Capitolo 55 Stanford Prison Experiment, parte V

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

In un corridoio sfregiato e in rovina, illuminato da fioche luci a gas, un ragazzo avanzò lentamente, una mano distesa in fuori, verso l’immobile serpente che era il corpo del suo maestro.
Harry era solo a un metro di distanza dal corpo del serpente quando la sentì per la prima volta, che solleticava all’estremità della sua percezione.
Mai così debole, la sensazione di sventura…
Il professor Quirrell era vivo, allora.
Il pensiero non suscitò alcun sentimento di gioia, solo una sorta di vuota disperazione.
Harry sarebbe stato comunque catturato presto, e indipendentemente da come avesse provato a spiegarla, la sua situazione non sarebbe sembrata comunque buona. Nessuno avrebbe più avuto fiducia in lui, avrebbero pensato che era il prossimo Signore Oscuro, non l’avrebbero aiutato quando fosse giunto il momento di combattere Lord Voldemort, Hermione si sarebbe arresa con lui, probabilmente anche Silente avrebbe cercato un altro eroe…
… forse l’avrebbero semplicemente mandato a casa dai suoi genitori.
Aveva fallito.
Harry diede un’occhiata al corpo accartocciato dell’agente di polizia che aveva stordito, al sangue fuoriuscito dalle sue ferite più piccole e dai tagli e che già si stava seccando, ai punti bruciati sulle sue vesti rosse con intricate decorazioni.
Era stato stupido. No avrebbe dovuto stordire un agente di polizia, avrebbe dovuto semplicemente attenersi alla sua versione originale di essere stato rapito dal professor Quirrell…
Potrebbe non essere troppo tardi, sussurrò una voce dentro di lui. Potresti essere ancora in grado di risolvere il tuo problema. L’Auror ti ha visto, si ricorda che l’hai stordito… ma se egli morisse, se il professor Quirrell morisse, se Bellatrix Black morisse, non ci sarebbe nessuno a contraddire la tua versione.
Lentamente, la mano di Harry iniziò a sollevarsi, puntando la bacchetta all’agente di polizia e –
La mano di Harry si fermò.
Provò la sensazione distante di comportarsi in maniera differente dal suo solito, in qualche modo. Come se ci fosse qualcosa che aveva dimenticato, qualcosa di importante, ma stava avendo dei problemi a ricordare cosa fosse, esattamente.
Oh. Già. Era una persona che credeva nel valore della vita umana.
Una sensazione di perplessità accompagnò quel pensiero, non riusciva a ricordare con precisione perché le vite delle altre persone gli erano sembrate così preziose…
Va bene, disse la sua parte logica, perché la mia mente è cambiata tra allora e adesso?
Perché era in Azkaban…
E aveva dimenticato di rilanciare l’Incantesimo Patronus…
Fare qualunque cosa, in qualche modo, sembrava uno sforzo tremendo, come se il pensiero stesso dell’azione fosse un peso troppo grande da sollevare; ma sembrò davvero una buona idea rilanciare l’Incantesimo Patronus, poiché era ancora in grado di essere spaventato dai Dissennatori. E sebbene non potesse ricordare cosa si provasse ad essere felice, sapeva che non era quello che provava in quel momento.
La mano di Harry si alzò per disporre la bacchetta davanti a lui, le sue dita assunsero le posizioni iniziali.
E poi Harry si fermò.
Non riusciva… proprio a ricordare… cos’era che aveva usato come suo pensiero felice.
Era strano, si era trattato di qualcosa di molto importante, sarebbe dovuto essere in grado di ricordarlo… qualcosa che aveva a che fare con la morte? Ma quello non era felice…
Il suo corpo stava tremando, Azkaban non era sembrata così fredda prima, e sembrava diventare ancora più fredda anche mentre lo pensava. Era troppo tardi per lui, era sprofondato troppo, non sarebbe mai stato in grado di lanciare l’Incantesimo Patronus, ora –
Questo potrebbe essere il Dissennamento che parla, invece che una stima accurata, osservò la sua parte logica, un’abitudine che era stata codificata in un puro riflesso, e che non richiedeva alcuna energia per attivarsi. Pensa alla paura dei Dissennatori come a un errore cognitivo, e cerca di superarlo nello stesso modo in cui supereresti ogni altro errore cognitivo. I tuoi sentimenti di impotenza potrebbero non indicare effettivamente che la situazione è senza speranza. Potrebbero indicare che sei in presenza di Dissennatori. Tutte le emozioni negative e le valutazioni pessimistiche devono essere ora considerate sospette, false fino a prova contraria.
(Chi si fosse trovato a guardare il ragazzo mentre pensava, avrebbe visto un cipiglio distante, estraniato e perplesso muoversi sul suo volto, sotto gli occhiali e la cicatrice a forma di fulmine. La sua mano rimase nella posizione di partenza dell’Incantesimo Patronus, e non si mosse.)
La presenza di Dissennatori interferisce con la parte di te che elabora la felicità. Se non riesci a recuperare il tuo pensiero felice attraverso l’associazione mnemonica con la chiave `felicità’, forse invece puoi arrivare a quella memoria in qualche altro modo. Quando è stata l’ultima volta che hai a parlato con qualcuno dell’Incantesimo Patronus?
Harry non sembrava in grado di ricordarsi neppure quello.
Una dirompente ondata di disperazione gli si abbatté addosso, e fu rigettata dalla parte logica di sé come inaffidabile, esterna, non-Harry, il peso monotono premette ancora su di lui ma la sua mente continuò a pensare, non ci voleva molto sforzo per pensare…
Quando è stata l’ultima volta che hai a parlato con qualcuno dei Dissennatori?
