Il giorno era domenica 3 novembre, e presto le tre grandi potenze del loro anno scolastico, Harry Potter, Draco Malfoy e Hermione Granger, avrebbero iniziato la lotta per il dominio supremo.
(Harry era leggermente infastidito dal modo in cui il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto era stato retrocesso dal dominio supremo a uno dei tre rivali eguali solo iscrivendosi alla competizione, ma si aspettava di riottenerlo presto.)
Il campo di battaglia era una porzione della foresta non-Proibita, densa di alberi, in quanto il professor Quirrell aveva pensato che essere in grado di vedere tutte le forze nemiche sarebbe stato troppo noioso persino per la tua prima battaglia.
Tutti gli studenti che non erano effettivamente arruolati in un esercito del primo anno erano accampati nelle vicinanze e osservavano attraverso degli schermi messi su dal professor Quirrell. Fatta eccezione per tre Grifondoro del quarto anno, che erano al momento ammalati e confinati nei letti guaritori da Madam Pomfrey. A parte loro, tutti erano lì.
Gli studenti non indossavano le loro vesti scolastiche d’ordinanza, ma uniformi mimetiche babbane che il professor Quirrell aveva scovato da qualche parte e rifornito in quantità sufficiente e in una varietà di taglie adatta a tutti. Il problema non era che gli studenti si sarebbero preoccupati di macchie e strappi, a quello servivano gli Incantesimi. Ma come il professor Quirrell aveva spiegato ai sorpresi nati maghi, vesti eleganti e dignitose non erano efficaci per nascondersi nelle foreste o per schivare nelle vicinanze degli alberi.
E sul petto di ciascuna uniforme c’era una toppa che recava il nome e l’insegna dell’esercito di appartenenza. Una piccola toppa. Se volevi che i tuoi soldati indossassero, diciamo, fasce colorate in modo da potersi riconoscere a distanza, e rischiare che il nemico mettesse le mani sulle fasce, era tutto nelle tue mani.
Harry aveva provato a ottenere il nome Dragon Army.
Draco ebbe una crisi di rabbia e disse che avrebbe decisamente confuso tutti quanti.
Il professor Quirrell aveva deciso che Draco potesse vantare un diritto di prelazione, se così avesse voluto.
Quindi ora Harry stava combattendo contro il Dragon Army.
Questo probabilmente non era un buon segno.
Come loro insegna, invece della scontata testa di drago che soffia fuoco, Draco aveva scelto di optare per delle fiamme. Elegante, velato, mortale: Questo è quello che rimane dopo il nostro passaggio. Molto Malfoy.
Harry, dopo aver preso in considerazione scelte alternative come 501st Provisional Battalion e Harry’s Minions o’ Doom, aveva deciso che il suo esercito sarebbe stato noto con il semplice e dignitoso appellativo di Chaos Legion.
La loro insegna era una mano con le dita pronte a schioccare.
Era universalmente ritenuto che questo non fosse un buon segno.
Harry aveva calorosamente suggerito a Hermione che i giovani ragazzi che servivano sotto di lei fossero probabilmente nervosi per il fatto che fosse una ragazza con la fama di essere gentile, e che avrebbe dovuto scegliere qualcosa di spaventoso che li avrebbe rassicurati circa la sua tempra e li rendesse orgogliosi si essere parte del suo esercito, come Blood Commandos o qualcosa del genere.
Hermione aveva battezzato il suo esercito Sunshine Regiment.
La loro insegna era un viso sorridente.
Ed entro dieci minuti, sarebbero stati in guerra.
Harry era in piedi nella luminosa radura all’interno della foresta che era la posizione di partenza loro assegnata, uno spazio aperto con tronconi d’albero vecchi e marci che era stato sgomberato per qualche scopo sconosciuto, il terreno ricoperto da foglie secche sparpagliate e dai resti rinsecchiti e ingrigiti dell’erba che non aveva superato la prova del calore estivo, e il sole che brillava accecante sopra di loro.
Intorno a lui c’erano ventitré soldati che il professor Quirrell gli aveva assegnato. Si erano iscritti quasi tutti i Grifondoro, ovviamente, e oltre metà dei Serpeverde, e meno della metà dei Tassofrasso, e un pugno di Corvonero. Nell’esercito di Harry c’erano dodici Grifondoro e sei Serpeverde e quattro Tassofrasso e un Corvonero oltre a lui… non che fosse possibile dirlo guardando le uniformi. Niente rosso, niente verde, niente giallo, niente blu. Solo schemi mimetici babbani, e una toppa sul petto con la raffigurazione di una mano pronta a schioccare le dita.
Harry osservò i suoi ventitré soldati, tutti che indossavano le stesse uniformi senza segni identificativi del gruppo eccetto quell’unica toppa.
Ed ecco, Harry sorrise, perché comprese in cosa consisteva questa parte del piano magistrale del professor Quirrell; e Harry lo stava sfruttando pienamente anche per i propri scopi.
