvero il nobile mago che faceva finta di essere, avrebbe combattuto Grindelwald molto prima di allora. Probabilmente Silente voleva l’Europa in rovina, probabilmente era parte del loro piano comune, attaccò Grindelwald solo dopo che il suo burattino gli venne meno. E quel grande duello appariscente non fu reale, non è possibile che due maghi fossero così esattamente alla pari da dover combattere per venti ore consecutive fino a quando uno di loro cadde dalla stanchezza, fu Silente che volle farlo sembrare più spettacolare”. Qui la voce di Draco divenne più indignata. “E questo garantì a Silente la nomina a Stregone Capo del Wizengamot! La Discendenza Ininterrotta di Merlino, corrotta dopo 1500 anni! E poi in aggiunta a quello è diventato Supremo Pezzo Grosso, e aveva già Hogwarts da utilizzare come una fortezza invincibile – Preside e Stregone Capo e Supremo Pezzo Grosso, nessuna persona normale avrebbe cercato di fare tutto contemporaneamente, come si può non capire che Silente sta cercando di conquistare il mondo?
“Pausa”, disse Harry, e chiuse gli occhi per pensare.
Non era molto peggio di quanto avresti sentito a proposito dell’Occidente nella Russia di Stalin, e nulla di tutto quello sarebbe stato vero. Tuttavia i puristi del sangue non se la sarebbero potuta cavare se si fossero inventati proprio tutto… o sì? Alla Gazzetta del Profeta avevano mostrato una tendenza pronunciata a inventarsi i fatti… ma di nuovo, quando si erano esposti troppo riguardo al fidanzamento Weasley, erano stati chiamati a rendere conto delle loro affermazioni ed erano stato messi alla berlina…
Harry aprì gli occhi, e vide che Draco lo stava fissando con uno sguardo saldo e in attesa.
“Quindi quando mi hai chiesto se era il momento di unirsi a Silente, è stato solo per mettermi alla prova.”
Draco annuì.
“E prima di allora, quando hai detto che ti sembrava ragionevole –”
Sembra ragionevole. Ma non so se posso fidarmi di te. Hai intenzione di lamentarti del mio metterti alla prova, signor Potter? Hai intenzione di dire che ti ho preso in giro? Che ti ho ingannato?
Harry sapeva che avrebbe dovuto sorridere da bravo sportivo, ma davvero non poteva, era una delusione troppo grande.
“Hai ragione, è giusto, non posso lamentarmi”, disse invece Harry. “Cosa mi dici di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? Non fu così cattivo come hanno fatto credere?”
Draco sembrò amareggiato, in risposta. “Quindi credi che tutto consista nel mettere in buona luce la fazione di mio Padre e in cattiva luce quella di Silente, e che io stesso ci creda solo perché mio Padre me l’ha detto”.
“È una possibilità che sto considerando”, disse obbiettivamente Harry.
La voce di Draco era bassa e intensa. “Loro sapevano. Mio padre sapeva, i suoi amici sapevano. Sapevano che il Signore Oscuro era malvagio. Ma egli era l’unica possibilità che chiunque avesse contro Silente! L’unico mago ovunque che fosse abbastanza potente da combatterlo! Anche alcuni degli altri Mangiamorte erano davvero malvagi, come Bellatrix Black – mio Padre non è così – ma mio Padre e i suoi amici dovevano farlo, Harry, dovevano, Silente stava conquistando ogni cosa, il Signore Oscuro era l’unica speranza che chiunque di loro avesse!”
Draco stava fissando intensamente Harry. Harry resse il suo sguardo, cercando di pensare. Nessuno pensa mai a sé stesso come al cattivo della propria storia – forse Lord Voldemort lo pensava, forse Bellatrix lo pensava, ma Draco certamente no. Che i Mangiamorte fossero cattivi non era in questione. La questione era se fossero i cattivi; se ci fosse un cattivo nella storia, oppure due
“Non sei convinto”, disse Draco. Sembrò preoccupato, e un po’ arrabbiato. Cosa che non sorprese Harry. Era abbastanza sicuro che Draco stesso credesse a tutto ciò.
Dovrei essere convinto?” disse Harry. Non distolse lo sguardo. “Solo perché tu ci credi? Sei un razionalista talmente forte ora che il tuo credere costituisce una prova decisiva per me, perché sarebbe molto improbabile che tu ci credessi se non fosse vero? Quando ti ho conosciuto, non eri così forte. Tutto quello che mi hai detto, l’hai riesaminato dopo esserti risvegliato come scienziato, o è solo qualcosa in cui hai creduto crescendo? Puoi guardarmi negli occhi e giurarmi sull’onore di Casa Malfoy che se ci fosse una falsità sepolta in quello che hai detto, una cosa che è stata aggiunta solo per mettere Silente in una luce un po’ peggiore, te ne saresti accorto?”
Draco cominciò ad aprire la bocca, e Harry disse, “No. Non macchiare l’onore di Casa Malfoy. Tu non sei ancora così forte, e dovresti saperlo. Ascolta, Draco, io stesso ho iniziato a notare alcune cose preoccupanti. Ma non c’è nulla di definito, nulla di certo, si tratta solo di deduzioni e ipotesi e testimonianze inaffidabili… E non c’è nulla di certo neppure nella tua storia. Silente avrebbe potuto avere qualche altra buona ragione per non combattere Grindelwald anni prima – tuttavia avrebbe dovuto essere un’ottima ragione, specie considerato quello che stava accadendo dalla parte babbana del mondo… comunque. C’è una singola azione chiaramente malvagia che Silente abbia compiuto con certezza, in modo che non debba dubitarne?”
