Capitolo 112 Fallimento, parte II

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Proprio mentre Harry stava sollevando la pistola, aveva saputo che stava facendo un errore, il suo prosencefalo lo capì e cercò di fermare la sua mano, ma in qualche modo quella nauseante certezza non si propagò abbastanza velocemente da impedire al suo dito di tirare il grilletto –
L’eco dei colpi si spense all’interno del cimitero.
Una frazione di secondo prima che Harry avesse premuto il grilletto, Voldemort aveva mosso velocemente la bacchetta verso il basso, e un ampio muro di terra era sorto fra di loro dal terreno del cimitero, intercettando tutti e tre i proiettili.
Un istante dopo di ciò, il dolore era divampato nella cicatrice di Harry, una sensazione strisciante si era avvicinata alla sua pelle; e poi la borsa di Harry, i vestiti, la pistola, tutto tranne la sua bacchetta erano scomparsi, lasciandolo nudo a eccezione della bacchetta ancora nella mano destra, e gli occhiali che aveva incantato perché rimanessero incollati al suo naso. L’anello d’acciaio al suo mignolo sinistro era stato sfilato tanto bruscamente da graffiare la pelle, portando con sé il gioiello Trasfigurato.
“Quello”, disse la voce di Voldemort da dietro il muro di terra, “era assolutamente prevedibile. Pensa davvero che lo griderei ad alta voce in modo che lei lo senta, se la mia immortalità potesse essere interrotta? Davvero, stupido bambino? Abbassi la bacchetta, non la alzi mai più, o morrà sul posto.”
Harry deglutì, e puntò la bacchetta verso il basso. “Sarebbe stato deluso di me”, disse Harry, la sua voce ora insolitamente acuta, “se avessi perso un’occasione del genere, voglio dire.” Non c’era tempo per pensare, e la bocca di Harry stava operando col pilota automatico per cercare di placare un signore malvagio che avrebbe potuto avere sentimenti paterni per te e il cui assassinio avevi appena fallito.
Voldemort uscì da dietro il muro di terra, mostrando quel sorriso orribile che sembrava contenere troppi denti. “Avevo promesso di non sollevare la mia mano o la mia bacchetta contro di lei, bambino, se lei non avesse sollevato la sua mano o la sua bacchetta contro di me.”
“Ho usato dei proiettili”, disse Harry, la sua voce ancora acuta. “Non sono un pugno o un incantesimo.”
“La mia maledizione la pensa diversamente. Questo è il pezzo del rompicapo che lei non ha compreso. Pensava che avrei lasciato la pace tra noi alla mera fortuna? Prima di creare lei, ho invocato una maledizione su di me e su tutti gli altri Tom Riddle che sarebbero discesi da me. Una maledizione per imporre che nessuno di noi avrebbe minacciato l’immortalità degli altri, fintanto che l’altro non facesse alcun tentativo contro la nostra. Tipico di tale ridicolo fiasco, la maledizione sembra aver finito per vincolare me, ma non aver avuto alcuna presa sull’infante dall’io così perduto.” Una bassa e letale risatina. “Ma hai tentato di mettere fine a mia vita proprio adessso, sstupido bambino. Ora maledizione è invalida, e possso ucciderti non appena lo dessidero.
“Capisco”, disse Harry. Capiva realmente; quello era il motivo per cui Voldemort gli aveva parlato del suo sistema di horcrux fin dall’inizio, solo per preparare il momento in cui Harry avrebbe coscientemente cercato di violare la sua immortalità. La mente di Harry stava freneticamente producendo in serie delle opzioni, nessuna delle quali sembrava utile. La sua borsa, le sue vesti, alla luce lunare Harry vide che ora giacevano tutte in un altro mucchio vicino all’altare, fuori portata. “E ora mi uccide?” Harry aveva ancora la sua bacchetta, presumibilmente il Signore Oscuro non poteva lanciare la propria magia su di essa, o sui suoi occhiali, a causa della discordanza. Lanciare la mia magia per primo? No, Voldemort si limiterebbe a sferzare la propria bacchetta verso il basso per creare un altro scudo, e poi mi sparerebbe – quale altra opzione c’è? Quale altra?
“Comunque uno stupido. Se non vi fossero ancora delle faccende aperte tra di noi, l’avrei già uccisa.” Il muro di terra crollò in risposta a un altro gesto della bacchetta, e Voldemort si mosse agilmente all’indietro verso il mucchio di oggetti vicino all’altare. Il Signore Oscuro protese una mano, e il diario di Ruggero Bacone volò verso di lui. “Quessto è, in verità, horcrux di ragazza-bambino, mia verssione ssuperiore.” Nell’altra mano apparve una pergamena. “Quessto è rituale per farla rissorgere, se dovessse esssere fatto ancora. Isstruzioni ssono onesste, nesssuna trappola. Ricorda che sspirito di ragazza-bambino non può fluttuare libero come fantassma, Pietra di Rissurrezione è mio horcrux, non ssuo. Non perdere ssuo horcrux, o ssuo sspirito potrebbe resstare intrappolato in ssuo interno.” Voldemort protese la mano verso il basso, raccolse la borsa di Harry, e vi mise dentro sia il diario sia la pergamena. “Ricorda quessto, in casso qualcossa vada sstorto con prosssime mossse.