C’era un episodio leggendario nella storia della psicologia sociale noto come l’esperimento di Robbers Cave. Era stato organizzato durante il frastornato dopoguerra del Secondo conflitto mondiale, con l’intento di indagare le cause e i rimedi dei conflitti tra gruppi. Gli scienziati avevano messo insieme un campo estivo per 22 ragazzi di 22 scuole differenti, scegliendoli tutti da famiglie stabili della classe media. La prima fase dell’esperimento doveva indagare cosa fosse necessario affinché scoppiasse un conflitto tra gruppi. I 22 ragazzi erano stati divisi in due gruppi da 11 –
– e quello era stato più che sufficiente.
L’ostilità era iniziata nel momento in cui i due gruppi erano venuti a conoscenza ciascuno dell’esistenza dell’altro all’interno del parco nazionale, gli insulti che erano stati lanciati già al primo incontro. Si erano dati il nome di Aquile e di Crotali (non avevano avuto bisogno di darsi dei nomi quando avevano pensato di essere i soli all’interno del parco) e avevano proseguito sviluppando degli stereotipi di gruppo contrastanti, i Crotali che pensavano di essere rudi e coriacei e che imprecavano pesantemente, le Aquile che decisero di conseguenza di pensare a sé stessi come corretti e formali.
L’altra parte dell’esperimento aveva sperimentato come risolvere i conflitti di gruppo. Riunire i ragazzi per assistere a dei fuochi d’artificio non aveva affatto funzionato. Si erano semplicemente insultati a vicenda e tenuti separati. Quello che aveva funzionato era stato avvisarli che ci potevano essere dei vandali nel parco, e la necessità per i due gruppi di lavorare insieme per risolvere un guasto nel sistema idrico del parco. Un compito comune, un nemico comune.
Harry aveva il forte sospetto che il professor Quirrell avesse compreso questo principio davvero molto bene e avesse scelto di istituire tre eserciti per ciascun anno.
Tre eserciti.
Non quattro.
E certamente non divisi per Casa… a parte il fatto che nessun Serpeverde era stato assegnato a Draco a parte il signor Crabbe e il signor Goyle.
Erano cose come questa che rassicuravano Harry che il professor Quirrell, malgrado la sua artificiosa aria Oscura e la sua pretesa di neutralità nel conflitto tra Bene e Male, stesse segretamente sostenendo il Bene, anche se Harry non l’avrebbe mai detto ad altra voce.
E Harry aveva deciso di sfruttare in pieno il piano del professor Quirrell per definire un’identità di gruppo a modo proprio.
I Crotali, una volta incontrate le Aquile, avevano iniziato a pensare a sé stessi come rudi e coriacei, e si erano comportati di conseguenza.
Le Aquile avevano pensato a sé stessi come corretti e formali.
E in quella luminosa radura all’interno della foresta, sparpagliati tra i tronconi d’albero vecchi e marci, delineati dal sole che brillava accecante sopra di loro, il generale Potter e i suoi ventitré soldati erano disposti in quella che non assomigliava neppure lontanamente ad una formazione. Alcuni soldati erano in piedi, alcuni soldati erano seduti, alcuni erano in piedi su una gamba sola giusto per essere differenti.
Era la Legione del Caos, dopo tutto.
E se non c’era una ragione per stare in piedi in piccole file precise, Harry aveva detto sdegnosamente, non ci sarebbero state piccole file precise.
Harry aveva diviso l’esercito in 6 squadre da 4 soldati ciascuna, ogni squadra comandata da un Suggeritore di Squadra. Tutta la truppa aveva ricevuto l’ordine ferreo, se quella fosse sembrata una buona idea in quel momento, di disobbedire a ogni ordine che avessero ricevuto, incluso quello… a meno che Harry o il Suggeritore di Squadra facessero precedere all’ordine “Merlino dice”, nel qual caso avresti dovuto obbedire effettivamente.
L’attacco principale della Chaos Legion consisteva nel dividersi e arrivare al corpo a corpo da direzioni multiple, cambiando casualmente vettore di movimento e lanciando l’incantesimo soporifero approvato quanto più rapidamente possibile la tua ricostituzione della forza magica permettesse. E se avessi intuito una possibilità di distrarre o confondere il nemico, avresti dovuto coglierla.
Veloce. Creativo. Impredicibile. Disomogeneo. Non obbedire semplicemente agli ordini, pensa se quello che stai facendo ora ha un senso o meno.
Harry non era proprio sicuro come pretendeva di essere che quello fosse l’ottimo dell’efficienza militare… ma aveva ricevuto un’occasione d’oro per cambiare il modo in cui alcuni studenti pensavano a sé stessi, e quello era il modo in cui intendeva usarla.
Cinque minuti allo stato di guerra, stando all’orologio di Harry.
Il generale Potter camminò (non marciò) verso il luogo in cui le sue forze aeree stavano attendendo nervosamente, i manici di scopa già stretti fermamente nelle loro mani.
“Tutte le unità riferiscano”, disse il generale Potter. L’avevano provato durante la loro singola sessione di addestramento di sabato.
“Capo rosso, sono pronto”, disse Seamus Finnigan, che non aveva idea di cosa significasse.