Il professor Quirrell aveva detto che era già in grado di sentire la presenza dei Dissennatori, e Harry aveva detto al professor Quirrell… aveva detto al professor Quirrell…
… di aggrapparsi alla memoria delle stelle, del cadere senza corpo attraverso lo spazio, come una barriera di Occlumanzia disposta lungo tutta la sua mente.
La sua seconda lezione di Difesa dell’anno, di venerdì, quella era stata la volta in cui il professor Quirrell gli aveva mostrato le stelle, e poi di nuovo a Natale.
Non ci volle un grande sforzo per ricordarle, i violenti punti di bianco contro l’oscurità perfetta.
Harry ricordò la grande striscia nebulosa della Via Lattea.
Harry ricordò la pace.
Un po’ del freddo alle estremità dei suoi arti sembrò arretrare.
C’erano parole che aveva pronunciato ad alta voce il giorno in cui aveva lanciato per la prima volta l’Incantesimo Patronus, la sua mente poteva ricordare i suoni e il discorso anche se i sentimenti sembravano distanti…
Pensai al mio completo rifiuto della morte come all’ordine naturale delle cose.
Si lancia il Vero Incantesimo Patronus pensando al valore della vita umana.
Ma ci sono altre vite che continuano e per cui combattere. La tua vita, e la mia vita, e la vita di Hermione Granger, tutte le vite della Terra, e tutte le vite al di là, da difendere e proteggere.
Allora l’idea di uccidere tutti… quello non era stato il suo sé autentico, quello era stato il Dissennamento che parlava…
La disperazione era l’influenza dei Dissennatori.
Dove c’è vita, c’è speranza. L’Auror è ancora vivo. Il professor Quirrell è ancora vivo. Bellatrix è ancora viva. Io sono ancora vivo. Nessuno è davvero morto ancora…
Harry poté immaginarsi la Terra, ora, nel mezzo della distesa di stelle, il globo blu e bianco.
… e io non lascerò che muoiano!
“Expecto Patronum!”
Le parole uscirono esitanti, e quando la forma umana ricomparve in un’esplosione fu inizialmente fioca, luce lunare invece che solare, bianca invece che argento.
Ma si rafforzò, lentamente, mentre Harry respirava con un ritmo deliberato, recuperando. Lasciando che la luce respingesse l’oscurità dalla sua mente. Ricordando le cose che aveva quasi dimenticato, e incanalandole di nuovo nell’Incantesimo Patronus.
Anche quando la luce divampò piena e argentea ancora una volta, illuminando il corridoio più splendente delle lampade a gas, esiliando completamente il freddo, gli arti di Harry tremarono ancora. Ci era andato troppo vicino.
Harry fece un respiro profondo. Bene. Era il momento di riconsiderare la situazione, ora che i suoi pensieri non erano più resi artificialmente tetri dai Dissennatori.
Harry riesaminò la situazione.
… che sembrò ancora alquanto disperata, in effetti.
Non era la schiacciante disperazione di prima, ma Harry si sentiva ancora incerto, a dir poco. Non osava lasciarsi andare al lato oscuro, ed era il lato oscuro che aveva l’abilità di gestire questo genere di problemi senza lasciarsene travolgere. Era il suo lato oscuro che avrebbe riso sprezzantemente al mero concetto di rinunciare perché aveva perso il professor Quirrell, ed era solo nelle profondità di Azkaban, ed era stato visto da un agente di polizia. L’Harry ordinario non era capace di gestire questo genere di situazioni.
Ma non c’era alcuna opzione se non continuare ad andare avanti in ogni modo. La situazione non poteva diventare ancora più priva di scopo di quanto lo sarebbe stata arrendendosi prima di aver effettivamente perso.
Harry si guardò intorno.
Le fioche luci a gas illuminavano un corridoio di metallo grigio, le cui pareti e pavimento e soffitto erano squarciati in più punti, ricoperti di colpi e fusi, rivelando a chiunque si desse il pensiero di guardare che c’era stata una battaglia, lì.
Il professor Quirrell avrebbe potuto riparare il tutto con facilità, se fosse…
La sensazione di tradimento colpì Harry in piena forza, allora.
Perché… perché ha… perché…
Perché è malvagio, dissero Grifondoro e Tassofrasso, pacatamente e tristemente. Te l’avevamo detto.
No! pensò Harry disperatamente. No, non ha senso, dovevamo commettere il crimine perfetto, l’Auror sarebbe potuto essere Obliato, il corridoio riparato, non era troppo tardi, ma lo sarebbe stato se fosse morto!
Ma il professor Quirrell non ha mai davvero pensato di commettere il crimine perfetto, disse la voce lugubre di Serpeverde. Egli voleva che il crimine fosse notato. Voleva che tutti sapessero che qualcuno aveva ucciso un Auror e liberato Bellatrix Black da Azkaban. Avrebbe preparato qualche genere di indizio, qualche prova che avrebbe rivelato il tuo coinvolgimento, da usare contro di te; e tu saresti stato vincolato a lui per sempre.
Il Patronus di Harry quasi si spense, allora.
No… pensò Harry.
, dissero tristemente le altre tre parti di lui.
