Capitolo 104 La verità, parte I, enigmi e risposte

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

13 giugno 1992

Era l’ultima settimana di scuola a Hogwarts, e il professor Quirrell era ancora vivo, a malapena. Lo stesso Professore di Difesa sarebbe dovuto essere nel letto di un guaritore, quel giorno, così come aveva fatto per quasi l’intera ultima settimana.
La tradizione di Hogwarts prevedeva che gli esami fossero sostenuti la prima settimana di giugno, che i risultati dell’esame fossero resi pubblici la seconda settimana, e che nella terza settimana avessero luogo la Festa del commiato di domenica e il viaggio fino a Londra sull’Hogwarts Express di lunedì.
Harry si era chiesto, tanto tempo prima quando aveva letto per la prima volta di quel programma, cosa esattamente facessero gli studenti durante il resto della seconda settimana di giugno, poiché `aspettare i risultati degli esami’ non sembrava molto impegnativo; e la risposta l’aveva sorpreso quando l’aveva scoperta.
Ma ormai la seconda settimana di giugno era anch’essa terminata, ed era sabato; non c’era rimasto altro in quell’anno che la Festa del commiato il 14 e il viaggio sull’Hogwarts Express il 15.
E a nulla era stata data risposta.
E nulla era stato risolto.
L’assassino di Hermione non era stato trovato.
In qualche modo Harry aveva pensato che, certo, tutta la verità sarebbe venuta fuori prima della fine dell’anno scolastico; come se quella fosse la fine di un romanzo giallo e gli fosse stata promessa la soluzione del mistero. Certo doveva essere conosciuta per il momento in cui il Professore di Difesa… fosse morto, non poteva essere permesso al professor Quirrell di morire senza conoscere la risposta, senza che tutto fosse risolto appropriatamente. Non i voti agli esami, certamente non la morte, era solo la verità che metteva la parola fine a una storia…
Ma a meno di non credere all’ultima teoria di Draco Malfoy secondo cui la professoressa Sprout aveva assegnato e corretto meno compiti all’epoca in cui Hermione era stata incastrata per tentato omicidio, in tal modo dimostrando che la professoressa Sprout aveva passato il tempo a preparare il tutto, la verità restava sconosciuta.
E invece, come se il mondo avesse priorità che erano più simili al modo in cui le altre persone la pensavano, l’anno stava per terminare con una decisiva partita di Quidditch.

Nell’aria sopra lo stadio, distanti figure su manici di scopa picchiavano e piroettavano e volteggiavano l’una attorno all’altra. Il tetraedro troncato rosso-porporino che era la Pluffa era preso al volo, gettato, bloccato, e occasionalmente lanciato attraverso degli anelli fluttuanti, accompagnato da urla di trionfo o di costernazione che scuotevano lo stadio. Vesti bordate di blu e verde e giallo e rosso urlavano con l’entusiasmo che le persone provano così facilmente quando nessuna azione è richiesta a loro personalmente.
Era la prima partita di Quidditch a cui Harry aveva assistito a Hogwarts, e aveva già deciso che sarebbe stata l’ultima.
“Davies ha la Pluffa!” gridò la voce amplificata di Lee Jordan. “Sono altri dieci punti per Corvonero tra sette… sei… cinque… per dindirindina, li ha già segnati! Dritto nel mezzo dell’anello centrale! Non ho mai visto una tale sequenza di centri – richiedo ora che Davies diventi Capitano l’anno prossimo dopo che Bortan si ritirerà –”
La voce di Lee fu interrotta bruscamente e la voce amplificata della professoressa McGonagall disse, “Questo riguarda la squadra Corvonero, signor Jordan. Si limiti alla partita, prego”.
“E i Serpeverde entrano in possesso – Flint trasmette la Fluffa all’adorabile –”
“Signor Jordan!”
“All’appena accettabile Sharon Vizcaino, i cui capelli formano una scia dietro di lei come una cometa mentre divampa verso la difesa Corvonero – ora con due Bolidi all’inseguimento ravvicinato! Pucey è in coda a Sharon – cosa stai facendo, Inglebee? – e lei scarta bruscamente in aria per evitare – quello è forse il Boccino? Vai, Cho Chang, vai, Higgs è già – cosa state combinando voi due?”
“Si calmi, signor Jordan!”
“E come dovrei fare a calmarmi? Quella è stata la peggiore giocata a vuoto che abbia mai visto! E il Boccino è andato – forse per sempre, dopo essere stato mancato così goffamente – Pucey che si stava dirigendo verso le porte, Inglebee neppure lontanamente vicino a lui –”
In una distante era della storia, forse in quello che era stato un mondo completamente differente, il professor Quirrell aveva promesso di far sì che la Coppa delle Case fosse assegnata a Serpeverde o a Corvonero. O forse, in qualche modo, a entrambe; poiché aveva promesso che tre desideri sarebbero stati accordati. Fino a quel momento le cose sembravano andar bene per due su tre.
Se ci si fosse limitati al punteggio corrente, Tassofrasso stava conducendo la competizione per la Coppa delle Case di qualcosa come cinquecento punti, grazie al fatto che gli studenti di Tassofrasso facevano i loro compiti e si tenevano fuori dai guai. Sembrava che il professor Snape avesse strategicamente sottratto un numero alquanto elevato di punti da Tassofrasso per, ehm, gli ultimi sette anni o giù di lì. Casa Serpeverde, campione in carica per gli ultimi sette anni, aveva ancora a proprio vantaggio una certa generosità del suo Preside della Casa nell’assegnare punti; e questo era sufficiente a metterla testa-a-testa con la Casa Corvonero, domicilio degli scolasticamente vincenti. Grifondoro era molto indietro all’ultimo posto, come si confaceva alla Casa dei non conformisti; Grifondoro aveva il profilo di Serpeverde quando si trattava di studiare e compiere monellerie, solo senza il vantaggio del professor Snape. Persino Fred e George avevano chiuso l’anno a malapena in pareggio.
Casa Corvonero e Casa Serpeverde avevano entrambe bisogno di molti punti provenienti da qualche parte se una qualunque delle due voleva raggiungere Tassofrasso nei successivi due giorni.
E per quanto ognuno ne sapesse, il professor Quirrell non aveva fatto una singola cosa che portasse al risultato scontato. Stava prendendo corpo da solo, ora che un Professore di Hogwarts solitario aveva insegnato un corso sulla risoluzione creativa dei problemi.
La partita finale di Quidditch dell’anno era tra Corvonero e Serpeverde. Precedentemente durante l’anno, il vantaggio iniziale a Quidditch di Grifondoro era svanito dopo che il loro nuovo Cercatore, Emmet Shear, era caduto da un manico di scopa forse guasto durante la sua seconda partita. Ciò aveva anche resa necessaria una frettolosa riprogrammazione delle partite successive.
Questa, l’ultima partita dell’anno, non sarebbe terminata finché il Boccino non fosse stato catturato.
I punteggi di Quidditch si sommavano direttamente al totale dei punti della Casa.
E con sorpresa di tutti, in quel giorno sembrava che i Cercatori di Serpeverde e di Corvonero proprio… non… riuscissero… a prendere… il Boccino.
“Il Boccino era praticamente sopra di te, idiota cecato!”
“Moderi il linguaggio, signor Jordan, o l’allontanerò da questa partita! Sebbene fosse un’azione terribile, ammetto.”
Harry doveva ammettere che Lee Jordan e la professoressa McGonagall avessero un numero comico meraviglioso, con Jordan come spalla e la professoressa McGonagall che interpretava la donna seria; ora a Harry dispiaceva un po’ di esserselo perso nelle precedenti partite di Quidditch. Era un aspetto della professoressa McGonagall che non aveva mai visto prima.
Alcuni posti più in basso rispetto a dove Harry sedeva nella sezione Tassofrasso delle tribune di Quidditch, si attardava la forma mastodontica di Cedric Diggory. Il Super Tassofrasso aveva osservato la più recente quasi-collisione-aerea tra Cho Chang e Terence Higgs con l’occhio diligente di un mago che era a sua volta Cercatore e Capitano di Quidditch.
“Il Cercatore Corvonero è nuovo”, disse Cedric. “Ma Higgs è al suo settimo anno. Ci ho giocato contro. È meglio di così”.
“Pensi che sia una strategia?” chiese uno dei Tassofrasso seduti di fianco a Cedric.
“Avrebbe un senso se Serpeverde avesse bisogno di qualche punto in più per essere in vantaggio per la Coppa di Quidditch”, rispose Cedric. “Ma Serpeverde ci ha già battuti per il titolo. Che cosa stanno pensando di fare? Potevano vincere in questo momento!”