“Rosso cinque, sono pronto”, disse Dean Thomas, che aveva desiderato dirlo per tutta la sua vita.
“Capo verde, sono pronto”, disse Theodore Nott disse piuttosto rigidamente.
“Verde quarantuno, sono pronto”, disse Tracey Davis.
“Vi voglio in volo l’istante in cui sentiamo la campana”, disse il generale Potter. “Non ingaggiate, ripeto, non ingaggiate il nemico. Se sotto il fuoco, effettuate manovre di evasione”. (Ovviamente non si lanciavano incantesimi soporiferi contro i manici di scopa; si lanciava un incantesimo che dava un bagliore rosso temporaneo a tutto ciò che colpiva. Se si colpiva la scopa o il pilota, erano fuori dalla competizione.) “Capo rosso e Rosso cinque, volate verso l’esercito di Malfoy il più velocemente possibile, restate il più in alto possibile mantenendo il contatto visivo, tornate nel momento esatto in cui siete sicuri di cosa stiano facendo. Capo verde, fai la stessa cosa con l’esercito di Granger. Verde quarantuno, vola sopra di noi e fai attenzione a qualunque scopa o soldato nemico si avvicini, tu e soltanto tu sei autorizzata a fare fuoco. E ricordate, non ho detto `Merlino dice’ per nessuno di questi ordini, ma abbiamo davvero bisogno di quelle informazioni. Per il Caos!”
“Per il Caos!” fecero eco i quattro con differenti gradi di entusiasmo.
Harry si aspettava che Hermione lanciasse un attacco immediato contro Draco, nel qual caso avrebbe mosso le proprie truppe in posizione e iniziato ad aiutarla, ma solo dopo che avesse subito gravi perdite e causato qualche danno. L’avrebbe presentato come un eroico soccorso, se possibile; non sarebbe stato bene se i Raggi di sole avessero pensato che Chaos non era loro amico, dopo tutto.
Ma giusto nel caso in cui lei non l’avesse fatto… beh, ecco perché la Chaos Legion non si sarebbe mossa fino al ritorno di Capo verde.
Le mosse di Draco sarebbero state nel suo interesse personale. Prevedibilmente avrebbe preparato il suo esercito a difendersi contro Hermione; avrebbe potuto o meno capire che Harry aveva mentito a proposito dell’attendere la fine della battaglia prima di attaccare. Harry aveva comunque messo due scope addosso al Dragon Army, giusto nell’evenienza in cui avessero qualcosa in mente, e giusto nell’evenienza in cui Draco o il signor Goyle o il signor Crabbe fossero bravi abbastanza da abbattere una scopa in volo.
Ma il generale Granger era quella imprevedibile, e Harry non poteva muoversi prima di sapere come si sarebbe mossa lei.
Nel cuore della foresta, con le forme delle ombre che danzavano sul terreno mentre la volta frondosa oscillava in alto, il generale Malfoy era lì dove gli alberi erano relativamente più radi, e guardò verso le sue truppe con calma soddisfazione. Sei unità di tre soldati ciascuna, l’Unità aerea di quattro (ad essa era stato assegnato Gregory), e l’Unità di comando, composta da egli stesso e Vincent. Si erano addestrati solo per un breve periodo il sabato precedente, ma Draco era fiducioso di essere riuscito a spiegare i concetti di base. State vicino ai vostri compagni, sorvegliate le loro spalle e confidate che loro sorveglino le vostre. Muovetevi come un unico corpo. Obbedite agli ordini e non mostrate paura. Puntate, fate fuoco, muovetevi, puntate ancora, fate fuoco ancora.
Le sei unità erano disposte a formare un perimetro difensivo attorno a Draco, scrutando vigilmente verso l’esterno all’interno della foresta. Erano schiena contro schiena, le bacchette strette e abbassate fintanto che non avessero avuto bisogno di colpire.
Assomigliavano già straordinariamente alle unità Auror al cui addestramento Draco aveva assistito durante le ispezioni di suo Padre.
Chaos e Sunshine non avrebbero capito cosa li aveva colpiti.
“Attenzione”, disse il generale Malfoy.
Le sei unità si dispiegarono e ruotarono in direzione di Draco; i volti dei suoi piloti di manici di scopa si girarono dal luogo in cui stavano con le scope già in mano.
Draco aveva deciso di non pretendere il saluto finché non avessero vinto la loro prima battaglia, quando Grifondoro e Tassofrasso sarebbero stati più disponibili a salutare un Malfoy.
Ma i suoi soldati erano già sufficientemente impettiti, specie i Grifondoro, e Draco si chiedeva se avesse davvero bisogno di aspettare. Gregory aveva ascoltato in silenzio, e riferito che l’offerta di Draco di affiancare Harry Potter durante la lezione di Difesa, quella volta che il professor Quirrell aveva insegnato a Harry come perdere, aveva indicato che Draco era un comandante accettabile. Almeno se capitavi nel suo esercito. Non tutti i Serpeverde sono uguali; ci sono Serpeverde e Serpeverde era ciò che i Grifondoro nell’esercito di Draco citavano ai loro compagni di Casa.
