Capitolo 121 Qualcosa da proteggere: Severus Snape

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Un’atmosfera cupa pervadeva l’ufficio della Preside. Minerva era tornata dopo aver lasciato Draco e Narcissa/Nancy al St. Mungo’s, dove stavano visitando Lady Malfoy per verificare se un decennio di vita da Babbana avesse arrecato qualche danno alla sua salute; e Harry era venuto nuovamente nell’ufficio della Preside e poi… non era stato in grado di pensare a qualche priorità. C’era così tanto da fare, così tante cose, che persino la preside McGonagall sembrava non sapere da dove cominciare, e certamente non lo sapeva Harry. In quel momento Minerva stava ripetutamente scrivendo parole sulla pergamena per poi cancellarle con un gesto della mano, e Harry aveva chiuso gli occhi per concentrarsi. C’era forse una qualche successiva prima cosa che doveva avvenire…
Ci fu un colpo alla grande porta di quercia che era stata di Silente, e la Preside l’aprì con una parola.
L’uomo che entrò nell’ufficio della Preside sembrava consunto, aveva dismesso la sedia a rotelle ma continuava a camminare con un’andatura claudicante. Indossava vesti nere che erano semplici, eppure pulite e senza macchie. Sulla sua spalla sinistra stava appeso uno zaino, di robusto cuoio grigio decorato con una filigrana argentea che reggeva quattro pietre verdi simili a perle. Sembrava uno zaino pienamente incantato, uno che potesse contenere l’arredo di una casa babbana.
Una sola occhiata, e Harry comprese.
La preside McGonagall sedeva paralizzata dietro la sua nuova scrivania.
Severus Snape le rivolse un cenno con la testa.
“Cosa significa questo?” chiese la Preside, sembrando… piena di tristezza, come se avesse compreso, con una sola occhiata, proprio come aveva fatto Harry.
“Mi dimetto dal mio incarico di Maestro di Pozioni di Hogwarts”, disse semplicemente l’uomo. “Non resterò a incassare la paga dell’ultimo mese. Se ci sono studenti che sono stati particolarmente feriti a causa mia, potrà usare il denaro a loro beneficio.”
Lui sa. Il pensiero venne in mente a Harry, ed egli non sarebbe stato in grado di dire a parole cosa il Maestro di Pozioni ormai sapeva; eccetto che era chiaro che Severus lo sapeva.
“Severus…” iniziò la preside McGonagall. La sua voce sembrò svuotata. “Professor Severus Snape, lei potrebbe non comprendere ora quanto sia difficile trovare Maestri di Pozioni che possano insegnare in tutta sicurezza ai Babbani, o Professori abbastanza scaltri da mantenere Casa Serpeverde nella minima parvenza d’ordine…”
L’uomo inclinò nuovamente la testa. “Penso che non sia necessario dirlo a lei, Preside, ma raccomando nei termini più forti che il prossimo Preside di Serpeverde sia completamente diverso da me.”
“Severus, tu hai fatto solo quello che Albus ti ha detto di fare! Puoi restare e agire in maniera diversa!”
“Preside”, disse Harry. Anche la voce sembrava svuotata, e Harry si sorprese di ciò, in quanto non aveva conosciuto Severus Snape così bene. “Se vuole andare, credo che dovrebbe lasciarlo andare.”
Silente lo stava usando. Forse non esattamente nel modo in cui il professor Quirrell pensava, forse era la profezia piuttosto che sabotare Serpeverde, ma Silente lo stava comunque usando. C’erano cose che si sarebbero potute dire a Severus molto tempo fa, per liberarlo. È chiaro perché Silente non si è arrischiato a farlo, ma comunque, Severus non è stato usato gentilmente. Persino la sua cecità e il suo dolore sono stati usati, in modo che non comprendesse le conseguenze delle sue azioni in qualità di Maestro di Pozioni…
“È un bene trovarla qui, signor Potter”, disse Severus. “Ci sono dei conti ancora aperti tra noi due.”
Harry non sapeva cosa dire, quindi si limitò ad annuire.
Severus parve avere qualche difficoltà a parlare, mentre restò davanti a loro due con lo zaino grigio sulla spalla. Infine, sembrò trovare le parole che era venuto a pronunciare. “Sua madre. Lily. Ella era –”
“Lo so”, disse Harry, attraverso il groppo in gola. “Non c’è bisogno che lei lo dica.”
“Lily era una strega buona e onesta, signor Potter. Non vorrei che lei pensasse diversamente a causa di qualsiasi parola io possa averle detto.”
Severus?” disse Minerva McGonagall, apparentemente scioccata come se fosse stata morsa dalle sue stesse scarpe.
L’ex Maestro di Pozioni mantenne lo sguardo su Harry. “Più di un ostacolo si frappose tra me e Lily, in particolare i miei sconsiderati tentativi di cercare di accattivarmi i favori dei puristi del sangue della mia casa. Se ho fatto sembrare come se un errore su di un campo fangoso abbia deciso tutto, se ho finto che ella non avesse nessuna ragione se non la superficialità per non amarmi, spero che i suoi libri le abbiano anche insegnato perché i folli possano dire cose simili.”