La partita era iniziata alle sei in punto del pomeriggio. Una tipica partita sarebbe durata fino alle sette o giù di lì, quando sarebbe stata ora di cena. Giugno in Scozia significava luce solare in abbondanza; il tramonto non era prima delle dieci.
Erano le otto e sei minuti di sera, secondo l’orologio di Harry, quando Serpeverde ebbe appena segnato altri dieci punti, portando il punteggio sul 170 a 140, quando Cedric Diggory saltò in piedi dal suo sedile e gridò “Quei bastardi!
“Già!” gridò un giovane ragazzo al suo fianco, saltando anch’egli in piedi. “Chi pensano di essere, a segnare quei punti?”
“Non quello!” gridò Cedric Diggory. “Stanno – stanno cercando di rubarci la Coppa!
“Ma non siamo più in corsa per la –”
Non la Coppa di Quidditch! La Coppa delle Case!
La voce si diffuse, tra urla di sdegno.
Quello fu il segnale per Harry.
Harry chiese educatamente a una strega Tassofrasso seduta a fianco a lui, e a un altro Tassofrasso seduto una fila più in su di lui, se potessero farsi da parte. Poi estrasse dalla propria borsa un rotolo enorme, e lo srotolò in uno striscione alto due metri che fissò a mezz’aria. L’incantesimo era stato gentilmente fornito da un Corvonero del sesto anno che aveva la reputazione di saperne meno di Harry sul Quidditch.
In enormi lettere viola brillante, lo striscione recitava:
comprate un orologio
2 : 06 : 47
Sotto c’era un Boccino, con una x rossa lampeggiante sovrimposta.

Secondo, dopo secondo, dopo secondo, il cronometro avanzava.
Mentre il cronometro saliva, sembrò esserci un numero incredibile di Tassofrasso che avevano deciso che volevano sedersi vicino allo striscione di Harry.
Mentre la partita si trascinava oltre le nove, sembrarono esserci anche molti Grifondoro.
Mentre il sole tramontava e Harry iniziava a usare Lumos per leggere i propri libri – aveva rinunciato a seguire la partita vera e propria ormai da molto – vi era un numero rilevante di Corvonero che avevano tradito il patriottismo per la sanità mentale.
E la professoressa Sinistra.
E la professoressa Vector.
E mentre le stelle iniziarono a spuntare, il professor Flitwick.
La decisiva partita di Quidditch finale dell’anno… continuò a trascinarsi oltre.

Una delle cose che Harry non aveva previsto, quando aveva deciso di fare tutto ciò, era stato che sarebbe stato ancora là fuori alle – Harry diede un’occhiata al suo orologio – undici e zero quattro della sera. Stava ora leggendo un libro di testo di Trasfigurazione del sesto anno; o meglio, aveva fissato aperto con dei pesi il libro, illuminato da un tubetto di luce chimica, mentre egli faceva uno degli esercizi. La settimana precedente, quando i Corvonero che si stavano diplomando discutevano i risultati dei loro m.a.g.o., a Harry era capitato di ascoltare che gli allenamenti di Trasfigurazione degli anni superiori includevano diversi `esercizi di sagomatura’ che si basavano più sul controllo e sul pensiero preciso che sulla pura potenza; e Harry si era prontamente prefisso di impararli, colpendosi duro sulla fronte per non aver precedentemente cercato di leggere tutti i libri di testo degli anni successivi. La professoressa McGonagall aveva approvato che Harry facesse un esercizio di sagomatura che includeva il controllo del modo in cui un oggetto di Trasfigurazione approcciasse la sua forma finale – per esempio, Trasfigurare una piuma in modo che la rachide crescesse per prima, e solo successivamente la barba. Harry stava eseguendo un esercizio analogo con le matite, facendo crescere per prima la mina, circondandola poi di legno e infine facendo formare la gomma sulla sommità. Come Harry aveva sospettato, concentrare la sua attenzione e la sua magie in una porzione in particolare della trasformazione in atto della matita si era dimostrato simile alla disciplina mentale utilizzata nella Trasfigurazione parziale – cosa che avrebbe potuto essere effettivamente usata per simulare lo stesso effetto, trasfigurando parzialmente solo gli strati esterni dell’oggetto. Quel modo si stava dimostrando più facile, però.
Harry terminò la sua matita e alzò lo sguardo sulla partita di Quidditch, che era, eh già, ancora fantasticamente noiosa. Lee Jordan stava commentando in un tono di monotono disgusto. “Altri dieci punti – olà – urrà – e ora qualcuno prende nuovamente possesso della Fluffa – chiedetemi se mi interessa chi sia”.
Quasi nessuno di quelli rimasti sugli spalti stava facendo attenzione a qualcuno dei due, poiché tutti quelli che si erano trattenuti nello stadio sembravano aver scoperto uno sport nuovo e più interessante, il dibattito su come emendare le regole della Coppa delle Case e/o del Quidditch. La discussione era diventata accaldata fino al punto in cui tutti i Professori presenti erano a mala pena in grado di tenere l’ordine a un solo passo dal combattimento aperto. Questa discussione, sfortunatamente, aveva decisamente più di due fazioni. Alcuni maledetti ficcanaso stavano proponendo alternative apparentemente ragionevoli all’eliminazione completa del Boccino, e questo stava minacciando di frammentare il voto e di fiaccare la spinta in favore della riforma.
Col senno di poi, pensò Harry, sarebbe stato bello far srotolare a Draco nel lato Serpeverde uno striscione che dicesse `I Boccini sono fantastici’, per impartire una polarizzazione al dibattito. Harry aveva strizzato gli occhi in direzione della sezione Serpeverde, in precedenza, ma non era stato in grado di trovare Draco da nessuna parte sugli spalti. Severus Snape, che avrebbe potuto essere abbastanza solidale da giocare il ruolo della perfida opposizione, era altrettanto impossibile da trovare.
“Signor Potter?” disse una voce vicina a lui.
A fianco alla sedia di Harry stava in piedi un ragazzo Tassofrasso più basso ma più anziano, qualcuno che mai in precedenza era salito all’attenzione di Harry, che gli porgeva una busta di pergamena in bianco con della cera colata sul davanti. Anche la cera era in bianco, senza alcuna impronta.
“Che cos’è?” disse Harry.
“Sono io”, disse il ragazzo. “Con la busta che lei mi ha dato. So che ha detto di non rivolgerle la parola, ma –”
“Allora non rivolgermela”, disse Harry.
Il ragazzo gettò a Harry la busta e se ne andò via, apparentemente offeso. Ciò fece sussultare un po’ Harry, ma probabilmente non era stata una decisione sbagliata considerando le questioni temporali…
Poi Harry ruppe l’anonimo sigillo di cera ed estrasse il contenuto della busta. Era una pergamena invece della carta babbana che Harry si sarebbe aspettato, ma la scrittura su di essa era la sua personale, anche se vergata con una piuma invece che con una penna. La pergamena diceva:
Attento alla costellazione,
e aiuta colui che osserva le stelle.
Oltrepassa non visto i confederati dei mangia-vita,
e il saggio e i benintenzionati.
Sei, e sette in un quadrato,
nel luogo che è proibito e dannatamente stupido.
Harry lo memorizzò con uno sguardo, poi ripiegò di nuovo il foglio e lo rimise nel proprio mantello esalando un altro sospiro. `Attento alla costellazione’, sul serio? Harry si sarebbe aspettato che un enigma lasciato da sé stesso a sé stesso sarebbe stato più facile da interpretare… sebbene alcune parti fossero abbastanza scontate.
Chiaramente l’Harry del futuro era stato preoccupato che quel foglio fosse intercettato, e mentre l’Harry del presente non avrebbe comunemente pensato agli Auror locali come a `coloro in combutta con i Dissennatori di Azkaban’, forse quella era stato il modo migliore di dire `Auror’ senza potenzialmente informare chiunque altro leggesse quella pergamena e facesse poi del proprio meglio per decrittarla. Ritradurre l’idioma dal Serpentese che aveva usato durante l’Incidente a Azkaban… funzionava, ritenne Harry.
La nota aveva detto che il professor Quirrell aveva bisogno di aiuto, e qualunque cosa quella fosse doveva passare inosservata agli Auror, e a Silente e McGonagall e Flitwick. Poiché erano già coinvolti dei Giratempo, la soluzione scontata era di allontanarsi verso il bagno, viaggiare indietro nel tempo, e tornare alla partita subito dopo averla lasciata.