Draco era sinceramente stupito di quanto fosse stato facile. Inizialmente aveva protestato per non essersi visto assegnare alcun Serpeverde, e il professor Quirrell gli aveva detto che se voleva essere il primo Malfoy a conquistare il controllo politico completo del Paese, doveva imparare come si governavano gli altri tre-quarti della popolazione. Erano cose come questa che rassicuravano Draco che il professor Quirrell avesse molta più simpatia per i buoni di quanto non lasciasse intendere.
La vera battaglia non sarebbe stata facile, specie se Granger avesse effettivamente attaccato i Draghi per primi. Draco si era tormentato sull’impegnare o meno tutte le sue forze contro Granger da subito in un attacco preventivo, ma era preoccupato che (1) Harry l’avesse completamente fuorviato a proposito di ciò che Granger avrebbe probabilmente fatto, e (2) Harry l’avesse fuorviato a proposito del suo attendere fino alla fine dell’attacco di Granger prima di partecipare alla battaglia.
E sebbene il Dragon Army avesse un’arma segreta, tre armi segrete in effetti, che sarebbe stata sufficiente a vincere anche se fossero stati attaccati da entrambi gli eserciti contemporaneamente…
Era quasi giunta l’ora, e quello significava che era giunta l’ora per il discorso prima della battaglia che Draco aveva composto e mandato a memoria.
“La battaglia sta per iniziare”, disse Draco. La sua voce era calma e precisa. “Ricordate tutto ciò che io e il signor Crabbe e il signor Goyle vi abbiamo mostrato. Un esercito vince perché è disciplinato e letale. Il generale Potter e la Chaos Legion non saranno disciplinati. Granger e il Sunshine Regiment non saranno letali. Noi siamo disciplinati, noi siamo letali, noi siamo i Draghi. La battaglia sta per iniziare, e noi stiamo per vincerla”.
(Discorso estemporaneo pronunciato dal generale Potter alla Chaos Legion, immediatamente prima della loro prima battaglia, 2 novembre 1991, ore 14:56:)
Mie truppe, non vi mentirò, la nostra situazione oggi è davvero fosca. Il Dragon Army non ha mai perso una sola battaglia. E Hermione Granger… ha un’ottima memoria. La verità è, la maggior parte di voi probabilmente morirà. E i sopravvissuti invidieranno i morti. Ma dobbiamo vincere. Dobbiamo vincere in modo che un giorno, i nostri figli possano assaporare nuovamente il gusto del cioccolato. Tutto è in discussione oggi. Letteralmente tutto. Se perdiamo, l’intero universo si spegnerà come una lampadina. E in questo momento capisco che la maggior parte di voi non sa cosa sia una lampadina. Beh, credetemi, è una cosa brutta. Ma se dobbiamo cadere, cadiamo combattendo, come eroi, in modo che mentre l’oscurità avanza, potremo pensare tra noi, almeno ci siamo divertiti. Avete paura di morire? Io so di averla. Posso sentire quei gelidi brividi di paura come se qualcuno pompasse gelato nella mia maglia. Ma io so… che la storia ci sta guardando. Ci stava guardando mentre indossavamo le nostre uniformi. Probabilmente stava scattando delle foto. E la storia, mie truppe, è scritta dai vincitori. Se oggi vinciamo, potremo scrivere la nostra storia. Una storia in cui Hogwarts fu fondata da quattro elfi domestici rinnegati. Possiamo imporre a tutti di studiare quella storia, anche se non è vera, e se non danno le risposte giuste nei nostri compiti… saranno bocciati. Non vale la pena morire per questo? No, non rispondete. Alcune cose è meglio lasciarle non dette. Nessuno di noi sa perché siamo qui. Nessuno di noi sa perché stiamo combattendo. Ci siamo semplicemente svegliati con queste uniformi addosso in questa misteriosa foresta, sapendo che non c’è altro modo di recuperare i nostri nomi e i nostri ricordi se non vincendo. Gli studenti negli altri eserciti lì fuori… sono proprio come noi. Non vogliono morire. Stanno combattendo per proteggersi gli uni con gli altri, gli unici amici loro rimasti. Stanno combattendo perché sanno di avere famiglie alle quali mancheranno, anche se ora non possono ricordarselo. Potrebbero persino combattere per salvare il mondo. Ma noi abbiamo una ragione migliore della loro per combattere. Noi combattiamo perché ci piace. Combattiamo per il divertimento delle mostruosità aliene provenienti da oltre lo Spazio e il Tempo. Combattiamo perché siamo il Caos. Presto la battaglia finale inizierà, quindi lasciatemi dire ora, perché non ne avrò l’occasione in seguito, che è stato un onore essere il vostro comandante, per quanto brevemente. Grazie, grazie a tutti voi. E ricordate, il nostro obiettivo non è solo abbattere il nemico, è terrorizzarlo.
Un gigantesco gong rimbombante echeggiò per la foresta.
E il Sunshine Regiment iniziò a marciare.
