Capitolo 119 Qualcosa da proteggere: Albus Silente

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Harry era davanti ai gargoyle che facevano la guardia all’ufficio del Preside – no, della Preside. Era stato convocato dalla professoressa Sinistra, gli era stato detto che era un’emergenza, ma l’ingresso non si apriva per lui.
Un esperimento aveva mostrato che la Pietra rendeva permanente una Trasfigurazione ogni tre minuti e cinquantaquattro secondi, indipendentemente dalla dimensione dell’oggetto Trasfigurato. Solo una volta, reggendo la Pietra filosofale alla luce della torcia elettrica più potente che avesse in uno sgabuzzino altrimenti buio, Harry aveva pensato di aver visto un allineamento di minuscoli punti all’interno del pezzo di vetro cremisi; ma non era stato in grado di vederlo di nuovo, e ora sospettava di esserselo immaginato. La Pietra non aveva altri poteri che Harry potesse rilevare, né rispondeva ad alcun tentativo di comando mentale.
Harry si era dato fino a mezzogiorno dell’indomani per capire come iniziare a usare la Pietra senza che venisse presa da qualcun altro, cercando di non pensare a ciò che stava ancora accadendo, a ciò che era sempre accaduto, nel frattempo.
In ritardo di dieci minuti, arrivò Minerva McGonagall, muovendosi con passo veloce. Le sue braccia erano piene di carte, ed ella stava nuovamente indossando il Cappello Smistatore.
I gargoyle, con un breve suono di pietra che macina, si inchinarono profondamente davanti a lei.
“La nuova parola d’ordine è ‘Provvisorietà’”, disse Minerva ai gargoyle, ed essi si fecero da parte. “Sono dispiaciuta, signor Potter, sono stata trattenuta da –”
“Comprendo.”
Minerva impegnò la lunga scalinata a spirale, salendola invece di attendere di essere trasportata, Harry da presso dietro di lei.
“Ci stiamo incontrando con Amelia Bones, Direttrice del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica; con Alastor Moody, che ha conosciuto; e con Bartemius Crouch, Direttore del Dipartimento della Cooperazione Magica Internazionale”, disse Minerva mentre saliva. “Sono gli eredi di Silente tanto quanto lo siamo lei e io.”
“Come – come sta Hermione?” Harry non aveva avuto l’opportunità di chiederlo fino a quel momento.
“Filius ha detto che sembrava piuttosto scioccata, cosa che suppongo non sia sorprendente. Ha chiesto dove fosse lei, le è stato detto che era a una partita di Quidditch, ha chiesto dove fosse realmente, e si è rifiutata di parlare con chiunque a proposito di ciò che è accaduto finché non le fosse permesso di parlare con lei. È stata portata al St. Mungo’s, dove”, la Preside sembrava ora alquanto sconcertata, “un consueto Incantesimo di diagnosi ha mostrato che la signorina Granger è un sano unicorno in condizioni fisiche eccellenti se non per il fatto che la sua chioma ha bisogno di essere pettinata. Incantesimi per rilevare magia in atto l’hanno ogni volta riconosciuta come costantemente nell’atto di trasformarsi in un’altra forma. C’è stato un Indicibile che è apparso prima che Filius lo, ah, rimuovesse. Ha lanciato certi incantesimi che probabilmente non avrebbe dovuto conoscere, e ha dichiarato che l’anima di Hermione era in condizioni ottime ma almeno a un miglio di distanza dal suo corpo. A quel punto i guaritori anziani si sono arresi. Attualmente ella è sola in una cella con topi e mosche –”
“Cosa?”
“Mi scusi, signor Potter, è il gergo delle Trasfigurazioni. La signorina Granger è in una stanza di isolamento con una gabbia di topi addomesticati e una scatola di mosche che si riprodurranno in un solo giorno. La logica suggerisce che quale che sia il mistero sottostante la sua risurrezione, ha lasciato dietro di sé un’emanazione che sta spingendo gli incantesimi dei guaritori a dare risultati senza senso. Ma se non dovesse accadere nulla ai topi e alla nuova generazione di mosche, la signorina Granger sarà dichiarata sicura da far ritornare a Hogwarts quando si veglierà domani mattina.”
Harry non era ancora certo… non era per niente certo, di ciò che Hermione avrebbe pensato dell’essere stata fatta risorgere, quanto meno in quelle particolari circostanze. Non pensava davvero che Hermione lo avrebbe sgridato per aver fatto male. Quello era semplicemente il cervello di Harry che cercava di immaginarla come uno stereotipo. Harry si era sentito legittimamente sfinito e incapace di ragionare correttamente quando gli era venuta in mente quella storia di copertura, e Hermione avrebbe probabilmente capito quella parte. Ma non riusciva a immaginare cosa Hermione avrebbe pensato…
“Mi chiedo come si sentirà la signorina Granger riguardo all’aver sconfitto anche lei Tu-Sai-Chi”, disse Minerva pensierosa, salendo i gradini in movimento abbastanza velocemente che a Harry venne il fiatone a starle dietro. “E del fatto che la gente crede a cose molto interessanti sul suo conto.”
Forse non l’avrei dovuta sottoporre a tutto questo. Ma bisognava dare alla gente qualcosa a cui credere o solo il cielo sa cosa si sarebbero inventati. Sentirsi colpevoli per questo sarebbe stupido. Credo.
“Vuole dire, perché lei si è sempre auto-identificata come un normale genio scolastico, e ora un po’ di gente pensa a lei come alla Ragazza-Che-È-Risuscitata e tutti vogliono stringerle la mano?” chiese Harry. Anche se non ricorda di aver fatto nulla per meritarselo. Anche se è stato tutto lavoro di qualcun altro e sacrificio di altre persone, e lei ne sta ricevendo il merito. Anche se non sente di aver fatto qualcosa di realmente degno del modo in cui le altre persone la trattano, e non è sicura se potrà mai essere all’altezza della persona che loro immaginano. “Cavolo, non so, non riesco a immaginare cosa si provi.”
Raggiunsero entrambi la sommità della scalinata, ed entrarono nell’ufficio pieno di dozzine di strani oggetti, tutti rivolti verso una grande scrivania e un possente trono dietro di essa.
La mano di Minerva passò su uno di quegli oggetti, quello con le oscigliatrici dorate, i suoi occhi si chiusero brevemente. Minerva si tolse il Cappello Smistatore e lo mise su di una cappelliera che reggeva tre pantofole per piede sinistro. Trasformò il possente trono in una semplice sedia imbottita e la grande scrivania in una tavola rotonda, attorno alla quale spuntarono altre quattro sedie.
Harry osservò tutto ciò con uno strano groppo in gola. Sapeva, senza che nessuno di loro due avesse detto nulla, che ci sarebbe dovuta essere più cerimonia per il cambiamento delle sedie, per il cambiamento del tavolo. Molta più cerimonia, per la prima volta che la Preside si sedeva nel suo nuovo ufficio. Ma qualunque fosse la ragione, non c’era tempo, e Minerva McGonagall stava mettendo tutto da parte per fare prima.
Un’oscillazione della bacchetta di Minerva accese la Metropolvere nel camino, proprio mentre ella si sedeva sulla sedia che era stata di Silente.
Harry scelse silenziosamente una delle sedie attorno al tavolo, sedendosi alla sinistra di Minerva.
Quasi immediatamente, la Metropolvere divampò smeraldina e fece spuntar fuori in un mulinello Alastor Moody, che piroettò con la bacchetta alzata, scandagliando l’intera stanza apparentemente con uno sguardo solo, e poi puntò la sua bacchetta direttamente contro Harry e disse “Avada Kedavra.”
Era accaduto così velocemente, e l’aveva colto talmente di sorpresa, che la bacchetta di Harry non era neppure alzata a metà quando Alastor Moody ebbe terminato l’incantamento.
“Giusto per sicurezza”, disse Alastor alla Preside, la cui bacchetta era ora puntata contro di lui, la sua bocca aperta come per pronunciare parole che ella non riusciva trovare. “Voldie avrebbe tentato di schivare, se avesse preso possesso del corpo del ragazzo la notte scorsa. Ho ancora bisogno di controllare la ragazza Granger, comunque.” Alastor Moody andò alla destra di Minerva e si sedette.
Harry aveva pensato, in quella frazione di secondo, di provare a generare senza parole un bagliore Patronus argenteo con la bacchetta; ma questa non era stata in posizione in tempo per intercettare, neppure lontanamente.
Beh, se prima mi stavo sentendo invincibile, questo mi mette al mio posto. Che preziosa lezione di vita, signor Moody.
Poi la Metropolvere divampò nuovamente verde, e sputò fuori la più vecchia, arcigna e dura strega che Harry avesse mai visto, come carne essiccata a cui fosse stata data forma umana. La vecchia strega non aveva la bacchetta in mano, ma proiettava un’aria di autorevolezza che era più forte e severa di quella di Silente.