Il respiro di Draco era pesante. “Va bene”, disse con voce aspra. “Ti dirò cos’ha fatto Silente”. Dalle vesti di Draco uscì una bacchetta, e Draco disse “Quietus”, poi “Quietus” nuovamente, ma per la seconda volta la pronuncia fu errata, e infine Harry prese la propria bacchetta e lo fece lui.
“C’era”, disse Draco con voce rauca, “c’era una volta, una ragazza, e il suo nome era Narcissa, ed era la ragazza più bella, più intelligente, più scaltra che fosse mai stata Smistata in Serpeverde, e mio padre l’amava, e si sposarono, e lei non era una Mangiamorte, non era una combattente, tutto ciò che lei fece mai fu amare mio Padre –” Draco si interruppe in quel punto, perché stava piangendo.
Harry sentì la nausea allo stomaco. Draco non aveva mai parlato di sua madre, mai una volta, l’avrebbe dovuto notare prima. “Lei… fu vittima di una maledizione?”
La voce di Draco venne fuori come un grido. “Silente la uccise bruciandola nella sua stanza da letto!

In un’aula riempita da una morbida luce argentea, un ragazzo stava fissando un altro ragazzo, che stava singhiozzando, asciugandosi freneticamente gli occhi con le maniche della propria veste.
Era difficile per Harry di rimanere equilibrato, continuare a sospendere il giudizio, era troppo emotivo, c’era qualcosa che voleva o iniziare a versare lacrime dai propri occhi in simpatia con Draco, o sapere che non era vero…
Silente la uccise bruciandola nella sua stanza da letto!
Quello…
… non sembrava nello stile di Silente…
… ma si poteva formulare un pensiero del genere solo un certo numero di volte, prima di iniziare a mettere in dubbio l’affidabilità dell’intero concetto di `stile’.
“Deve, deve aver fatto male orribilmente”, disse Draco, la sua voce tremante, “mio Padre non ne parla mai, non bisogna mai parlarne in sua presenza, ma il signor Macnair me l’ha detto, c’erano segni di bruciatura per tutta la stanza da letto, per come mia Madre deve aver lottato mentre Silente la bruciava viva. Questo è il debito che Silente deve alla Casa Malfoy, e avremo la sua vita in pagamento!
“Draco”, disse Harry, permise a tutta la raucedine di restare nella sua voce, sarebbe stato sbagliato sembrare calmi, “mi dispiace, mi dispiace davvero chiederlo, ma devo sapere, come fai a sapere che è stato Silen–”
“Silente ha detto che l’ha fatto lui, ha detto a mio Padre che era un avvertimento! E mio Padre non poteva testimoniare sotto Veritaserum perché era un Occlumante, non poteva neppure far processare Silente, gli alleati stessi di mio Padre non gli credettero dopo che Silente si limitò a negare tutto in pubblico, ma noi sappiamo, i Mangiamorte lo sanno, mio Padre non avrebbe avuto nessuna ragione per mentire su questo, mio Padre avrebbe voluto che ci vendicassimo della persona giusta, non lo capisci Harry?” La voce di Draco era feroce.
A meno che Lucius non l’abbia fatto egli stesso, e abbia trovato più conveniente accusare Silente.
Sebbene… anche quello non sembrava nello stile di Lucius. E se avesse assassinato Narcissa, sarebbe stato più intelligente appuntare la colpa su di una vittima più semplice invece di perdere un capitale politico e della credibilità attaccando Silente…
Dopo un po’, Draco smise di piangere, e guardò a Harry. “Allora?” disse Draco, sembrando come se volesse sputare le parole. “Questo è abbastanza malvagio per te, signor Potter?”
Harry abbassò lo sguardo sulle proprie braccia appoggiate sullo schienale della sua sedia. Non poteva più incontrare lo sguardo di Draco, la pena nei suoi occhi era troppo pura. “Non mi sarei aspettato di sentirlo”, disse Harry sommessamente. “Non so più cosa pensare”.
“Tu non lo sai?” La voce di Draco era salita ad un urlo, ed egli si alzò repentinamente in piedi dalla sua scrivania –
“Mi sono ricordato il Signore Oscuro che uccideva i miei genitori”, disse Harry. “Quando sono andato per la prima volta davanti al Dissennatore, questo è quello che mi sono ricordato, il ricordo peggiore. Anche se è stato molto tempo fa. Li ho sentiti morire. Mia madre implorò il Signore Oscuro di non uccidermi, non Harry, ti prego no, prendi me, uccidi me invece! Questo è quello che disse. E il Signore Oscuro la canzonò, e rise. Poi, mi ricordo, il lampo di luce verde –”
Harry alzò lo sguardo verso Draco.