La tensione crebbe e crebbe, mentre Harry e gli altri diciannove soldati che erano rimasti attesero che i combattenti aerei tornassero a riferire. Non ci sarebbe dovuto volere molto, le scope erano veloci e le distanze nella foresta non enormi –
Due scope si avvicinarono, ad alta velocità, dalla direzione del campo di Draco, e tutti i soldati si inquietarono. Non stavano eseguendo le manovre che erano il codice odierno per una scopa amica.
“Sparpagliatevi e fate fuoco!” ruggì il generale Potter, e poi fece seguire l’azione alle parole, precipitandosi alla massima velocità sotto la copertura della foresta; e appena Harry fu tra gli alberi, ruotò su sé stesso, alzò la bacchetta, cercò di individuare la scopa in cielo –
“Libero!” gridò una voce. “Stanno tornando indietro!”
Harry fece un’alzata di spalle mentale. Non c’era modo di impedire a Draco di ottenere quell’informazione, e aveva solo scoperto che stavano ancora fermi.
E i Caotici uscirono lentamente dalla foresta –
“Scopa in avvicinamento dalla direzione di Granger!” urlò un’altra voce. “Credo che sia Capo verde, ha fatto la picchiata e il tonneau!”
Alcuni momenti dopo Theodore Nott si tuffò giù dal cielo e accostò nel mezzo dei soldati.
“Granger ha diviso le sue forze in due!” gridò Nott mentre si librava sulla sua scopa. C’era del sudore che macchiava la sua uniforme, e tutta la riservatezza era scomparsa dalla sua voce. “Sta attaccando entrambi gli eserciti! Due scope coprono ciascuna forza, mi hanno inseguito fino a metà strada!”
Ha diviso le sue forze, cosa diavolo –
Una forza numerosa che concentrasse il fuoco su di una forza meno numerosa poteva indebolire quella forza senza subire a sua volta danni gravi. Se venti soldati affrontavano dieci soldati, venti incantesimi soporiferi sarebbero stati lanciati contro i dieci soldati con solo dieci incantesimi soporiferi che sarebbero stati indirizzati nel verso opposto, quindi a meno che ciascuno di quegli incantesimi non avesse colpito il bersaglio, la forza meno numerosa avrebbe perso più soldati di quanti fosse stata in grado di portare con sé. Sconfitta in dettaglio era il termine militare per ciò che avveniva quando si dividevano le proprie forze in quel mondo. Cosa diavolo stava pensando Hermione…
Poi Harry comprese.
Si stava comportando in maniera equa.
Sarebbe stato un anno lungo nel corso di Difesa.
“Va bene”, disse Harry ad alta voce, in modo che l’esercito potesse sentire. “Attenderemo fino al rapporto dello Stormo rosso, e poi andremo a oscurare un po’ di Raggi di sole”.
Draco ascoltò i rapporti dei piloti con il volto sereno, tutto il suo sconcerto celato dentro di sé. Cosa diavolo stava pensando Granger?
Poi Draco comprese.
È una finta.
Una delle due forze dei Raggi di sole avrebbe cambiato direzione, ed entrambe avrebbero effettuato una manovra convergente su… chi?
Neville Longbottom marciava attraverso la foresta in direzione del reparto Sunshine in avvicinamento, gettando di quando in quando un’occhiata al cielo in cerca di scope. Al suo fianco marciavano i suoi compagni di squadra, Melvin Coote e Lavender Brown di Grifondoro e Allen Flint di Serpeverde. Allen Flint era il Suggeritore di Squadra, sebbene Harry avesse detto per primo a Neville, in privato, che la posizione era sua se la voleva.
Harry aveva detto molte cose a Neville in privato, iniziando con “Sai, Neville, se vuoi diventare così fantastico come il Neville immaginario che vive nella tua testa ma a cui non è permesso fare nulla perché sei spaventato, allora dovresti davvero arruolarti negli eserciti del professor Quirrell”.
Neville era ora certo che il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto potesse leggere il pensiero. Non c’era altro modo in cui Harry avrebbe potuto scoprirlo. Neville non ne aveva ma parlato con nessuno, né manifestato alcunché; e le altre persone non erano così, almeno per quanto Neville avesse mai notato.
E la promessa di Harry era stata mantenuta, aveva la sensazione che tutto quello fosse diverso dagli allenamenti durante le lezioni di Difesa. Neville aveva sperato che gli allenamenti avrebbero aggiustato tutto quello che andava male in lui, e, insomma, non l’avevano fatto. Anche se poteva lanciare alcuni incantesimi contro un altro studente nell’aula col professor Quirrell che controllava che nulla andasse storto, anche se poteva schivare e restituire il colpo quando ciò gli era permesso e tutti gli altri se l’aspettavano e lo avrebbero fissato con curiosità se non l’avesse fatto, nulla di tutto quello equivaleva a essere in grado di lottare per sé stesso.
Ma essere parte di un esercito…
Qualcosa di strano stava rimestando dentro di Neville, mentre marciava attraverso la foresta al fianco dei suoi commilitoni, sulle loro uniformi un’insegna raffigurante dita pronte a schioccare.
Era autorizzato a camminare se avesse voluto farlo, ma si sentiva di marciare.