“Non capisco cosa stia succedendo”, disse Harry. Non era rimasto nient’altro. “Per favore me lo spieghi.”
Il Signore Oscuro stava ora osservando Harry con un’espressione severa. “Quando ragazza-bambina è morta, ero in compagnia di Veggente di sscuola, ho ssentito pronunciare profezia che tu ssaresti diventato forza di vassta disstruzione. Ssaresti diventato minaccia oltre ogni immaginazione, oltre apocalissse. Quessta è ragione per cui ho fatto tutto posssibile per dissfare mia uccissione di ragazza-bambino, e per farla resstare dissfatta.
“È”, che cosa “è sicuro”, che cosa.
Non osso rivelare dettagli a te. Profezia che io ho udito ssu di me mi ha portato a realizzarla. Non ho dimenticato quel dissasstro.” Voldemort arretrò ulteriormente rispetto a Harry, gli occhi rossi a fessura fissi sul Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, la pistola salda nella mano sinistra. “Tutto quessto, tutto ciò che ho fatto, è per disstruggere quel desstino in qualunque punto di posssibile intervento. Sse qualche fato mi farà fallire in ciò che ssta per avvenire, idiota-bambino di previssta disstruzione, allora dovrai ucciderti per ssalvare ragazza-bambino. Altrimenti tutto ciò a cui dici di tenere morirà per tua sstesssa mano.
“Io”, la voce di Harry salì di un’altra ottava, “io”, un’altra ottava, “davvero davvero non lo farei, sul serio!
Ssilenzio, ssciocco. Ressta in ssilenzio a meno che non ti dia permessso di parlare. Tieni tua bacchetta puntata ssu terreno e non alzarla sse non te lo dico io. Altrimenti muori ssu possto, e nota che lo dico in Sserpentesse.” Voldemort protese la mano nuovamente verso l’altare.
Per un secondo la mente di Harry non poté elaborare ciò che stava vedendo, e poi vide che Voldemort stava reggendo un braccio umano, staccato vicino alla spalla; sembrava troppo magro, quel braccio.
Il Signore Oscuro premette la bacchetta sulla carne al di sopra del gomito del braccio staccato, e le dita si contrassero, si contrassero come se fossero state vive; alla fioca luce lunare Harry vide un segno più scuro apparire su quella carne, proprio al di sopra del gomito.
Alcuni secondi dopo la prima figura incappucciata apparve all’interno del cimitero col suono scoppiettante di una Materializzazione. Un momento dopo giunse un altro scoppiettio, e poi un altro.
Le figure incappucciate indossavano maschere d’argento a forma di teschio, e la luce lunare fuggiva le vesti al di sotto di esse.
“Padrone!” gridò una delle vesti nere, la terza ad arrivare. La voce aveva un timbro peculiare, dietro la maschera d’argento a forma di teschio. “Maestro – è passato così tanto tempo – avevamo perso la speranza –”
“Silenzio!” gridò la voce acuta del Signore Oscuro Voldemort. Ogni traccia del professor Quirrell era ormai scomparsa da quella figura troppo alta. “Punta la tua bacchetta sul Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, e sorveglialo! Non farti distrarre, da niente! Stordiscilo immediatamente se si muove, se inizia a parlare!”
Altri scoppiettii. Tra le lapidi, dietro un albero, in ogni spazio ombroso, altre vesti nere si stavano Materializzando, tutte incappucciate e mascherate. Alcune di loro espressero esclamazioni di gioia, molte delle quali risuonarono piuttosto forzate; altre avanzarono come per salutare il loro Padrone. Voldemort diede tutte loro la stessa istruzione, eccetto che ad alcune fu ordinato di lanciare un Cruciatus su Harry Potter se avesse parlato, ad altre di trattenerlo se si fosse mosso, ad altre di lanciare fatture e maledizioni, ad altre di annullare la sua magia.
Trentasette scoppiettii Harry contò prima che le vesti nere e le maschere a forma di teschio sembrassero smettere di arrivare.
Tutte loro stavano ormai puntando le loro bacchette contro Harry, allineate in un semicerchio davanti a lui, in modo da non disporsi ciascuno nella linea di tiro degli altri.
Harry continuava a puntare la propria bacchetta verso il basso, in quanto gli era stato detto che, se avesse provato a sollevarla, sarebbe morto. Restò silenzioso, in quanto gli era stato detto che se avesse provato a parlare, sarebbe morto. Cercò di non rabbrividire nella temperatura in diminuzione della notte, poiché era nudo, e stava facendo più freddo.
Sai, disse l’ultima voce all’interno di Harry, la voce della speranza, penso che questa situazione stia diventando piuttosto brutta anche secondo i miei standard.
Note e glossario

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