Capitolo 79 Transazioni tabù, parte I

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Hermione Granger”, disse Auror Komodo con voce inespressiva, “lei è in arresto per il tentato omicidio di Draco Malfoy”.
Le parole caddero nella consapevolezza di Harry e frantumarono i suoi pensieri in cento cocci di incredulità, la scossa di adrenalina andò a scontrarsi con tanta confusione che –
“Lei –” disse Harry. “Lei – lei non – cosa?”
Gli Auror non lo stavano degnando della minima attenzione. Komodo parlò di nuovo, ancora con quella voce piatta. “Il signor Malfoy ha recuperato conoscenza a St. Mungo e ha indicato lei, Hermione Granger, come sua assalitrice. Ha ripetuto queste accuse sotto due gocce di Veritaserum. L’Incantesimo di Raffreddamento del Sangue che ha lanciato sul signor Malfoy l’avrebbe ucciso se non fosse stato trovato e medicato, e si deve presumere che le fosse noto che si tratta di una maledizione letale. Pertanto la arresto dietro la grave accusa di tentato omicidio e sarà presa in custodia dal Ministero per essere interrogata sotto tre gocce di Veritaserum –”
Siete matti?” le parole esplosero dalla bocca di Harry, mentre si alzò di scatto dalla tavola Corvonero, un istante prima che la mano di Auror Butnaru stringesse con forza la sua spalla. Harry lo ignorò. “È Hermione Granger che state cercando di arrestare, la ragazza più gentile di Corvonero, lei aiuta i Tassofrasso con i loro compiti, morirebbe prima di cercare di uccidere qualcuno –”
Il volto di Hermione Granger si era corrucciato. “L’ho fatto”, sussurrò a voce bassissima. “Sono stata io”.
Un altro enorme macigno cadde sui pensieri di Harry e schiacciò il loro fragile ordine, polverizzando i frammenti di comprensione.
Il volto di Silente sembrava essere invecchiato di decenni nel corso di secondi. “Perché, signorina Granger?” disse Silente, la sua voce appena più alta di un sussurro. “Perché avrebbe fatto una cosa simile?”
“Io”, disse Hermione, “sono, sono – dispiaciuta – non so perché ho –” Sembrava stesse crollando su sé stessa, la sua voce non era composta altro che da singhiozzi, e le uniche parole che poterono essere riconosciute furono, “pensavo – di averlo ucciso – mi dispiace –”
E Harry avrebbe dovuto dire qualcosa, avrebbe dovuto fare qualcosa, sarebbe dovuto saltar su dalla sedia e stordire tutti e tre gli Auror e poi continuare con qualche ulteriore mossa incredibilmente intelligente, ma i frammenti due volte distrutti dei suoi processi di pensiero non poterono produrre alcun frutto. La mano di Butnaru spinse Harry gentilmente ma con fermezza di nuovo nella sua sedia e Harry si ritrovò bloccato lì come se fosse stato incollato, cercò di afferrare la propria bacchetta per un Finite e non volle uscire dalla sua tasca, i tre Auror e Silente scortarono Hermione fuori dalla Sala Grande in mezzo a una tempesta montante di grida di protesta e le porte iniziarono a chiudersi dietro di loro – nulla aveva un senso, era surreale oltre ogni limite, come se fosse stato trasportato in un universo alternativo, e poi la mente di Harry ritornò istantaneamente a un altro giorno di confusione e in un momento di disperata ispirazione comprese infine ciò che i gemelli Weasley avevano fatto a Rita Skeeter, e la sua voce crebbe fino a diventare un urlo, “Hermione non l’hai fatto ti hanno impiantato un falso ricordo!
Ma le porte erano già chiuse.

Minerva non sarebbe potuta rimanere ferma, camminava avanti e indietro nell’ufficio del Preside, i recessi della sua mente che quasi si aspettavano che Severus o Harry le dicessero di stare zitta e sedersi, ma né il Maestro di Pozioni né il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto sembravano molto interessati a lei, entrambi i loro sguardi concentrati su Albus Silente che era emerso dalla Metropolvere. C’erano suoni in sottofondo che nessuno udiva. Severus sembrava impassibile come sempre, seduto in una piccola sedia imbottita accanto alla scrivania del Preside. Il vecchio mago stava eretto e terribile vicino al camino ancora ardente, vestito di nero come una notte senza stelle, irraggiando potere e costernazione. Tutti i pensieri di lei erano di completa confusione e orrore. Harry Potter sedeva su di uno sgabello di legno con le dita che stringevano il sedile, e i suoi occhi erano furia e ghiaccio freddissimo.
Alle 6:33, Quirinus Quirrell aveva comunicato al St. Mungo dal proprio ufficio via Metropolvere la richiesta di prelievo immediato di Draco Malfoy. Il professor Quirrell aveva trovato il signor Malfoy nella sala dei trofei di Hogwarts, in punto di morte per gli effetti perduranti dell’Incantesimo di Raffreddamento del Sangue che stava lentamente abbassando la sua temperatura corporea. Il professor Quirrell aveva subito annullato l’Incantesimo, lanciando incantesimi di stabilizzazione sul signor Malfoy, e lo aveva fatto levitare nel suo ufficio per trasportarlo via Metropolvere al St. Mungo per ulteriori trattamenti. Dopo di che, il professor Quirrell aveva informato il Preside, esponendo brevemente i fatti prima di sparire attraverso la Metropolvere; gli Auror, informati dal St. Mungo, avevano richiesto la sua presenza per un interrogatorio.
Il chiaro intento dell’Incantesimo di Raffreddamento del Sangue era stato quello di uccidere Draco Malfoy così lentamente che le protezioni di Hogwarts, tarate per rilevare lesioni improvvise, non sarebbero scattate. Sotto interrogatorio, il professor Quirrell aveva detto agli Auror che aveva lanciato molti Incantesimi di monitoraggio sulla persona del signor Malfoy nel mese di gennaio, poco dopo il ritorno del signor Malfoy a Hogwarts dalle vacanze di Natale. Il professor Quirrell aveva lanciato gli Incantesimi di monitoraggio perché aveva saputo di una persona che aveva un motivo per far del male al signor Malfoy. Il professor Quirrell si era rifiutato di identificare questa persona. Gli Incantesimi di monitoraggio che il professor Quirrell aveva lanciato erano attivati dal calare della salute del signor Malfoy al di sotto di un certo livello assoluto, piuttosto che da cambiamenti improvvisi, e avevano quindi allertato il professor Quirrell prima che il signor Malfoy morisse.
Due gocce di Veritaserum, sufficienti a evitare che il signor Malfoy nascondesse informazioni migliorative o attenuanti nelle sue dichiarazioni, avevano dimostrato che il signor Malfoy aveva – legalmente secondo le leggi delle Nobili Case, illegalmente ai sensi dei regolamenti di Hogwarts – sfidato Hermione Granger a duello. Il signor Malfoy aveva vinto il duello, ma poi, mentre si stava allontanando, era stato attaccato alle spalle dalla signorina Granger con una Fattura Stordente. Il signor Malfoy non sapeva nulla di ciò che era avvenuto dopo.