“Quindi potremmo lottare”, disse Harry, “potremmo semplicemente continuare con la stessa lotta. Potresti dirmi che era giusto che mia madre morisse, perché era la moglie di James, che aveva ucciso un Mangiamorte. Ma ingiusto che tua madre morisse, perché lei era innocente. E io potrei dirti che era giusto che tua madre morisse, che Silente deve aver avuto qualche ragione che ha reso accettabile bruciarla viva nella sua stanza da letto; ma ingiusto che mia madre morisse. Ma sai, Draco, in entrambi i casi, non sarebbe evidente che saremmo semplicemente di parte? Perché la regola che dice che è sbagliato uccidere le persone innocenti, quella regola non può valere per mia madre e non valere per la tua, e non può valere per tua madre e non per la mia. Se mi dici che Lily era un nemico dei Mangiamorte ed è giusto uccidere i tuoi nemici, allora la stessa regola dice che Silente era nel giusto a uccidere Narcissa, dal momento che lei era il suo nemico”. La voce di Harry divenne rauca. “Quindi se noi due dobbiamo concordare su qualcosa, deve essere che nessuna delle loro morti era giusta e che la madre di nessuno dovrebbe morire in qualsiasi modo”.

La furia che bolliva dentro Draco era così grande che riusciva a malapena a trattenersi dall’uscire infuriato della stanza; tutto ciò che lo fermò fu il riconoscimento di un momento critico; e un piccolo residuo di amicizia, un piccolo lampo di simpatia, perché aveva dimenticato, egli aveva dimenticato, che la madre e il padre di Harry erano morti per mano del Signore Oscuro.
Il silenzio si prolungò.
“Puoi parlare”, disse Harry, “Draco, parlami, non mi arrabbierò – stai pensando, non so, che la morte di Narcissa è stata decisamente peggiore della morte di Lily? Che è sbagliato persino che io le confronti?”
“Credo di essere stato stupido anche io. Tutto questo tempo, tutto questo tempo ho dimenticato che devi odiare i Mangiamorte per aver ucciso i tuoi genitori, odiare i Mangiamorte nel modo in cui io odio Silente”. E Harry non aveva mai detto nulla, non aveva mai reagito quando Draco aveva parlato dei Mangiamorte, l’aveva tenuto nascosto – Draco era uno sciocco.
“No”, disse Harry. “Non è – non è così, Draco, io, non so nemmeno come spiegartelo, eccetto dicendoti che un pensiero come quello, non”, la voce di Harry si strozzò, “non saresti mai capace di usarlo, per lanciare l’Incantesimo Patronus…”
Draco provò un’improvvisa fitta al cuore, indesiderata ma la sentì. “Stai fingendo di voler semplicemente dimenticare i tuoi genitori? Stai dicendo che dovrei semplicemente dimenticarmi di mia Madre?”
“Quindi tu e io dobbiamo essere nemici, allora?” Ora la voce di Harry stava diventando altrettanto feroce. “Che cosa ci siamo fatti l’un l’altro che implichi che dobbiamo essere nemici? Mi rifiuto di essere messo in trappola in questo modo! Giustizia non può voler dire che ciascuno di noi dovrebbe attaccare l’altro, non ha alcun senso!” Harry si fermò, fece un respiro profondo, si passò le dita tra la confusione deliberata dei suoi capelli – le dita vennero via sudate, Draco poté vederlo. “Draco, ascolta, non possiamo aspettarci di venirci incontro subito su tutto, io e te. Così io non ti chiederò di dire che il Signore Oscuro abbia sbagliato a uccidere mia madre, di’ solo che è stato… triste. Non discuteremo se sia stato o meno necessario, se fosse o meno giustificato. Ti chiederò solo di dire che è triste che sia successo, che anche la vita di mia madre era preziosa, devi dire solo questo per ora. E io dirò che è stato triste che Narcissa sia morta, perché anche la sua vita valeva qualcosa. Non possiamo aspettarci di essere subito d’accordo su tutto, ma se cominciamo col dire che ogni vita è preziosa, che è triste quando una persona qualunque muore, allora so che ci incontreremo un giorno. Questo è quello che voglio che tu dica. Non chi avesse ragione. Non chi avesse torto. Solo che è stato triste quando tua madre è morta, e triste quando mia madre è morta, e che sarebbe triste se Hermione Granger morisse, ogni vita è preziosa, possiamo essere d’accordo su questo e lasciar stare il resto per ora, è sufficiente se andiamo d’accordo solo su questo? Possiamo, Draco? Sembra… più simile a un pensiero che qualcuno potrebbe usare per lanciare l’Incantesimo Patronus”.
C’erano lacrime negli occhi di Harry.
E Draco si stava arrabbiando di nuovo. “Silente ha ucciso mia Madre, non basta dire solo che è triste! Non capisco cosa pensi di dover fare tu, ma i Malfoy devono vendicarsi!” Non vendicare la morte di familiari andava oltre la debolezza, oltre il disonore, sarebbe stato come non esistere.
“Non lo sto contestando”, disse Harry pacatamente. “Ma dirai che la morte di Lily Potter è stata triste? Diresti solo questa cosa?”
“Questo è…” Draco aveva nuovamente difficoltà a trovare le parole. “Lo so, lo so come ti senti, ma non capisci Harry, anche se dicessi solo che la morte di Lily Potter è stata triste, questo sarebbe già andare contro i Mangiamorte!”