“Questa è la direttrice Amelia Bones, signor Potter”, disse la preside McGonagall, che aveva riacquistato la propria compostezza. “Stiamo ancora aspettando il direttore Crouch –”
“Il cadavere di Bartemius Crouch junior è stato identificato tra i Mangiamorte deceduti”, disse l’anziana strega senza preambolo, mentre continuava a dirigersi verso le sedie. “Ci ha presi completamente alla sprovvista, e temo che Bartemius sia in profondo lutto, per entrambe le ragioni. Oggi non sarà con noi.”
Harry tenne dentro di sé il proprio sussulto.
Amelia Bones si accomodò in una sedia, alla destra di Moody.
“Preside McGonagall”, disse l’anziana strega, di nuovo senza esitazione o pausa, “la Linea Ininterrotta di Merlino, che Silente ha lasciato a me in reggenza, non sta rispondendo alla mia mano. Il Wizengamot deve avere uno Stregone Capo che sia degno di fiducia, subito; diverse questioni sono in cambiamento continuo in Gran Bretagna. Devo sapere ciò che Silente ha fatto, immediatamente!”
“Cacchio”, mormorò Moody. Il suo mal’occhio stava ruotando impazzito. “Non va bene, non va bene per niente.”
“Sì, bene”, disse Minerva McGonagall, che sembrava piuttosto ansiosa. “Non posso dirlo con certezza. Albus – bene, chiaramente aveva avuto qualche indizio che sarebbe potuto non sopravvivere a questa guerra. Ma non penso che si aspettasse che la signorina Granger tornasse indietro dai morti e uccidesse Voldemort solo qualche ora dopo. Non penso che Albus se l’aspettasse affatto. Non sono proprio certa di come funzioneranno ora le sue disposizioni –”
Amelia Bones si alzò a metà dalla sedia. “Vuole lasciar intendere che la ragazza Granger potrebbe aver ereditato la Linea Ininterrotta di Merlino? Questa è una catastrofe! Ha dodici anni, non è stata messa alla prova – certamente Albus non sarebbe stato così irresponsabile da lasciare la Linea a chiunque avesse avuto la ventura di sconfiggere Voldemort senza sapere chi!
“Beh, semplificando”, disse Minerva. Le sue dita squadrarono le pratiche che si era portata dietro, e che ora giacevano sul tavolo. “Albus pensava di sapere chi avrebbe sconfitto Voldemort. C’era una profezia a riguardo, una verificata, che ora sembra in quiescenza, o – non lo so, Madam Bones! Ho una lettera per il signor Potter che devo dargli nell’eventualità della morte o altra dipartita di Albus, e poi un’altra lettera che Albus disse che il signor Potter sarebbe stato in grado di aprire solo dopo che avesse sconfitto Voldemort. Non sono sicura di ciò che accadrà ora. Forse la signorina Granger sarà in grado di aprirla, o forse non potrà mai essere aperta –”
“Aspettate”, disse Malocchio Moody. Infilò la mano nelle sue vesti, ed estrasse una bacchetta lunga, grigia e nodosa che Harry riconobbe; era la bacchetta di Silente, di una forma e uno stile dissimili da qualunque altra bacchetta dentro Hogwarts. Moody depose la bacchetta sul tavolo. “Prima di procedere oltre, Albus mi ha lasciato un paio di istruzioni. Raccogli la bacchetta, ragazzo.”
Harry esitò, pensando.
Albus Silente si è sacrificato per me. Si fidava di Moody. Probabilmente questa non è una trappola.
Poi Harry iniziò ad allungare la mano per prendere la bacchetta.
Essa saltò su e volò attraverso il tavolo, nella mano di Harry. E nel momento in cui le dita di Harry strinsero l’impugnatura, fu come se sentisse una canzone, un peana di gloria e battaglia che risuonava nella sua mente. Un’onda di fuoco bianco scorse lungo l’impugnatura e sopra il legno, amplificandosi mentre si muoveva, esplodendo dalla punta in un eccezionale getto di scintille. Attraverso il legno sotto le sue dita scorreva una sensazione di forza e di pericolo controllato, come un lupo alla catena.
Harry stava anche ricevendo l’impressione di un distinto scetticismo, come se la bacchetta avesse un qualche livello di consapevolezza, e si stesse chiedendo come diavolo fosse finita impugnata da uno studente del primo anno di Hogwarts.
“Già”, disse Malocchio Moody a quegli sguardi confusi. “Così non è stata la signorina Granger a sconfiggere Voldie, allora. Non ci avevo creduto.”
“Cosa.” Amelia Bones pronunciò la parola inespressivamente.
Malocchio Moody le rivolse un cenno rispettoso. “Albus disse che questa bacchetta va a chi batte il suo padrone precedente. La strappò al vecchio Grindie, lui. Poi Voldie ha battuto Albus, ieri. È necessario che lo dica esplicitamente, Amelia?”
Amelia Bones stava fissando Harry, la sua bocca spalancata.
“Questo potrebbe non essere corretto”, disse Harry. Mandò giù un altro groppo di quel tremendo senso di colpa. “Cioè, Voldemort mi ha usato come ostaggio perché io, sono stato stupido, e Silente si è consegnato per salvare me, forse la bacchetta pensa che questo conti come se io avessi battuto Silente. Uhm, in effetti ho battuto Voldemort, però. L’ho sconfitto. Ma penso che sia meglio che nessuno abbia la minima idea che io fossi là.”
Bip. Tic. Uirr. Ding. Put.
Quello deve aver richiesto un qualche sforzo”, disse Malocchio. L’uomo coperto di cicatrici inclinò lentamente la testa, un gesto di profondo rispetto. “Non sentirti in colpa per aver perso Albus e David e Flamel, figliolo, indipendentemente da quanto tu sia stato stupido. Alla fine hai vinto. Tutti noi insieme non ci siamo mai riusciti. Solo per sicurezza, figliolo, tu e David avete distrutto anche l’horcrux di Voldie? E sei certo che fosse quello vero?”
Harry esitò, soppesando le probabili conseguenze della fiducia, i possibili disastri del silenzio, e poi scosse la testa in risposta a Moody. Aveva deciso di parlare almeno a McGonagall di ciò che si trovava ora all’interno della sua scuola, comunque. “Voldemort aveva… parecchi horcrux, in effetti. Così invece l’ho Obliato della maggior parte dei suoi ricordi, e poi l’ho Trasfigurato in questo.” Harry alzò la mano, e indicò silenziosamente lo smeraldo sul suo anello.
Splat. Boing. Splat. Splat.
“Uh”, fece Moody, appoggiandosi nuovamente allo schienale. “Minerva e io metteremo alcuni allarmi e incantesimi su quel tuo anello, figliolo, se non ti dispiace. Giusto nel caso in cui un giorno dovessi dimenticarti di mantenere la tua Trasfigurazione. E non andare a dare la caccia a qualche altro Mago Oscuro, mai, limitati a vivere una vita tranquilla e pacifica.” L’uomo coperto di cicatrici prese un fazzoletto e asciugò le perle di sudore che erano apparse sulla sua fronte. “Ma ben fatto, ragazzo, sia tu sia David, che egli possa riposare in pace. Questa è stata una sua idea, giusto? Ben fatto, dico io.”
“Infatti”, disse Amelia Bones, che aveva ormai riguadagnato la sua compostezza. “Tutti noi abbiamo verso voi due un gigantesco debito di gratitudine. Ma ripeto ancora una volta che c’è una faccenda urgente che riguarda la Linea Ininterrotta di Merlino.”
“Io ritengo”, disse lentamente Minerva McGonagall, “che sia meglio che dia le lettere di Albus al signor Potter, proprio ora.” Sulla sommità della sua pila di fogli si trovava ora una busta di pergamena, e un rotolo di pergamena avvolto e sigillato con un nastro grigio.
La Preside diede a Harry la busta, come prima cosa, e Harry l’aprì.

Se stai leggendo questo, Harry Potter, allora io sono caduto per mano di Voldemort, e l’impresa ora giace nelle tue mani.
Per quanto possa sconvolgerti venire a conoscenza di ciò, questa è la fine che in cuor mio ho desiderato che venisse a compimento. Poiché mentre scrivo questo, appare ancora possibile che Voldemort possa cadere per mano mia. E poi, col tempo, io stesso diventerò l’oscurità che tu dovrai superare, per giungere nella pienezza del tuo potere. Poiché una volta fu detto che potrai aver bisogno di sollevare la tua mano contro il tuo mentore, colui che ti ha fatto, che tu amavi; fu detto che potresti essere la mia rovina. Se stai leggendo queste parole, allora tutto ciò non è mai giunto a compimento, e ne sono lieto.