No. Continua a non avere senso. Il professor Quirrell doveva sapere che mi sarei ribellato contro di lui nell’istante in cui l’avessi visto uccidere un Auror. Che avrei potuto altrettanto verosimilmente andare a confessare tutto a Silente, sperando di convincerlo del fatto vero che ero stato imbrogliato. E… in termini di ricatto, il suo uccidere un Auror contro la mia volontà è davvero così più grave che far fuggire Bellatrix da Azkaban con il mio aiuto volontario? Sarebbe stato più scaltro conservare la prova del mio coinvolgimento nel crimine di base, ma continuare a fingere di essere mio alleato fino a quando possibile, risparmiandosi il ricatto per usarlo solo se fosse diventato necessario…
Razionalizzazione, disse Serpeverde. Perché il professor Quirrell l’avrebbe fatto, allora?
E Harry pensò con una punta di disperazione – sapendo, anche mentre lo pensava, che era spinto in parte da un desiderio di respingere la realtà, e quello non era il modo in cui la tecnica era stata progettata per essere usata – noto che sono confuso.
Ci fu un silenzio interno. Nessuna delle parti di sé sembrò avere nulla da aggiungere a quello.
E Harry continuò ad esaminare la situazione moderatamente disperata.
Harry aveva forse bisogno di rivalutare la probabilità che Bellatrix fosse malvagia?
… non in alcun senso rilevante per la missione. Era un dato di fatto che Bellatrix fosse attualmente malvagia. Se fosse un’innocente che era stata resa in quel modo con la tortura e la Legilimanzia e rituali inenarrabili, o se l’avesse scelto di sua volontà, non aveva una gran rilevanza sulla situazione corrente. Il fatto cruciale era che fintanto che Bellatrix avesse pensato che Harry fosse il Signore Oscuro, gli avrebbe obbedito.
Quella era una risorsa, allora. Ma Bellatrix era affamata e morta per nove decimi…
`Oh, mi sento un po’ meglio ora, com’è strano…’
Bellatrix aveva detto questo, nella sua voce distrutta, dopo che il Patronus di Harry era divampato fuori controllo.
Harry pensò, e non avrebbe potuto effettivamente dire perché lo stesse pensando, forse era solo la sua mente che inventava le cose, ma… sembrò probabile che ciò che i Dissennatori ti avevano tolto molto tempo fa fosse perduto per sempre. Ma ciò che i Dissennatori ti avevano preso recentemente, il Vero Incantesimo Patronus avrebbe potuto restituirti. Come la differenza che c’è tra svuotare una coppa, e la scomparsa della coppa inutilizzata. Bellatrix, allora, avrebbe potuto ricevere indietro ciò che avesse perduto solo nell’ultima settimana o giù di lì. Nessuna memoria felice, quelle le sarebbero state mangiate anni fa. Ma qualunque forza e qualunque magia che le fosse stata drenata via solo nell’ultima settimana, quella l’avrebbe potuta riguadagnare. Come se fosse l’equivalente di una settimana di riposo, una settimana per ricostruire nuovamente la sua magia…
Harry guardò alla forma di serpente del professor Quirrell.
… forse a sufficienza per un Innervate.
Se svegliare il professor Quirrell fosse stato, in effetti, una cosa intelligente da fare.
Un po’ della disperazione ritornò in Harry, allora. Non poteva fidarsi del professor Quirrell, non poteva fidarsi del fatto che rianimarlo fosse saggio, non dopo quello che era appena successo.
Calmo, pensò Harry rivolto a sé stesso, e guardò la forma accartocciata dell’Auror.
Bellatrix sarebbe potuta essere in grado anche di amministrare un Incantesimo di Memoria.
Quello poteva essere il primo passo, ad ogni modo. Non era esattamente come portare tutti al sicuro via da Azkaban, e gli Auror avrebbero scoperto in seguito che qualcosa di strano era accaduto, avrebbero potuto insospettirsi a riguardo del corpo di Bellatrix ed effettuare un’autopsia. Ma era un passo.
… e poi sarebbe davvero stato così difficile uscire da Azkaban? Se avessero potuto raggiungere la sommità di Azkaban abbastanza rapidamente, prima di quando fosse previsto che l’Auror facesse rapporto, prima che qualcuno ne notasse la scomparsa, allora sarebbero potuti volare via attraverso il foro che il professor Quirrell aveva praticato, e arrivare abbastanza lontano da Azkaban da attivare il passaporta che Harry aveva già con sé. (Sia il professor Quirrell sia Harry avevano dei passaporta, ed entrambi erano abbastanza potenti da trasportare due umani, più o meno un serpente. Come con la loro partenza doppiamente celata da Mary’s Room, il professor Quirrell aveva introdotto un margine di sicurezza abbastanza ampio nei suoi piani da impressionare persino Harry.)
Bellatrix avrebbe potuto trasportare la forma serpente del professor Quirrell, che Harry non osava toccare o far levitare.
Harry si voltò e camminò rapidamente ad ampi passi verso il posto in cui Bellatrix stava aspettando sulle scale. Poteva sentire il suo stato d’animo rianimarsi un po’. Iniziava a sembrare un buon piano, e non c’era tempo da sprecare nell’attuarlo.
Cosa fare con il professor Quirrell, o se per questo con Bellatrix, dopo che il passaporta li avesse portati dove si presupponeva che consegnassero Bellatrix al guaritore psichiatrico… beh, Harry l’avrebbe risolto lungo la strada. Avrebbe probabilmente dovuto raggirare il guaritore per fargli fare qualcosa – cosa che avrebbe richiesto una vagonata di raggiro, e Harry non era neppure sicuro di cosa volesse che fosse fatto – ma egli e Bellatrix dovevano iniziare a muoversi ora.
