La parabola della cicuta

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky
03 Febbraio 2008

“Tutti gli uomini sono mortali. Socrate è un uomo. Quindi Socrate è mortale”.

— Aristotele(?)

Socrate portò alle labbra il bicchiere di cicuta…

“Non pensate,” chiese uno dei presenti, “che nemmeno la cicuta sarà sufficiente ad uccidere un uomo così saggio e buono?”

“No,” rispose un altro, studente di filosofia: “tutti gli uomini sono mortali, e Socrate è un uomo; e se un mortale beve la cicuta, sicuramente muore.”

“Bene,” disse il primo, “e se per caso Socrate non fosse mortale?”

“Impossibile,” rispose bruscamente lo studente; “tutti gli uomini sono mortali per definizione; è parte di quello che intendiamo con la parola ‘uomini’. tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo, quindi Socrate è mortale. Non è una semplice ipotesi, ma una certezza logica“.

“Suppongo che tu abbia ragione…” ammise il primo. “Oh, guarda, Socrate ha già bevuto la cicuta mentre stavamo parlando.”

“Sì, dovrebbe cedere da un momento all’altro” disse lo studente.

E aspettarono, aspettarono, aspettarono…

“Sembra che Socrate non sia mortale” disse il primo.

“Allora Socrate non è un uomo,” rispose lo studente, “tutti gli uomini sono mortali, Socrate non è mortale, quindi Socrate non è un uomo. E questa non è una semplice ipotesi, ma una certezza logica“.

Il problema fondamentale quando si discute di cose che sono vere “per definizione” è che non puoi cambiare la realtà scegliendo una definizione diversa.

Potresti ad esempio ragionare in questo modo: “Tutte le cose che ho osservato che portano vestiti, parlano e usano utensili, condividono nche alcune altre proprietà, ad esempio respirare aria e avere sangue rosso. Gli ultimi trenta ‘umani’ appartenenti a questo gruppo, che ho visto bere la cicuta sono rapidamente caduti e hanno smesso di muoversi. Socrate porta una toga, parla fluentemente greco antico, e ha bevuto una tazza di cicuta. Quindi prevedo che Socrate morirà nei prossimi cinque minuti”.

Ma questo sarebbe semplicemente prevedere. Non sarebbe davvero una certezza assoluta ed eterna. I filosofi greci – come la maggior parte dei filosofi prescientifici – ci tenevano molto alla certezza.

Fortunatamente i filosofi greci hanno una replica schiacciante al tuo attacco. Hai frainteso il significato di “Tutti gli uomini sono mortali”, dicono. Non è una semplice osservazione. È parte della definizione della parola “uomo”. La mortalità è una delle diverse proprietà che sono individualmente necessarie, e collettivamente sufficienti, per determinare l’appartenenza alla classe “uomo”. L’affermazione “tutti gli uomini sono mortali” è una verità logicamente valida, assolutamente indiscutibile. E se Socrate è umano, deve essere mortale: è una deduzione logica, certa quanto qualsiasi cosa può essere certa.

Ma allora non possiamo mai sapere per certo se Socrate è “umano”, finché non abbiamo osservato che Socrate è mortale. Non è sufficiente osservare che Socrate parla fluentemente in greco, o che ha sangue rosso, o anche che Socrate ha DNA umano. Nessuna di queste caratteristiche è logicamente equivalente alla mortalità. Devi vederlo morire prima di poter concludere che era umano.

(E anche allora la cosa non è infinitamente certa. E se Socrate risorgesse dalla tomba una notte dopo che l’hai visto morire? O più realisticamente, se Socrate si fosse iscritto a un programma di crionica? Se la definizione di mortalità implica una durata finita della vita, allora non puoi mai veramente sapere se qualcuno era umano, finché non hai osservato fino alla fine dell’eternità – per poter essere sicuro che non ritornino. O magari tu potresti pensare di aver visto Socrate morire, ma potrebbe essere un’illusione proiettata nei tuoi occhi da uno scanner retinico. O forse hai semplicemente avuto un’allucinazione…)

Il problema con i sillogismi è che sono sempre validi. “Tutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; quindi Socrate è mortale” è – se lo consideri un sillogismo logico – logicamente valido nel nostro universo. È anche logicamente valido in tutti i vicini rami di Everett in cui, grazie a una biochimica evoluta in modo leggermente diverso, la cicuta è una bevanda deliziosa invece che un veleno. Ed è logicamente valido anche negli universi in cui Socrate non è mai esistito o, se è per questo, dove non sono mai esistiti gli esseri umani.

La definizione bayesiana di evidenza a favore di un’ipotesi è un evidenza che è più probabile vedere se l’ipotesi è vera piuttosto che se l’ipotesi è falsa. Osservare che un sillogismo è logicamente valido non può mai essere evidenza a favore di una qualsiasi affermazione empirica, perché il sillogismo sarebbe comunque valido sia che l’affermazione fosse vera che se fosse falsa.

Sillogismi sono validi in tutti i possibili mondi, e quindi osservare la loro validità non ci dice nulla su quale sia il mondo possibile in cui effettivamente viviamo.

Questo non significa che la logica sia inutile – solo che la logica ci può dire solo quello che, in un certo senso, sappiamo già. Ma noi non sempre crediamo quello che sappiamo. Il numero 29384209 è primo? Per mezzo della mia definizione di sistema decimale e dei miei assiomi dell’aritmetica, ho già determinato la mia risposta a questa domanda – ma io non so ancora qual è la mia risposta, e devo usare un po’ di logica per scoprirlo.

Analogamente, se prendo l’incerta generalizzazione empirica “gli umani sono vulnerabili alla cicuta”, e l’incerta ipotesi empirica “Socrate è umano”, la logica può dirmi che le mie precedenti ipotesi prevedono che Socrate sia vulnerabile alla cicuta.

È stato suggerito che possiamo considerare il ragionamento logico come uno strumento per risolvere la nostra incertezza sui possibili mondi impossibili – eliminando massa di probabilità nei mondi logicamente impossibili che noi non sapevamo essere logicamente impossibili. In questo senso, una discussione logica può essere trattata come un’osservazione.

Ma quando parliamo di previsioni empiriche come “Socrate sta per cadere e smettere di respirare” o “Socrate sta per fare 50 jumping jack e partecipare alle olimpiadi dell’anno prossimo”, diventa una questione di mondi possibili, non di possibili mondi impossibili.

La logica ci può dire quali ipotesi corrispondono all’osservazione, e può dirci cosa predicono queste ipotesi per il futuro – può portare vecchie osservazioni e precedenti ipotesi a diventare rilevanti per nuovi problemi. Ma la logica non potrà mai dire semplicemente “ora Socrate smetterà di respirare”. La logica non impone mai risposte a una domanda empirica; non risolve mai un problema del mondo reale che potrebbe, con un qualsiasi sforzo dell’immaginazione, andare in modo diverso.

Ricorda la Litania Contro la Logica:

La logica rimane vera, dovunque tu vada
Quindi la logica non ti dirà mai dove ti trovi.

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