Anche così, Harry, vorrei risparmiartela, la lotta solitaria contro Voldemort. Scrivo questo, votandomi a tenerti a riparo il più a lungo che mi sia possibile, non importa quale sia il prezzo finale per me stesso. Ma se avessi fallito, allora sappi che ne sono lieto, a mio egoistico modo.
Con la mia dipartita, non è rimasto nessun altro a opporsi a Voldemort da pari a pari eccetto te. La sua ombra cadrà lunga e terribile sulla Gran Bretagna magica, e molti soffriranno e morranno per essa. Quell’ombra non si solleverà finché non distruggerai la sua origine, finché non purificherai il cuore dell’oscurità. Come dovrai farlo, io non lo so. Se Voldemort non conosce il potere che impugni, neppure io lo conosco. Devi trovare quel potere dentro di te, devi imparare a brandirlo, devi diventare il giudice finale di Voldemort, e ti imploro di non compiere l’errore di mostrargli pietà.
La mia bacchetta, che ti ho lasciato in custodia di Moody, non devi osare brandire contro Voldemort. Poiché quando il padrone di quella bacchetta è sconfitto, essa passa a sua volta al vincitore. Quando avrai sconfitto il mio vincitore, allora la bacchetta risponderà davvero alla tua mano; ma se cercherai di puntarla contro Voldemort prima di allora, essa ti tradirà certamente. Tienila lontano dalla stretta di Voldemort a ogni costo. Dovrei suggerirti di non impugnare affatto quella bacchetta, eppure è uno strumento di grande potere, di cui potresti aver bisogno in qualche caso disperato. Ma se la impugni devi temere il suo tradimento in ogni momento.
In mia assenza, il Wizengamot cadrà inevitabilmente in mano a Malfoy. Ho trasmesso a te la Linea Ininterrotta di Merlino, con Amelia Bones come tua reggente, finché non diventerai maggiorenne od otterrai il tuo potere. Ma ella non può opporsi a Malfoy a lungo, non con me scomparso e Voldemort ritornato a consigliarlo. Presto, ritengo, il Ministero cadrà, e Hogwarts diventerà l’ultima fortezza. A Minerva ho lasciato le chiavi di Hogwarts, ma tu solo ne sei il principe, ed ella ti aiuterà in qualunque modo potrà.
Ora Alastor comanda l’Ordine della Fenice. Presta molta attenzione alle sue parole, sia ai suoi consigli sia alle sue confidenze. È uno dei rimpianti più grandi della mia vita il non aver ascoltato Alastor più frequentemente e più presto.
Che tu sconfiggerai infine Voldemort, io non ho dubbi.
Poiché quello sarà solo l’inizio del destino della tua vita. Anche di questo sono certo.
Quando avrai sconfitto Voldemort, quando avrai salvato questo paese, allora, spero, potrai avventurarti verso il vero significato dei tuoi giorni.
Allora affrettati a iniziare.
Tuo in morte (o in quello che è),
Silente.
P.S. Le parole d’ordine sono ‘il prezzo della fenice’, ‘il fato della fenice’, e ‘l’uovo della fenice’, pronunciate dentro il mio ufficio. Minerva può spostare quelle stanze là dove ti sarà più facile raggiungerle.

Harry ripiegò la pergamena e la rimise dentro la busta, pensierosamente corrucciato, poi prese dalla Preside il rotolo col nastro grigio. Quando la lunga bacchetta grigia in mano a Harry toccò il nastro, esso cadde immediatamente; e Harry srotolò il rotolo, e lo lesse.

Caro Harry James Potter-Evans-Verres:
se stai leggendo questo messaggio, hai sconfitto Voldemort.
Congratulazioni.
Spero che tu abbia avuto un po’ di tempo per festeggiare prima di aprire questo rotolo, perché le notizie al suo interno non sono allegre.
Durante la Prima guerra dei maghi, giunse un momento in cui compresi che Voldemort stava vincendo, che presto avrebbe avuto ogni cosa in suo pugno.
In quel momento estremo, andai al Dipartimento dei Misteri e invocai una parola d’accesso che non era mai stata pronunciata nella storia della Linea Ininterrotta di Merlino, feci una cosa proibita eppure non completamente proibita.
Ascoltai ogni profezia che era stata registrata.
E così venni a sapere che i miei problemi erano ben più gravi di Voldemort.
Da alcuni veggenti e sensitivi era provenuto un coro sempre più forte di pronostici secondo cui questo mondo è condannato alla distruzione.
E tu, Harry James Potter-Evans-Verres, sei uno di coloro profetizzati a distruggerlo.
In mia assenza, il Wizengamot cadrà inevitabilmente in mano a Malfoy. Ho trasmesso a te la Linea Ininterrotta di Merlino, con Amelia Bones come tua reggente, finché non diventerai maggiorenne od otterrai il tuo potere. Ma ella non può opporsi a Malfoy a lungo, non con me scomparso e Voldemort ritornato a consigliarlo. Presto, ritengo, il Ministero cadrà, e Hogwarts diventerà l’ultima fortezza. A Minerva ho lasciato le chiavi di Hogwarts, ma tu solo ne sei il principe, ed ella ti aiuterà in qualunque modo potrà.
Ora Alastor comanda l’Ordine della Fenice. Presta molta attenzione alle sue parole, sia ai suoi consigli sia alle sue confidenze. È uno dei rimpianti più grandi della mia vita il non aver ascoltato Alastor più frequentemente e più presto.
Che tu sconfiggerai infine Voldemort, io non ho dubbi.
Poiché quello sarà solo l’inizio del destino della tua vita. Anche di questo sono certo.
Quando avrai sconfitto Voldemort, quando avrai salvato questo paese, allora, spero, potrai avventurarti verso il vero significato dei tuoi giorni.
Allora affrettati a iniziare.
Tuo in morte (o in quello che è),
Silente.
P.S. Le parole d’ordine sono ‘il prezzo della fenice’, ‘il fato della fenice’, e ‘l’uovo della fenice’, pronunciate dentro il mio ufficio. Minerva può spostare quelle stanze là dove ti sarà più facile raggiungerle.

Harry ripiegò la pergamena e la rimise dentro la busta, pensierosamente corrucciato, poi prese dalla Preside il rotolo col nastro grigio. Quando la lunga bacchetta grigia in mano a Harry toccò il nastro, esso cadde immediatamente; e Harry srotolò il rotolo, e lo lesse.

Caro Harry James Potter-Evans-Verres:
se stai leggendo questo messaggio, hai sconfitto Voldemort.
Congratulazioni.
Spero che tu abbia avuto un po’ di tempo per festeggiare prima di aprire questo rotolo, perché le notizie al suo interno non sono allegre.
Durante la Prima guerra dei maghi, giunse un momento in cui compresi che Voldemort stava vincendo, che presto avrebbe avuto ogni cosa in suo pugno.
In quel momento estremo, andai al Dipartimento dei Misteri e invocai una parola d’accesso che non era mai stata pronunciata nella storia della Linea Ininterrotta di Merlino, feci una cosa proibita eppure non completamente proibita.
Ascoltai ogni profezia che era stata registrata.
E così venni a sapere che i miei problemi erano ben più gravi di Voldemort.
Da alcuni veggenti e sensitivi era provenuto un coro sempre più forte di pronostici secondo cui questo mondo è condannato alla distruzione.
E tu, Harry James Potter-Evans-Verres, sei uno di coloro profetizzati a distruggerlo.
Secondo giustizia, avrei dovuto porre fine alla tua linea delle possibilità, impedirti di nascere mai, così come feci del mio meglio per porre fine a tutte le altre possibilità che appresi in quel giorno di terribile consapevolezza.
Eppure nel tuo caso, Harry, e solo nel tuo caso, le profezie della tua apocalisse hanno delle scappatoie, sebbene quelle scappatoie siano molto flebili.
Sempre ‘egli porrà fine al mondo’, non ‘egli porrà fine alla vita’.
Anche quando fu detto che avresti fatto a pezzi le stesse stelle nel cielo, non fu detto che avresti fatto a pezzi le persone.
E così, essendo chiaro che questo mondo non sia fatto per durare, ho scommesso letteralmente tutto su di te, Harry James Potter-Evans-Verres. Non c’erano profezie su come il mondo potesse essere salvato, così ho trovato le profezie che offrivano scappatoie alla distruzione; e ho portato in essere le strane e complesse condizioni affinché quelle profezie si compissero. Ho assicurato che Voldemort scoprisse una in particolare tra quelle profezie, e così (proprio come avevo temuto) condannai i tuoi genitori a morte e feci di te ciò che sei. Scrissi uno strano indizio nel libro di testo di Pozioni di tua madre, senza avere alcuna idea di perché dovessi farlo; e ciò si dimostrò indicare a Lily come aiutare sua sorella, e assicurò che tu guadagnassi il sincero amore di Petunia Evans. Mi intrufolai invisibile nella tua camera da letto a Oxford e ti somministrai la pozione che è destinata agli studenti dotati di Giratempo, per estendere il tuo ciclo giornaliero di due ore. Quando avevi sei anni frantumai una roccia che stava sul tuo davanzale, e fino a questo giorno non riesco a concepire perché.