E Neville iniziò a cantare sottovoce la Canzone del Caos.
Il motivo era quello che un Babbano avrebbe riconosciuto come la Marcia imperiale di John Williams, anche nota come il “Tema di Darth Vader”; e le parole che Harry aveva aggiunto erano facili da ricordare.
Doom doom doom
Doom doom doom doom doom doom
Doom doom doom
Doom doom doom doom doom doom
Doom doom Doom
Doom doom doom-doom-doom doom doom
Doom doom-doom-doom doom doom
Doom doom doom, doom doom doom.
Gli altri si erano uniti al secondo verso, e presto si sarebbe potuto udire lo stesso canto sommesso provenire da parti vicine della foresta.
E Neville marciò al fianco dei suoi compagni Legionari del Caos,
strane sensazioni che si rimestavano nel suo cuore,
immaginazione che diveniva realtà,
e dalle sue labbra sgorgava una temibile canzone di sventura.
Harry fissò i corpi sparsi per la foresta. Qualcosa dentro di lui era un po’ nauseata, e dovette ricordare a sé stesso che stavano solo dormendo. C’erano delle ragazze tra i caduti, e questo lo rendeva in qualche modo peggiore, e avrebbe dovuto stare attento a non menzionarlo mai di fronte a Hermione o gli Auror avrebbero ritrovato i suoi resti infilati in una piccola teiera.
Metà dell’esercito Sunshine non era stato un avversario impegnativo per l’intero Chaos. I nove soldati appiedati si erano avvicinati correndo, gridando in maniera inarticolata e tenendo attivi degli Scudi Semplici, schermi circolari per proteggere i loro volti e i loro petti. Ma non era possibile fare fuoco e mantenere uno scudo contemporaneamente, e i soldati di Harry avevano semplicemente mirato alle gambe. Tutti i Raggi di sole tranne uno erano caduti appena le grida “Somnium!” avevano riempito l’aria. L’ultima aveva lasciato cadere il suo scudo ed era riuscita a colpire uno dei soldati di Harry prima di essere travolta dalla seconda ondata di incantesimi soporiferi (la Fattura del Sonno era sicura in caso di attacco multiplo). I due manici di scopa di Sunshine erano stati molto più difficili da abbattere e diedero conto di tre Caotici prima di essere dotati di aura da un attacco massiccio da terra.
Hermione non era tra i caduti. Draco doveva averla affrontata e questo rendeva Harry infuriato ad un qualche livello completamente incomprensibile, non era sicuro se si sentiva protettivo nei confronti di Hermione, o truffato per non essere stato lui a farlo, o forse per entrambe le cose.
“Va bene”, disse Harry, alzando la voce. “Che una cosa sia chiara a tutti, questo non è stato un vero combattimento. Questo è stato il generale Granger che commetteva un errore nella sua prima battaglia. Il vero combattimento oggi è contro il Dragon Army e non sarà affatto come questo. Sarà molto più divertente. Muoviamoci”.
Una scopa discese giù dal cielo, avvicinandosi con una velocità terrificante, e ruotò portando il retro in avanti e decelerò così repentinamente che si poté quasi sentire l’aria urlare la sua protesta, e andò a fermarsi direttamente di fianco a Draco.
Non fu una pericolosa ostentazione. Era solo che Gregory Goyle era davvero così bravo e che non sprecava tempo.
“Potter sta arrivando”, disse Gregory senza alcuna traccia della sua solita pronuncia strascicata. “Hanno ancora tutte e quattro le loro scope, vuole che le elimini?”
“No”, disse seccamente Draco. “Combattere sopra il loro esercito è un vantaggio troppo grande in loro favore, faranno fuoco su di te da terra e persino tu potresti non essere in grado di schivarli tutti. Aspetta fin quando le forze non ingaggeranno”.
Draco aveva perso quattro Draghi in cambio di dodici Raggi di sole. Apparentemente il generale Granger era stata davvero tanto stupida, sebbene non fosse stata tra gli attaccanti, così Draco non aveva avuto l’occasione di deriderla o di chiederle cosa in nome di Merlino stesse pensando di fare.
La vera battaglia, sapevano tutti, sarebbe stata con Harry Potter.
“Preparatevi!” ruggì Draco alle sue truppe. “State vicini ai vostri commilitoni, agite come un’unità, fate fuoco appena il nemico è a portata!”
Disciplina contro Caos.
Non avrebbe dovuto essere un combattimento troppo impegnativo.
L’adrenalina stava pompando sempre di più nel sangue di Neville finché sentì di riuscire a respirare con difficoltà.
“Ci stiamo avvicinando”, disse il generale Potter in una voce alta appena il giusto da giungere all’intero esercito. “È il momento di sparpagliarsi”.
I commilitoni di Neville si allontanarono da lui. Avrebbero continuato a sostenersi a vicenda, ma se si fossero raggruppati, sarebbe stato più facile per il nemico colpirli; un incantesimo indirizzato a uno dei tuoi commilitoni poteva mancarlo e colpire te, invece. Sarebbe stato più difficile colpirti se ti fossi sparpagliato il più velocemente possibile.