Il problema principale che Harry vedeva, mentre faceva svolgere l’intero piano nella sua immaginazione, sarebbe arrivato quando avrebbero raggiunto il soffitto. Il professor Quirrell avrebbe dovuto rendersi invisibile e lanciare un Confundus sui rilevatori che dovevano notare dei visitatori nella zona aerea che circondava Azkaban, facendo in modo che vedessero un ciclo ripetuto del paesaggio per alcuni minuti. Il professor Quirrell aveva detto che non avrebbe potuto usare la Disillusione sul Patronus di Harry; e se avessero spento il Patronus, i Dissennatori avrebbero notato che Bellatrix era scomparsa, e avrebbero avvertito gli Auror…
Il flusso di pensieri di Harry si arrestò.
C’erano volte in cui `Oh, cacchio’ non sembrava capace di descrivere la situazione.

Le mani di Li erano salde malgrado l’adrenalina, mentre apriva con la chiave le sbarre dell’Armadio Svanitore che collegava Azkaban ad una ben controllata stanza all’interno del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica. (Un Armadio Svanitore di sola andata, ovviamene. Le protezioni consentivano alcuni modi di arrivare rapidamente dentro Azkaban, tutti quanti estremamente riservati, e nessun modo di uscirne rapidamente.)
Li fece un ampio passo indietro, puntò la sua bacchetta verso l’Armadio, pronunciò l’incantesimo “Harmonia Nectere Passus”, e non un secondo più tardi –
La porta dell’Armadio si spalancò con uno scoppio, e nella stanza entrò una robusta strega dalla mascella squadrata con capelli ingrigiti tagliati cortissimi intorno alla testa. Non indossava insegne di grado così come non indossava gioielli o altri ornamenti, erano solo vesti ordinarie da Auror che aveva giudicato essere adatte ad abbellirla: Direttrice Amelia Bones, capo del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica e considerata essere l’unica strega nel dalm capace di tenere testa a Malocchio Moody in un combattimento equo (non che nessuno dei due fosse il tipo che combattesse equamente). Li aveva sentito voci secondo cui Amelia potesse Materializzarsi all’interno dei confini del dalm, e questo era il genere di cose che dava origine a voci come quelle, aveva dato l’allarme non più di cinquanta secondi prima.
“Alzatevi in volo, ora!” abbaiò Amelia sopra la propria spalla verso il trio di donne Auror che la seguivano con manici di scopa da polizia, dovevano essere state schiacciate lì dentro, aspettando che Li attivasse l’Armadio. “Voglio più copertura aerea su questo posto! E assicuratevi di tenere su i vostri Incantesimi anti-Disillusione!” Poi la sua testa si girò verso di lui. “Rapporto, Auror Li! Sappiamo già come sono entrati?”
Un altro trio di Auror che reggevano manici di scopa si materializzò nell’Armadio Svanitore e camminò dietro di loro mentre Li iniziava a parlare.
Furono seguiti da un trio di Hit Wizards in equipaggiamento da battaglia.
Poi un altro trio di Hit Wizards.
Poi un altro gruppo di manici di scopa.

La forma emaciata che era Bellatrix Black stava riposando immobile sulle scale quando Harry arrivò lì, gli occhi chiusi, e quando Harry chiese con un sussurro freddo e acuto se fosse sveglia, non ricevette risposta.
Un breve spasmo di panico fu annullato dal pensiero che il professor Quirrell l’aveva stordita per impedirle di sentire il tremante servitore del Signore Oscuro trasformarsi in un criminale incallito e poi in un esperto mago da battaglia. Cosa che era positiva, perché non avrebbe udito la voce di Harry dire `Expecto Patronum’.
Harry rimosse il cappuccio del Mantello, puntò la sua bacchetta su Bellatrix, e sussurrò il più gentilmente possibile, “Innervate”.
Dal modo in cui il corpo di Bellatrix sobbalzò un poco, Harry non pensò di essere riuscito a farlo abbastanza gentilmente.
Gli occhi infossati e scuri si aprirono.
“Bella cara”, disse Harry con la sua voce fredda e acuta, “temo che siamo incappati in un piccolo problema. Hai recuperato abbastanza da fare piccole magie?”
Ci fu una pausa, e poi la testa pallida di Bellatrix annuì.
“Molto bene”, disse asciutto Harry. “Non ti chiederò di camminare senza aiuto, Bella cara, ma temo che tu debba camminare”. Puntò la sua bacchetta verso di lei. “Wingardium Leviosa”.
Harry mantenne il flusso di forza ad un livello basso che potesse sostenere per un po’, e stava probabilmente sollevando due terzi dell’attuale peso corporeo della donna. Era… magra.
Lentamente, come se fosse per la prima volta da anni, Bellatrix Black si alzò in piedi.

Amelia entrò a grandi falcate nella stanza di servizio, Auror Li e il suo tasso d’argento dietro a seguirla. Aveva ruotato il suo Giratempo non appena aveva udito l’allarme, e poi aveva passato un’ora di tensione a preparare le sue forze per l’ingresso. Non si poteva riavvolgere il tempo dentro Azkaban, il futuro di Azkaban non poteva interagire col suo passato, quindi non era stata in grado di arrivare prima che il dalm ricevesse il messaggio, ma sarebbe dovuta arrivare in tempo…
I suoi occhi andarono dritti sul cadavere, senza mantello e dall’aspetto estremamente morto, che fluttuava oltre la finestra di visione.
“Dov’è Bellatrix Black?” domandò Amelia, non mostrando paura di fronte alla creatura della paura.
Persino il suo sangue si raggelò per un istante, mentre il cadavere aprì le labbra, e gorgogliò, “Non lo so”.

Harry osservò, ora completamente invisibile ancora una volta, mentre Bellatrix si chinò lentamente, prese la bacchetta del professor Quirrell (che Harry non osava toccare), e lentamente si raddrizzò di nuovo.