Tutto nella speranza disperata che tu potessi farci passare attraverso l’occhio del ciclone, ponendo in qualche modo fine a questo mondo eppure portandone fuori vivi i suoi abitanti.
Ora che hai passato l’esame preliminare di sconfiggere Voldemort, metto tutto nelle tue mani, tutti gli strumenti che sono in grado di darti. La Linea Ininterrotta di Merlino, il comando dell’Ordine della Fenice, tutta la mia ricchezza e tutti i miei tesori, la Bacchetta di Sambuco tra i Doni della Morte, la lealtà di quelli tra i miei amici che potranno prestarmi ascolto. Ho lasciato Hogwarts alle cure di Minerva, poiché non penso che potrai avere tempo per esso, ma anche quello sarà tuo se glielo chiederai.
Una cosa non ti concedo, e questa sono le profezie. Al momento della mia dipartita, esse saranno distrutte, e nessuna sarà registrata in futuro, poiché è stato detto che tu non dovrai posare il tuo sguardo su di esse. Se pensi che questo sia frustrante, credimi quando ti dico che anche la tua arguzia non può comprendere quale frustrazione ti è stata risparmiata. Io morirò, o sarò da te perduto, o in qualche altro modo ti sarò tolto – le profezie sono oscure, naturalmente – senza mai sapere neppure una volta cosa il futuro contiene veramente, o perché devo fare ciò che faccio. È tutta una pazzia criptica e ti va bene a esserne privato.
Ci può essere solo un re sulla scacchiera.
Ci può essere solo un pezzo il cui valore è al di là di ogni prezzo.
Quel pezzo non è il mondo, sono gli abitanti del mondo, maghi e Babbani insieme, goblin ed elfi domestici e tutti gli altri.
Fintanto che un residuo qualunque nel nostro genere sopravviverà, quel pezzo sarà ancora in gioco, anche se le stelle dovessero morire nel cielo.
E se quel pezzo fosse perduto, il gioco finirebbe.
Conosci il valore di tutti i tuoi altri pezzi, e gioca per vincere.
– Albus

Harry resse il rotolo di pergamena per un lungo tempo, fissando il nulla.
Allora.
C’erano volte in cui la frase ‘Questo spiega tutto’ non sembrava davvero in grado di esprimere il concetto, ma a ogni modo, quello spiegava tutto.
Con aria assente, Harry arrotolò la pergamena nel proprio pugno, continuando a fissare il nulla.
“Cosa dice?” chiese Amelia Bones.
“È una lettera di confessione”, disse Harry. “Si scopre che è stato Silente a uccidere la mia pietra domestica.”
“Non è il momento di scherzare!” gridò l’anziana strega. “È lei l’autentico possessore della Linea Ininterrotta di Merlino?”
“Sì”, disse Harry distrattamente, la sua mente occupata con pensieri che erano, secondo qualunque quantificazione oggettiva, immensamente più importanti.
La vecchia strega era seduta immobile nella sua sedia. Girò la testa, e incrociò lo sguardo con Minerva McGonagall.
Nel frattempo il cervello di Harry, che stava tenendo in gioco contemporaneamente troppe possibilità su troppi orizzonti temporali, alcuni dei quali comportavano letteralmente miliardi di anni e procedure di disassemblamento stellare, dichiarò bancarotta cognitiva e ricominciò da capo. Va bene, qual è la prima cosa che devo fare per salvare il mondo… no facciamola ancora più locale, cosa devo fare oggi… oltre a scoprire cosa fare, cioè, e farei meglio a non ritardare prima di andare a vedere qualunque cosa Silente mi abbia lasciato nella stanza dell’Uovo della Fenice…
Harry alzò lo sguardo dalla pergamena arrotolata e guardò la professoressa- la preside McGonagall, Malocchio Moody, e la vecchia strega dall’aspetto coriaceo, come se li vedesse per la prima volta. Sebbene egli stesse in fatti vedendo Amelia Bones per lo più per la prima volta.
Amelia Bones, capo del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica, che Albus Silente aveva ritenuto essere degna di guidare il Wizengamot quanto meno temporaneamente. La sua cooperazione sarebbe stata inestimabile, forse necessaria, per… per qualunque cosa dovesse arrivare sul cammino di Harry. Silente aveva scelto lei, ed egli aveva letto profezie che Harry non aveva visto.
Amelia Bones, che aveva pensato di essere stata nominata reggente della Linea Ininterrotta di Merlino e scelta come prossimo Stregone Capo, solo per scoprire che invece quella posizione era andata, apparentemente, a un ragazzo undicenne.
Ora tu, disse la voce di Tassofrasso dentro la sua testa, ora tu sarai gentile. Non la tua solita variante di maledettamente idiota. Perché il destino del mondo potrebbe dipendere da ciò. Non lo sappiamo neppure.
“Sono terribilmente dispiaciuto per tutto ciò”, disse Harry Potter, poi si fermò per vedere che effetto avrebbe prodotto quella dichiarazione gentile, se mai ne avesse prodotto uno.
“Minerva sembra pensare”, disse la vecchia strega, “che lei non si offenderà per parole oneste.”
Harry annuì. La sua parte Corvonero voleva includere l’avvertenza circa il fatto che quello fosse diverso dal tentativo palese di denigrarti, lamentandosi al contempo che eri intollerante delle critiche, ma Tassofrasso pose il veto. Qualunque cosa avesse da dire, Harry l’avrebbe ascoltata.
“Non desidero parlar male di coloro che sono dipartiti”, disse la vecchia strega. “Ma da tempo immemore, la Linea Ininterrotta di Merlino è passata a coloro che hanno dimostrato ampiamente di essere, non solo persone buone, ma abbastanza sagge da distinguere successori che siano a loro volta sia buoni sia saggi. Una singola interruzione, in qualunque punto della catena, e la successione potrebbe deviare e non tornare mai indietro! È stato un atto folle quello di Silente di passarle la Linea a un’età così giovane, anche avendola resa condizionale alla sua sconfitta di Tu-Sai-Chi. Una macchia sull’eredità di Silente, questo è come sarà vista.” La vecchia strega esitò, i suoi occhi stavano ancora guardando Harry. “Penso che sia meglio che nessuno al di fuori di questa stanza ne venga mai a conoscenza.”
“Uhm”, fece Harry. “Lei… non ha una grande opinione di Silente, deduco?”
“Pensavo…” disse la vecchia strega. “Beh. Albus Silente era un mago migliore di me, una persona migliore di me, in più modi di quanti possa facilmente contare. Ma quell’uomo aveva i suoi difetti.”
“Perché, uhm. Cioè. Silente sapeva ogni cosa che lei ha appena detto. Sul mio essere giovane e su come funzioni la Linea. Lei si sta comportando come se pensasse che Silente fosse all’oscuro di questi fatti, o li stesse ignorando, quando prese le sue decisioni. È vero che talvolta la gente stupida, come me, prende decisioni così folli. Ma non Silente. Lui non era pazzo.” Harry deglutì, sforzandosi di allontanare un’improvvisa umidità dai suoi occhi. “Penso… sto iniziando a capire… Silente era l’unica persona sana di mente, in tutto questo, per tutto questo tempo. L’unica che stava facendo le cose giuste per qualcosa di anche solo lontanamente simile alle ragioni giuste…”
Madam Bones stava maledicendo sottovoce, basse e disperate imprecazioni che stavano facendo sussultare Minerva McGonagall.
“Mi dispiace”, disse Harry impotente.
Malocchio stava ghignando, il volto coperto di cicatrici contorto in un sorriso. “Ho sempre saputo che Albus avesse in mente qualcosa di cui non ha mai detto nulla a tutti noi. Ragazzo, non hai idea di quanto sia difficile per me non usare il mio Occhio su quel rotolo.”
Harry spinse rapidamente il rotolo nella propria borsa mokeskin.
“Alastor”, disse Amelia. La voce della vecchia strega stava salendo di volume. “Sei un uomo di buon senso, non puoi pensare che il ragazzo sia in grado di sostituire Silente! Non oggi!
“Silente”, disse Harry, il nome aveva uno strano sapore sulla sua lingua, “ha davvero fatto un’ipotesi sbagliata, quando ha preso le sue decisioni. Pensava che avremmo combattuto Voldemort per anni, tutti noi insieme. Non sapeva che avrei sconfitto Voldemort immediatamente. È stata la cosa giusta da fare, da parte mia, ha salvato parecchie vite rispetto al combattere una lunga battaglia. Ma Silente pensava che voi avreste avuto anni per imparare a conoscermi, a fidarvi di me… e invece è finito tutto in una sera.” Harry inspirò. “Non potete semplicemente fingere che abbiamo combattuto Voldemort per anni e mi sono guadagnato la vostra fiducia e tutto il resto? Così che io non sia penalizzato per aver vinto più rapidamente di quanto Silente si aspettasse?”
