Capitolo 110 Riflessioni, parte II

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

La severità sul volto di Albus Silente durò solo un istante prima di lasciare il campo al disorientamento. “Quirinus? Cosa –”
E poi vi fu una pausa.
“Beh”, disse Albus Silente. “Mi sento davvero stupido.”
“Spererei di sì”, disse facilmente il professor Quirrell; se era stato minimamente turbato per essere stato scoperto, non fu evidente. Un gesto noncurante della mano mutò nuovamente le sue vesti negli abiti di un Professore.
La severità di Silente era tornata ed era raddoppiata. “Eccomi qui, cercando così intensamente l’ombra di Volddemort, senza mai notare che il Professore di Difesa di Hogwarts è un ammalato mezzo-morto posseduto da uno spirito molto più potente di lui. La chiamerei senilità, se così tanti altri non avessero ugualmente fallito.”
“Infatti”, disse il professor Quirrell. Sollevò le sopracciglia. “Seriamente, sono così difficile da riconoscere senza gli occhi rossi brillanti?”
“Oh, senza dubbio”, disse Albus Silente in tono normale. “La tua interpretazione è stata perfetta; mi confesso completamente ingannato. Quirinus Quirrell sembrava – qual è il termine che sto cercando? Ah, sì, questa è la parola. Sembrava sano di mente.”
Il professor Quirrell ridacchiò; a chiunque sarebbe sembrato che quei due stessero semplicemente avendo una conversazione informale. “Non sono mai stato insano, sai. Lord Voldemort era solo un altro gioco per me, come il professor Quirrell.”
Albus Silente non sembrava godersi quella chiacchierata informale. “Pensavo che avresti detto una cosa simile. Mi duole informarti, Tom, che chiunque possa spingersi a interpretare la parte di Voldemort è Voldemort.”
“Ah”, fece il professor Quirrell sollevando un dito in segno di ammonimento. “C’è una scappatoia in questo ragionamento, vecchio. Chiunque interpreti la parte di Lord Voldemort deve essere ciò che i moralisti chiamano un ‘malvagio’, su questo siamo d’accordo. Ma forse il vero me è completamente, interamente, irrimediabilmente malvagio in una maniera diversa e interessante da come stavo facendo finta di essere con Voldemort –”
“Scopro”, disse tra i denti Albus Silente, “che non mi interessa.”
“Allora devi pensare di riuscirti a sbarazzare di me molto presto”, disse il professor Quirrell. “Molto interessante. La mia esistenza immortale deve dipendere dallo scoprire che trappola hai predisposto, e dal trovare un modo per sfuggirne, il prima possibile.” Il professor Quirrell fece una pausa. “Ma ritardiamo senza scopo la questione per parlare prima di altre cose. Come sei arrivato ad attendere all’interno dello Specchio? Pensavo saresti stato altrove.”
“Io sono là”, disse Albus Silente, “e sono anche dentro lo Specchio, sfortunatamente per te. Sono sempre stato qui, sin dall’inizio.”
“Ah”, fece il professor Quirrell, e sospirò. “Suppongo che il mio piccolo diversivo sia stato inutile, allora.”
E la rabbia di Albus Silente non fu più trattenuta. “Diversivo?” ruggì Silente, i suoi occhi zaffiro serrati per la furia. “Hai ucciso Maestro Flamel per un diversivo?
Il professor Quirrell sembrò sconcertato. “Sono ferito dall’ingiustizia della tua accusa. Non ho ucciso colui che conosci come Flamel. Ho semplicemente ordinato a un altro di farlo.”
Come hai potuto? Anche tu, come hai potuto? Egli era la biblioteca di tutte le nostre tradizioni! Segreti che tu hai fatto perdere per sempre a tutta la stirpe dei maghi!
C’era una certa sfumatura nel sorriso del professor Quirrell, ora. “Sai, ancora non comprendo come la tua mente contorta possa considerare accettabile che Flamel sia immortale, ma quando io provo a fare lo stesso questo mi rende un mostro.”