“Draco, tu devi essere in grado di dire che i Mangiamorte hanno sbagliato su alcune cose! Tu devi esserne capace, non puoi progredire come scienziato in caso contrario, ci sarà un ostacolo lungo il tuo cammino, un’autorità che non potrai contraddire. Non tutti i cambiamenti sono miglioramenti, ma ogni miglioramento è un cambiamento, non puoi fare nulla meglio a meno che non riesca a farlo in maniera diversa, devi permetterti di fare meglio delle altre persone! Anche di tuo padre, Draco, anche di lui. Devi essere in grado di indicare qualcosa che tuo padre ha fatto e dire che si è sbagliato, perché non era perfetto, e se non puoi dirlo, non puoi fare di meglio.”
Suo Padre lo aveva avvertito, ogni sera prima di andare a dormire per un mese prima che andasse a Hogwarts, che ci sarebbero state persone con questo obiettivo.
“Stai cercando staccarmi da mio Padre.”
“Sto cercando staccare una parte di te”, disse Harry. “Sto cercando di consentirti di aggiustare alcune cose che il tuo padre ha frainteso. Sto cercando di farti fare di meglio. Ma non sto… cercando di rompere il tuo Patronus!” La voce di Harry divenne più pacata. “Non vorrei rompere qualcosa di luminoso come quello. Chi lo sa, aggiustare Casa Serpeverde potrebbe richiedere anche quello…”
Cominciava a innervosire Draco, quella era la questione, malgrado tutto stava cominciando a innervosirlo, bisognava stare molto attenti con Harry perché le sue argomentazioni suonavano così convincenti anche quando aveva torto. “E quello che non stai ammettendo è che Silente ti ha detto che avresti potuto vendicare le morti dei tuoi genitori portando via a Lord Malfoy suo figlio –”
No. No. Questo è completamente sbagliato”. Harry fece un respiro profondo. “Non sapevo chi fosse Silente, o chi fosse il Signore Oscuro, o chi fossero i Mangiamorte, o come i miei genitori fossero morti, fino a tre giorni prima di venire a Hogwarts. Il giorno in cui tu e io ci siamo incontrati per la prima volta nel negozio di abbigliamento, quello è stato il giorno in cui l’ho imparato. E a Silente la scienza babbana nemmeno piace, o così dice, ho avuto la possibilità di sondare l’argomento con lui una volta. Il pensiero di vendicarmi dei Mangiamorte attraverso di te non mi è mai passato per la testa, nemmeno una volta fino ad ora. Non sapevo chi fossero i Malfoy quando ti ho incontrato nel negozio di vestiti, e allora mi sei piaciuto”.
Ci fu un lungo silenzio.
“Vorrei potermi fidare di te”, disse Draco. La sua voce tremava. “Se potessi sapere che stai dicendo la verità, tutto sarebbe molto più semplice –”
E poi improvvisamente gli sovvenne.
Il modo di sapere se Harry Potter intendesse davvero o no tutto ciò che aveva detto, sul voler riparare Casa Serpeverde, sull’essere triste che sua Madre fosse morta.
Sarebbe stato illegale, e siccome doveva farlo senza l’aiuto di suo Padre, sarebbe stato pericoloso, non poteva neppure confidare nell’aiuto di Harry Potter, ma…
“Va bene”, disse Draco. “Ho pensato all’esperimento decisivo”.
“Cos’è?”
“Voglio darti una goccia di Veritaserum. Solo una goccia, in modo che tu non possa mentire, ma non abbastanza da farti rispondere a qualsiasi domanda. Non so dove lo recupererò, ma mi accerterò che sia sicuro –”
“Uhm”, disse Harry. C’era un’espressione disarmata sul suo volto. “Draco, uhm –”
“Non dirlo”, disse Draco. La sua voce era ferma e calma. “Se dici di no, quello è il mio risultato sperimentale”.
“Draco, sono un Occlumante –”
Oh, questa è una bugia così grossa –”
“Sono stato addestrato dal signor Bester. Il professor Quirrell ha organizzato la cosa. Guarda, Draco, prenderò una goccia di Veritaserum se riesci a recuperarla, ti sto solo avvisando che sono un Occlumante. Non un Occlumante perfetto, ma il signor Bester ha detto che stavo alzando un blocco completo, e che probabilmente potrei battere il Veritaserum.”
Sei al tuo primo anno a Hogwarts! Questo è semplicemente folle!
“Conosci un Legilimens di cui ti fidi? Sarò felice di dimostrarti – guarda, Draco, mi dispiace, ma il fatto che te l’abbia detto non conta in alcun modo? Avrei potuto semplicemente lasciartelo fare, sai.”
Perché? Perché sei sempre così, Harry? Perché devi incasinare tutto anche quando è impossibile? E smettila di sorridere, non è divertente!
“Scusami, scusami, so che non è divertente, io –”
Ci volle un po’ perché Draco si potesse controllare di nuovo.
Ma Harry aveva ragione. Harry avrebbe potuto lasciare che Draco gli somministrasse il Veritaserum. Se fosse stato davvero un Occlumante… Draco non sapeva a chi avrebbe potuto chiedere di provare la Legilimanzia, ma poteva almeno chiedere al professor Quirrell se fosse vero… Poteva Draco fidarsi del professor Quirrell? Forse il professor Quirrell avrebbe semplicemente detto tutto ciò che Harry gli avesse chiesto di dire.