“Lei è ancora uno studente del primo anno di Hogwarts!” disse la vecchia strega. “Non può prendere il posto di Silente, quali che fossero le sue intenzioni!”
“Giusto, la faccenda del ‘sembri un undicenne’.” La mano di Harry si alzò, strofinò il suo naso là dove si trovavano gli occhiali. Suppongo che potrei semplicemente usare la Pietra, cambiarmi in modo da sembrare novantenne…
“Non sono una stupida”, disse la vecchia strega. “So che lei non è un normale bambino. L’ho vista parlare con Lucius Malfoy, l’ho guardata spaventare un Dissennatore, e ho assistito quando Fawkes ha esaudito la sua preghiera. Chiunque con un po’ di saggezza l’abbia vista davanti al Wizengamot – e intendo dire me e al più altre due persone – avrebbe potuto indovinare che lei aveva assorbito qualche parte dell’anima lacerata di Tu-Sai-Chi la notte della sua non-morte, ma che l’aveva controllata e aveva virato la sua conoscenza a buoni fini.”
Ci fu una breve pausa nella stanza.
“Beh, sì, naturalmente”, disse Minerva McGonagall. Sospirò, accasciandosi un po’ nella sedia della Preside. “Cosa che Albus chiaramente sapeva sin dal principio, ma di cui si è premurosamente astenuto dall’avvertirmi in qualunque modo.”
“Giusto”, disse Moody. “L’avevo capito. Già. Perfettamente ovvio. Non ero affatto confuso.”
“Credo che sia abbastanza vicino alla realtà”, disse Harry. “Quindi, uhm. Qual è il problema, esattamente?”
“Il problema”, rispose Amelia Bones, la sua voce perfettamente calma, “è che lei è una miscela ribollente e instabile di uno studente del primo anno di Hogwarts e di Tu-Sai-Chi.” Fece una pausa, come aspettando qualcosa.
“Su questo sto migliorando”, disse Harry, poiché ella sembrava aspettare la sua risposta. “Alquanto rapidamente, in effetti. Cosa più importante, non è qualcosa che Silente non sapesse.”
La vecchia strega continuò. “Dar via la sua fortuna e contrarre un debito con Lucius Malfoy per tenere la sua migliore amica fuori da Azkaban, dimostra tanto il suo carattere morale virtuoso, quanto che non è in grado di riunire il Wizengamot. Ora posso capire che lei abbia fatto la cosa giusta per sé stesso, la cosa che doveva fare per mantenere la presa sulla sua sanità mentale e tenere a bada la sua intima oscurità. Ma fece anche una cosa che l’erede di Merlino non deve fare. Un condottiero sentimentale può essere molto peggiore di uno egoista. Albus, padrone e servo di una fenice, era a malapena in grado di sopravvivere – e persino lui le si oppose quel giorno.” Amelia fece un gesto in direzione di Malocchio Moody. “Alastor ha la durezza. Ha la scaltrezza. Non ha ancora il talento per governare. Lei, Harry Potter, non ha ancora la severità, la capacità di compiere un sacrificio, per dirigere nemmeno l’Ordine della Fenice. Ed essendo ciò che lei è, lei non deve tentare di essere quella persona. Non ora, non alla sua età. Allinei e fonda la sua anima separata nel tempo che le è necessario, se mai ne fosse capace. Non cerchi di essere lo Stregone Capo mentre lo sta facendo. Se Albus ha pensato che fosse una buona idea, si stava fabbricando una storia più facile a spese del senso pratico del mondo reale. E io sono convinta che quell’uomo avesse questo problema.”
Gli occhi di Harry si erano un po’ spalancati, sentendo tutto ciò. “Uhm… cosa esattamente pensa che stia succedendo qui?” Harry batté col dito sopra il proprio orecchio.
“Immagino che dentro di lei vi sia l’anima di un ragazzo che resta onesto e sincero, raccogliendo la propria volontà per domare il frammento dello spirito di Voldemort che cerca di consumarlo, proprio mentre gli urla contro che è sentimentale e debole – ha forse ridacchiato, proprio ora?”
“Mi scusi. Ma seriamente, non è mai stato così brutto. Più simile ad avere parecchie cattive abitudini che si devono perdere.”
“Ahem”, fece la preside McGonagall. “Signor Potter, penso che all’inizio di quest’anno fosse così brutto.”
“Cattive abitudini che si incatenavano e si innescavano l’un l’altra. Sì, quelle sono un problema un po’ più grosso.” Harry sospirò. “E lei, Madam Bones… ehm. Mi scusi se mi sbaglio. Ma è mia opinione che lei si senta un po’ agitata per il fatto che la Linea sia andata a un undicenne, giusto?”
“Non nel modo in cui lei pensa”, disse con calma la vecchia strega. “Sebbene sia naturale che lei sospetti di me. La posizione dello Stregone Capo non è una che troverei piacevole, anche a paragone degli orrori dell’Applicazione della Legge Magica. Albus mi convinse a riguardo, e vorrei dire che ebbi bisogno di un certo atto di convincimento, ma la verità è che non sprecai il suo tempo in una discussione che mi aspettavo di perdere. Sapevo che avrei odiato il compito, e sapevo che l’avrei svolto comunque. Minerva dice che lei ha una certa quantità di buon senso, specialmente quando gli altri glielo ricordano. Si può davvero immaginare in piedi sull’alto podio del Wizengamot? È sicuro che non si tratti di qualche resto di Tu-Sai-Chi che si immagina adatto per quella posizione, o che addirittura la desidera?”
Harry si tolse gli occhiali e si massaggiò la fronte. La sua cicatrice gli faceva ancora un po’ male, dal danno che aveva causato quando l’aveva stuzzicata, il giorno prima, fino a farla sanguinare in un modo adeguatamente drammatico. “Ho un po’ di buon senso, e sì, essere Stregone Capo sembra un’enorme quantità di seccature e un lavoro che, in realtà, non mi è adatto neppure lontanamente. Il problema è. Uhm. Non sono sicuro che la Linea di Merlino si limiti a essere qualcosa di collegato al ruolo di Stregone Capo. C’è, uhm. Sospetto…. che ci sia dell’altra roba strana che è collegata ad essa. E che Silente volesse che mi prendessi la responsabilità per… l’altra roba. E che l’altra roba sia… probabilmente piuttosto incredibilmente importante.”
“Cacchio”, fece Moody. Poi ripeté, “Cacchio. Ragazzino, pensi che dovresti anche solo dire questa cosa a noi?”
“Non lo so”, disse Harry. “Se c’era un manuale utente, non ci ho dato ancora un’occhiata.”
“Cacchio.”
“E se queste altre faccende richiedessero severità e sacrificio?” disse Amelia Bones, ancora con calma. “Se la mettessero alla prova come è stato messo alla prova davanti al Wizengamot? Sono vecchia, Harry Potter, e non sono priva di conoscenze riguardo ai misteri. Lei ha visto come sono stata in grado di percepire la sua natura quasi con un’occhiata.”
“Amelia”, intervenne Malocchio Moody. “Cosa sarebbe successo se tu avessi dovuto combattere Tu-Sai-Chi ieri notte?”
La vecchia strega scrollò le spalle. “Sarei morta, direi.”
“Avresti perso”, disse Alastor Moody. “E il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto non ha soltanto tolto di mezzo Voldie, l’ha imbastita in maniera tale che la sua buona amica Hermione Granger tornasse indietro dalla morte nello stesso momento in cui Voldie si è risuscitato. Non c’è modo né in cielo né in terra che quello sia stato un caso, e non penso neppure che sia stata un’idea di David. Amy, la verità è, nessuno di noi sa cosa il custode dell’eredità di Merlino deve fare. Ma noi non siamo folli nel modo giusto per questo genere di cazzate.”
Amelia Bones si accigliò. “Alastor, sai che mi sono occupata di cose strane in passato. Me ne sono occupata piuttosto bene, secondo me.”
“Già. Ti sei occupata delle cazzate in modo da poter tornare alla tua vita reale. Non sei il genere di pazzo che costruisce un castello di cazzate e ci abita dentro.” Moody sospirò. “Amy, a un certo livello tu sai esattamente perché Albus ha dovuto lasciare chissà quale lavoro al povero ragazzo.”
I pugni della vecchia strega si contrassero sul tavolo. “Hai una qualche idea del disastro che sarebbe per la Gran Bretagna? Chiamami folle, ma non posso accettare questo risultato! Ho lavorato troppo a lungo per questo giorno per vederlo cadere completamente a pezzi ora, di tutti i momenti proprio ora!