Poi Bellatrix puntò la bacchetta verso il serpente, e disse, la sua voce abbastanza precisa sebbene fosse un sussurro, “Innervate”.
Il serpente non si mosse.
“Vuole che ci provi ancora, mio Signore?” sussurrò.
“No”, disse Harry. Deglutì la sensazione di nausea. Harry aveva deciso di mandare al diavolo le precauzioni e tentare di rianimare il professor Quirrell dopo che aveva compreso che i Dissennatori avevano probabilmente allertato gli Auror, ormai. La sua acuta voce fredda continuò, impassibile, “Pensi di essere capace di lanciare un Incantesimo di Memoria, cara Bella?”
Bellatrix fece una pausa, e poi disse, esitante, “Penso di sì, mio Signore”.
“Elimina la memoria dell’ultima mezz’ora di quell’Auror”, comandò Harry. Aveva pensato un po’ al fatto se volesse fornire qualunque giustificazione per quel comando, cos’avrebbe detto se Bellatrix avesse chiesto perché non lo stavano semplicemente uccidendo, nel qual caso Harry avrebbe spiegato che stavano fingendo di essere un differente gruppo di potere e le avrebbe detto di stare zitta –
Ma Bellatrix semplicemente puntò la sua bacchetta contro l’Auror, rimase in silenzio per un po’, e infine sussurrò, “Obliviate”.
Poi ondeggiò, ma non cadde.
“Molto bene, mia cara Bella”, disse Harry, e poi ridacchiò un po’. “E ti chiederei di portare quel serpente”.
Di nuovo, la donna non disse nulla, non pretese spiegazioni, non chiese perché Harry o l’apparentemente invisibile lanciatore del Patronus non potessero farlo. Barcollò soltanto fino al luogo in cui il lungo serpente giaceva, si chinò lentamente, lo prese, e se lo drappeggiò sulle spalle.
(Una minuscola parte di Harry osservò che era molto rilassante avere un servitore che seguisse semplicemente gli ordini con così tanta fiducia, e giunse persino a pensare che avrebbe potuto abituarsi completamente all’avere un servitore come Bellatrix, prima che quella frazione della sua mente non fosse zittita a furia di urla dalla parte restante mortalmente offesa.)
“Seguimi”, comandò il ragazzo al suo servitore, e iniziò a camminare.

Si iniziava a stare accalcati nella stanza di servizio, quasi troppo accalcati per respirare, sebbene vi fosse ancora dello spazio intorno ad Amelia; se la necessità di respirare significava la necessità di stare addosso alla direttrice Bones, era meglio non respirare.
Amelia guardò Ora che armeggiava con lo specchio di Auror McCusker. “Specialista Weinbach”, abbaiò, facendo prendere uno spavento alla giovane strega. “Nessuna risposta dallo specchio del Monco?”
“Nessuna”, disse Ora, “è…voglio dire, deve essere stato disturbato, non rotto, e disturbato con molta cura perché non ha fatto scattare gli allarmi, ma la linea è assente come se lo specchio fosse rotto…”
Amelia non lasciò che la propria espressione cambiasse, sebbene la parte di lei che stava già piangendo il Monco divenne un po’ più triste e molto più infuriata. Sette mesi, gli erano rimasti sette mesi prima della pensione dopo un secolo di servizio. Se lo ricordava come un entusiasta e giovane Auror, così tanto tempo prima, e nella sua intera carriera aveva servito il dalm con lealtà assoluta, per lo meno quando si trattava di cose davvero importanti…
Qualcuno sarebbe stato arso per questo.
Il Dissennatore continuava a fluttuare fuori dalla finestra, gettando la propria inutile ombra di timore sulle loro operazioni; tutto ciò che la creatura poteva fare era gorgogliare la sua mancanza di conoscenza o non riuscire affatto a rispondere, quando le venivano poste domande come `Bellatrix Black è fuggita?’ e `Perché non riesci a trovarla?’ e `Come la stanno nascondendo?’. Amelia stava iniziando a preoccuparsi che i criminali se ne fossero già andati, quando –
“Abbiamo trovato un buco sul tetto della spirale C!” gridò qualcuno dalla porta d’accesso. “Ancora aperto, con le elusioni delle protezioni ancora attive!”
Le labbra di Amelia si contrassero in un sorriso come un lupo che apre la sua mascella per mangiare.
Bellatrix Black era ancora dentro Azkaban.
E dentro Azkaban, Bellatrix Black sarebbe rimasta per sempre.
Si mosse a grandi passi verso la finestra, ora ignorando il Dissennatore, e alzando lo sguardo al cielo sopra di lei, per verificare con i suoi occhi i manici di scopa di pattuglia. Non poteva vedere tutto il cielo da lì, ma vide dieci manici che passarono seguendo un percorso di pattugliamento e quello doveva essere già abbastanza per catturare chiunque, sebbene volesse davvero mettere in aria ogni singolo manico di scopa possibile. I suoi Auror erano equipaggiati con i più veloci manici da corsa attualmente sul mercato, i Nimbus 2000; niente inseguimenti infruttuosi per i suoi.
Amelia si voltò dalla finestra e si accigliò. La stanza stava diventando assurdamente affollata, e due terzi di queste persone non avevano bisogno di essere qui, semplicemente volevano essere vicine al centro dell’azione. Se c’era una cosa che Amelia non poteva tollerare, era la gente che faceva ciò che voleva invece di ciò che era necessario.