Poi Draco si ricordò dell’altra cosa che Harry gli aveva detto di chiedere al professor Quirrell, e pensò ad un esperimento differente.
“Tu lo sai”, disse Draco. “Tu sai cosa mi costerebbe, se concordassi che il veleno di Casa Serpeverde è l’odio verso i Nati babbani, se accettassi di dire che la morte di Lily Potter è stata triste. E quella è una parte del tuo piano, non negarlo”.
Harry non disse nulla, cosa che fu molto saggia.
“C’è qualcosa che voglio in cambio da te”, disse Draco. “E prima di quello, c’è un esperimento che voglio provare –”

Draco aprì spingendo la porta alla quale i ritratti li avevano indirizzati, e questa volta era la porta giusta. Davanti a loro c’era un piccolo spazio vuoto di pietra disposto contro il cielo notturno. Non un tetto come quello da cui aveva lasciato cadere Harry, ma un minuscolo cortile vero e proprio, molto al di sopra del suolo. Con parapetti adeguati, trafori di pietra elaborati che fluivano senza interruzioni nel pavimento di pietra… Come tanta maestria fosse stata infusa nella creazione di Hogwarts era qualcosa che ancora sbalordiva Draco ogni volta che ci pensava. Doveva esserci stato un modo per farlo tutto in una volta, nessuno avrebbe potuto dettagliare così tanto pezzo per pezzo, il castello cambiava e ogni nuovo pezzo era in quel modo. Era così ben oltre la magia degli attuali giorni di declino che nessuno l’avrebbe creduto se non ne avesse visto la prova in Hogwarts stesso.
Senza nuvole e freddo, il cielo notturno invernale; faceva buio molto prima del coprifuoco degli studenti, negli ultimi giorni di gennaio.
Le stelle spendevano brillanti, nell’aria limpida.
Harry aveva detto che stare sotto le stelle l’avrebbe aiutato.
Draco si toccò il petto con la sua bacchetta, fece scivolare le dita in un movimento esperto, e disse: “Thermos”. Un calore si diffuse attraverso di lui, a partire dal suo cuore; il vento continuò a soffiare sul suo volto, ma non sentiva più freddo.
Thermos”, disse la voce di Harry dietro di lui.
Andarono insieme al parapetto, a guardare giù verso il suolo molto più sotto. Draco cercò di capire se fossero in una delle torri che si potevano vedere da fuori, e scoprì che in quel momento non sembrava affatto in grado di immaginare come Hogwarts apparisse dall’esterno. Ma il terreno sottostante era sempre lo stesso; poteva vedere la Foresta Proibita come un contorno vago, e la luce lunare scintillare dal Lago di Hogwarts.
“Sai”, disse pacatamente la voce di Harry di fianco a lui, dove le sue braccia erano appoggiate sul parapetto a fianco a quelle di Draco, “una delle cose che i Babbani sbagliano gravemente, è che non spengono tutte le loro luci di notte. Neppure per un’ora al mese, nemmeno per quindici minuti una volta l’anno. I fotoni si disperdono nell’atmosfera e annebbiano tutte le stelle eccetto le più brillanti, e il cielo notturno non è più lo stesso, a meno che non si vada lontano da qualsiasi città. Una volta che guardi il cielo sopra Hogwarts, è difficile immaginare di vivere in una città babbana, dove non saresti in grado di vedere le stelle. Certamente non vorresti passare tutta la tua vita in città babbane, una volta che avessi visto il cielo notturno sopra Hogwarts”.
Drago lanciò un’occhiata a Harry, e scoprì che stava allungando il collo per guardare in su verso il punto in cui la Via Lattea s’inarcava attraverso l’oscurità.
“Ovviamente”, continuò Harry, la sua voce ancora sommessa, “non si possono mai vedere le stelle in maniera appropriata dalla Terra, l’aria si frappone sempre. Devi guardare da qualche altro luogo, se vuoi vedere quelle reali, le stelle che bruciano forti e brillanti, come sono davvero. Hai mai desiderato di poterti semplicemente librare nel cielo notturno, Draco, e andare a dare un’occhiata a ciò che c’è da vedere attorno a soli diversi dal nostro? Se non ci fossero limiti al potere della tua magia, è una delle cose che faresti, se potessi fare qualsiasi cosa?”
Ci fu un silenzio, e poi Draco comprese che ci si aspettava che rispondesse. “Non ci ho mai pensato prima”, disse. Senza alcuna decisione cosciente, la sua voce uscì tanto sommessa e morbida quanto quella di Harry. “Pensi davvero che qualcuno sarà mai in grado di farlo?”
“Non penso che sarà così facile. Ma so che non ho intenzione di passare la mia intera vita sulla Terra.”
Sarebbe stato qualcosa di cui ridere, se Draco non avesse saputo che alcuni Babbani se n’erano già andati, senza neppure usare la magia.