“Scusatemi”, disse la preside McGonagall, sembrando piuttosto precisa e scozzese. “C’è qualche ragione per cui il signor Potter non possa semplicemente dare istruzioni alla Linea che Madam Bones è la sua reggente per la posizione di Stregone Capo, ma non per tutto ciò che concerne il Dipartimento dei Misteri, fino alla sua maggiore età? Se Albus ha potuto dire alla Linea di nominare un reggente solo fino alla sconfitta di Voldemort, è chiaramente in grado di seguire ordini complessi.”
Lentamente, quell’improvviso colpo di maglio di buon senso fu assorbito da ciascuno dei presenti.
Harry aprì la bocca per concordare nel nominare Amelia Bones sua reggente per le faccende relative al Wizengamot, e poi esitò di nuovo.
“Uhm”, fece Harry. “Uhm. Madam Bones, preferirei di gran lunga se lei si facesse carico di gestire il Wizengamot al mio posto.”
“In questo concordiamo”, disse la vecchia strega. “Facciamo sì che sia sancito?”
“Ma –”
Fu come se gli altri si afflosciassero un po’, frustrati. “Qual è il problema, signor Potter?” chiese la Preside, con una voce che indicava come sperasse che non fosse nulla di serio.
“Uhm. Penso che vi siano un paio di cose che potrei dover fare molto presto che potrebbero… dimostrarsi politicamente controverse, e in cambio della consegna del potere politico della Linea a Madam Bones ho intenzione di chiedere la sua… uhm, cooperazione su certe cose.”
Amelia Bones scambiò un’altra lunga occhiata con Minerva McGonagall. Poi tornò a guardare Harry Potter.
“Sono indignata per la sua richiesta!” disse Amelia Bones. “La sua esitazione mi dice che lei è debole e non è abituato alla negoziazione, e che probabilmente rinuncerà se dovessi resistere.”
Harry chiuse gli occhi.
Un Harry leggermente accennato di oscurità li aprì.
“Va bene”, disse Harry, “mi lasci riformulare la frase. Non intendo interferire con il suo lavoro su base giornaliera o anche mensile, ma non posso semplicemente buttar via la responsabilità finale che Silente mi ha lasciato. Non le manderò via gufo delle pergamene bizzarre di punto in bianco, ci potrà essere prima una discussione, ma a un certo punto potrei doverle dare un ordine. Se dovesse disubbidire all’ordine potrei dover riprendere le funzioni del Wizengamot della Linea e assumere un controllo diretto. Riesce a sopportarlo?”
“E se rispondessi di no?” disse la vecchia strega.
Leggero, leggero quell’accenno di oscurità… “Non ho pronta un’alternativa a lei. Potrei iniziare chiedendo ad Augusta Longbottom chi pensa che possa essere adatto e partire da lì. Ma potrebbe essere importante mantenere quanto più possibile il piano di Silente, poiché non conosco esattamente perché egli ha fatto le cose che ha fatto, ed egli pensava che Amelia Bones dovesse essere Stregone Capo per un certo tempo. Non ho intenzione di ricorrere al nome di Merlino con lei, ma… no, ignori questa frase, ho intenzione di ricorrere al nome di Merlino con lei, questo potrebbe essere o meno follemente importante.”
La vecchia strega rifletté per un po’ di tempo, i suoi occhi che andavano da persona a persona intorno al tavolo. “Non ne sono soddisfatta”, disse dopo un po’. “Ma il Wizengamot deve essere riportato presto all’ordine. Per ora sarà sufficiente.”
Lentamente la vecchia strega mise la mano nelle proprie vesti, ed estrasse una corta verga di pietra, pietra scura.
Pose la verga sul tavolo davanti a Harry. “Prenda ciò che è suo”, disse. “E poi la prego di ridarmelo.”
Harry allungò la mano per prenderla.
Nel momento in cui le dita di Harry toccarono per la prima volta la pietra scura –
– non avvenne nulla.
Beh, forse Merlino non era stato propenso al melodramma. Questo avrebbe spiegato perché la sua eredità finale aveva l’aspetto di una piccola verga scura senza pretese. Se quello era tutto ciò che era necessario alla sua funzione, quello era tutto ciò che ci sarebbe stato.
Harry prese la Linea, accigliandosi. “Vorrei nominare Amelia Bones quale mia reggente per le funzioni relative al Wizengamot.” Poi, cogliendolo il pensiero che aveva bisogno di uno specifico punto di interruzione per definire una reggenza, Harry aggiunse, “Finché non dirò che l’ho ripresa.”
Poi Harry fece una smorfia. Aveva sperato qualcosa di più dalla Linea, ma era solo una chiave per posti nel Dipartimento dei Misteri dove erano conservate cose interessanti. o per sigilli in cui Merlino e i suoi successori avevano nascosto cose che non sarebbero dovute essere distrutte ma che sarebbero dovute essere tenute lontane dalla circolazione generale. A parte quello, la Linea non faceva granché.
La Linea non ti permetteva neppure di aggirare l’Interdetto di Merlino. No, neppure se era in gioco il destino della galassia. Neppure se la persona sembrava sana di mente, aveva pronunciato un Voto Infrangibile, e credeva onestamente che il mondo sarebbe andato altrimenti distrutto.
Merlino aveva sognato un lungo percorso, un mondo che sarebbe durato per eoni e non solo secoli. Il mondo non aveva alcun motivo di non durare per sempre, se i poteri realmente pericolosi fossero stati rimossi e tenuti lontani. Al contrario, una singola scappatoia nelle protezioni rendeva la distruzione del mondo solo una questione di tempo. Un giorno la Linea di Merlino sarebbe passata alla persona sbagliata. Poteva rifiutare i palesemente indegni, ma prima o poi sarebbe finita in mani troppo sottilmente imperfette da essere riconosciute dalla Linea stessa. Quello era inevitabile, quando si trattava di esseri umani, e Harry aveva bisogno di tenerlo a mente prima di sigillare qualcosa là dove i futuri detentori della Linea potessero recuperarla – il disastro del suo inevitabile abuso in futuro doveva essere superato dai suoi benefici nel corso delle prossime poche migliaia di anni.
Harry emise un corto e triste sospiro, sommessamente. Merlino, idiota…
Pensare ciò non fece aprire nessuna protezione finale.
Non c’era nulla attualmente in fiamme nel Dipartimento dei Misteri, così Harry collocò attentamente la Linea di nuovo sul tavolo.
“Grazie”, disse la vecchia strega. Raccolse la verga di pietra scura. “Sapete come dovrei usarla per richiamare il Wizengamot all’ordine, o – come non detto, vedrò di batterla sul podio. Questo mi sembra abbastanza scontato. Per il resto del paese, naturalmente, io sono lo Stregone Capo per quanto chiunque sappia eccetto noi quattro.”
Harry esitò. Poi immaginò i gufi che avrebbe ricevuto se qualcuno avesse saputo che gli era permesso di anticipare le decisioni dello Stregone Capo, e cosa quello avrebbe fatto al potere di negoziazione di Amelia. “Va bene.”
Amelia rimise la verga nelle proprie vesti. “Non dirò che è stato un piacere fare affari con lei, Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, ma sarebbe potuto essere molto peggio. La ringrazio sinceramente per questo.”
Harry era già preoccupato dell’esatto rapporto di poteri, per il modo in cui Madam Bones stava agendo. Gli altri avevano, piuttosto logicamente, dedotto che era stato per lo più David Monroe a progettare il modo di sconfiggere Voldemort, il che significava che lo stavano ancora sottovalutando. Poteva volerci una crisi di un qualche tipo, con Harry che la risolveva per una volta bene invece di rovinare tutto, prima che Amelia Bones iniziasse a rispettare la sua autorità. O anche solo semplicemente crederci, in effetti… “Allora”, disse Harry. “Qualche stranezza per me che avreste portato a Silente quando c’era lui?”
Amelia sembrò pensierosa. “Poiché lo chiede…. posso pensare a tre cose, infatti. Primo, non abbiamo la minima nozione di quale rituale sia stato usato per sacrificare i Mangiamorte e far risorgere Tu-Sai-Chi. Non corrisponde ad alcuna leggenda conosciuta, e le tracce magiche lasciate dal rituale sono state cancellate. Per quanto possono dire i miei Auror, le teste di tutti quanti sono cadute dai colli per cause naturali. Eccetto per Walden McNair, che è stato ucciso da un fuoco magico dopo aver lanciato una Maledizione Mortale dalla propria bacchetta. Un rituale in effetti molto misterioso.” Stava rivolgendo a Harry Potter uno sguardo piuttosto preciso.
Harry valutò la cosa, scegliendo attentamente le parole. Voldemort aveva detto di aver messo delle protezioni, così Harry era stato sicuro di non essere osservato da Auror con Giratempo, eppure… “Penso che questa sia una faccenda che non dovreste investigare troppo a fondo, Madam Bones.”