Harry iniziò ad alzarsi dal proprio sedile, poi esitò. Il suo lato Tassofrasso stava osservando qualcosa sul lasciarsi dietro la scorta di Auror e sul non dire nulla alla professoressa McGonagall, e si stava chiedendo se il suo sé futuro si stesse comportando da stupido.
Harry dispiegò nuovamente la pergamena, e diede un’altra occhiata ai contenuti.
A un esame più attento, i versi-enigma non dicevano che Harry non poteva portarsi dietro nessuno. Draco Malfoy… mancava dalla partita di Quidditch perché l’Harry del futuro, ore nel passato, aveva portato Draco con sé come aiuto? Ma quello non aveva senso, non c’era un granché di miglioramento marginale della sicurezza nel portarsi dietro un altro primino…
… Draco Malfoy sarebbe stato certamente presente, a prescindere dalle proprie preferenze personali sul Quidditch, per assistere alla conquista della Coppa delle Case da parte di Serpeverde. Gli era forse successo qualcosa?
Improvvisamente Harry non si sentiva più stanco.
Un gocciolio di adrenalina iniziò a scorrere dentro Harry, ma no, quello non sarebbe stato come nel caso del troll. Il messaggio aveva detto a Harry quando presentarsi. Harry non sarebbe arrivato in ritardo, non questa volta.
Harry diede un’occhiata verso il luogo dove Cedric Diggory si guardava avanti e indietro, visibilmente combattuto tra una nidiata di Corvonero che sostenevano che il Boccino doveva essere mantenuto perché era tradizionale e le regole erano regole, e un branco di Tassofrasso che dicevano che non era giusto che il Cercatore fosse più importante degli altri giocatori.
Cedric Diggory era stato un eccellente insegnante di duello per Harry e Neville, e Harry aveva pensato che avessero stabilito una buona relazione. Cosa più importante, uno studente che seguiva tutti i corsi facoltativi avrebbe avuto il suo Giratempo personale. Forse Harry poteva cercare di convincere Cedric ad andare indietro nel tempo con lui? Il Super Tassofrasso sembrava una buona bacchetta di scorta da avere al proprio fianco in qualunque genere di situazione delicata…

In precedenza, e successivamente

L’orologio di Harry ora indicava le 11:45, che si traducevano nelle 18:45 dopo aver riavvolto cinque ore.
“È il momento”, mormorò Harry rivolto all’aria vuota, e iniziò a camminare lungo il corridoio del terzo piano sopra la grande scalinata, sul lato destro.
`Il luogo che è proibito’ avrebbe normalmente indicato la Foresta Proibita; quello era probabilmente ciò che chiunque avesse intercettato il messaggio doveva essere indotto a pensare. Ma la Foresta Proibita era enorme, e c’era più di una locazione di rilievo al suo interno. Nessun Punto di Shelling al quale darsi appuntamento, on in cui trovare un evento che richiedesse un intervento.
Ma quando aggiungevi il modificatore `dannatamente stupido’, c’era un solo luogo proibito dentro Hogwarts che era adatto.
E così Harry si mise in viaggio lungo quel percorso illegale su cui, se le voci erano veritiere, tutti i Grifondoro del primo anno erano già passati. Il corridoio del terzo piano, sul lato destro. Una porta misteriosa che conduceva a una serie di stanze piene di trappole pericolose e potenzialmente letali che nessuno avrebbe potuto attraversare, specialmente se erano soltanto al loro primo anno.
Harry stesso non sapeva che genere di trappole lo aspettassero. Cosa che, dopo averci riflettuto, significava che gli studenti che le avevano oltrepassate erano stati sorprendentemente scrupolosi riguardo a non rovinare il rompicapo per gli altri. Forse c’era un cartello alla fine che diceva Non lasciatevi scappare il segreto, fatemelo come un favore personale, con sincerità preside Silente. Tutto ciò che Harry sapeva fino a quel momento era che la porta esterna si sarebbe aperta a un Alohomora, e che la stanza finale conteneva uno specchio magico che ti avrebbe mostrato il tuo riflesso in qualche situazione che avresti trovato altamente accattivante, cosa che costituiva apparentemente una grossa ricompensa.
Il corridoio del terzo piano era illuminato da una fioca luce blu che sembrava provenire dal nulla, e le arcate erano coperte da ragnatele, come se il corridoio non fosse stato usato da secoli invece che solo nell’ultimo anno.
La borsa di Harry era piena di utili oggetti babbani, e di utili oggetti magici, e di tutto ciò che era riuscito a trovare che potesse essere un oggetto di ricerca eroica. (Harry aveva chiesto alla professoressa McGonagall di raccomandare qualcuno che potesse espandere la capacità della borsa, ed ella l’aveva semplicemente fatto personalmente.) Harry aveva applicato l’Incantesimo che aveva imparato per le battaglie e che faceva rimanere i suoi occhiali attaccati al suo volto, indipendentemente da come si muovesse la sua testa. Aveva ricaricato le Trasfigurazioni che stava sostenendo, sia il minuscolo gioiello dell’anello sulla sua mano e l’altra, nel caso in cui fosse stato fatto svenire. Non era pronto per letteralmente tutto, ma Harry era tanto pronto quanto pensava di poter essere.
Le piastrelle a cinque lati stridettero sotto le scarpe di Harry e svanirono dietro di lui come il futuro che diventa passato. Erano quasi le 6:49 – sei, e sette in un quadrato. Banale se pensavi in termini di matematica babbana, non proprio in caso contrario.
Proprio mentre Harry stava per girare un altro angolo, qualcosa solleticò i meandri della sua mente, ed egli udì una voce sommessa parlare.
“… persona sensibile… attendere in seguito… dopo che certi membri del corpo insegnanti se ne fossero andati…”
Harry si fermò, poi avanzò lentamente il più silenziosamente possibile, senza girare l’angolo, cercando di udire meglio la voce del professor Quirrell.
Giunse un colpo di tosse più forte, e poi la voce sommessa parlò ancora da dietro l’angolo. “Ma se anche loro… si fossero allontanati… in quel momento…” mormorò la voce, “avrebbero potuto pensare… che questa ultima partita… costituisca il miglior diversivo… rimasto per quest’anno… un diversivo prevedibile. Quindi ho cercato… di vedere quali persone di valore… non erano alla partita… e ho notato che il Preside mancava… ma per quanto la mia magia possa dirmi… potrebbe trovarsi in un altro… reame dell’esistenza… ho anche notato la sua assenza… e così ho deciso di andare… là dov’era lei. Questo è quello che faccio qui… ora… cosa ci fa lei qui?”
Harry continuò a respirare corto, e ad ascoltare.
“E come faceva a sapere dove mi trovavo?” strascicò la voce di Severus Snape, tanto più alta che quasi Harry sobbalzò.
Una piccola risata tra i colpi di tosse. “Controlli la sua bacchetta… per un Localizzare”.
Severus disse qualcosa nello pseudo-latino magico, e poi, “Ha osato manomettere la mia bacchetta? Ha osato?
“Lei è un sospettato… proprio come me… quindi la sua falsa indignazione è sprecata… per quanto possa essere accuratamente prodotta… ora mi dica… cosa sta facendo?”
“Sto facendo la guardia a questa porta”, disse la voce del professor Snape. “E le chiedo di allontanarsene!”
“Con l’autorità di chi… mi sta dando degli ordini… mio collega Professore?”
Ci fu una pausa, poi, “Ebbene, con quella del Preside”, giunse la tranquilla voce di Severus Snape. “Mi è stato ordinato da lui di fare la guardia a questa porta durante la partita di Quidditch, e in qualità di Professore devo obbedire ai suoi capricci, in seguito me ne lamenterò con il Consiglio Direttivo, ma per ora sto facendo ciò che devo fare. Ora si allontani, come il Preside desidera”.
“Cosa? Vuole dire che dovrei credere… che lei ha abbandonato i suoi Serpeverde… durante la loro… più importante partita dell’anno… ed è saltato in piedi come un cane… al comando di Silente? Beh, devo dire… che questo… è assolutamente plausibile. Anche così… credo che sarebbe saggio… se le facessi la guardia io stesso… mentre lei fa la guardia a questa interessante porta”. Ci fu il rumore di tessuto frusciante e un basso tonfo, come se qualcuno di fosse pesantemente seduto per terra, o forse semplicemente fosse caduto.
“Oh, per amore di Merlino –” La voce di Severus Snape sembrò ora arrabbiata. “Alzati!”
“Ba-blu-a-bu-bluh –” fece il Professore di Difesa in modalità-zombi.
“Alzati!” disse Severus Snape, e vi fu un rumore basso e sordo.