“Per superare la tua prova”, disse Harry, “dovrò dirti cosa significa per me, quel pensiero, tutto quanto, non la versione più corta che ho cercato di spiegarti prima. Ma dovresti essere in grado di capire che è la stessa idea, solo più generale. Quindi la mia versione del pensiero, Draco, è che quando andremo fuori verso le stelle, potremmo trovare altre persone lì. E se è così, di certo non saranno simili a noi. Ci potrebbero essere cose là fuori che crescono dai cristalli, o grandi macchie pulsanti… o potrebbero essere fatti di magia, ora che ci penso. Quindi, con tutta quella stranezza, come si fa a riconoscere una persona? Non dalla forma, non da quante braccia o gambe abbia. Non dal tipo di sostanza di cui è composta, che sia carne o cristallo o cose che non riesco a immaginare. Si dovrà riconoscerli come persone dalle loro menti. E anche le loro menti non funzioneranno come fanno le nostre. Ma tutto ciò che vive e pensa e conosce sé stesso e non vuole morire, è triste, Draco, è triste se quella persona deve morire, perché non vuole farlo. Rispetto a quello che potrebbe esserci là fuori, ogni essere umano che sia mai vissuto, siamo tutti come fratelli e sorelle, potresti distinguerci con difficoltà. Quelli là fuori che incontrassero noi, non vedrebbero un britannico o un francese, non sarebbero in grado di notare le differenze, vedrebbero semplicemente un essere umano. Esseri umani che possono amare, e odiare, e ridere, e piangere; e per loro, per quelli là fuori, questo ci renderebbe tutti simili come piselli nello stesso baccello. Loro sarebbero diversi, però. Veramente diversi. Ma questo non ci fermerebbe, e non fermerebbe loro, se entrambi volessimo essere amici”.
Allora Harry alzò la bacchetta, e Draco si voltò, e distolse lo sguardo, come aveva promesso; guardò verso il pavimento in pietra e il muro di pietra in cui la porta si apriva. Poiché Draco aveva promesso di non guardare, e di non parlare a nessuno di ciò che Harry aveva detto, o nulla di quello che era accaduto lì quella notte, anche se non sapeva perché dovesse essere così segreto.
“Ho un sogno”, disse la voce di Harry, “che un giorno gli esseri senzienti saranno giudicati in base alle configurazioni delle loro menti, e non in base al loro colore o alla loro forma o al materiale di cui sono composti, o a chi fossero i loro genitori. Perché se un giorno saremo in grado di andare d’accordo con cose fatte di cristallo, quanto sarebbe sciocco non andare d’accordo con i Nati babbani, che hanno la nostra stessa forma, e pensano come noi, e sono simili a noi come piselli in un baccello? Le cose di cristallo non sarebbero nemmeno in grado di riconoscere le differenze. Quanto è impossibile immaginare che varrebbe la pena di prendere l’odio che avvelena Casa Serpeverde e portarlo con noi tra le stelle? Ogni vita è preziosa, tutto ciò che pensa e conosce se stesso e non vuole morire. La vita di Lily Potter era preziosa, e la vita di Narcissa Malfoy era preziosa, anche se è troppo tardi per loro ora, è stato triste quando sono morte. Ma ci sono altre vite che continuano e per cui combattere. La tua vita, e la mia vita, e la vita di Hermione Granger, e tutte le vite della Terra, e tutte le vite al di là, da difendere e proteggere, Expecto Patronum!
E luce fu.
In quella luce tutto si tramutò in argento, il pavimento di pietra, il muro di pietra, la porta, i parapetti, il semplice riflesso così abbagliante che li si poteva vedere a fatica, anche l’aria sembrava splendere, e la luce divenne più brillante, e più brillante, e più brillante –
Quando la luce terminò fu come un trauma, la mano di Draco andò automaticamente alle sue vesti per tirar fuori un fazzoletto, e fu solo allora che si accorse che stava piangendo.
“Ecco il tuo risultato sperimentale”, disse sommessamente la voce di Harry. “Lo pensavo sul serio, quel pensiero”.
Lentamente Draco si girò verso Harry, che ora aveva abbassato la sua bacchetta.
“Quello, quello era un trucco, giusto?” disse Draco. Non avrebbe potuto sopportare altri traumi come questo. “Il tuo Patronus – non può essere davvero così brillante –” Eppure doveva essere la luce di un Patronus, una volta che sapevi ciò che stavi guardando, non potevi più scambiarla per qualcos’altro.
“Quella era la vera forma dell’Incantesimo Patronus”, disse Harry. “Qualcosa che ti consente di mettere tutta la tua forza nel Patronus, senza ostacoli provenienti da dentro te stesso. E prima che me lo chieda, non l’ho imparato da Silente. Non conosce il segreto, e non potrebbe lanciare la vera forma se lo conoscesse. Ho risolto l’enigma da solo. E ho saputo, una volta che l’ho compreso, che di questo incantesimo non si deve parlare. Per il tuo bene, mi sono sottoposto al tuo esperimento; ma non devi parlarne, Draco”.
Draco non capiva più nulla, non sapeva dove si trovasse la vera forza, o il diritto delle cose. Visione doppia, una visione doppia. Draco voleva chiamare gli ideali di Harry debolezza, stoltezza da Tassofrasso, il genere di menzogna che i governanti dicono per placare la popolazione e che Harry era stato abbastanza stupido da credere egli stesso, stoltezza presa sul serio ed elevata fino ad altezze folli, proiettata sulle stelle stesse –
Qualcosa di bellissimo e nascosto, misterioso e brillante –
“Sarò”, sussurrò Draco, “in grado di lanciare un Patronus come quello, un giorno?”