Tre gocce di Veritaserum, e la richiesta di offrire spontaneamente tutte le informazioni pertinenti, avevano fatto sì che Hermione Granger confessasse di aver stordito Draco Malfoy mentre le dava le spalle, e poi, in un impeto di rabbia, di avergli lanciato contro un Incantesimo di Raffreddamento del Sangue, con la deliberata intenzione di ucciderlo tanto lentamente da eludere il rilevamento da parte delle protezioni di Hogwarts, dei cui meccanismi aveva letto in Hogwarts: Una Storia. Al risveglio, la mattina successiva, era stata sconvolta da ciò che aveva fatto, ma non l’aveva detto a nessuno, credendo che Draco Malfoy fosse già morto – come certamente sarebbe stato il caso dopo sette ore, se la magia del suo corpo non avesse resistito agli effetti dell’Incantesimo di Raffreddamento del Sangue.
“Il suo processo”, disse Albus Silente, “è fissato per domani a mezzogiorno”.
Cosa?” proruppe dalla bocca di Harry Potter. Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto non si alzò dalla sedia, ma Minerva vide le sue dita sbiancare stingendo il sedile di legno sotto di lui. “Questo è folle! Non si può completare un’indagine di polizia in un giorno –”
Il Maestro di Pozioni alzò la voce. “Questa non è la Gran Bretagna babbana, signor Potter!” Il volto di Severus era inespressivo come sempre, ma la sua voce era tagliente. “Gli Auror hanno un’accusa sotto Veritaserum e una confessione sotto Veritaserum. Per quanto li riguarda, l’inchiesta è terminata”.
“Non proprio”, disse Silente, esattamente quando Harry sembrava pronto a esplodere. “Ho insistito con Amelia che la questione venga sottoposta all’esame più accurato. Purtroppo, poiché lo sfortunato duello era a mezzanotte –”
Presunto duello”, disse Harry bruscamente.
“Poiché il presunto duello era a mezzanotte – sì, hai proprio ragione, Harry – è oltre la portata di qualsiasi Giratempo –”
“Anche questo presumibilmente”, disse freddamente il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto. “E in modo piuttosto sospetto, dal momento che il presunto sospetto omicida non è a conoscenza dei Giratempo. Mi auguro che un Auror invisibile sia stato immediatamente inviato il più possibile indietro nel tempo per osservare –”
Silente inclinò la testa. “Sono andato io stesso, Harry, nel momento in cui l’ho saputo. Ma quando ho raggiunto la sala dei trofei, il signor Malfoy era già privo di sensi e la signorina Granger se n’era andata –”
“No”, disse Harry Potter. “Lei ha raggiunto la sala dei trofei e ha visto Draco privo di sensi. Questo è tutto ciò che ha osservato, Preside. Non ha osservato Hermione lì, né l’ha vista andarsene. Distinguiamo l’osservazione dall’inferenza”. La testa del ragazzo si voltò a guardare lei. “Imperius, Obliazione, Incantesimo del Falso Ricordo, Legilimanzia. Professoressa McGonagall, sto tralasciando qualche incantesimo di controllo mentale che avrebbe potuto spingere Hermione a farlo o farle credere di averlo fatto?”
“L’Incantesimo Confundus”, disse. E le Arti Oscure non erano mai state suo oggetto di studi, ma sapeva – “E alcuni Rituali oscuri. Ma nessuno di essi potrebbe essere eseguito all’interno di Hogwarts senza far scattare un allarme”.
Il ragazzo annuì, i suoi occhi ancora fissi dritti su quelli di lei. “Quali di quegli incantesimi possono essere rilevati? Quali gli Auror cercherebbero di rilevare?”
“L’Incantesimo Confundus svanirebbe in poche ore”, disse, dopo un momento necessario a raccogliere i pensieri. “La signorina Granger ricorderebbe l’Imperius. L’Obliazione non può essere rilevata con nessun mezzo conosciuto, ma solo un Professore potrebbe aver lanciato quell’incantesimo su di uno studente senza far scattare l’allarme delle protezioni di Hogwarts. La Legilimanzia – può essere rilevata solo da un altro Legilimens, credo
“Ho richiesto che la signorina Granger fosse esaminata dal Legilimens della corte”, disse Silente. “L’esame ha mostrato –”
“Ci fidiamo di lui?” disse Harry.
“Di lei”, disse Silente. “Sophie McJorgenson, che ricordo come un’onesta studentessa di Corvonero, ed è vincolata da un Voto Infrangibile a dire la verità a proposito di ciò che vede –”
“Qualcun altro potrebbe aver assunto le sue sembianze con la Polisucco?” interruppe nuovamente Harry Potter. “Cos’ha osservato, Preside?”
Albus disse esagerando, “Una persona che sembrava Madam McJorgenson ci ha detto che un singolo Legilimens aveva sfiorato la mente della signorina Granger alcuni mesi fa. Ciò risale a gennaio, Harry, quando ho comunicato con la signorina Granger sulla questione di un certo Dissennatore. Questo era prevedibile; ma quello che non avevo previsto era il resto di ciò che Sophie ha trovato”. Il vecchio mago si voltò a guardare nel fuoco della Metropolvere, lasciando che le fiamme arancioni si riflettessero sul suo volto. “Come dici tu, Harry, un Incantesimo del Falso Ricordo è una possibilità; tali ricordi sono, quando l’incantesimo è lanciato alla perfezione, indistinguibili da un ricordo vero –”
“La cosa non mi sorprende”, interruppe Harry. “Gli studi mostrano che i ricordi umani sono più o meno riscritti ogni volta che li rammentiamo –”
“Harry”, disse sommessamente Minerva, e la bocca del ragazzo si chiuse di scatto.
Il vecchio mago continuò. «– ma creare un Incantesimo del Falso Ricordo di tale qualità richiede tanto tempo quanto il vero ricordo. Creare un ricordo dettagliato di dieci minuti corrisponderebbe a dieci minuti di lavoro. E secondo la Legilimens di corte», il volto di Albus ora sembrava più stanco e rugoso di prima, “la signorina Granger è stata ossessionata dal signor Malfoy dal giorno in cui Severus… urlò contro di lei. Ha pensato che il signor Malfoy potesse essere in combutta con il professor Snape, che avrebbe potuto progettare di fare del male a lei e a Harry – immaginandolo per ore e ore ogni giorno – sarebbe impossibile creare falsi ricordi per così tanto tempo».
«La comparsa della follia…» Severus mormorò sottovoce, come se parlasse a sé stesso. «Potrebbe essere naturale? No, è troppo catastrofico per essere un puro caso; troppo comodo per qualcuno, non ho dubbi. Una droga babbana, forse? Ma non sarebbe sufficiente – la follia della signorina Granger avrebbe dovuto essere guidata –”
«Ah!» disse Harry all’improvviso. «Ora capisco. Il primo Incantesimo del Falso Ricordo è stato lanciato su Hermione dopo che il professor Snape le ha urlato contro, e le ha mostrato, ad esempio, Draco e il professor Snape che complottavano per ucciderla. Poi ieri sera quel Falso Ricordo è stata rimosso da un’Obliazione, lasciandosi dietro i ricordi della sua ossessione contro Draco per nessun motivo apparente, e allo stesso tempo a lei e a Draco sono stati dati falsi ricordi del duello».