Aiuta colui che osserva le stelle –
Harry girò l’angolo, sebbene sarebbe stato possibile che l’avrebbe fatto anche senza un messaggio intertemporale. Il professor Snape aveva forse appena dato un calcio al professor Quirrell? Quello sarebbe stato dissennato anche se il professor Quirrell fosse stato morto e sepolto.
Una porta di legno scuro dalla sommità tonda era inserita all’interno di un arco di pietra, impostato all’interno dei polverosi mattoni di marmo di Hogwarts. Là dove un Babbano avrebbe disposto un pomello c’era solo una maniglia di metallo lucidato; non c’erano lucchetti visibili, o serrature visibili. Impostate sul muro su ciascun lato, un paio di torce ardevano, emettendo un’infausta vampa arancione. Davanti alla porta stava il Maestro delle Pozioni nelle sue consuete vesti macchiate. A fianco della porta, sul lato sinistro sotto la torcia arancione, era crollata la forma del Professore di Difesa, schiena contro il muro, testa che fissava l’area circostante. Gli occhi sembravano sfarfallare, come se fossero a metà strada tra coscienza e vacuità.
Cosa”, disse la forma torreggiante del Maestro di Pozioni, “sta facendo qui, Potter?
Stando all’espressione del viso e al tono della voce, il Maestro di Pozioni era piuttosto arrabbiato con Harry; e certamente non era il co-cospiratore di Harry in concilii ai quali il Professore di Difesa non era mai stato invitato.
“Non ne sono sicuro”, disse Harry. Non era sicuro di quale ruolo dovesse interpretare, ed stava, per la disperazione, ricorrendo alla semplice onestà. “Credo che forse ci si aspetta che tenga d’occhio il Professore di Difesa”.
Il Maestro di Pozioni lo fissò freddamente. “Dov’è la sua scorta, Potter? Agli studenti non è permesso vagare per queste sale da soli!”
La mente di Harry era autenticamente svuotata. La partita era in corso, e nessuno gli aveva spiegato le regole. “Non sono sicuro di come rispondere a questo…”
L’espressione gelida tentennò sul volto del professor Snape. “Forse dovrei chiamare gli Auror”, disse.
“Aspetti!” disse Harry tutto d’un fiato.
La mano del Maestro di Pozioni si librò sulle sue vesti. “Perché mai?”, chiese.
“Io… credo solo che probabilmente non dovrebbe chiamarli…”
Con un movimento confuso, la bacchetta del Maestro di Pozioni fu nella sua mano. “Nullius Confundio!” Un’effusione nera saltò fuori e colpì Harry, colpendolo nella direzione in cui egli aveva già iniziato a schivare. Seguirono altri quattro incantesimi, contenenti parole come Polyfuis e Metamorphus; e per questi Harry rimase educatamente fermo.
Dopo che tutti quegli incantesimi ebbero mancato di produrre qualunque effetto, Severus Snape fissò Harry con un oscuro scintillio che ora sembrava genuino. “Suggerisco”, disse sommessamente il Maestro di Pozioni, “che lei si spieghi, Potter”.
“Non sono capace di spiegare me stesso”, disse Harry. “Non ne ho il Tempo, non ancora”.
Harry fissò direttamente negli occhi il Maestro di Pozioni mentre diceva le parole me stesso e tempo, caricando lo sguardo per convogliare l’informazione chiave, e il Maestro di Pozioni esitò.
Harry stava freneticamente cercando di capire chi fingeva di essere cosa. Poiché il professor Quirrell non era a parte della cospirazione di Silente, Severus stava fingendo di essere il malvagio Maestro delle Pozioni di Hogwarts, che era stato mandato là dal Preside… e poteva essere o poteva non essere stato effettivamente mandato là da Silente… ma il professor Quirrell o pensava, o stava fingendo di pensare, che qualcuno doveva tenere sott’occhio il professor Snape… e Harry stesso era stato mandato là dall’Harry del futuro e non aveva idea del perché… e perché poi si trovavano tutti fuori dalla porta proibita del Preside, tanto per cominciare?
E poi…
Da dietro Harry…
Giunse il rumore crescente di un altro insieme di passi, rapido e molteplice.
Il professor Snape affondò la sua bacchetta una volta, creando un’esplosione di oscurità che velò l’area in cui il Professore di Difesa giaceva. “Muffliato”, sibilò il Maestro di Pozioni. “Signor Potter, se deve restare qui, allora si nasconda! Indossi il suo mantello invisibile! Il mio dovere è fare la guardia a questa porta nel caso in cui egli venga qui. E c’è stato – un disordine, inteso ad attirare via il Preside, egli ritiene –”
“Chi –”
Severus fece un lungo passo avanti e fece schioccare la propria bacchetta contro il lato della testa di Harry. Vi fu una sensazione di sgocciolio come se un uovo fosse stato aperto sopra di lui, la sensazione di un Incantesimo di Disillusione; e le mani di Harry svanirono, seguite dal resto del suo corpo.
L’oscurità che avvolgeva un lato del muro si dissipò come una lenta foschia, e fu nuovamente visibile la forma rannicchiata del Professore di Difesa, che non disse nulla.
Harry si allontanò in punta di piedi il più silenziosamente possibile, poi si girò a guardare.
I passi in avvicinamento girarono l’angolo –
“Cosa ci fate qui?” giunsero molte grida simultanee.
Bordati in tre completi di verde Serpeverde e di un giallo Tassofrasso stavano Theodore Nott, Daphne Greengrass, Susan Bones e Tracey Davis.
Dove”, disse il professor Snape con un’ira montante, “sono le vostre scorte, bambini? Le matricole devono essere accompagnate da uno studente del sesto o settimo anno in ogni momento! Specialmente voi!”
Theodore Nott alzò la mano. “Stiamo, uhm”, disse Theodore Nott. “Stiamo facendo quello che la Chaos Legion chiama un esercizio di costruzione dello spirito di squadra… vede, ci siamo appena accorti che nessuno di noi ha mai ancora tentato la camera segreta del Preside, e non c’è rimasto molto tempo… e Harry Potter l’ha autorizzato, Professore, ha detto specificamente che lei non deve interferire”.
Severus Snape si girò per lanciare un’occhiata verso il luogo dove Harry Potter si era mosso in punta di piedi; una tempesta parve radunarsi sulla sua fronte, e furia oscura nei suoi occhi.
Io… forse? C’era ancora un’ora rimasta sul Giratempo di Harry, quindi era ancora possibile.
“Harry Potter non ha quell’autorità”, disse il Maestro di Pozioni con un tono ingannevolmente dolce. “Spiegatevi, subito”.
“Seriamente?” disse la forma di Susan Bones. “Seriamente? Stai dicendo al professor Snape che Harry Potter ha autorizzato la missione, è questa la tua idea di bluff?” La giovane Tassofrasso si girò verso il professor Snape e parlò, la sua voce stranamente salda. “Professore, questa è la verità ed è pressante. Draco Malfoy è scomparso e pensiamo che sia sceso lungo –”
“Se il signor Malfoy è scomparso”, disse il professor Snape, “perché gli Auror non sono stati informati?
“Perché, perché ci sono delle ragioni!” gridò Daphne Greengrass. “Non c’è tempo, deve lasciarci passare!”
La voce del professor Snape fu allora più beffarda di quanto Harry l’avesse mai sentita. “Voi quattro siete forse dei deficienti che hanno l’impressione di essere nel corso di una qualche avventura? Beh, vi sbagliate. Vi assicuro che il signor Malfoy non è passato attraverso questa porta”.
“Crediamo che il signor Malfoy abbia un mantello invisibile”, disse rapidamente Susan Bones. “Ricorda se la porta si sia aperta senza alcuna ragione?”
“No”, rispose il Maestro di Pozioni. “Ora sparite da qui. Questo luogo è interdetto all’accesso per oggi”.
“Questo è il corridoio proibito di Silente”, disse Tracey. “Il Preside in persona ha detto che nessuno doveva venire qui. Chi pensa di essere per proibirlo anche lei?”
“Signorina Davis”, disse il Maestro di Pozioni, “lei ha bisogno di smettere di socializzare con i Grifondoro, specie con quelli chiamati Lavender Brown. E se tra un minuto dovesse essere ancora qui, presenterò una domanda per richiedere il suo trasferimento in quella Casa”.
Non oserebbe farlo!” squittì Tracey.
“Uhm”, fece Susan Bones, il suo volto contratto per la concentrazione. “Professor Snape, di tanto in tanto apre la porta lei stesso, per controllare qualunque cosa vi sia dentro?”
Il professor Snape si congelò sul posto. Poi si voltò di scatto e mise la mano destra sul battente in metallo –
Harry stava guardando la mano sul battente, quindi non notò cosa il professor Snape stesse facendo con la sinistra finché non udì un grido improvviso.