“Va bene, voi tutti!” Amelia gridò loro. “Smettetela di bighellonare qui e iniziate a mettere in sicurezza la sommità di ciascuna spirale! Esatto”, disse alle espressioni di sorpresa, “tutte e tre! Potrebbero passare attraverso un pavimento o un soffitto per spostarsi dall’una all’altra, nel caso non ci foste ancora arrivati! Scenderemo livello per livello finché non li cattureremo! Io prenderò la spirale C, Scrimgeour, tu sei alla B…” Fece una pausa, allora, ricordando che Malocchio era andato in pensione l’anno precedente, chi avrebbe potuto… “Shacklebolt, tu sei alla spirale A, prendi con te i combattenti più forti! Controllate ogni gruppo di celle che passate, guardate sotto le coperte, eseguite l’intera sequenza di Incantesimi di rilevamento in ogni corridoio! Nessuno lascerà Azkaban finché i criminali non saranno catturati, nessuno! E…” La gente osservò Amelia con sorpresa mentre la sua voce si spegneva.
I criminali avevano inventato qualche modo per impedire ai Dissennatori di trovare Bellatrix Black.
Sarebbe dovuto essere impossibile.
Le congelò il sangue, il rifletterci. Era come…
Amelia fece un respiro profondo, e parlò di nuovo, con una voce ferrea e imperativa. “E quando li catturate, siate dannatamente sicuri che siano i veri criminali e non qualcuno dei nostri obbligato a prendere il Polisucco. Chiunque si comporti in maniera strana, sottoponetelo ad un controllo per la Maledizione Imperius. Tenetevi sempre in vista l’uno dell’altro. Non presupponete che una divisa da Auror sia amichevole finché non riconoscete il volto”. Si rivolse agli specialisti delle comunicazioni. “Riferite ai manici di scopa. Se uno dei manici si allontana senza una ragione, metà di loro devono dargli la caccia mentre il resto continua a pattugliare. E cambiate le armoniche di qualunque cosa possa essere cambiata, potrebbero aver rubato le nostre chiavi”. Poi di nuovo al resto della stanza. “Nessun Auror è al di sopra di ogni sospetto a meno che non gli sia rimasta nessuna famiglia da minacciare”.
Le vide, le espressioni fredde che sorsero sui volti più anziani, vide alcuni degli Auror più giovani trasalire, e seppe che avevano compreso.
Ma lo disse ad alta voce, giusto per essere sicura.
“Stiamo combattendo la vecchia Guerra dei Maghi, oggi, tutti quanti. Solo perché Tu-Sai-Chi è morto non significa che i Mangiamorte abbiano dimenticato i suoi trucchi. Ora andate!

Harry camminò in silenzio attraverso il corridoio grigio illuminato a gas, invisibile di fianco a Bellatrix e alla forma argentea che li seguiva, cercando di pensare ad un piano migliore.
All’inizio, quando aveva compreso che gli Auror probabilmente l’avevano già scoperto, e per di più che il professor Quirrell non si stava svegliando…
I suoi pensieri si erano congelati, per un secondo.
E poi erano rimasti congelati, anche mentre si era incamminato con Bellatrix verso il basso, per prendere più tempo possibile; gli Auror, Harry calcolò, avrebbero iniziato dalla sommità e si sarebbero mossi verso il basso livello per livello. Gli Auror potevano permettersi di muoversi lentamente e in sicurezza; sapevano che la loro preda non aveva via d’uscita.
Harry non era stato in grado di pensare ad alcuna via d’uscita.
Finché Harry non disse a sé stesso, beh, se fosse solo un gioco di guerra, cosa farebbe il Generale Chaos?
Al che una risposta era sorta istantaneamente.
E allora Harry aveva pensato, ma se è così facile, perché nessuno è fuggito da Azkaban prima?
E dopo che ebbe compreso il possibile problema: Va bene, cosa farebbe il Generale Chaos a proposito di questo?
Dopo di che il Generale Chaos se n’era uscito con una correzione al suo primo piano.
Era…
Era la cosa più follemente Grifondoro che Harry avesse mai…
Quindi ora stava cercando di pensare ad un piano migliore, cosa nella quale non stava avendo molta fortuna.
Schizzinoso, schizzinoso, schizzinoso, disse Grifondoro. Chi si stava lamentando di non avere alcun piano un minuto fa? Dovresti essere felice che siamo riusciti a tirare fuori una cosa qualunque, signor Ora-Siamo-Spacciati.
“Mio Signore”, sussurrò a scatti Bellatrix, mentre si dirigeva verso la successiva rampa di scale verso il basso, “sto tornando alla mia cella, mio Signore?”
Il cervello di Harry era distratto, quindi gli ci volle un po’ per elaborare le parole, e poi un altro momento per elaborare l’orrore, mentre Bellatrix continuò a parlare.
“Preferirei… la prego, mio Signore, preferirei molto di più morire”, disse la sua voce. E poi, a voce più bassa, un sussurro che esisteva appena, “ma tornerò se me lo chiede, mio Signore…”
“Non stiamo tornando alla tua cella”, sibilò la voce di Harry, in automatico. A nulla di ciò che provava fu permesso di raggiungere il suo volto.
Uhm… disse Tassofrasso. Hai seriamente appena pensato, `Dovresti lavorare per me, io ti apprezzerei’?
Persino una pietra risponderebbe a questo genere di lealtà, pensò Harry. Anche se la sto ricevendo solo per errore, non posso evitare di –
È la leale assassina e torturatrice del Signore Oscuro, e la presunta ragione per cui è leale è che una ragazza innocente è stata fatta a pezzi e usata come materia prima per produrre lei, disse Tassofrasso. L’hai dimenticato?