Minerva sbatté le palpebre per lo stupore. Le ci sarebbero voluti mille anni prima di pensare a una tale possibilità.
Il Maestro di Pozioni era pensierosamente accigliato, lo sguardo concentrato. «La reazione a un Incantesimo del Falso Ricordo è difficile da prevedere in anticipo, signor Potter, senza Legilimanzia. I soggetti non agiscono sempre come previsto, la prima volta che rammentano i falsi ricordi. Sarebbe stato un piano rischioso. Ma suppongo che sia un modo in cui il professor Quirrell avrebbe potuto farlo».
Il professor Quirrell?” disse Harry. “Quali motivi avrebbe per –”
Il Maestro di Pozioni disse seccamente, “Il Professore di Difesa è sempre un sospettato, signor Potter. Noterà una certa tendenza, col tempo”.
Albus sollevò una mano, un gesto che zittiva, e tutte le loro teste si girarono a guardarlo. “Ma in questo caso c’è un altro sospettato”, disse Albus pacatamente. “Voldemort”.
La più mortale tra le parole impronunciabili sembrò echeggiare nella stanza, cancellando tutto il calore proveniente dalle fiamme arancioni del camino.
«Non conosco», disse il vecchio mago lentamente, «conosco davvero molto poco, i metodi dell’immortalità di Voldemort. Cercò quei libri prima di me, credo. Tutto quello che sono riuscito a trovare sono antichi racconti, sparsi tra troppi volumi perché egli li rimuovesse. Ma anche trovare la verità tra i molti racconti fa parte della maestria di un mago, e questo ho cercato di fare. C’è un sacrificio umano, un omicidio, di questo sono certo; commesso a sangue freddo, la vittima che muore terrorizzata. E vecchie, vecchie storie di maghi posseduti, che compiono gesti folli, rivendicando il nome di Signori Oscuri sebbene sconfitti; e di solito c’è un dispositivo, di quel Signore Oscuro, che essi brandiscono…» Albus guardò Harry, gli antichi occhi che frugarono in quelli più giovani. «Penso, Harry – anche se tu la chiamerai solo inferenza – che l’atto dell’assassinio squarci l’anima. Che per mezzo del rituale dell’orrore più nero, il frammento strappato dell’anima sia incatenato a questo mondo. Ad una cosa materiale di questo mondo. Che deve essere, o che poi diventa, uno strumento di potere».
Horcrux. Il nome terribile echeggiò nella mente di Minerva, anche se sembrò che – per quale motivo non sapeva – Albus non avrebbe pronunciato quella parola davanti a Harry.
«E quindi», il vecchio mago terminò tranquillamente, «il resto dell’anima è legata alla sua parte incatenata, indugiando qui quando il suo corpo viene distrutto. Un’esistenza triste e dolorosa, la reputo; meno che spirito, meno del fantasma più vile…» Gli occhi del vecchio mago erano fissi su Harry, che restituì lo sguardo con occhi socchiusi. «Ci vorrebbe tempo prima che quell’anima mutilata ottenga nuovamente una farsa di vita. Ecco perché abbiamo avuto la nostra decennale tregua, credo; perché Voldemort non ha fatto ritorno immediatamente. Ma col tempo… quel morto vivente sarebbe diventato capace di risorgere». Il vecchio mago parlò con lugubre precisione. «È chiaro, dalle storie, che i Signori Oscuri che ritornano possedendo un’altra forma posseggono magie inferiori a quelle che una volta avevano conosciuto. Non ritengo che Voldemort sarebbe soddisfatto di ciò. Imboccherebbe qualche altra strada verso la vita. Ma Voldemort era più Serpeverde di Salazar, coglieva ogni occasione. Userebbe la sua pietosa condizione, userebbe il suo potere di possessione, se ne avesse ragione. Se potesse beneficiare della… furia inspiegabile di qualcun altro». La voce di Albus era scesa quasi fino a un sussurro. «Questo è ciò che sospetto sia successo alla signorina Granger».
La gola di Minerva era molto secca. «Egli è qui», gemette. «Qui, a Hogwarts –»
Poi si interruppe, perché la ragione per cui Voldemort era venuto a Hogwarts –
Il vecchio mago la guardò solo per un istante, e disse, ancora con quel sussurro, «Mi dispiace, Minerva, avevi ragione».
La voce di Harry fu tagliente. «Ragione su cosa?»
«Il percorso migliore di Voldemort verso la vita», disse con difficoltà Silente. «La strada per lui più desiderabile, con la quale sorgerebbe più grande e più terribile che in passato. È vigilata qui, in questo castello –»
«Mi scusi», disse Harry educatamente. «È stupido?»
«Harry», ella disse, ma non c’era forza nella sua voce.
«Voglio dire, forse non l’ha notato, preside Silente, ma questo castello è pieno di bambini –»
«Non avevo scelta!» urlò Silente. Ora gli occhi azzurri ardevano, sotto gli occhiali a mezzaluna. «Non posseggo quella cosa che Voldemort desidera. Appartiene a un altro, ed è custodita qui per suo volere! Ho chiesto se poteva essere tenuta nel Dipartimento dei Misteri. Ma egli non l’avrebbe permesso – ha detto che deve restare all’interno delle protezioni di Hogwarts, nel luogo sotto la protezione dei Fondatori –» Silente si passò una mano sulla fronte. «No», disse il vecchio mago con voce più bassa. «Non posso passare questa colpa a lui. Ha ragione. C’è troppo potere in quella cosa, troppo che gli uomini desiderano. Ho accettato che la trappola fosse disposta dietro le barriere di Hogwarts, nel luogo del mio potere». Il vecchio mago chinò la testa. «Sapevo che Voldemort si sarebbe insinuato fin qui in qualche modo, e progettai di metterlo in trappola. Non pensai – non sognai – che avrebbe indugiato in una fortezza nemica un minuto più a lungo del dovuto».
«Ma», disse Severus alquanto perplesso, «cosa potrebbe guadagnare l’Oscuro Signore dall’uccidere l’unico erede di Lucius?»
«Mozione d’ordine», disse Harry Potter, un accento duro nella voce. «Le motivazioni di chiunque sia dietro tutto ciò non sono il problema principale. La nostra priorità a questo punto è che un innocente studente di Hogwarts è nei guai!»
Gli occhi verdi incrociarono quelli blu, mentre Albus Silente restituì lo sguardo al Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto –
«Ben detto, signor Potter», disse Minerva, non ci aveva nemmeno pensato, le parole sembrarono semplicemente saltar fuori dalle sue labbra. «Albus, chi sta vegliando sulla signorina Granger ora?»
«Il professor Flitwick è andato da lei», disse il Preside.