“No, in effetti”, disse il professor Snape, che ora teneva la testa strozzata di Draco Malfoy per la collottola, sebbene il resto di Draco fosse ancora sotto il suo mantello invisibile. “Un tentativo di pregio, comunque”.
Cosa?” gridarono Tracey e Daphne.
Susan Bones si colpì sulla fronte. “Non posso credere di esserci cascata”.
“Allora, signor Malfoy”, disse il professor Snape. La sua voce si era abbassata. “Ha mandato qui i suoi amici con uno stratagemma… solo con la speranza di poter passare attraverso questa porta? Perché farebbe una cosa simile?”
“Credo che dovremmo aver fiducia in lui –” disse Theodore Nott. “Signor Malfoy, dobbiamo aver fiducia in lui, è l’unico Professore che si schiererebbe dalla nostra parte!”
“No!” gridò la testa fluttuante di Draco, dal luogo in cui il professor Snape stava ancora stringendogli la collottola. “Non dovete dire niente! Fermatevi!”
“Dobbiamo correre il rischio!” strillò Theodore. “Professor Snape, il signor Malfoy ha finalmente dedotto cosa stia succedendo durante quest’ultimo intero anno, e perché – Silente sta cercando di portar via la Pietra filosofale a Nicholas Flamel! Perché Silente pensa che nessuno dovrebbe avere l’immortalità! Così Silente ha cercato di convincere Flamel che il Signore Oscuro stava tornando e aveva bisogno della Pietra per tornare in vita, e ha chiesto a Flamel di dargliela, ma Flamel non voleva, e invece ha messo la Pietra nello specchio magico che si trova là in fondo, e Silente sta scoprendo proprio in questo momento come prenderla, e poi verrà qui per lei e noi dobbiamo prenderla per primi! Silente sarà davvero onnipotente se ottiene la Pietra filosofale!”
Cosa?” disse Tracey. “Non è quello che hai detto prima!”
“Non –” fece Daphne. Sembrò spaventata, ma determinata. “Non è importante – professor Snape, la prego lei deve credermi. Ho esaminato i libri che Hermione aveva preso a prestito dalla biblioteca, e stava facendo una ricerca sulla Pietra filosofale proprio prima che qualcuno la assassinasse. Le sue note dicevano che qualcosa di pericoloso potrebbe accadere se la Pietra restasse dentro lo specchio troppo a lungo. Dobbiamo portarla fuori dal castello immediatamente”.
In quel momento Susan Bones aveva entrambe le mani sul viso. “Non sono con loro, sono venuta solo per evitare che accadesse qualcosa di ancora più stupido”.
Severus Snape stava fissando Theodore Nott e gli altri. Poi girò la testa per guardare Draco Malfoy. “Signor Malfoy”, strascicò il Maestro di Pozioni. “Come è giunto a scoprire il piano di Silente?”
“L’ho dedotto dalle prove!” disse la testa fluttuante di Draco Malfoy.
Il capo del professor Snape ruotò di nuovo verso Theodore Nott. “Come intendevate prelevare questa Pietra dall’interno di uno specchio magico che presumibilmente metterebbe in difficoltà Silente stesso? Mi risponda immediatamente!”
“Vogliamo prendere lo specchio per intero e rispedirlo a Flamel”, disse Theodore Nott. “Non è che vogliamo la Pietra per noi, abbiamo solo bisogno di impedire a Silente di rubarla”.
Il professor Snape annuì, come per confermare qualcosa, e girò la testa per guardare gli altri studenti. “Ditemi, qualcuno di voi ha notato qualche altro studente comportarsi in modo insolito? Specialmente se vi fosse in loro possesso un oggetto peculiare, o se fossero in grado di usare incantesimi che una matricola non dovrebbe conoscere?” La mano destra del professor Snape puntò allora la bacchetta contro Susan Bones. “Vedo che la signorina Greengrass e la signorina Davis stanno cercando di non guardare lei, signorina Bones. Se c’è una spiegazione prosaica, sarebbe saggio da parte sua offrirmela immediatamente”.
I capelli di Susan Bones divennero rosso brillante, sebbene il suo viso non cambiasse. “Suppongo sia inutile tenerlo ancora segreto”, disse, “dato che mi diplomerò comunque tra due giorni”.
“Le doppie streghe si possono diplomare con sei anni di anticipo?” disse Tracey Davis. “Non è giusto!”
Bones è una doppia strega?” gridò Theodore.
“No, ella è Nymphadora Tonks, un Metamorphmagus”, disse il professor Snape. “Farsi passare per un altro studente è estremamente contro le norme, come lei ben sa, signorina Tonks. Non è ancora troppo tardi per espellerla da Hogwarts due giorni prima del suo diploma, cosa che sarebbe una terribile tragedia – dal suo punto di vista, almeno. Dal mio punto di vista sarebbe spassoso. Ora mi dica cosa esattamente ci fa qui”.
“Questo spiega tutto”, disse Daphne Greengrass. “Uhm, c’è realmente una Susan Bones, o la Casa sta morendo così hanno fatto segretamente in modo che tu –”
La forma dalla chioma rossa di Susan Bones aveva un palmo sul viso. “Sì, signorina Greengrass, c’è una vera Susan Bones. Mi manda al suo posto solo quando voi state per ficcarvi in un inconcepibile mare di guai. Professor Snape, la ragione per cui sono qui è perché Draco Malfoy era scomparso, e questi qui insistevano per cercare di trovarlo invece di chiamare gli Auror. Per ragioni che la vera signorina Bones mi ha detto non vi fosse abbastanza tempo per spiegarmi, e che ora capisco fossero stupide. Ma gli studenti più giovani non devono mai girare da soli, e devono essere sempre accompagnati da uno studente del sesto o del settimo anno. E ora abbiamo trovato Draco Malfoy e possiamo tornare tutti indietro. Per favore? Prima che tutto ciò diventi ancora più ridicolo?”
In nome di Merlino cosa sta succedendo qui?
“Ah”, fece il professor Snape, che stava ancora puntando la bacchetta contro la forma dai capelli rossi di Susan Bones, l’altra sua mano che stringeva ancora la collottola sotto la testa senza corpo di Draco Malfoy, in piedi vicino alla forma accasciata del Professore di Difesa. “Professoressa Sprout, percepisco”.
“Non è quello che sembra”, disse spontaneamente Tracey Davis.
La forma bassa e tarchiata della Professoressa di Erbologia avanzò furiosamente. Ella aveva, a quel punto, estratto la propria bacchetta, sebbene non la stesse puntando contro nessuno. “Non so neppure come sembri! Giù le bacchette, tutti quanti, ora! Incluso lei, Professore!”
Diversivo. Il pensiero sovvenne a Harry con un’improvvisa chiarezza. Qualunque cosa stesse guardando in quel momento, dal luogo in cui si trovava invisibile e rimosso dall’azione, non era ciò che realmente stava accadendo, non era il vero filo della storia, era stato programmato. L’arrivo della professoressa Sprout aveva infranto la sospensione dell’incredulità di Harry; cose simili non avvenivano semplicemente nell’interesse delle coincidenze comiche. Qualcuno stava deliberatamente causando tutto questo caos, ma qual era lo scopo?
Harry sperava davvero di non essere tornato indietro nel tempo a fare questo, perché sembrava il genere di cose che avrebbe fatto.
Severus Snape abbassò la propria bacchetta. L’altra sua mano lasciò Draco Malfoy. “Professoressa Sprout”, disse il Maestro di Pozioni, “sono qui per ordine del Preside allo scopo di vigilare questa porta. Tutti gli altri presenti non dovrebbero essere qui, e le chiedo di farle allontanare”.
“Una storia verosimile”, sbottò la professoressa Sprout. “Perché Silente dovrebbe mettere lei, tra tutte le persone, a guardia della porta del suo parco giochi? Non vuole davvero tenerne lontani gli studenti, oh no, devono entrarci e rimanere bloccati nel mio Tranello del Diavolo! Susan, cara, hai uno specchio per comunicazioni, vero? Usalo per chiamare gli Auror”.
L’Harry che stava osservando annuì rivolto a sé stesso. Quello era lo scopo. Gli Auror avrebbero portato via tutti i presenti a quella situazione terribilmente disorientante, senza ascoltare scuse, e poi la porta sarebbe rimasta incustodita.
Ma quello significava forse che Harry sarebbe dovuto entrare nel corridoio proibito egli stesso? O vigilare, per vedere chi infine sarebbe arrivato una volta che tutti gli altri se ne fossero andati?