“Maestro Flamel non è mai disceso nell’immortalità! Egli –” Silente rimase senza parole. “Egli è soltanto rimasto a vegliare oltre la sua notte, per il nostro bene, durante tutto il suo lungo, lungo giorno –”
“Non so se ti ricordi di questo”, disse il professor Quirrell, la sua voce noncurante, “ma ricordi quel giorno nel tuo ufficio con Tom Riddle? Quello in cui io ti pregai, in cui mi misi in ginocchio e ti pregai, di presentarmi a Nicholas Flamel in modo da potergli chiedere di diventare suo apprendista, allo scopo di creare, un giorno, una Pietra filosofale per me? Quello fu il mio ultimo tentativo di essere una persona buona, se sei curioso. Mi dicesti di no, e mi facesti una lezione su quanto fosse immorale aver paura della morte. Me ne andai dal tuo ufficio amareggiato e infuriato. Ragionai che se mi si doveva in ogni caso definire malvagio, solo perché non volevo morire, allora tanto valeva essere malvagio; e un mese dopo uccisi Abigail Myrtle per perseguire l’immortalità con altri mezzi. Anche quando seppi qualcosa di più di Flamel, rimasi piuttosto seccato per la tua ipocrisia; e per questa ragione tormentai te e i tuoi più di quanto avrei altrimenti fatto. Ho spesso sentito che tu dovessi saperlo, ma non abbiamo mai avuto un’opportunità di parlare con franchezza.”
“Mi rifiuto”, disse Albus Silente, il cui sguardo non vacillò. “Non accetto la minima parte di responsabilità per ciò che sei diventato. Questo risultato è stato, per intero, tuo e delle tue decisioni.”
“Non sono sorpreso di sentirtelo dire”, rispose il professor Quirrell. “Bene, ora sono curioso di sapere quali responsabilità accetti, invece. Hai accesso a qualche insolito potere di Divinazione; questo l’ho dedotto tempo fa. Hai fatto troppe mosse insensate, e i percorsi attraverso i quali esse hanno funzionato in tuo favore sono stati troppo grotteschi. Allora dimmelo. Eri stato preavvertito del risultato, quella notte della Vigilia di Ognissanti quando fui sconfitto per un certo tempo?”
“Sapevo”, disse Albus Silente, la sua voce grave e fredda. “Per quello, io accetto la responsabilità, cosa che tu non comprenderai mai.”
“Hai fatto in modo che Severus Snape udisse la Profezia che portò a me.”
“Ho permesso che accadesse”, disse Albus Silente.
“Ed eccomi là, tutto eccitato per aver infine ottenuto la mia personale premonizione.” Il professor Quirrell scosse la testa, come per la tristezza. “Così il grande eroe Silente sacrificò le sue inconsapevoli pedine, Lily e James Potter, solo per esiliarmi per pochi anni.”
Gli occhi di Albus Silente erano simili a pietre. “James e Lily sarebbero andati volentieri incontro alla morte, se avessero saputo.”
“E il bambino?” disse il professor Quirrell. “Per qualche motivo dubito che i Potter sarebbero stati così entusiasti di lasciarlo lungo il sentiero di Tu-Sai-Chi.”
Si sarebbe potuto notare con difficoltà il sussulto. “Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto ne venne fuori abbastanza bene. Hai provato a trasformarlo in te stesso, giusto? Invece ti sei trasformato in un cadavere, e Harry Potter divenne il mago che tu saresti dovuto essere.” Ora c’era qualcosa di simile al solito Silente dietro gli occhiali a mezzaluna, un piccolo scintillio in quegli occhi. “Tutta la gelida genialità di Tom Riddle, addomesticata al servizio del calore e dell’amore di James e Lily. Mi chiedo come ti sia sentito quando hai visto cosa Tom Riddle sarebbe potuto diventare, se fosse cresciuto in una famiglia amorevole.”
Le labbra del professor Quirrell si contrassero. “Ero sorpreso, turbato persino, dalle profondità abissali dell’ingenuità del signor Potter.”
“Suppongo che l’umorismo della situazione sia andato sprecato con te.” Fu allora, infine, che Albus Silente sorrise. “Quanto risi quando lo compresi! Quando vidi che avevi creato un Voldemort Buono per opporsi a quello malvagio – ah, quanto risi! Non ho mai avuto la stoffa per il mio ruolo, ma Harry Potter ne sarà più che all’altezza, quando giungerà alla pienezza del suo potere.” Il sorriso di Albus Silente scomparve. “Sebbene supponga che Harry dovrà trovare qualche altro Signore Oscuro da sconfiggere per ottenerlo, poiché tu non sarai presente.”
“Ah, sì. Quello.” Il professor Quirrell fece il gesto di allontanarsi dallo Specchio, e sembrò fermarsi proprio prima di raggiunger il punto in cui lo Specchio non l’avrebbe più riflesso, se l’avesse riflesso. “Interessante.”
Il sorriso di Silente era più freddo, ora. “No, Tom. Tu non andrai da nessuna parte.”
Il professor Quirrell annuì. “Cos’hai fatto, esattamente?”