La vecchia strega accennò un ghigno. “Non possiamo essere visti prendere troppo alla leggere un’indagine su così tanti Nobili decessi, Harry Potter. Quando l’ho sentita raccontare la sua particolare versione della resistenza finale di David, mi sono assicurata di mandare investigatori che considero affidabili per la consueta qualità del loro lavoro. Auror Nobbs e Auror Colon, in effetti, che sono ampiamente rispettati al di fuori del mio Dipartimento. Ho trovato il loro rapporto una lettura piuttosto affascinante.” Amelia fece una pausa. “C’è una possibilità che Augustus Rookwood abbia lasciato un fantasma –”
“Esorcizzatelo prima che qualcuno ci parli”, disse Harry, cosciente dell’improvviso martellamento del suo cuore.
“Sì, signore”, disse ironicamente la vecchia strega. “Disturberò un po’ l’ancoraggio dell’anima, e nessuno si accorgerà di nulla quando non riuscirà a materializzarsi. La seconda faccenda è che è stato trovato un braccio umano ancora vivente tra le cose del Signore Oscuro –”
“Bellatrix”, disse Harry. La sua mente aveva fatto un salto all’indietro, compiuto il collegamento che un trauma in corso aveva sfumato. “Penso che sia il braccio di Bellatrix Black.” Lesath Lestrange non è stato nominato tra quelli che hanno perso un genitore. “Oh, diavolo. È ancora là fuori, no? Potete usare il suo braccio per rintracciarla in qualche modo?”
Amelia Bones aveva adottato un’espressione amareggiata. “Capisco. Come stavo dicendo, un braccio umano ancora vivente è stato trovato tra le cose del Signore Oscuro, ma si è dimostrato facile da incenerire.”
“Quale idiota –” Harry si fermò. “No, non un idiota. Perché distruggere immediatamente oggetti Oscuri è una prassi del Dipartimento. A causa di passate esperienze con anelli che sarebbero dovuti essere davvero gettati subito in un vulcano. Giusto?”
Moody e Amelia annuirono in unisono. “Ottima intuizione, figliolo”, disse Moody.
Poteva sembrare letterariamente inevitabile che la stupidità passata di Harry sarebbe tornata a perseguitarlo in un qualche modo orribile in seguito, ma non c’era ragione per non cercare di sovvertire la trama. “Mi aspetto che ci abbiate già pensato”, disse Harry, “ma l’ovvio passo successivo è quello di pubblicare il vostro equivalente di un bollettino internazionale per una strega magra cui manca il braccio sinistro. Oh, e aggiungete venticinquemila Galeoni promessi da me – Preside, va bene, la prego di fidarsi di me su questo – a qualunque ricompensa venga offerta.”
“Ben detto.” La vecchia strega si chinò leggermente in avanti. “La terza e ultima faccenda… c’era un elemento veramente enigmatico negli eventi di ieri sera, e sono curiosa di vedere cosa ne capirà lei, Harry Potter. Tra i cadaveri sono stati trovati la testa e il corpo di Sirius Black.”
Cosa?” gridò Moody, alzandosi a metà dalla sedia. “Pensavo fosse ad Azkaban!
“E così è”, disse Madam Bones. “Abbiamo controllato subito. Le guardie di Azkaban hanno riferito che Sirius Black era ancora nella sua cella. La testa e il corpo di Black sono stati trasportati all’obitorio del St. Mungo’s, e mostrano la stessa causa di decesso degli altri Mangiamorte, vale a dire, la sua testa si è staccata spontaneamente. Mi è stato anche riferito che Sirius Black è, a stamattina, seduto nell’angolo della sua cella dondolandosi avanti e indietro con la testa tra le mani. Non è stato trovato nessun altro Mangiamorte duplicato. Per ora.”
Ci fu una pausa riempita da oggetti ticchettanti e ululanti, mentre le persone consideravano la faccenda.
“Ah…” fece Minerva. “Questo non è possibile neppure secondo i parametri di possibilità di Tu-Sai-Chi. O no?”
“Avrei pensato anch’io così quando avevo la tua età, cara”, disse Amelia. “È la sesta cosa più strana che abbia mai visto.”
“Capisci, figliolo?” disse Moody. “Questo genere di cose è il motivo per cui nessuno, neppure io, può essere abbastanza paranoico.” L’uomo coperto di cicatrici inclinò la testa, sembrando pensieroso, mentre il suo occhio blu brillante continuava a ruotare in continuazione. “Fratello gemello, nascosto dal resto del mondo? Walpurga Black ha dato alla luce due gemelli, non poteva sopportare di ucciderne uno, sapeva che il vecchio Pollux l’avrebbe preteso… nah, non ci credo.”
“Qualche idea, signor Potter?” disse Amelia Bones. “O questa è un’altra faccenda in cui il mio Dipartimento non dovrebbe investigare troppo da vicino?”
Harry chiuse gli occhi e pensò.
Sirius Black aveva dato la caccia a Peter Pettigrew, invece di fuggire dal paese come avrebbe suggerito il buon senso.
Black era stato trovato in mezzo alla strada, circondato da cadaveri, che rideva.
Nulla era rimasto di Pettigrew eccetto un dito.
Pettigrew era stato una spia per la Luce, non un doppio agente ma qualcuno che si intrufolava in giro e scopriva cose.
Una delle teorie cospirazioniste su Pettigrew era stata che egli fosse un Animagus, poiché era stato bravo a rovistare alla ricerca di segreti anche durante i suoi anni a Hogwarts.
I Dissennatori fiaccavano tutta la magia vicina a loro.
Il professor Quirrell aveva detto qualcosa a proposito di un particolare tipo di magia che riarrangiava la carne come un fabbro Babbano che rimodella il metallo con martello e pinze…
Harry aprì di nuovo gli occhi.
“Peter Pettigrew era un Metamorphmagus segreto?”
Il volto di Amelia Bones cambiò. Emise un singolo gracidio e ricadde nella sedia.
“Sì, in effetti…” disse lentamente Minerva. “Perché?”
“Sirius Black ha lanciato un Confundus su Peter Pettigrew”, spiegò pazientemente la voce di Harry, “per obbligarlo a cambiare forma e fingere di essere Black. Quando il Confundus si consumò, Peter era già dentro Azkaban e non poté ritornare alla forma originale. Gli Auror sono abituati a sentire dire alla gente dentro Azkaban assolutamente qualunque cosa per uscire, quindi non ascoltarono quando Peter Pettigrew urlava questo fatto ripetutamente finché la sua voce non si consumò.”
Persino il volto di Malocchio Moody mostrò l’orrore, allora.
“A posteriori”, disse la voce di Harry, che sembrava star operando interamente in automatico, “vi sareste dovuti insospettire quando siete riusciti a trascinare quel Mangiamorte ad Azkaban senza un processo.”
“Pensavamo che Malfoy fosse distratto”, sussurrò la vecchia strega. “Che stesse cercando solo di salvare sé stesso. Ci furono altri Mangiamorte che riuscimmo a catturare allora, come Bellatrix –”
Harry annuì, sentendo come se la sua testa e il suo collo si muovessero con i fili di una marionetta. “Il servitore più fanatico e devoto del Signore Oscuro, un naturale nucleo d’opposizione per chiunque contestasse il controllo dei Mangiamorte da parte di Lucius. Pensavate che Lucius fosse distratto.”
“Tiratelo fuori da là”, disse Minerva McGonagall. La sua voce si alzò fino a diventare un urlo. “Tiratelo fuori da là!
Amelia Bones si alzò in piedi dalla sedia, piroettò verso la Metropolvere –
“Ferma.”
Tutti guardarono Harry con stupore, nessuno più di Minerva McGonagall.
Qualcos’altro sembrava aver preso possesso della voce di Harry. “Ci sono quattro cose che dobbiamo ancora discutere. Un uomo innocente è stato dentro Azkaban per dieci anni, otto mesi e quattordici giorni. Può stare là per qualche minuto in più. Tanto sono urgenti quelle quattro cose.”
“Lei –” sussurrò Amelia Bones. “Non dovrebbe cercare di essere questa persona, alla sua età –”
“Primo. Penso che dovrei leggere tutti i verbali di polizia di ogni altro Mangiamorte che è andato ad Azkaban mentre Lucius era distratto. Può compilarli per stanotte?”
“Entro un’ora”, disse Amelia Bones. Sembrava grigia.
Harry annuì. “Secondo. Azkaban è finita. Dovrete iniziare ora i preparativi per spostare i prigionieri a Nurmengard o in altre prigioni sicure senza Dissennatori, e per fornire trattamenti per la loro esposizione ai Dissennatori.”