Un rumoroso accesso di tosse secca fece sì che tutti guardassero verso il punto in cui giaceva il Professore di Difesa.
“Snape – ascolti –” disse il Professore di Difesa tra i colpi di tosse. “Perché – Sprout – qui –”
Il Maestro di Pozioni guardò in basso.
“Incantesimo di Memoria – implica – Professore –” Il Professore di Difesa iniziò nuovamente a tossire.
Cosa?
E la logica si dispiegò nella mente di Harry con sconcerto cristallino, tutti i passi già sospettati, la spaventosa comprensione che giunse come una ripetizione con maggiore sicurezza.
Qualcuno aveva sottoposto Hermione a un Incantesimo di Memoria per farle credere di aver cercato di uccidere Draco.
Solo un Professore di Hogwarts avrebbe potuto farlo senza alcun allarme.
Dunque tutto ciò che la vera mente dietro tutto quello doveva fare era sottoporre a Legilimanzia o a Imperius un Professore di Hogwarts.
E l’ultima persona di cui chiunque avrebbe sospettato sarebbe stato il Preside di Casa Tassofrasso.
La testa di Snape si girò di scatto, mentre la professoressa Sprout alzò la bacchetta, e il Maestro di Pozioni riuscì a sollevare una silenziosa protezione traslucida tra di loro. Ma il lampo che fu emesso dalla bacchetta della professoressa Sprout era di un marrone scuro che causò un’ondata di terribile apprensione nella mente di Harry; e il lampo marrone fece spegnere con un baluginio lo scudo di Severus prima che si toccassero, andando a colpire il braccio destro del Maestro di Pozioni proprio mentre egli schivava. Il professor Snape emise un grido strozzato e la sua mano ebbe uno spasmo, lasciando cadere la bacchetta.
Il lampo successivo che uscì dalla bacchetta di Sprout era di un rosso brillante del colore di una Fattura Stordente, che apparentemente divenne sempre più luminosa e più veloce non appena lasciò la sua bacchetta, accompagnata da un’altra ondata di apprensione; e quella scagliò il Maestro di Pozioni contro la porta, lasciandolo ricadere immobile a terra.
La Susan-Bones-dai-capelli-rosa era ormai circondata da una sfaccettata foschia blu, ed ella stava scagliando fattura dopo fattura contro la professoressa Sprout. La quale stava ignorando le fatture per evocare viticci di piante che si aggrovigliarono agli studenti più giovani mentre cercavano di fuggire via, eccetto Draco Malfoy, il quale era nuovamente svanito sotto il suo mantello invisibile.
Non-Susan-Bones smise di lanciare fatture. Puntò la propria bacchetta, fece un respiro profondo, e lanciò ad alta voce un incantamento che mandò dei dorati vermi di luce a masticare lo scudo intorno alla professoressa Sprout. Al che la Professoressa di Erbologia si girò per fronteggiare non-Susan, la sua espressione vacante, un nuovo insieme di tentacoli di pianta che sorgevano nell’aria dietro di lei. Quei gambi erano di un verde più scuro, e sembravano avere scudi propri.
Harry Potter mormorò rivolto all’aria apparentemente vuota, “Attacca Sprout. Aiuta Bones. Solo non-letali”.
“Sì, mio signore”, sussurrò Lesath Lestrange da sotto il Mantello dell’Invisibilità di Harry, e la presenza del Serpeverde del sesto anno si mosse verso il combattimento.
Harry guardò in basso verso le proprie mani, e vide con una scarica di sgradevole turbamento che il suo Incantesimo di Disillusione non era così completo quanto era stato in precedenza. C’erano degli accenni di distorsione nell’aria, ogni volta che Harry si muoveva…
Lentamente, Harry arretrò, finché non arrivò a un angolo, e si chinò dietro un muro. Poi estrasse il proprio specchio da comunicazione… che era spento e inceppato. Naturalmente. Harry fece levitare lo specchio fino a un punto da cui poteva vedere dietro all’angolo, e osservò la fine del… diversivo? Cosa stava accadendo, perché?
La professoressa Sprout e la forma di Susan Bones stavano duellando tra lampi di luce e foglie; e il verde ardente della Gran Fattura Perforante eruppe da mezz’aria e annientò metà dello strato esterno degli scudi della professoressa Sprout. La Professoressa di Erbologia si girò e scagliò un’ampia sventagliata di giallo verso la direzione da cui era giunta la Fattura Perforante, ma l’incantesimo non sembrò colpire alcunché.
Lampi gialli, sfaccettature blu, viticci di piante verde scuro e mulinanti petali violacei…
Fu quando la professoressa Sprout iniziò a scagliare archi di cremisi in tutte le direzioni che una delle lame cremisi colpì qualcosa a mezz’aria, e il Mantello dell’Invisibilità non celò come l’arco cremisi fu assorbito e si spense d’un tratto; e la presenza di Lesath sotto il Mantello dell’Invisibilità cadde a terra.
E ciò diede a non-Susan-Bones il tempo sufficiente per fermarsi, prendere fiato, e gridare qualcosa che ispirò a Harry un’altra ondata di timore; e la scintilla bianca che divampò attraversò gli scudi consumati della professoressa Sprout e la sua pianta-armatura e la fece cadere.
Non-Susan-Bones crollò sulle ginocchia, ansimante, le sue vesti zuppe di sudore.
La sua testa si girò per guardarsi attorno, i corpi che giacevano storditi sul pavimento o avvolti dai rampicanti.
“Cosa”, disse non-Susan. “Cosa. Cosa. Cosa.
Non vi fu risposta. Le vittime aggrovigliate nei viticci della professoressa Sprout non si muovevano, sebbene sembrassero respirare.
“Malfoy…” disse la forma dai capelli rosa di Susan, che respirava ancora ansimando. “Draco Malfoy, dove sei? Sei qui? Chiama subito gli Auror! Merlino lo maledica – Homenum Revelio!
E Harry si ritrovò nuovamente visibile, mentre fissava nel proprio specchio la forma di Draco Malfoy semi-visibile sotto un mantello luccicante, in piedi dietro non-Susan, con la bacchetta puntata verso un’apertura nella foschia blu di non-Susan.
La mente di Harry si mosse in lampi di intuizione, troppo lenta eppure troppo veloce; anche mentre la bocca di Harry si aprì ed egli inspirò per prepararsi a gridare.
attento alla costellazione
c’era una costellazione chiamata Draco
se potevi controllare un Professore potevi controllare uno studente
Scansati!” gridò Harry, ma fu troppo tardi, un lampo di luce rossa colpì da dietro la testa di non-Susan a bruciapelo, mandandola a sbattere contro il pavimento.
Harry girò l’angolo e disse, “Somnium Somnium Somnium Somnium Somnium Somnium”.
La forma scintillante di Draco Malfoy collassò in un mucchio.
Harry di fermò un momento per riprendere fiato. Poi disse “Stupefy!” e verificò che, sì, la Fattura Stordente aveva davvero colpito la forma di Draco Malfoy.
(Ci si poteva sbagliare nel giudicare se un Somnium fosse davvero arrivato a destinazione. Harry aveva visto abbastanza film dell’orrore, per non parlare della faccenda del Sunshine Regiment, da non rifare quell’errore di nuovo.)
Dopo ulteriore riflessione sulla faccenda. Harry lanciò un’altra Fattura Stordente verso la forma prostrata della professoressa Sprout.
Harry strinse la bacchetta, fissando la scena, respirando pesantemente per lo sfinimento. Non gli era rimasta abbastanza magia per lanciare un Patronus messaggero per Silente e avrebbe davvero davvero dovuto immediatamente pensare a quella possibilità questa volta. Harry iniziò a tornare verso il punto in cui il suo specchio era caduto, per vedere se si fosse sbloccato.
E poi Harry esitò.
La sua nota a sé stesso diceva che avrebbe dovuto evitare che gli Auror si accorgessero di qualcosa, e Harry ancora non sapeva cosa stava succedendo.
La forma spiegazzata del professor Quirrell emise un’altra serie di snervanti colpi di tosse, allungò una mano fino al muro dietro di sé, e lentamente si sollevò in piedi.
“Harry”, gracchiò il professor Quirrell. “Harry. Sei là?”
Era la prima volta che il professor Quirrell l’aveva chiamato per nome.
“Sono qui”, disse Harry. Senza alcun pensiero cosciente, i suoi piedi si mossero in avanti.
“Ti prego”, disse il professor Quirrell. “Ti prego, non ho… molto tempo. Ti prego portami… allo specchio… aiutami… a prendere la Pietra”.