“Se continuerai sempre a cercare la verità, e se non respingerai i pensieri affettuosi quando li scopri, allora sono sicuro che potrai farlo. Penso che una persona possa arrivare ovunque, se solo continua a insistere abbastanza a lungo, anche alle stelle.”
Draco si asciugò nuovamente gli occhi col fazzoletto.
“Dovremmo tornare dentro”, disse Draco con una voce malferma, “qualcuno potrebbe averla vista, tutta quella luce –”
Harry annuì, e si mosse verso e poi attraverso la porta; e Draco alzò lo sguardo verso il cielo notturno un’ultima volta prima di seguirlo.
Chi era il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, che era già un Occlumante, e poteva lanciare la vera forma dell’Incantesimo Patronus, e fare altre cose strane? Qual era il Patronus di Harry, perché doveva restare invisibile?
Draco non pose nessuna di queste domande, perché Harry avrebbe potuto rispondere, e Draco non avrebbe potuto sopportare altri traumi quel giorno. Semplicemente non avrebbe potuto. Ancora un trauma e la sua testa sarebbe caduta dalle sue spalle e avrebbe rimbalzato, rimbalzato, rimbalzato lungo i corridoi di Hogwarts.

Si erano tuffati in una piccola alcova, invece di rifare tutto il viaggio per tornare in aula, su richiesta di Draco; si sentiva troppo nervoso per rimandare più a lungo.
Draco alzò una barriera Quietus, e poi guardando Harry gli pose una domanda silenziosa.
“Ci ho pensato su”, disse Harry. “Lo farò, ma ci sono cinque condizioni –”
Cinque?
“Sì, cinque. Ascolta, Draco, una promessa simile è come implorare che in qualche modo qualcosa vada terribilmente storto, sapresti che andrebbe a finire male se si trattasse di un libro –”
“Beh, non è così! Silente ha ucciso mia Madre. È malvagio. È una di quelle cose di cui parli che non deve essere complicata.”
“Draco”, disse Harry, la sua voce cauta, “tutto quello che so è che tu dici che Lucius dice che Silente dice di aver ucciso Narcissa. Per crederci incondizionatamente devo fidarmi di te e di Lucius e di Silente. Quindi, come ho detto, ci sono delle condizioni. La prima è che in ogni momento tu puoi sciogliermi dall’impegno, se non sembra più una buona idea. Deve essere una decisione deliberata e intenzionale da parte tua, ovviamente, non un gioco di parole o cose del genere”.
“Va bene”, disse Draco. Sembrava abbastanza prudente.
“La condizione numero due è che sto promettendo di fare mio nemico chiunque abbia effettivamente ucciso Narcissa, come determinato in tutta onestà al meglio delle mie capacità di razionalista. Che sia Silente, o qualcun altro. E hai la mia parola che eserciterò le mie migliori capacità di razionalista per mantenere onesto quel giudizio, come un dato di fatto. D’accordo?”
“Non mi piace”, disse Draco. Era così, il punto della questione era quello di assicurarsi che Harry non andasse mai con Silente. Eppure, se Harry fosse stato onesto, avrebbe capito Silente abbastanza presto, e se fosse stato disonesto, avrebbe già infranto la sua promessa… “Ma sono d’accordo”.
“La condizione numero tre è che Narcissa deve essere stata bruciata viva. Se quella parte della storia si rivelasse qualcosa che è stato esagerato solo per gettare un po’ di cattiva luce, allora posso decidere da me se mantenere o meno l’impegno. Le persone buone a volte devono uccidere. Ma non devono mai torturare a morte le persone. È perché Narcissa fu bruciata viva che io so che chiunque l’abbia fatto era malvagio.”
Draco mantenne la calma, a malapena.
“La condizione numero quattro è che se Narcissa si è sporcata le mani, e, diciamo, ha inflitto un Cruciatus fino alla follia al bambino di qualcuno, e quella persona ha bruciato Narcissa per vendetta, l’accordo potrebbe essere nuovamente nullo. Perché allora per loro è stato comunque sbagliato bruciarla, avrebbero comunque dovuto ucciderla senza infliggerle dolore; ma non è stato malvagio nello stesso modo in cui lo sarebbe se fosse stata soltanto l’amata di Lucius che non aveva mai fatto nulla di persona, come hai detto tu. La condizione numero cinque è che se chiunque abbia ucciso Narcissa in qualche modo è stato indotto a farlo con l’inganno, allora il mio nemico è chi l’ha ingannato, non la persona che è stata ingannata.”
“Tutto questo suona davvero come se stessi programmando di evitare di prenderti la responsabilità –”
“Draco, non farò di una brava persona un mio nemico, non per te né per chiunque. Devo credere davvero che avessero torto. Ma ci ho pensato, e mi sembra che se Narcissa non ha operato alcun male con le proprie mani, si è solo innamorata di Lucius e ha scelto di rimanere sua moglie, allora chi l’ha bruciata viva nella sua camera da letto probabilmente non è una brava persona. E mi impegno a prendere come mio nemico chiunque l’abbia fatto succedere, che si tratti di Silente o di chiunque altro, a meno che tu non mi sciolga volontariamente da questo impegno. Sperando che questo non vada a finire male nel modo in cui andrebbe se si trattasse di un libro.”