«Ha bisogno di un avvocato», disse Harry. «Chiunque si limiti a sputar fuori un `l’ho fatto io’ davanti alla polizia –»
«Sfortunatamente», disse Minerva, il suo tono che assunse un po’ della severità della professoressa McGonagall senza che ci pensasse, «dubito che un avvocato sarebbe di alcuna utilità alla signorina Granger, a questo punto, signor Potter. Deve affrontare il giudizio del Wizengamot, ed è estremamente improbabile che la liberino per un cavillo».
Harry la stava guardando con un’espressione assolutamente incredula, come se suggerire che Hermione Granger non avesse bisogno di un avvocato fosse simile a suggerire che fosse mandata al rogo.
“Ha ragione, signor Potter”, disse tranquillamente Severus. “In questo Paese pochi processi giudiziari coinvolgono degli avvocati”.
Harry sollevò i propri occhiali e si strofinò gli occhi, brevemente. “Bene. Come togliamo d’impaccio Hermione, esattamente? Suppongo che sia troppo sperare che con tutti gli avvocati scomparsi, i giudici comprendano il concetto di `buon senso’ e `probabilità a priori’ abbastanza bene da capire che le ragazze di dodici anni fondamentalmente non commettono omicidi a sangue freddo, giusto?”
“È il Wizengamot che deve affrontare”, disse Severus. “Le Nobili Case più antiche, e alcuni altri maghi influenti”. Il volto di Severus si contorse in qualcosa che si avvicinava al suo solito sarcasmo. “Quanto al fatto che essi mostrino buon senso – potrebbe in ugual modo aspettarsi che le preparino un panino al prosciutto, Potter”.
Harry annuì, la bocca contratta. “Esattamente che genere di pena rischia Hermione? Bacchetta spezzata ed espulsione
“No”, disse Severus. “Niente di così leggero. Sta fraintendendo intenzionalmente, Potter? Affronta il Wizengamot. Non c’è nessuna pena prefissata. C’è solo il voto”.
Harry Potter mormorò, “Il governo della legge, in tempi complessi, si è dimostrato carente; preferiamo di molto il governo degli uomini, è assai più efficiente… Non vi sono regole legali vincolanti, allora?”
Un luccichio fu riflesso dagli occhiali a mezzaluna del vecchio mago; parlò con attenzione, e non senza rabbia. “Legalmente, Harry, stiamo parlando di un debito di sangue di Hermione Granger nei confronti della Casa di Malfoy. Il Lord di Malfoy propone una modalità di pagamento di quel debito, e poi il Wizengamot vota sulla sua proposta. Tutto qui”.
“Ma…” disse Harry lentamente. “Lucius è stato Smistato in Serpeverde, deve capire che Hermione era solo una pedina. Non colei contro cui deve essere davvero arrabbiato. Giusto?”
“No, Harry Potter”, sospirò profondamente Albus Silente. “Questo è il modo in cui tu desideri che ragioni Lucius Malfoy. Lucius Malfoy stesso… non condividerà il tuo desiderio di ragionare in quel modo”.
Harry guardò il Preside, i suoi occhi che stavano diventando più freddi, proprio mentre Minerva stessa doveva reprimere con più forza le proprie emozioni, rallentare il proprio battito e cercare di respirare. Aveva provato a non pensarci, provato a tenerne lontani i propri pensieri, ma sapeva. L’aveva saputo sin dall’istante in cui l’aveva sentito. Lo poteva vedere negli occhi di Albus –
“Rischia la pena di morte?” chiese pacatamente Harry, e brividi corsero lungo tutta la schiena di Minerva in reazione alle sfumature di quella voce.
“No!” rispose Albus. “No, non il Bacio, non Azkaban, non per uno studente del primo anno a Hogwarts. Il nostro Paese non è così perduto, non ancora”.
“Ma Lucius Malfoy”, disse Severus inespressivo, “certamente non sarà soddisfatto dalla mera rottura della bacchetta”.
“Va bene”, disse Harry con voce autorevole. “Per come la vedo io, abbiamo essenzialmente due direttrici d’attacco. Direttrice uno, trovare il vero colpevole. Direttrice due, altre influenze su Lucius. Il professor Quirrell ha salvato la vita di Draco, questo crea un debito di sangue di Casa Malfoy nei suoi confronti che egli possa riscuotere per cancellare quello di Hermione?”
Minerva batté nuovamente le palpebre per la sorpresa.
“No”, disse Silente. Il vecchio mago scosse la testa. “È un’idea intelligente – ma no, Harry, temo di no. C’è un’eccezione quando il Wizengamot sospetta che le circostanze del debito della vita possano essere state create intenzionalmente. E il Professore di Difesa difficilmente è al di sopra di ogni sospetto. Così argomenterebbe Lucius”.
Harry annuì una volta, il volto composto. “Preside, so che avevo detto che non l’avrei fatto – ma date le circostanze – quella volta che Draco ha lanciato quella fattura di tortura contro di me, quel debito è sufficiente –”
“No”, disse il vecchio mago (proprio mentre ella si lasciò scappare un “Cosa?” e Severus sollevò un sopracciglio). “Non sarebbe stato un debito sufficiente, e ora non è affatto un debito. Sei un Occlumante e non puoi testimoniare sotto Veritaserum. Draco Malfoy potrebbe essere Obliato dei propri ricordi prima di poter testimoniare –” Albus esitò. “Harry… qualsiasi cosa tu abbia fatto con Draco, devi presupporre che Lucius Malfoy ne venga presto a conoscenza”.
La testa di Harry sprofondò nelle sue mani. “Darà a Draco il Veritaserum”.
“Sì”, disse sommessamente Albus.
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto non disse nulla, mentre sedeva con la testa tra le mani.
Il Maestro di Pozioni sembrò autenticamente traumatizzato. “Draco stava davvero cercando di aiutare la signorina Granger”, disse Severus. “Tu – Potter, l’hai davvero –”
“Cambiato?” disse Harry tra le proprie mani. “Ero quasi a tre quarti dell’opera. Gli avevo insegnato l’Incantesimo Patronus e tutto il resto. Non so cosa accadrà ora, però”.
“Voldemort ha portato un colpo durissimo contro di noi, oggi”, disse Albus. Il suono della voce del vecchio mago era simile all’espressione del ragazzo con la testa tra le mani. “Ha catturato due dei nostri pezzi, con una… No. Avrei dovuto capirlo prima. Ha catturato due dei pezzi di Harry con una mossa. Voldemort ha ripreso nuovamente il suo gioco, non contro di me, ma contro Harry. Voldemort conosce la profezia, sa chi sarà il suo ultimo avversario. Non sta aspettando di fronteggiare Hermione Granger e Draco Malfoy al fianco di Harry quando saranno adulti. Li sta colpendo ora”.
“Forse è Tu-Sai-Chi e forse no”, disse Harry, la sua voce che suonò un po’ incerta. “Non restringiamo prematuramente lo spazio delle ipotesi”. Harry fece un respiro e abbassò le mani. “L’altra cosa che possiamo provare a fare è inchiodare il colpevole prima del processo – o almeno trovare prove consistenti che è stato qualcun altro”.