“La Pietra filosofale?” chiese Harry. Diede un’occhiata attorno ai corpi sparpagliati, ma non poteva più vedere Draco, lo svelamento si era consumato. “Pensa che il signor Nott avesse ragione? Non penso che Silente voglia –”
“Non – Silente”, ansimò il professor Quirrell. “Perché – Sprout –”
“Capisco”, disse Harry. Se Silente fosse stata la persona dietro tutto quello, non avrebbe avuto bisogno di controllare mentalmente un Professore per usare gli Incantesimi di Memoria.
“Specchio… antico cimelio… può nascondere qualunque cosa… la Pietra potrebbe essere là… molti altri vogliono la Pietra… uno ha mandato Sprout…”
Harry ripeté rapidamente, “Lo specchio là sotto è un antico cimelio che può essere usato per nascondere oggetti, e sarebbe un luogo possibile per nascondere la Pietra filosofale. Se la Pietra filosofale è all’interno dello specchio allora una certa quantità di persone potrebbe volerla ottenere. Uno di loro sta controllando Sprout e questo spiegherebbe qual è il suo scopo… solo… questo non spiegherebbe perché il controllore di Sprout avrebbe puntato Hermione, giusto?”
“Harry, ti prego”, disse il professor Quirrell. Il suo respiro era ormai ancor più faticoso, la sua voce uscì con una straziante lentezza. “È l’unica cosa… che può salvare la mia vita… e scopro, ora… non voglio morire… per favore, aiutami…”
E in qualche modo quello lo squarciò.
In qualche modo quello fu un po’ troppo.
Il senso di distaccamento che aveva sopraffatto Harry quando la professoressa Sprout era arrivata, la sospensione dell’incredulità infranta, stavano tornando; il suo Critico Interno stava soppesando tutto come se fosse il momento culminante. Scelta di tempo, probabilità, così tante persone apparse davanti alla stessa porta, la disperazione del Professore di Difesa… quell’intera situazione non sembrava reale. Ma poteva essere in grado di risolverla se solo si fosse preso il tempo di pensare attentamente alle cose in anticipo, invece di lasciarsi andare al primo richiamo dell’avventura. Tutta l’esperienza accumulata nell’ultimo anno si era finalmente cristallizzata in qualcosa di simile a un pizzico di irrobustimento da battaglia. Un istinto nato da un disastro passato stava dicendo a Harry che se si fosse semplicemente gettato a capofitto, sarebbe finito in seguito in una conversazione triste, in cui avrebbe capito che era stato stupido. Di nuovo.
“Mi lasci pensare”, disse Harry. “Mi lasci pensare per un minuto prima di metterci in cammino”. Si girò dando le spalle al Professore di Difesa, osservando i corpi senza sensi panneggiati in varie forme sul pavimento. C’erano già stati così tanti pezzi dell’enigma, in quell’ultimo anno, forse tutto sarebbe finito al suo posto con un solo pezzo in più…
“Harry…” disse il Professore di Difesa con voce vacillante. “Harry, sto morendo…”
Un minuto in più non può fare la differenza ha avuto l’intero anno per stare male è improbabile che la lotta tra la sua vita e la sua morte sia così precisamente temporizzata da basarsi su questo ultimo minuto a prescindere da ciò che è avvenuto a Hermione –
“Lo so!” disse Harry. “Penserò in fretta!
Harry fissò i corpi e cercò di pensare. Non c’era tempo per i dubbi, per le precisazioni, niente freni o giudizi col senno di poi prendi semplicemente i primi pensieri e lasciati andare
Nei recessi della mente di Harry, frammenti di pensiero astratto schizzarono veloci, euristiche di risoluzioni di problemi che non c’era tempo di ripetere a parole. Scattavano in lampi silenziosi, per impostare il problema a livello oggettivo.
da cosa noto di essere confuso
il primo posto in cui si deve cercare un problema è qualunque aspetto della situazione che sembri più improbabile
le spiegazioni semplici sono più probabili, elimina le improbabilità distinte che devono essere postulate
Il professor Snape era già là poi il professor Quirrell era arrivato poi Harry era arrivato (tramite il Giratempo) poi il gruppo di avventurieri era arrivato e Draco era stato svelato (parte del gruppo) poi si era presentata la professoressa Sprout.
Troppe persone si erano presentate simultaneamente e quella era una coincidenza eccessiva, era improbabile che tante fazioni distinte si presentassero nello stesso luogo all’interno di una finestra di cinque minuti, dovevano esserci intrichi nascosti.
Etichettare il controllore di Sprout come la mente che aveva ordinato che Hermione fosse oggetto di un Incantesimo della Memoria. La mente aveva mandato Sprout.
Il professor Snape aveva detto che il Preside l’aveva mandato a vigilare sulla porta dopo che c’era stato qualche genere di disordine, se la mente l’aveva causato come un diversivo allora quello spiegava anche la presenza di Severus.
Harry non era più sicuro che Draco fosse stato controllato dalla mente, quell’ipotesi gli era venuta in mente su due piedi, Draco avrebbe potuto cercare di sbarazzarsi di non-Susan in modo da poter entrare indisturbato nel corridoio –
No quello era il modo sbagliato di ragionare, rivoltalo, cerca di spiegare la presenza ben temporizzata di Draco e del suo gruppo di avventurieri, non c’è tempo per mettersi in discussione, lasciati guidare dalle ipotesi, perciò supponi che la mente dietro Sprout abbia mandato Draco o abbia innescato il suo arrivo.
Quelli erano tre arrivi spiegati.
Harry si era presentato perché la sua nota a sé stesso gli aveva detto di farlo. Quello poteva essere attribuito al viaggiare nel tempo.
Rimaneva allora il Professore di Difesa che aveva detto di stare seguendo Snape, solo che quello non sembrava davvero una ragione adeguata affinché il professor Quirrell si presentasse davvero non faceva sentire Harry meno confuso e quindi forse la mente aveva anche controllato il tempismo della presenza del professor Quirrell in qualche modo e aveva persino predisposto l’ingresso di Harry stesso nel giro temporale.
La mente di Harry aveva incontrato un ostacolo, egli non poteva vedere come estendere ulteriormente quel ragionamento.
Non c’era il tempo per fissare in maniera assente gli ostacoli.
Senza alcuna pausa o rallentamento la mente di Harry attaccò il problema da un nuovo angolo.
Il professor Quirrell aveva dedotto l’esistenza di un Professore di Hogwarts controllato dalla necessità che qualche Professore lanciasse un Incantesimo di Memoria su Hermione il che significava che il controllore della professoressa Sprout aveva incastrato e poi assassinato Hermione il che significava che il controllore della professoressa Sprout aveva informazioni dettagliate sulla vita a Hogwarts e forse un interesse personale nel Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto e nei suoi amici.
Infine la mente di Harry risputò la memoria rilevante, Silente che diceva che per Lord Voldemort la via più robusta verso la vita era nascosta là dentro Hogwarts lasciati guidare dalle ipotesi quindi lo strumento per la risurrezione era la Pietra filosofale nascosta all’interno dello specchio perché Silente aveva messo lo specchio in un corridoio che gli studenti del primo anno potevano attraversare no ignora questa domanda non è importante in questo momento e il professor Quirrell aveva detto che la Pietra filosofale possedeva grandi poteri di guarigione quindi anche quella parte corrispondeva.
Ma se era la Pietra filosofale che era stata nascosta nello specchio per tenerla lontana dal Signore Oscuro, quello significava che lo specchio conteneva anche l’unica cosa al mondo che poteva salvare la vita del Professore di Difesa –
La mente di Harry cercò di esitare, di farsi indietro, provando un’improvvisa apprensione riguardo a dove tutto quello stava andando a finire.
Ma non c’era tempo per l’esitazione.
– e anche quella era troppa coincidenza semplicemente troppa improbabilità se la tua mente non l’avesse derubricata come un incredibile colpo di scena della trama come se fossi all’interno di una storia.
Era possibile che il presunto Signore Oscuro manipolasse anche il professor Quirrell in modo che il professor Quirrell scoprisse la sua ipotetica salvezza al momento giusto in modo che Harry e il professor Quirrell andassero a prendere dallo specchio lo strumento di risurrezione che poteva persino non essere realmente la Pietra filosofale e poi l’avatar del Signore Oscuro o qualche altro servitore si sarebbe presentato e se ne sarebbe impadronito togliendola loro quello avrebbe spiegato tutte le sincronie e avrebbe negato ogni coincidenza.