Se qualcuno mi mostra tutta quella lealtà, anche se per errore, c’è una parte di me che non può fare a meno di provare qualcosa. Il Signore Oscuro deve essere stato… malvagio non sembra una parola abbastanza forte, deve essere stato vuoto… per non apprezzare la sua lealtà, artificiale o meno.
Le parti migliori di Harry non ebbero molto da dire in risposta.
E fu allora che Harry l’udì.
Era debole, e divenne sempre più alta ad ogni passo avanti che facevano.
La voce di una donna, distante, indistinta.
Le sue orecchie, automaticamente, si sforzarono di afferrare le parole.
“… ti prego no…”
“… non volevo…”
“… non morire…”
Poi il suo cervello seppe chi stava ascoltando, e quasi nello stesso momento, comprese cosa stava ascoltando.
Perché il professor Quirrell non era più lì a mantenere il silenzio, e Azkaban non era, infatti, silenziosa.
Debole era la voce della donna, che ripeteva:
“No, non volevo, ti prego non morire!”
“No, non volevo, ti prego non morire!”
Diventava più alta ad ogni passo che Harry faceva, poteva sentire l’emozione nelle parole, ora, l’orrore, il rimorso, la disperazione del…
“No, non volevo, ti prego non morire!”
… peggior ricordo della donna, che si ripeteva nella sua mente ancora e poi ancora…
“No, non volevo, ti prego non morire!”
… l’assassinio che l’aveva mandata a Azkaban…
“No, non volevo, ti prego non morire!”
… dove era stata condannata dai Dissennatori a guardare chiunque avesse ucciso morire e morire e morire in un ciclo infinito che si ripeteva. Sebbene dovesse essere stata mandata ad Azkaban recentemente, stando alla quantità di vita rimasta nella sua voce.
A Harry venne in mente, allora, che il professor Quirrell era passato davanti a quelle porte, aveva udito quei suoni, e non aveva dato il minimo segno di agitazione; e Harry l’avrebbe chiamato un segno certo di malvagità, se le stesse labbra di Harry non fossero rimaste silenziose in presenza di Bellatrix, il suo respiro regolare, mentre qualcosa dentro di lui urlava e urlava e urlava.
Il Patronus si ravvivò, non fuori controllo, ma si ravvivò, ad ogni passo avanti che Harry faceva.
Si ravvivò ancor di più mentre Harry e Bellatrix scesero le scale, ella inciampò e Harry le offrì il suo braccio sinistro spinto fuori dal Mantello, affrontando la sensazione di sventura causata dall’essere così vicino al serpente drappeggiato attorno al collo di lei. Ci fu un’espressione sorpresa sul suo volto, ma ella accettò, e non disse nulla.
Essere capace di aiutare Bellatrix aiutò Harry, ma non fu abbastanza.
Non quando vide l’enorme porta di metallo al centro del corridoio di quel livello.
Non quando si avvicinarono, e la voce della donna si zittì, perché c’era un Patronus vicino a lei ora, e non stava più rivivendo il suo peggior ricordo.
Bene, disse una voce dentro di lui. Questo era il primo passo.
I passi di Harry lo portarono inevitabilmente avanti verso la porta in metallo.
E…
Ora apri la porta –
… Harry continuò a camminare…
Cosa pensi di fare? Torna indietro e portala fuori da qui!
… continuò a camminare…
Salvala! Cosa stai facendo? Sta soffrendo tu devi salvarla!
Il passaporta che Harry portava con sé poteva trasportare due umani, solo due, più o meno un serpente. Se avessero avuto anche il passaporta del professor Quirrell… ma non l’avevano, lo portava la forma umana del professor Quirrell, non c’era alcun modo di prenderlo… Harry poteva salvare solo una persona oggi, e c’era solo una persona al livello più basso di Azkaban, che ne aveva più disperatamente bisogno…
“Non andartene!” La voce giunse come un grido da dietro la porta di metallo. “No, no, no, non andartene, non portarlo via, no no no –”
Ci fu una luce nel corridoio e divenne più luminosa.
“Per favore”, singhiozzò la voce della donna, “per favore, non riesco più a ricordare i nomi dei miei figli –”
“Siediti, Bella”, disse la voce di Harry, in qualche modo riuscì ad emettere un sussurro freddo, “devo gestire questa cosa”, l’Incantesimo di levitazione che diminuì e si spense mentre Bella obbediente si sedeva, la sua forma scheletrica scura contro l’aria che si rischiarava.
Morirò, pensò Harry.
L’aria continuò a rischiararsi.
Dopo tutto, non era una certezza che Harry sarebbe morto.
Era solo una probabilità di morte, e alcune cose non valevano la pena di una probabilità di morire?
L’aria continuò a rischiararsi, il Patronus più grande stava iniziando a formasi attorno a lui, la forma umana splendente stava divenendo indistinguibile all’interno dell’aria che ardeva, mentre la vita di Harry se ne andava ad alimentare il fuoco.
Se spazzassi via i Dissennatori, allora anche se vivessi, saprebbero che l’ho fatto io, che sono stato io quello che l’ha fatto… perderò il mio sostegno, perderò la guerra…
Davvero? disse la voce interiore che lo stava spingendo a continuare. Dopo che avrai distrutto tutti i Dissennatori di Azkaban? Direi che questo tende a dimostrare le tue credenziali come Signore Luminoso, in effetti, quindi salvala salvala devi salvarla –
La forma umanoide non poteva più essere vista come un’entità separata.
Il corridoio non poteva essere visto.
Il corpo stesso di Harry era invisibile all’interno del Mantello.
C’era solo un punto di vista senza corpo all’interno di una vastità di luce argentea.