La prima cosa che il generale Potter aveva fatto, durante la loro sessione di addestramento, era stato far fare loro fuoco mentre entrambi i contendenti stavano correndo velocemente, o entrambi stavano fermi e miravano con cura, o uno si stava muovendo e l’altro restava fermo – l’incantesimo opposto della Fattura del Sonno era semplice, sebbene non fossero autorizzati a usarlo durante le vere battaglie. Il generale Potter aveva registrato attentamente tutto ciò che era accaduto, lavorato a qualche speculazione e fatto qualche conto, e poi aveva annunciato che era aveva più senso per loro concentrarsi, non sul rallentare per mirare attentamente, ma sul muoversi velocemente in modo da non essere colpiti.
Neville era ancora un po’ seccato di non marciare fianco a fianco con i suoi commilitoni, ma le terrificanti grida di battaglia che avevano imparato stavano già tuonando nella sua testa e questo compensava parecchio.
Questa volta, Neville giurò silenziosamente a sé stesso, la sua voce non avrebbe assolutamente squittito.
“Alzare gli scudi”, disse il generale Potter, “potenza ai deflettori frontali”.
“Contego”, mormorò l’esercito, e le schermature circolari spuntarono di fronte alle loro teste e ai loro petti.
Un sapore pungente riempì la bocca di Neville. Il generale Potter non avrebbe dato loro l’ordine di alzare gli scudi a meno che non fossero quasi a portata di tiro. Neville poteva vedere le forme in divisa dei Draghi che si muovevano attraverso il denso schermo degli alberi, e i Draghi avrebbero visto loro allo stesso modo –
“All’attacco!” giunse un grido da lontano, la voce di Draco Malfoy, e il generale Potter ruggì, “Carica –”
Tutta l’adrenalina nel sangue di Neville fu rilasciata, e le sue gambe presero il sopravvento, mandandolo a volare più velocemente di quanto non avesse mai corso prima, dritto verso il nemico, sapendo senza che fosse necessario guardare che tutti i suoi commilitoni stavano facendo lo stesso.
“Sangue per il dio del sangue!” gridò Neville. “Teschi per il trono di teschi! Iä! Shub-Niggurath! La porta del nemico è di lato!”
Ci fu un impatto senza suono quando un incantesimo soporifero andò sprecato contro lo scudo di Neville. Se erano stati lanciati altri incantesimi, non avevano colpito il bersaglio.
Neville vide la breve espressione di paura sul viso di Wayne Hopkins, mentre si trovava tra due Grifondoro che Neville non riconobbe, e poi –
– Neville lasciò cadere lo Scudo Semplice e fece fuoco contro Wayne –
– mancò –
– le sue gambe in corsa andarono dritto oltre il gruppo di nemici e verso altri tre Draghi, le loro bacchette che si stavano alzando contro di lui, le loro bocche che si stavano spalancando –
– senza neppure pensarci, Neville si gettò a capofitto verso il fondo della foresta mentre tre voci gridarono “Somnium!”
Fece male, pietre dure e stecchi duri scavarono in Neville mentre rotolava, non era così male come cadere dalla scopa ma aveva comunque colpito il terreno piuttosto duramente, e poi Neville, con un’intuizione improvvisa, giacque immobile e chiuse gli occhi.
“Smettetela!” gridò una voce. “Non sparateci, siamo Draghi!”
Con lampo di magnifica soddisfazione, Neville si accorse che era riuscito a mettersi tra due gruppi di Draghi proprio mentre un gruppo aveva fatto fuoco su di lui. Harry aveva parlato di questa come di una tattica per rendere il nemico timoroso di fare fuoco, ma apparentemente aveva funzionato un po’ meglio di così.
E non solo, i Draghi credevano di averlo colpito, poiché avevano visto Neville cadere proprio mentre facevano fuoco.
Neville contò fino a venti nella sua testa, poi aprì d’un colpo gli occhi.
I tre Draghi erano molto vicini a lui, le loro teste ruotavano rapidamente mentre urla di “Somnium!” e “Teschi per il trono di teschi!” riempivano l’aria intorno a loro. Tutti e tre avevano innalzato degli Scudi Semplici ora.
La bacchetta di Neville era ancora nella sua mano, e non ci volle un grande sforzo per puntarla agli anfibi di un ragazzo e sussurrare “Somnium!”
Neville chiuse rapidamente gli occhi e rilassò la mano mentre sentì il ragazzo che cadeva a terra.
“Da dov’è venuta?” gridò la voce di Justin Finch-Fletchley, e Neville sentì dei fruscii sul fondo ricco di foglie della foresta, mentre due Draghi giravano su sé stessi alla ricerca di un nemico.
“Riformare i ranghi!” rimbombò la voce di Malfoy. “A me, tutti, non lasciate che vi disperdano!”
Le orecchie di Neville colsero i due Draghi mentre saltavano oltre il suo corpo prono mentre si allontanavano correndo.