“Hai rinnegato la morte”, disse Silente, “e se distruggo il tuo corpo, il tuo spirito si limiterebbe a tornare, come un animale ottuso che non può capire che lo stanno mandando via. Così ti sto spedendo fuori dal Tempo, a un istante congelato dal quale né io né qualcun altro può farti tornare. Forse Harry Potter sarà in grado di recuperarti un giorno, se la profezia dice la verità. Potrebbe desiderare discutere con te semplicemente di chi sia la colpa per la morte dei suoi genitori. Per te sarà solo un istante – se mai tornerai. Ad ogni modo, Tom, ti faccio i miei auguri.”
“Uhm”, fece il professor Quirrell. Il Professore di Difesa aveva camminato fino al punto in cui si trovava Harry, che guardava muto e con qualcoa di simile all’orrore, solo per fermarsi nuovamente all’estremità dello specchio. “Come sospettavo. Stai usando l’antico metodo di imprigionamento di Merlino, quello che la storia di Topherius Chang chiama il Processo dell’Eterno. Se la leggenda dice la verità, neppure tu puoi fermare questo processo, ora che è stato messo in moto da così tanto tempo.”
“Infatti”, disse Albus Silente. Ma i suoi occhi erano improvvisamente diffidenti.
E Harry, dal punto in cui si trovava, proprio davanti e alla destra della porta, attendendo in silenzio e in terrore controllato, la poté percepire nell’aria; poté percepire la sensazione di una presenza che si stava raccogliendo all’interno del campo dello Specchio. Qualcosa di più alieno della magia, tutto era incomprensibile a suo riguardo eccetto per il fatto che fosse strano e per il fatto che fosse potente. Era stata lenta ma ora stava montando più velocemente, quella presenza.
“Ma potresti ancora invertire l’effetto, se il racconto di Chang è vero”, disse il professor Quirrell. “La maggior parte dei poteri dello Specchio sono bidirezionali, secondo la leggenda. Così puoi bandire ciò che è dall’altra parte dello Specchio, invece. Mandare te stesso, invece di me, in quell’istante congelato. Se volessi farlo, ovviamente.”
“E perché dovrei farlo?” la voce di Albus Silente era contratta. “Suppongo che tu stia per dirmi che hai preso degli ostaggi, vero? Questo è stato inutile, Tom, sei un folle! Un emerito folle! Avresti dovuto sapere che non ti avrei dato nulla per nessun ostaggio che tu possa aver preso.”
“Sei sempre stato un passo troppo lento”, disse il professor Quirrell. “Permettimi di presentarti il mio ostaggio.”
Un’altra presenza invase l’aria attorno a Harry, una sensazione strisciante su tutta la sua pelle mentre un’altra magia di Tom Riddle passava molto vicina alla sua pelle. Il Mantello dell’Invisibilità gli fu strappato via, e il Mantello nero lucciante volò via lontano da lui, per l’aria.
Il professor Quirrell lo prese, e se lo drappeggiò addosso con agilità; in meno di un secondo si era tirato giù sulla testa il cappuccio del Mantello, ed era scomparso. Albus Silente vacillò, come se qualche sostegno essenziale gli fosse stato tolto.
“Harry Potter”, disse il Preside col respiro mozzato. “Cosa ci fai qui?
Harry fissò l’immagine di Albus Silente, sul cui volto un turbamento assoluto e un’indignazione assoluta combattevano una guerra.
The guilt and the shame were too much, too much, hitting Harry all at once, and he could feel the incomprehensible presence around him rising to a peak. Harry knew without words that there was no time left, and that he was done.
La colpa e la vergogna erano troppe, troppe, colpirono Harry tutte insieme, ed egli poté percepire l’incomprensibile presenza attorno a lui che montava fino a un massimo. Harry seppe senza parole che non era rimasto molto tempo, e che per lui era finita.
“È colpa mia”, disse Harry con una voce minuscola, da qualunque parte di lui avesse preso il controllo della sua gola in quell’estremo finale. “Sono stato stupido. Sono sempre stato stupido. Non deve salvarmi. Arrivederci.”
“Ehi, guarda là”, cinguettò il professor Quirrell dall’aria vuota, “sembra che io non abbia più un riflesso.”
“No”, disse Albus Silente. “No, no, no!”
Nella mano di Albus Silente volò, dalla sua manica, la sua lunga bacchetta grigio scuro, e nella sua altra amano, come se uscisse dal nulla, comparve un corto bastone di pietra scura.
Albus Silente le gettò via entrambe con violenza, proprio mentre la crescente sensazione di potere sorse fino a un picco insopportabile, e poi scomparve.
Lo Specchio tornò a restituire l’ordinario riflesso di una stanza di pietra bianca e illuminata d’oro, senza alcuna traccia di dove Albus Silente era stato.

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