“Signor Potter”, disse Minerva, “il professor Quirrell ha raccontato agli Auror che era a conoscenza di qualcuno con un motivo per fare del male al signor Malfoy. Sa lei di chi stava parlando?”
“Sì”, disse Harry, dopo un’esitazione. “Ma penso che condurrò quella parte della mia investigazione col Professore di Difesa – proprio come non farei rimanere il professor Quirrell in questa stanza mentre discutessimo di come indagare su di lui”.
“Sospetta di me?” disse Severus, poi rise brevemente. “Beh, ovviamente”.
“Il mio piano”, disse Harry, “è di andare a guardare nella stanza dei trofei in cui il presunto duello avrebbe avuto luogo e vedere se riesco a scoprire qualcosa di anomalo. Se poteste dire agli investigatori Auror di lasciarmi passare –”
“Quali investigatori Auror?” disse Severus inespressivo.
Harry Potter prese un respiro profondo, espirò lentamente, e poi parlò ancora. “Nei polizieschi di solito ci vuole più di un giorno per risolvere un crimine, ma ventiquattro ore – no, trenta ore sono milleottocento minuti. E posso pensare ad almeno un altro posto importante dove cercare indizi – sebbene dovrà occuparsene qualcuno che possa entrare nel dormitorio delle ragazze di Corvonero. Quando Hermione stava combattendo i bulli, trovava delle note sotto il suo cuscino ogni mattina, che le dicevano dove andare –”
Albus…” ripeté monotonamente Minerva.
“Non le ho inviate io”, rispose il vecchio mago. Le sue sopracciglia bianche si sollevarono per la sorpresa. “Non sapevo niente di questo. Pensi che sia stata manipolata, Harry?”
“È una possibilità”, rispose Harry. “Ancora di più, perché c’è una parte di questo mistero che non conoscete ancora”. La voce di Harry si abbassò, divenendo più tesa. “Preside, lei sa già che ho ricevuto il mantello dell’invisibilità di mio padre da qualcuno che lasciò una nota sotto il mio cuscino, dicendo che era un regalo di Natale anticipato. Penso che dovremmo presumere che sia la stessa persona che lasciò le note per Hermione –”
“Harry”, disse il vecchio mago, ed esitò per un momento. “Restituirti il mantello di tuo padre, non mi pare l’azione di un cattivo –”
Ascolti”, disse con insistenza Harry Potter. “La parte che non conosce è che dopo che Bellatrix Black fuggì da Azkaban, trovai un’altra nota sotto il mio cuscino, firmata `Babbo Natale’, che diceva che erano venuti a sapere che lei mi aveva rinchiuso all’interno di Hogwarts, e che mi davano una via d’uscita verso l’Istituto delle Streghe di Salem in America. Quella nota giunse con un mazzo di carte, tra le quali il Re di Cuori era apparentemente un passaporta –”
Signor Potter!” gridò la professoressa McGonagall, non aveva neppure pensato prima di parlare. “Quello poteva essere un tentativo di rapimento! Avrebbe dovuto riferirlo –”
, Professoressa, ho fatto la cosa ragionevole”, disse pacatamente il ragazzo. “Considerando le circostanze, ho fatto la cosa ragionevole. L’ho detto al professor Quirrell. E secondo il professor Quirrell, quel passaporta finisce da qualche parte a Londra – certamente non è abbastanza potente da essere un passaporta internazionale. Ora è possibile che la persona che mi mandò la nota sia onesta, e che il posto a Londra sia solo una stazione intermedia”. Il ragazzo mise la mano nelle proprie vesti e ne estrasse un mazzo di carte, insieme a una nota su carta ripiegata. “Mi fiderò del fatto che non vi facciate irruzione con le pistole spianate – voglio dire con le bacchette spianate – giusto nel caso in cui il mittente sia un mio alleato, se non vostro. Ma se questa è una trappola, dico di farla scattare ora. E chiunque sia, prendetelo vivo in modo da poterlo presentare davanti al Wizengamot, non posso dare enfasi eccessiva a questa parte”.
Severus si alzò dalla propria sedia, i suoi occhi ora determinati, e si mosse verso Harry. “Avrò bisogno di un suo capello per la Polisucco, signor Potter –”
“Non precipitiamo le cose!” disse Albus. “Non abbiamo ancora esaminato le note inviate alla signorina Granger; potrebbe non esserci somiglianza, dopo tutto. Severus, entreresti nella sua stanza del dormitorio e vedresti se riesci a trovarle?”
Le sopracciglia di Harry Potter si erano sollevate, mentre era in piedi per offrire al Maestro di Pozioni un accesso migliore al suo cespuglio di capelli. “Pensa che due persone differenti se ne vadano per Hogwarts lasciando note sotto i cuscini?”
Severus diede una breve risata sardonica, mentre la sua mano si mosse in avanti e staccò un capello, che presto fu attentamente avvolto nella seta. “Probabile. Se ho imparato qualcosa durante il mio incarico di Preside di Serpeverde, è stato quale grottesca confusione nasca quando c’è più di un cospiratore e più di un piano. Ma Preside – penso che il signor Potter abbia ragione e che dovrei seguire questo passaporta e vedere dove conduce”.
Albus esitò, e poi annuì riluttante. “Ti parlerò prima che tu vada, allora”.

Proprio nel momento in cui Harry Potter lasciò la stanza per le proprie indagini, Severus girò i tacchi e avanzò rapidamente verso il barattolo di Metropolvere, il suo mantello che si sollevò dietro di lui per la velocità. “Prenderò un po’ di Polisucco grezzo, aggiungerò il capello, e andrò. Preside, resterà in attesa di –”
“Albus”, disse Minerva, sorpresa da quanto salda fosse la propria voce, “hai lasciato tu quelle note sotto il cuscino del signor Potter?”
La mano di Severus si fermò per un istante prima di gettare la Metropolvere nel fuoco.
Silente le rivolse un cenno d’assenso, sebbene il sorriso che l’accompagnò sembrò un po’ vacuo. “Mi conosci troppo bene, mia cara”.
“E suppongo che il passaporta vada in una casa di amici dove il signor Potter sarebbe tenuto sano e salvo finché tu non arrivassi a prelevarlo e a riportarlo a Hogwarts, giusto?” La sua voce era contratta – era sensato, non poteva negare che fosse sensato, ma in qualche modo sembrava un po’ crudele.
“Dipenderebbe dalle circostanze”, disse pacatamente il vecchio mago. “Se Harry giungesse a un tale passo – potrei lasciargli portare avanti la sua fuga, per qualche tempo. Meglio sapere dove stesse andando, e assicurarsi che fosse in un luogo sicuro, con amici –”
“E pensare”, disse la professoressa McGonagall, “che avevo intenzione di rimproverare il signor Potter per non averci parlato di questa importante faccenda! Riprenderlo per non aver avuto il buon senso di fidarsi di noi!” La sua voce era salita di volume. “Tralascerò quella ramanzina, suppongo!”