“L’hanno fatto”, rispose Harry. Stava guardando l’elegante zaino grigio sulla spalla sinistra di Severus Snape, incapace di incrociare lo sguardo del Maestro di Pozioni. “L’hanno fatto.”
“Ad ogni modo”, continuò l’ex Maestro di Pozioni, “temo di non aver altro da dire riguardo a suo padre oltre a quello che le ho già raccontato.”
Severus!
L’ex Maestro di Pozioni sembrò avere occhi solo per Harry. “Il Marchio Oscuro sul mio braccio non è morto, né la profezia è stata soddisfatta da quella storia che lei ha raccontato davanti alla massa. Come ha fatto a distruggere tutto a eccezione di un residuo del Signore Oscuro?”
Harry esitò. “Ho Obliato la maggior parte dei suoi ricordi e… l’ho sigillato, credo che i maghi direbbero così. Anche se il sigillo dovesse spezzarsi, egli non tornerà indietro come sé stesso.”
Severus si accigliò brevemente e poi scrollò le spalle. “Suppongo sia accettabile.”
“Professor Snape”, disse Harry, perché anche quella era ormai una sua responsabilità, “l’Ordine della Fenice è in debito con lei per i servizi che ci ha reso. Sono in una posizione eccellente per ripagarli, sia finanziariamente sia magicamente. Giusto nel caso in cui voglia iniziare la sua prossima vita in una posizione di ricchezza, o con capelli migliori, o cose simili.”
“Strane parole da rivolgere a qualcuno come me”, disse l’ex Maestro di Pozioni con una parlata sommessa e strascicata. “Sono andato dal Signore Oscuro con l’intenzione di vendergli la profezia in cambio dell’amore di Lily per me, per mezzo di qualunque oscurità fosse necessaria per ottenerlo. Questo è qualcosa che difficilmente si dovrebbe perdonare a cuor leggero. E poi, negli anni successivi quando ero Maestro di Pozioni… di quello ha fatto esperienza lei stesso. Pensa che i miei servigi all’Ordine della Fenice abbiano ripagato tutti i miei peccati?”
“Tutte le persone sono guaste”, disse Harry, nonostante le parole gli si incastrassero in gola. “Fanno sempre degli errori. Almeno lei ha cercato di ripagarli.”
“Forse”, disse l’ex Maestro di Pozioni. “Il mio ultimo dovere era quello di fallire nel fare la guardia alla Pietra, di essere abbattuto. Questo ho fatto, e sono sopravvissuto, cosa che non mi sarei mai aspettato accadesse.” Severus era appoggiato alla porta attraverso la quale era entrato, spostando il peso dalla gamba sinistra. “Non avrei pensato di chiedere il suo perdono, ma visto che lei l’ha offerto così liberamente, l’accetterò con gratitudine. Da questo giorno in poi desidero adottare modi meno scortesi, e penso che possa farlo meglio ricominciando da zero.”
Lacrime luccicarono sul naso e le guance di Minerva McGonagall, quando ella parlò la sua voce fu senza speranza. “Certamente puoi ricominciare dentro Hogwarts.”
Severus scosse la testa. “Troppi studenti mi ricorderebbero come il malvagio Maestro di Pozioni. No, Minerva. Andrò in qualche posto nuovo, e assumerò un nome nuovo, e troverò qualcuno di nuovo da amare.”
“Severus Snape”, disse Harry, perché era sua responsabilità dirlo, “ogni sua volontà è stata soddisfatta?”
“L’assassino di Lily è stato sconfitto”, disse l’uomo. “Sono soddisfatto.”
La Preside abbassò la testa. “Stai bene, Severus”, sussurrò.
“Ho un ultimo consiglio”, disse Harry. “Se lo vuole.”
“Qual è?” chiese Severus Snape.
“Ruminare sul passato può contribuire alla depressione. Ha il mio totale permesso di non pensare mai al suo passato, mai. Non dovrebbe pensare che sia sua responsabilità nei confronti di Lily di sopportare la propria colpa per lei, o niente di simile. Si concentri solo sul suo futuro e su qualunque persona nuova lei incontri.”
“Terrò la sua saggezza in considerazione”, disse Severus in modo neutrale.
“Inoltre, provi una marca differente di shampoo.”
Un sorriso sarcastico attraversò il volto di Severus, e Harry pensò che potesse essere stato, per la prima volta, il vero sorriso di quell’uomo. “Crepa, Potter.”
Harry rise.
Severus rise.
Minerva stava singhiozzando.
Senza dire nient’altro, l’uomo libero prese un pizzico di Metropolvere, e la gettò nel camino dell’ufficio, ed entrò a grandi passi nella fiamma verde sussurrando qualcosa che nessuno colse; e quella fu l’ultima volta che qualcuno sentì mai parlare di Severus Snape.

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