“Non sono felice. Ma va bene. Tu ti impegni a fare dell’assassino di mia madre un tuo nemico, e io –”
Harry attese, con un’espressione paziente sul suo viso, mentre Draco cercava di far funzionare nuovamente la propria voce.
“Ti aiuterò a riparare il problema dell’odio di Casa Serpeverde contro i Nati babbani”, terminò Draco con un sussurro. “E dirò che è stato triste che Lily Potter sia morta”.
“E così sia.”
E fu compiuto.
La breccia, Draco sapeva, si era appena allargata un po’. No, non un po’, molto. Provava la sensazione di andare alla deriva, di essersi perduto, sempre più lontano dalla riva, sempre più lontano da casa…
“Scusami”, disse Draco. Si girò dando le spalle a Harry, e poi cercò di calmarsi, doveva fare questa prova, e non voleva fallire a causa del nervosismo o della vergogna.
Draco alzò la bacchetta nella posizione iniziale dell’Incantesimo Patronus.
Ricordò la sua caduta dalla scopa, il dolore, la paura, li immaginò provenire da un’alta figura sotto un mantello, che sembrava simile a una cosa morta lasciata in acqua.
E poi Draco chiuse gli occhi, il modo migliore per ricordarsi di suo Padre che teneva le sue mani piccole e fredde nella propria calda forza.
Non aver paura, figlio mio, sono qui…
La bacchetta oscillò verso l’alto con un ampio gesto arcuato, per scacciare la paura, e Draco fu sorpreso dalla sua forza; e ricordò in quel momento che suo Padre non si era perduto, non si sarebbe mai perduto, sarebbe sempre stato lì, forte e indipendente, a prescindere da ciò che sarebbe accaduto a Draco, e la sua voce urlò, “Expecto Patronum!
Draco aprì gli occhi.
Un serpente splendente lo guardava a sua volta, non meno brillante di prima.
Dietro di sé, udì Harry esalare un respiro, come se sollevato.
Draco fissò la luce bianca. Sembrava che non fosse completamente perduto, dopotutto.
“Questo mi fa ricordare una cosa”, disse Harry dopo un po’. “Possiamo mettere alla prova la mia ipotesi su come usare un Patronus per mandare messaggi?”
“Mi sorprenderà?” disse Draco. “Non voglio altre sorprese per oggi”.

Harry aveva affermato che l’idea non era poi così strana e non capiva come avrebbe potuto traumatizzare Draco, il che rese Draco ancora più nervoso, in qualche modo; ma Draco poteva capire quanto fosse importante avere un modo di inviare messaggi in caso di emergenza.
Il trucco – o così Harry aveva ipotizzato – stava nel voler diffondere la buona notizia, nel volere che il destinatario conoscesse la verità di qualunque pensiero felice avessi usato per lanciare l’Incantesimo Patronus. Solo che invece di dirlo a parole al destinatario, il Patronus stesso era il messaggio. Volendo che il destinatario lo vedesse, il Patronus sarebbe andato da lui.
“Di’ a Harry”, ordinò Draco al serpente luminoso, sebbene Harry fosse appena pochi passi più in là dall’altro lato della stanza, “di, uhm, stare attento alla scimmia verde”, questa era una frase in codice da uno spettacolo che Draco aveva visto una volta.
E poi, proprio come alla stazione di King’s Cross, Draco volle che Harry sapesse che suo Padre aveva sempre avuto cura di lui; solo che questa volta non lo disse a parole, ma volle dirlo con il pensiero felice stesso.
Il serpente luminoso scivolò attraverso la stanza, anche se sembrò più come se stesse strisciando attraverso l’aria piuttosto che sulla pietra stessa; raggiunse Harry dopo aver percorso quella breve distanza –
– e disse a Harry, con una voce strana che Draco riconobbe essere quella con cui egli stesso probabilmente parlava alle altre persone, “Stai attento alla scimmia verde”.
Hsssss ssss sshsshssss”, disse Harry.
Il serpente strisciò sul pavimento tornando verso Draco.
“Harry dice che il messaggio è ricevuto e confermato”, disse lo splendente krait comune con la voce di Draco.
“Uh”, disse Harry. “Sembra strano parlare ai Patronus”.
“Perché mi stai guardando così?” chiese l’Erede di Serpeverde.

Conseguenze

Harry fissò Draco.
“Vuoi dire solo i serpenti magici, giusto?”
“N-no”, rispose Draco. Sembrava piuttosto pallido, e stava ancora balbettando, ma almeno aveva smesso di emettere i rumori sconnessi che aveva prodotto in precedenza. “Sei un Rettilofono, puoi parlare il Serpentese, è la lingua di tutti i serpenti in ogni luogo. Puoi comprendere qualunque serpente quando parla, e loro possono comprenderti quando parli loro… Harry, non è possibile che tu creda di essere stato Smistato in Corvonero! Sei l’Erede di Serpeverde!
“I serpenti sono senzienti?”

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