O il professor Quirrell aveva saputo sin dall’inizio che l’unica cosa che poteva salvare la sua vita era nascosta dentro quello specchio ed era per quello che aveva accettato di insegnare Difesa a Hogwarts e ora stava finalmente cercando di ottenerla ma allora perché aspettare fino al momento in cui era così malato da non poterci neppure provare e perché Sprout si era presentata nello stesso momento del professor Quirrell –
La mente di Harry vacillò più forte.
Il suo occhio interno stava osservando in una direzione in cui aveva paura di guardare.
La nota che mi sono mandato io stesso diceva di aiutare colui che osserva le stelle. Non mi manderei una nota che dicesse così, se non avessi già compreso in futuro che era la cosa giusta da fare – forse la nota mi sta semplicemente dicendo di darmi da fare senza indugio
Un piccolo tono di confusione fu promosso ad attenzione cosciente.
Il messaggio codificato sulla pergamena… una o due righe non erano suonate del tutto giuste, non erano sembrate simile al codice che Harry si sarebbe aspettato di usare…
“Harry”, sussurrò la voce morente del professor Quirrell da dietro di lui. “Harry, ti prego”.
“Ho quasi finito di pensare”, disse forte la voce di Harry, ed egli comprese mentre pronunciava quelle parole che erano vere.
Girala dall’altra parte.
Guardala dalla prospettiva del Nemico, dal punto di vista da cui il Nemico elabora i suoi piani intelligenti, da qualche luogo lontano dalla tua vista.
Ci sono degli Auror a Hogwarts, e il tuo bersaglio Harry Potter è ormai pienamente vigile. Harry Potter chiamerà gli Auror al primo segno di problemi, o manderà un Patronus da Albus Silente. Considerando questo come un rompicapo, una soluzione creativa è quella di –
– falsificare un presunto messaggio Giratempo a Harry Potter da sé stesso, che dica a Harry Potter di non chiedere aiuto, di essere nel luogo e al momento che vuoi tu. Ottieni che il bersaglio stesso aggiri tutte le protezioni che egli stesso ha preparato. Aggiri persino la protezione del suo scetticismo con l’autorità prioritaria del suo stesso giudizio futuro.
Non è neppure difficile. Puoi lanciare un Incantesimo della Memoria su qualche studente a caso in modo che ricordi Harry Potter che gli passa una busta da restituirgli in seguito.
Puoi lanciare un Incantesimo della Memoria su quello studente perché sei un Professore di Hogwarts.
Non compi lo sforzo ulteriore di rubare una matita e della carta babbana dalla borsa di Harry Potter. Invece falsifichi la scrittura di Harry Potter su pergamena da maghi. Puoi falsificare la scrittura di Harry Potter perché l’hai vista sugli esami imposti dal Ministero a cui hai dato i voti.
Chiami Draco Malfoy `la costellazione’ perché sai che Harry Potter è appassionato di astronomia e tu sei un mago e hai seguito Astronomia e hai memorizzato i nomi di tutte le costellazioni. Ma non è il codice naturale che Harry Potter userebbe per descrivere Draco Malfoy a sé stesso, quello sarebbe stato `l’apprendista’.
Chiami il professor Quirrell `colui che osserva le stelle’, e dici a Harry Potter di aiutarlo.
Sai che mangia-vita è il modo in cui dici `Dissennatore’ in Serpentese e ti aspetti che Harry Potter pensi che gli Auror siano in combutta con loro.
Codifichi 6:49 come `sei, e sette in un quadrato’ perché hai letto un libro babbano di fisica che Harry Potter ti ha dato.
Chi sei, allora?
Harry notò che il suo respiro si era fatto più frequente, e con un picco nel battito cardiaco, Harry rallentò nuovamente il suo respiro, il professor Quirrell lo stava osservando.
Supponendo che ipoteticamente il professor Quirrell fosse la mente e che avesse falsificato il messaggio di Harry allora quello spiegava perché tutti e cinque i gruppi si erano presentati l’intero coordinamento sincrono della commedia e poi la professoressa Sprout era stata controllata solo per fornire al professor Quirrell la negabilità per permettergli di dare a qualcun altro la colpa dell’Incantesimo del Falso Ricordo dopo che il polverone era calato ma
Ma perché il professor Quirrell avrebbe rischiato la fragile alleanza che Harry aveva con Draco a causa del tentativo di incastrare per tentato omicidio
(che il professor Quirrell aveva `scoperto’ e `fermato’ asseritamente per mezzo di un tracciante posto su Draco)
Perché il professor Quirrell avrebbe dovuto uccidere Hermione
(se il suo primo tentativo di eliminarla non aveva funzionato)
Se il professor Quirrell era il cattivo allora avrebbe potuto mentire su tutto ciò che aveva a che fare con gli horcrux e forse non era affatto una coincidenza che l’unica cosa che potesse salvare la sua vita fosse la via che poteva risuscitare il Signore Oscuro e se il Signore Oscuro avesse pianificato anche quello in qualche modo
(un giorno David Monroe era misteriosamente scomparso, presumibilmente morto per mano del Signore Oscuro)
Una terribile intuizione era venuta in mente a Harry, qualcosa di separato da tutto il ragionamento che aveva seguito fino a quel momento, un’intuizione che Harry non riusciva a tradurre con parole; eccetto che egli e il Professore di Difesa erano molto simili in alcuni modi, e falsificare un messaggio Giratempo era proprio il genere di metodo creativo che Harry stesso avrebbe potuto provare per aggirare tutte le protezioni di un bersaglio –
E fu allora che Harry infine comprese ciò che sarebbe dovuto essere ovvio sin dal primissimo principio.

Il professor Quirrell era intelligente.
Il professor Quirrell era intelligente nello stesso modo in cui lo era Harry.
Il professor Quirrell era intelligente esattamente nello stesso modo in cui lo era il misterioso lato oscuro di Harry.
Se avesse dovuto indovinare quando il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto aveva acquisito il suo misterioso lato oscuro, l’ipotesi scontata era la notte del 31 ottobre 1981.

E poi
E poi
E poi il professor Quirrell conosceva una parola d’ordine che Bellatrix Black aveva pensato identificasse il Signore Oscuro e la sua presenza incuteva nel Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto una sensazione di sventura e la sua magia interagiva distruttivamente con quella di Harry e il suo incantesimo preferito era Avada Kedavra e e e –
La comprensione esplose dentro Harry come un’enorme diga che si rompe, liberando tutta la sua acqua, prorompendo attraverso la sua mente come un’inondazione irresistibile che spazzava via ogni cosa.
C’è solo una realtà che genera tutte le osservazioni.
Se osservazioni differenti sembrano puntare in direzioni incompatibili, significa che la vera ipotesi è qualcosa a cui non hai ancora pensato.
E in quei casi in cui infine pensi all’ipotesi corretta, tutto si allinea dietro di lei, al di là del rifiuto o dell’orrore, strappando via ogni dubbio e ogni emozione che possa trovarsi sul suo percorso.
– e allora `David Monroe’ e `Lord Voldemort’ era stata solo una persona che aveva giocato entrambe le parti della Guerra dei Maghi ed era per quello che la famiglia Monroe era stata uccisa prima che potesse incontrare `David Monroe’ proprio come Moody aveva sospettato –
La realtà si assestò in un singolo stato conosciuto, una situazione coerente che generava compattamente l’insieme delle osservazioni.
Harry non sobbalzò, non mutò respiro, cercò di non mostrare un singolo segno dell’orrore e dell’agonia che inondavano la sua mente.
Il Nemico era dietro di lui, e lo guardava.
“Va bene”, disse Harry ad alta voce, non appena osò fidarsi che la sua voce suonasse normale. Continuò a fissare i corpi, distogliendo lo sguardo dal professor Quirrell, perché Harry non si fidava del proprio volto. Harry alzò una manica ad asciugarsi il sudore dalla fronte, cercando di far sembrare casuale il gesto; non poteva controllare il sudore, o il rapido martellamento nel suo petto. “Andiamo a prendere la Pietra filosofale”.
Tutto ciò di cui Harry aveva bisogno era un singolo momento di disattenzione ovunque lungo il percorso per usare il suo Giratempo.
Da dietro di lui non vi fu alcuna risposta.
Il silenzio si allungò.
Lentamente Harry si girò.
Il professor Quirrell era in piedi, eretto e sorridente.
Nella mano del Professore di Difesa c’era una forma di metallo nero puntata al braccio con la bacchetta di Harry, tenuta con la presa sicura di qualcuno che sapeva esattamente come usare una pistola semiautomatica.
La bocca di Harry era secca, persino le sue labbra stavano tremando per l’adrenalina, ma egli riuscì a parlare. “Salve, Lord Voldemort”.
Il professor Quirrell inclinò la testa in segno di riscontro, e disse, “Salve, Tom Riddle”.

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