Harry poteva sentire la vita che l’abbandonava, alimentando l’incantesimo; molto lontane, poteva sentire le ombre della Morte che iniziavano a sfilacciarsi.
Volevo compiere molto di più di questo con la mia vita… volevo combattere il Signore Oscuro, volevo fondere il mondo dei maghi e quello dei Babbani…
Obiettivi nobili che sembravano molto distanti, molto astratti, a confronto con una donna che lo supplicava di aiutarla, non era sicuro che Harry avrebbe mai fatto qualcosa di più importante di questa, questa cosa che poteva fare ora e qui.
E con quello che sarebbe potuto essere il suo ultimo respiro, Harry pensò:
Ci sono altri Dissennatori, probabilmente altre Azkaban… se ho intenzione di farlo, dovrei farlo quando sono più vicino al pozzo centrale, mi porterà via meno vita in quel modo, cosa che aumenta la probabilità che sopravviva per distruggere altri Dissennatori… anche presupponendo che questa sia la cosa ottimale da fare, se c’è un luogo e un posto giusto per farlo, non è qui e ora, non è qui e ora!
Cosa? disse con sdegno l’altra parte di lui, mentre cercava un contro-argomento che non esisteva –
Lentamente, la luce si attenuò nuovamente, mentre Harry si concentrava su quel fatto incontrovertibile, la singola verità scontata che non erano nel luogo ottimale, il tempo non poteva essere ora
Lentamente la luce si attenuò.
Parte della vita di Harry rifluì in lui.
Parte era andata perduta come irraggiamento.
Ma ne era rimasta abbastanza da permettergli di stare in piedi, e mantenere luminosa l’argentea forma umana; e quando il braccio con la bacchetta si alzò e la sua voce sussurrò “Wingardium Leviosa”, la magia fluì obbediente fuori da lui e aiutò Bellatrix ad alzarsi. (Poiché non era la sua magia che aveva speso, non era mai stata la sua magia ad alimentare l’Incantesimo Patronus.)
Io giuro, pensò Harry, respirando il più regolarmente possibile in presenza di Bellatrix, mentre le lacrime scorrevano lungo le sue guance invisibili, io giuro sulla mia vita e la mia magia e la mia arte di razionalista, io giuro su tutto ciò che ho per sacro e su tutti i miei ricordi felici, giuro che un giorno porrò fine a questo posto, per favore, per favore, che io possa essere perdonato…
Ed entrambi continuarono a camminare, mentre la voce di un’assassina urlava e supplicava che qualcuno tornasse indietro a salvarla.
Ci sarebbe dovuto essere più tempo, ci sarebbe dovuta essere una cerimonia, per il sacrificio di Harry di quella parte di sé stesso, ma Bellatrix era a fianco a lui e così Harry dovette semplicemente continuare a camminare senza pausa, non dicendo nulla, respirando regolarmente.
Così Harry continuò a camminare, lasciando indietro un pezzo di sé. Avrebbe dimorato in questo luogo e in questo tempo per sempre, lo sapeva. Anche dopo che Harry fosse tornato un giorno con una compagnia di altri lanciatori di Vero Patronus e avessero distrutto tutti i Dissennatori in questo luogo. Anche se avesse fuso l’edificio triangolare e bruciato l’isola così profondamente che il mare la spazzasse, non lasciando alcuna traccia del fatto che un posto simile fosse mai esistito. Anche allora non l’avrebbe recuperato.

Il gregge di creature luminose smise di fissare verso il basso, e iniziò a pattugliare il corridoio di metallo come se nulla fosse accaduto.
“Proprio come l’ultima volta?” scattò la direttrice Bones in direzione di Auror Li, e il giovane Auror rispose, “Sissignora”.
La Direttrice sparò un’altra domanda per vedere se ora i Dissennatori potessero trovare il loro obbiettivo, e non sembrò sorpresa di sentire una risposta negativa pochi secondi dopo.
Emmeline Vance si sentiva combattuta tra le sue lealtà.
Emmeline non era più un membro dell’Ordine della Fenice, era stato sciolto dopo la fine dell’ultima guerra. E durante la guerra sapeva, tutti sapevano, che il direttore Crouch aveva tacitamente approvato la loro battaglia non ufficiale.
La direttrice Bones non era Crouch.
Ma stavano dando la caccia a Bellatrix Black ora, che era stata una Mangiamorte, e che era certamente aiutata da Mangiamorte. I loro Patronus si stavano comportando stranamente – tutte le creature brillanti si erano fermate e avevano fissato in basso, prima di tornare a seguire i loro partoni. E i Dissennatori non riuscivano a trovare il loro obbiettivo.
Le sembrò che quello fosse un momento estremamente opportuno per consultare Albus Silente.
Avrebbe dovuto semplicemente suggerire alla direttrice Bones di contattare Silente? Ma se la direttrice Bones non l’aveva già contattato…
Emmeline esitò per un po’, probabilmente per troppo a lungo, e infine decise. Al diavolo, pensò. Siamo tutti dalla stessa parte, dobbiamo restare insieme che alla direttrice Bones piaccia o meno.
In risposta ad un pensiero, il suo passero d’argento svolazzò sulla sua spalla.
“Resta indietro per proteggerci le spalle”, mormorò sommessamente Emmeline, quasi senza muovere le sue labbra, “aspetta finché nessuno ti guarda direttamente, poi va’ da Albus Silente. Se non è già da solo, aspetta che lo sia. E digli questo: Bellatrix Black sta fuggendo da Azkaban e i Dissennatori non riescono a trovarla”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chaos Legion wants you!