Severus stava fissando il Preside con occhi socchiusi. «E le note per la signorina Granger –»
«Il Professore di Difesa, molto probabilmente», disse il vecchio mago. «Eppure – si tratta solo di un’ipotesi –»
«Andrò a dar loro un’occhiata», disse Severus. «E poi, suppongo, inizierò a cercare Tu-Sai-Chi». Il volto del Maestro di Pozioni si accigliò. «Un compito che non ho la più pallida idea di come intraprendere. Conosce qualche magia per trovare un’anima, Preside?»

L’aula di Divinazione era illuminata dalla fioca luce rossa di cento piccoli fuochi che bruciavano cento varietà di incenso, in modo che se si fosse chiesto di dire con una sola parola a cosa somigliasse quella stanza, la risposta sarebbe stata `fumo’. (Supponendo che ci si prendesse la briga di guardare qualcosa, quando il naso stava minacciando di sovraccaricarsi e morire.) Se lo sguardo fosse stato capace di penetrare quelle nebbie umide, si sarebbe vista una stanza minuscola e disordinata in cui una quarantina di poltrone imbottite, la maggior parte di esse non utilizzate, erano state stipate intorno a un piccolo spazio aperto al centro della stanza, dove una botola circolare restava in attesa lungo la vostra via di fuga.
“La mietitrice!” disse la professoressa Trelawney con voce tremante, mentre sbirciava nella tazza di George Weasley. “La mietitrice! È un segno di morte! Qualcuno che conosci, George – qualcuno che conosci dovrà morire! E presto – sì, sarà alquanto presto, penso – a meno che ovviamente non sia più tardi –”
Sarebbe stato molto più spaventoso, pensarono Fred e George, se non avesse detto la stessa cosa a ogni singolo studente della loro classe di Divinazione. Ci pensavano a malapena, a quel punto; tutti i loro pensieri erano rivolti al disastro della giornata –
La botola sul pavimento si aprì d’improvviso con uno schianto che fece gridare la professoressa Trelawney e fece rovesciare il tè di George tutto sulle sue vesti, e poi un istante dopo Silente stava frusciando fuori dal pavimento con un uccello di fuoco sulla propria spalla.
“Fred!” disse il vecchio mago in tono di comando. Le sue vesti erano del nero di una notte senza luna, i suoi occhi duri come diamanti blu. “George! Con me, ora!”
Ci fu un rantolo collettivo e quando Fred e George si trovarono a scendere la scala dopo il Preside, l’intera classe stava già congetturando su quale ruolo avessero svolto nel tentato omicidio di Draco Malfoy.
La botola si era appena richiusa rumorosamente sopra di loro che tutti i suoni vicini si azzittirono e il vecchio mago si voltò e stendendo la mano ordinò, “Datemi la mappa!”
“M-mappa?” disse Fred o George completamente sconvolto. Non avevano mai neppure sospettato che Silente sospettasse. “Perché, n-noi non sappiamo cosa lei stia –”
“Hermione Granger è nei guai”, disse il vecchio mago.
“La Mappa è nel nostro dormitorio”, disse immediatamente George o Fred. “Ci dia solo pochi minuti per prenderla e noi
Le braccia del mago li raccolsero come se stringessero cuscini, ci fu un grido acuto e una vampata di fuoco e poi tutti e tre furono nel dormitorio Grifondoro dei ragazzi del terzo anno.
Alcuni momenti dopo, Fred e George stavano consegnando la Mappa al Preside, trasalendo solo un po’ al sacrilegio di dare il loro prezioso componente del sistema di sicurezza di Hogwarts alla persona che effettivamente ne era il proprietario, e il vecchio mago era accigliato di fronte al fatto che fosse apparentemente vuota.
“Deve dire”, spiegarono, “giuro solennemente di non avere buone intenzioni –”
“Mi rifiuto di mentire”, disse il vecchio mago. Resse la Mappa in alto e ruggì, “Ascoltami, Hogwarts! Deligitor prodi!” Un istante dopo il Preside stava indossando il Cappello Smistatore, che sembrava terribilmente al suo posto sopra la sua testa, come se Silente fosse sempre stato in attesa di un cappello patchwork a punta per completare la propria esistenza.
(Fred e George memorizzarono immediatamente quella frase, giusto nel caso in cui funzionasse per qualcun altro oltre al Preside, e iniziarono a cercare di pensare a delle burle che includessero il Cappello Smistatore.)
Il vecchio mago non sprecò un momento prima di togliersi il Cappello Smistatore dalla testa e girarlo sotto-sopra – era difficile dirlo col Cappello rovesciato, ma sembrò un po’ seccato per il trattamento – e poi vi infilò la mano e ne estrasse una verga di cristallo. Con questo strumento iniziò a tracciare dei disegni simili a rune sulla Mappa, mormorando strani incantamenti che suonavano non esattamente latino ed echeggiavano nelle loro orecchie in un modo stranamente raccapricciante. Nel pieno del tracciamento di una runa alzò lo sguardo su entrambi, fissandoli con un’occhiata acuta. “Ve la restituirò dopo, figli di Weasley. Tornate a lezione”.
“Sì, Preside”, dissero, ed esitarono. “Ah – riguardo Hermione Granger, sarà davvero costretta a servire Draco Malfoy per sempre come sua –”
Andate”, disse il vecchio mago.
Andarono.
Quando fu solo nella stanza, il vecchio mago abbassò lo sguardo alla mappa, che aveva ora tracciato su sé stessa un raffinato disegno a tratteggio dei dormitori Grifondoro in cui erano, il piccolo Albus P.W.B. Silente scritto a mano l’unico nome rimasto lì dentro.
Il vecchio mago levigò la mappa, vi si piegò sopra, e sussurrò, “Trova Tom Riddle”.

La stanza degli interrogatori del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica era generalmente illuminata da una piccola luce arancione, in modo che l’Auror che ti interrogava si chinasse verso la tua scomoda sedia di metallo con la maggior parte del suo volto in ombra, impedendoti di leggere la sua espressione, proprio mentre leggeva la tua.
Non appena il signor Quirrell era entrato nella stanza, la piccola luce arancione si era affievolita e aveva iniziato a sfarfallare come una candela sul punto di essere spenta dal vento. La stanza era ora rischiarata da un bagliore senza fonte e del color del ghiaccio che illuminava tutta la pelle simile ad alabastro del signor Quirrell, ad eccezione, in qualche modo, dei suoi occhi, che restavano nell’oscurità.
L’Auror di guardia fuori dalla stanza aveva furtivamente cercato di annullare questo effetto quattro volte senza il minimo successo, malgrado il fatto che il signor Quirrell avesse cortesemente consegnato la propria bacchetta subito dopo essere stato trattenuto per l’interrogatorio, e non avesse mostrato alcun segno di pronunciare qualsiasi incantamento né di esercitare qualunque altro potere.
“Quirinus… Quirrell”, disse strascicando l’uomo che in quel momento era seduto dalla parte opposta a quella in cui il Professore di Difesa aveva atteso cortesemente. L’esaminatore aveva capelli fulvi che ricadevano all’indietro come la criniera di un leone, con occhi giallastri incastonati nel volto severamente solcato da rughe di un uomo nel suo decimo decennio avanzato. Quell’uomo stava, in quel momento, sfogliando una grossa cartella di pergamene che aveva preso da una valigetta nera dall’aspetto molto solido, dopo essere arrancato nella stanza ed essersi seduto, apparentemente senza guardare il volto dell’uomo che stava interrogando. Non si era presentato.