“Io”, disse Amelia. La vecchia strega sembrava abbattuta, diminuita. “Non… non penso, che anche con questo… scandalo, che il resto del Wizengamot si piegherà… e i Dissennatori devono essere nutriti, non tanto quanto li abbiamo nutriti, ma devono ricevere delle vittime, o vagheranno per il mondo, dando la caccia agli innocenti…”
“Non importa cosa dice il Wizengamot”, rispose Harry. “Perché –” la voce di Harry si strozzò. “Perché –” Harry fece un respiro profondo, si calmò. Pensò di poter ora vedere la forma del futuro immediato, di poterla vedere dispiegarsi davanti a lui come un percorso dorato illuminato di luce solare. Era scritto anche questo, nel libro del Tempo che non devo vedere? “Perché se ho ragione a proposito di ciò che accadrà dopo, allora molto presto, Hermione Granger, la Ragazza-Che-È-Risuscitata, andrà ad Azkaban a distruggere tutti i Dissennatori che sono là.”
“Impossibile!” sbottò Malocchio Moody.
“Merlino”, sussurrò Amelia Bones. “Oh, Merlino caro. È questo che è accaduto al Dissennatore che Silente ha ‘perduto’. È per questo che hanno paura di lei – e ora anche della ragazza?” La sua voce tremò. “Cos’è questo, cos’è tutto questo?”
Se Hermione credesse che la Morte può essere sconfitta –
Che lo credesse o meno prima, ora ci crederà.
“Un passaporta autorizzato per Azkaban sarebbe apprezzato –” la voce di Harry si ruppe di nuovo. Lacrime scorrevano giù per le sue guance.
Non può morire. Io ho il suo horcrux.
Ma Hermione non ha bisogno di saperlo. Almeno non per un’altra settimana.
Se volesse rischiare la sua stessa vita per porre fine a questo –
“Sebbene io creda, che possa farcela, da sola fin là…”
“Harry?” disse la preside McGonagall.
Harry stava ora piangendo, grandi respiri irregolari che uscivano a forza dal suo corpo. Ma non smise di parlare. Da qualche parte là fuori Peter Pettigrew stava aspettando mentre Harry piangeva.
Da qualche parte là fuori, tutti aspettavano mentre egli piangeva.
“Terzo. Da qualche parte all’interno delle protezioni di Hogwarts. In una posizione altamente difendibile. Ma dove casi di emergenza possano essere trasportati via passaporta dall’esterno delle protezioni. Dovrà esserci un o-o-ospedale di alta sicurezza. Con guardie molto potenti, che abbiano prestato Voti Infrangibili, non, non mi interessa quanto oro ci voglia per pagare i Voti, sinceramente non importa più. E, e Alastor Moody progetterà l’architettura di sicurezza, e farà le cose davvero in grande quanto a paranoia senza essere vincolato da un budget o dalla ragione o dal buon senso, solo deve aprire presto.” Non riusciva a smettere di parlare per piangere.
“Harry”, disse la Preside, “entrambi pensano che tu sia impazzito, non ti conoscono abbastanza per capire che non è così. Devi rallentare e spiegarti.”
Invece Harry infilò la mano nella borsa e fece con le dita segni di lettere, e ne sollevò fuori, le dita sotto sforzo, un pezzo d’oro da cinque chili, più largo del suo pugno, da quando aveva fatto i suoi esperimenti quella mattina. Fece un tonfo forte, quando cadde sul tavolo.
Moody allungò la mano e vi batté su con la bacchetta, e poi la sua voce emise un suono incomprensibile.
“Questo è il suo fondo iniziale, Alastor, se avesse bisogno di soldi subito. Nicholas Flames non ha creato la Pietra filosofale, l’ha rubata, Silente non conosceva la storia segreta ma Monroe sì. Una volta che sai come funziona, la Pietra è in grado di effettuare una reintegrazione a salute e gioventù complete ogni duecentotrentaquattro secondi. Trecentosessanta persone al giorno. Centotrentaquattromila guarigioni all’anno. Dovrebbe essere sufficiente per impedire, a tutti i maghi ovunque, e a tutti i goblin e gli elfi domestici e chiunque altro, di morire. Di vecchiaia, o qualunque altra cosa.” Harry si stava asciugando le lacrime, ancora e ancora. “Flamel aveva le mani più insanguinate di cento Voldemort, per tutte le persone che avrebbe potuto salvare e non ha salvato. Per tutto questo tempo, Moody, la Pietra filosofale avrebbe potuto guarire tutte le sue cicatrici e ridarle indietro la sua gamba, ogni volta che Flamel avesse voluto. Silente non lo sapeva. Sono sicuro che non lo sapeva.” Harry fece un sorriso malfermo. “Non posso immaginarla come una strega adolescente, Madam Bones, ma scommetto che le donerebbe. Le darà più energia per cercare di impedire al Wizengamot di infastidirmi, perché se si facessero l’idea che la Pietra è qualcosa di cui possono impicciarsi in qualunque modo, tassare, regolare, non m’importa, Hogwarts secederà dalla Gran Bretagna e diventerà una nazione a parte. Preside, Hogwarts non è più dipendente dal Ministero per l’oro, o se è per questo per il cibo. Può riformare il programma di studi a suo piacimento. Penso che potremmo voler introdurre qualche altro corso avanzato, presto, specialmente in studi Babbani.”
“Vai piano!” disse Minerva McGonagall.
“Quarto –” disse Harry, e poi si fermò.
Quarto. Iniziate i preparativi per uno smantellamento ordinato dello Statuto di Segretezza e per fornire guarigioni magiche su scala di massa al mondo Babbano. Coloro che si opporranno a questo programma in qualunque modo potranno vedersi negati i servizi della Pietra…
Le labbra di Harry non potevano muoversi. Non non volevano, non potevano.
Con sei miliardi di Babbani a pensare creativamente su come usare la magia…
Trasfigurare antimateria era solo una idea. Non era neppure la più distruttiva. C’erano anche i buchi neri e gli strangelet caricati negativamente. E se i buchi neri non potevano essere Trasfigurati perché non esistevano già secondo la definizione della magia all’interno di un qualche raggio spaziale, c’era il semplice Trasfigurare tante e tante armi nucleari e la Peste Nera che potesse riprodursi prima che la Trasfigurazione si consumasse e Harry non aveva neppure pensato al problema per cinque minuti ma non importava perché aveva già pensato ad abbastanza cose. Qualcuno ci avrebbe pensato, qualcuno avrebbe parlato, qualcuno l’avrebbe provato. La probabilità era tanto vicina alla certezza da non fare alcuna differenza.
Cosa sarebbe accaduto se avessi Trasfigurato un millimetro cubico di quark up, solo i quark up senza alcun quark down per legarsi a essi? Harry non lo sapeva neppure, e i quark up erano certamente un tipo di sostanza che già esisteva. Tutto ciò che sarebbe stato necessario era un singolo Babbano che conoscesse i nomi dei sei quark e decidesse di provarci. Quello poteva essere l’orologio che avrebbe ticchettato il tempo mancante alla profetizzata fine del mondo.
Harry avrebbe provato a negare il pensiero, a cancellarlo inventando delle scuse.
Non poteva fare neppure quello.
Non era una cosa-che-Harry-Potter-avrebbe-fatto.
Come acqua che scorre in discesa, Harry Potter non avrebbe corso rischi quando si trattava di non distruggere il mondo.
“Quarto?” disse Amelia Bones, che aveva l’aspetto di chi fosse stato colpito più volte in viso con un pianeta. “Qual è il quarto?
“Non importa”, disse Harry. La sua voce non si ruppe. Non si raggomitolò per piangere. C’erano ancora delle vite che poteva salvare ed esse avevano la precedenza. “Non importa. Stregone Capo Bones, ho messo la reggenza del Wizengamot nelle sue mani. La prego di usare tale posizione per annunciare a livello internazionale che il potere curativo della Pietra sarà presto reso disponibile a tutti, e che nel frattempo, tutti i pazienti moribondi devono essere tenuti in vita a ogni costo, quale che sia la magia necessaria. Questo annuncio è la sua priorità assoluta. Quando avrà fatto, potrà salvare Peter Pettigrew e dire al suo vecchio Dipartimento di iniziare i preparativi per chiudere Azkaban. Poi per favore faccia preparare la lista completa dei Mangiamorte arrestati e di cosa si disse ai loro processi e se Lucius sembrò stranamente disinteressato a difenderli. Grazie. È tutto.”
Amelia Bones si voltò senza un’altra parola, e si lanciò verso la Metropolvere come se lei stessa fosse in fiamme.
“E qualcuno”, disse Harry, la sua voce che si ruppe ora che tutto era in moto, e piangere non portava via tempo, sebbene la vasta maggioranza delle vite in gioco si era dimostrata non ancora salvabile, “qualcuno deve, qualcuno avverta Remus Lupin.”

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