Dopo aver sfogliato ancora un po’ le pergamene, in totale silenzio, l’Auror parlò nuovamente. “Nato il 26 settembre del 1955, da Quonda Quirrell, in seguito a una relazione riconosciuta con Lirinus Lumblung…” intonò l’Auror. “Smistato in Corvonero… g.u.f.o. piuttosto buoni… m.a.g.o. in Incantesimi, Trasfigurazione… un Eccezionale in Studi babbani, impressionante… Rune antiche, e ah sì, Difesa. Un Eccezionale anche in quello. Divenuto un considerevole viaggiatore, ha visitato ogni genere di luoghi. Visti passaporta per la Transilvania, l’Impero proibito, la Città della Notte Senza Fine… accidenti, Texas”. L’uomo alzò lo sguardo dalla cartella, gli occhi socchiusi. “Cosa ci faceva , signor Quirrell?”
“Un giro turistico, per lo più in aree babbane”, disse tranquillamente il Professore di Difesa. “Come ha detto lei, sono un considerevole viaggiatore”.
L’uomo ascoltò accigliato, poi tornò a guardare in basso, poi di nuovo in alto. “Vedo anche che ha visitato Fuyuki City nel 1983”.
Il Professore di Difesa alzò un sopracciglio leggermente sorpreso. “E dunque?”
“Cos’ha fatto a Fuyuki City?” La domanda uscì di scatto affilata come un rasoio.
Il Professore di Difesa si accigliò appena. “Nulla di alcuna importanza. Ho visitato alcune attrazioni molto conosciute, alcune attrazioni meno conosciute, e a parte ciò, me ne sono stato da solo”.
“Davvero?” l’Auror disse a voce bassa. “Trovo questa risposta piuttosto interessante”.
“In che modo?”
“Perché non c’era elencato alcun visto per Fuyuki City”. L’uomo chiuse la cartella di scatto. “Lei non è Quirinus Quirrell. Chi diavolo è lei?”

Il Maestro di Pozioni entrò silenziosamente nel dormitorio delle ragazze di Corvonero, nella stanza del primo anno, un posto festoso in cui bronzo e blu erano in competizione per essere il colore di animali di peluche, sciarpe e vestiti, piccoli esemplari di gioielleria economica, e poster di personaggi famosi. Il letto di Hermione Granger era facile da riconoscere; era quello che era stato attaccato da un mostro dei libri.
Nessun altro sembrava essere in giro, a quell’ora del giorno, e un certo numero di incantesimi l’accertarono.
Il Maestro di Pozioni cercò sotto il cuscino di Hermione Granger, e sotto il suo letto, e poi iniziò a esaminare il suo baule, scartabellando oggetti menzionabili e non menzionabili senza mutare espressione, e infine riuscendo a estrarne un pacchetto di fogli che descriveva posti e luoghi in cui si sarebbero trovati i bulli, ciascuno firmato solo con una `s’ elaborata.
Una rapida vampata di fuoco dopo, i fogli erano andati, e il Maestro di Pozioni se ne andò per riferire del fallimento della propria missione.

Il Professore di Difesa era tranquillamente seduto con le mani ancora raccolte in grembo. “Se consultasse il preside Silente”, disse, “scoprirebbe che è ben informato di questa faccenda, e che ho accettato di tenere le sue lezioni di Difesa all’esplicita condizione che nessuna indagine dovesse essere aperta in riferimento alla mia –”
Con un movimento fulmineo, l’esaminatore estrasse la propria bacchetta ed esclamò “Polyfluis Reverso!” proprio mentre il Professore di Difesa starnutiva, cosa che in qualche modo fece sì che il raggio di un argento simile a uno specchio si arrestasse in uno scroscio di scintille bianche.
“Chiedo scusa”, disse educatamente il Professore di Difesa.
Il sorriso che gli rivolse l’Auror non aveva assolutamente alcuna allegria. “Quindi dov’è il vero Quirinus Quirrell, eh? Sotto un Imperius sul fondo di un baule da qualche parte, mentre gli prende un capello una volta ogni tanto per la sua Polisucco illegale?”
“Sta facendo delle supposizioni altamente discutibili”, disse il Professore di Difesa con una voce che tendeva all’irritato. “Cosa le fa pensare che non mi sia direttamente impadronito del suo corpo usando magie incredibilmente Oscure?”
A questo fece seguito una certa pausa.
“Suggerisco”, disse l’Auror, “che lei prenda la faccenda seriamente, signor Chiunque-Tu-Sia”.
“Mi dispiace”, disse il Professore di Difesa, appoggiandosi alla sedia, “ma vedo pochi motivi per sminuirmi in questa particolare occasione. Cos’ha intenzione di fare, uccidermi?”
“Non apprezzo il suo umorismo”, disse sottovoce l’Auror.
“Mi rincresce per lei, Rufus Scrimgeour”, disse il Professore di Difesa. “Ha la mia più profonda simpatia”. Inclinò la testa, apparentemente studiando l’esaminatore; e persino all’interno dell’ombra della luce gelida, gli occhi scintillarono.

Padma fissava il proprio piatto.
“Hermione non lo farebbe!” gridò Mandy Brocklehurst, che era praticamente in lacrime, in effetti era in lacrime, la sua voce sarebbe stata abbastanza alta da zittire la Sala Grande se non fosse stato che anche tutti gli altri studenti stavano gridando l’uno contro l’altro. “Io – scommetto che Malfoy ha cercato di – di farle delle cose –”
“Il nostro Generale non lo farebbe mai!” Kevin Entwhistle strillò ancor più forte di Mandy.
“Invece sì!” urlò Anthony Goldstein. “Malfoy è il figlio di un Mangiamorte!
Padma fissava il proprio piatto.
Draco era il Generale del suo esercito.
Hermione era la fondatrice della s.p.u.e.s.
Draco aveva avuto fiducia in lei nominandola sua vice-comandante.
Hermione era sua compagna in Corvonero.
Entrambi erano suoi amici, forse i due amici migliori che avesse.
Padma fissava il proprio piatto. Era felice che il Cappello Smistatore non le avesse offerto Tassofrasso. Se fosse stata Smistata in Tassofrasso sarebbe stato probabilmente molto più penoso, cercare di decidere dove si collocasse la sua lealtà divisa…
Batté le palpebre e si accorse che la sua vista era diventata nuovamente sfocata, e alzò una mano tremante per asciugarsi ancora una volta gli occhi.
Morag MacDougal tirò su col naso così forte che fu udibile persino nel mezzo del pandemonio del pranzo, e disse a voce alta, “Scommetto che Granger ha barato nella battaglia di ieri, scommetto che è per questo che Malfoy l’ha sfidata –”
“Tutti quanti state zitti!” ruggì Harry Potter, mentre colpì la tavola così forte con i pugni che i piatti sbatterono per tutta la sua lunghezza.
In qualunque altro momento gli avrebbe causato una ramanzina da parte dei Professori, questa volta causò solo gli sguardi di pochi studenti vicini.
“Volevo pranzare”, disse Harry Potter, “e poi tornare alle indagini, così non avevo intenzione di parlare. Ma vi state tutti comportando da stupidi, e quando la verità salterà fuori rimpiangerete tutti quanti quello che avete detto di persone innocenti. Draco non ha fatto niente, Hermione non ha fatto niente, sono stati entrambi vittime di un Incantesimo del Falso Ricordo!” La voce di Harry Potter si era alzata su quelle ultime parole. “Com’è possibile che questo non sia dannatamente ovvio?
“Pensi che ci crederemo?” gli rispose gridando Kevin Entwhistle. “È quello che dicono tutti! `Non sono stato io, è solo un Incantesimo del Falso Ricordo!’ Pensi che siamo stupidi?
E Morag annuì per tutta la frase, con un’espressione sussiegosa.
L’espressione che spuntò sul viso di Harry Potter fece trasalire Padma.
“Capisco”, disse Harry Potter, e non fu un urlo, così Padma dovette sforzarsi per udirlo. “Il professor Quirrell non è qui per spiegarmi quanto siano stupide le persone, ma scommetto che stavolta posso arrivarci da solo. Qualcuno fa qualcosa di ottuso ed è catturato e gli viene somministrato il Veritaserum. Non grandi criminali romantici, perché loro non si farebbero catturare, loro avrebbero imparato l’Occlumanzia. Sono i criminali tristi, patetici e incompetenti che si fanno catturare, e confessano sotto Veritaserum, e sono così disperati di restare fuori da Azkaban che dicono di essere vittime di un Incantesimo del Falso Ricordo. Giusto? Così il vostro cervello, per pura associazione pavloviana, collega l’idea degli Incantesimi del Falso Ricordo a criminali patetici con scuse inverosimili. Non siete costretti a prendere in considerazione i dettagli specifici, il vostro cervello si limita ad associare schematicamente l’ipotesi a un mucchio di cose a cui non credete, e avete finito lì. Proprio come mio padre pensava che alle ipotesi magiche non si potesse mai credere, perché aveva sentito così tanta gente stupida parlare di magia. Credere a un’ipotesi che comprenda Incantesimi del Falso Ricordo è per sempliciotti”.
“Che stai blaterando?” disse Morag, guardando dall’alto in basso il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto.
“Pensi che crederemo a qualsiasi cosa tu dica?” gridò una strega Corvonero appena più grande che Padma non riconobbe. “Quando sei stato tu a rendere Oscura Granger?”
“E non ho intenzione di lamentarmi”, disse Harry Potter con una voce misteriosamente calma, “del fatto che i maghi non abbiano alcuna razionalità e credano alle cose più folli. Perché l’ho detto al professor Quirrell una volta, ed egli si è limitato a rivolgermi questa occhiata e a dirmi che se non fossi stato accecato dalla mia educazione avrei potuto pensare a cento cose più ridicole a cui molti Babbani credono. Ciò che tutti voi state facendo è molto umano e molto normale e non fa di voi persone insolitamente cattive, quindi non ho intenzione di lamentarmi”. Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto si alzò dalla propria panca. “A dopo”.
E Harry Potter si allontanò da loro, si allontanò da tutti loro.
“Non stai pensando che abbia ragione, vero?” disse Su Li accanto a lei, con un tono che rendeva palese cosa ella pensasse.
“Io –” disse Padma. Le sue parole sembrarono incastrate nella gola, i suoi pensieri sembrarono incastrati nella sua testa. “Io – voglio dire – io –”

Pensando abbastanza intensamente si poteva fare l’impossibile.
(Era sempre stato un articolo di fede per Harry. C’era stato un tempo in cui aveva riconosciuto le leggi della fisica come dei limiti ultimi, e ora sospettava che non esistessero affatto dei veri limiti.)
Pensando abbastanza velocemente si poteva talvolta fare l’impossibile rapidamente
… talvolta.
Solo talvolta
Non sempre.
Non in modo affidabile.
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto guardò intorno a sé la stanza dei trofei, circondato da premi e coppe e piatti e scudi e statue e medaglie conservati dietro migliaia, forse decine di migliaia, di vetrine espositive di cristallo. Per tutti i secoli in cui Hogwarts era esistita, questa stanza aveva accumulato dettagli. Una settimana, un mese, forse persino un anno, non sarebbero stati sufficienti per scegliere l’opzione `esamina’ su ciascun oggetto della stanza. Col professor Flitwick lontano, Harry aveva chiesto alla professoressa Vector se c’era qualunque modo di rilevare danni alle protezioni attorno alle custodie di cristallo, di controllare i resti che un vero duello si sarebbe dovuto lasciare dietro. Harry aveva esaminato di corsa la biblioteca di Hogwarts cercando incantesimi per distinguere impronte digitali vecchie da impronte digitali nuove, o per scoprire respiri persistenti in una stanza. Tutti quei tentativi di giocare all’investigatore erano falliti.
Non c’erano indizi, nessuno che egli fosse abbastanza intelligente da trovare.
Il professor Snape aveva detto che il passaporta portava a una casa vuota di Londra, con nessun segno di nessuna persona né altro.
Il professor Snape non aveva trovato alcuna nota nel dormitorio di Hermione.
Il preside Silente aveva detto che lo spirito di Voldemort si stava probabilmente nascondendo nella Camera dei Segreti dove il sistema di sicurezza di Hogwarts non poteva trovarlo. Harry si era introdotto nei sotterranei di Serpeverde sotto il Mantello dell’Invisibilità e aveva passato il resto del pomeriggio a cercare in tutti i luoghi scontati, ma non aveva trovato nulla di serpeggiante che rispondesse se interrogato. L’ingresso della Camera dei Segreti, apparentemente, non era stato pensato per essere trovato in un giorno.
Harry aveva parlato con tutti gli amici di Hermione che fossero ancora disposti a parlare con lui, e nessuno di loro aveva ricordato Hermione dire alcunché di specifico sul motivo per cui credeva che Draco stesse tramando contro di lei.
All’ora di cena il professor Quirrell non era ancora tornato dal Ministero. Gli studenti più grandi sembravano pensare che il Professore di Difesa di quell’anno sarebbe probabilmente finito per essere incolpato dell’incidente, e licenziato per aver insegnato agli studenti di Hogwarts a essere troppo violenti. Avevano parlato del Professore di Difesa come se se ne fosse già andato.
Harry aveva usato tutte le sei ore del suo Giratempo, e non c’erano ancora indizi, e doveva andare a dormire ora se voleva essere efficiente al processo di Hermione il giorno successivo.
Il Ragazzo-Che-Distrusse-Un-Dissennatore era in piedi nel mezzo della sala dei trofei di Hogwarts, la bacchetta caduta ai suoi piedi.
Stava piangendo.
Talvolta chiedi aiuto al tuo cervello ed esso non risponde.
Il processo di Hermione Granger iniziò puntualmente il giorno successivo.

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