Neville aprì gli occhi, si tirò in piedi un po’ dolorante, e poi puntò la sua bacchetta e pronunciò il nuovo incantesimo che il generale Potter aveva insegnato a tutti loro. Non potevano lanciare veri incantesimi di illusione per confondere il nemico, ma persino alla loro età potevano –
“Ventriliquio”, sussurrò Neville, puntando la bacchetta di lato a Justin e all’altro ragazzo, e poi gridò, “Per Cthulhu e la gloria!”
Justin e l’altro ragazzo si fermarono bruscamente, girarono gli scudi verso la direzione in cui Neville aveva spostato il suo grido di battaglia, e quello fu il momento in cui grida multiple di “Somnium!” riempirono l’aria e l’altro ragazzo cadde prima che Neville ebbe finito di puntare.
“L’ultimo è mio!” gridò Neville, e poi iniziò a scattare dritto verso Justin, che era stato cattivo con lui finché i Tassofrasso più grandi non l’avevano sistemato. Neville era circondato dai suoi commilitoni e quello significava –
“Attacco speciale, Balzo Caotico!” urlò Neville mentre correva, e sentì il proprio corpo farsi più leggero, poi ancora più leggero, mentre i suoi commilitoni girarono le loro bacchette verso di lui e sommessamente lanciarono l’Incantesimo di levitazione, e Neville alzò la sua mano sinistra e schioccò le dita e poi usò le gambe per sollevarsi dal terreno il più forte possibile e si librò in volo. Sul viso di Justin si dipinse uno sbalordimento completo mentre Neville passò sopra lo scudo dell’altro ragazzo e puntò la sua bacchetta in basso alla forma che passava sotto di lui e gridò “Somnium!”
Perché gli andava così, ecco perché.
Neville non riuscì a riportare del tutto i piedi nella posizione corretta e piuttosto andò ad arare il terreno mentre atterrava, ma due degli altri tre Legionari del Caos erano riusciti a tenere le loro bacchette su di lui per tutto il tempo e non impattò troppo duramente.
E Neville si alzò in piedi, ansimando. Sapeva che si sarebbe dovuto muovere, molti stavano gridando “Somnium!” tutto intorno a lui –
“Io sono Neville, l’ultimo rampollo dei Longbottom!” gridò Neville al cielo sopra di lui, reggendo la bacchetta puntata verso l’alto come a sfidare l’ardente volta celeste, sapendo che nulla dopo quel giorno sarebbe stato mai lo stesso. “Neville del Caos! Affrontatemi se osa–”
(Quando in seguito Neville si svegliò, gli fu riferito che il Dragon Army aveva preso quello come il segnale del contrattacco.)
La ragazza di fianco a Harry crollò al suolo, prendendosi il colpo indirizzato a lui, ed egli poté sentire la distante risata di compiacimento del signor Goyle mentre la sua scopa passò come un fulmine sopra di loro, tagliando l’aria con tale forza che sarebbe dovuta andare in frantumi nella sua scia.
“Luminos!” gridò uno dei ragazzi vicino Harry, che non era stato in grado di ricostituire la propria forza magica abbastanza rapidamente per farlo prima, e il signor Goyle lo schivò senza fermarsi.
A Chaos erano rimasti solo sei soldati, ora, e il Dragon Army ne aveva due, e l’unico problema era che uno di quei due era invincibile e l’altro stava impegnando tre soldati solo per obbligarlo a stare sotto copertura dentro il suo scudo.
Avevano perso più soldati per mano del signor Goyle che di tutti gli altri Draghi messi insieme, stava zigzagando per l’aria così velocemente che nessuno poteva colpirlo, ed egli poteva colpire i nemici mentre lo faceva.
Harry aveva pensato ad ogni sorta di modo per fermare il signor Goyle ma nessuno di loro era sicuro, anche usare l’Incantesimo di levitazione per rallentarlo (era un raggio continuo e molto più facile da puntare) non sarebbe stato sicuro perché sarebbe potuto cadere dalla scopa, lanciargli oggetti contro non era sicuro, e quello stava diventando via via più difficile da ricordare mentre il sangue di Harry si congelava.
È un gioco. Non stai cercando di ucciderlo. Non gettare via tutti i tuoi piani futuri per un gioco…
Harry poteva vedere lo schema, poteva vedere come il signor Goyle stava zigzagando, poteva vedere come e quando tutti loro avevano bisogno di fare fuoco in modo da creare una ragnatela di colpi che il signor Goyle non sarebbe stato in grado di schivare, ma non era stato capace di spiegarlo abbastanza rapidamente ai suoi soldati, non potevano coordinare i loro colpi sufficientemente bene, e ora non erano rimaste abbastanza persone per farlo –
Mi rifiuto di perdere, non in questo modo, non il mio intero esercito per mano di un solo soldato!
La scopa del signor Goyle virò più rapidamente di quanto qualunque cosa sarebbe dovuta essere in grado di virare e iniziò stringere l’angolo d’attacco verso Harry e le sue truppe superstiti, poteva percepire il ragazzo al suo fianco che diventava teso, pronto a gettarsi di fronte al proprio generale.
Al diavolo.
La bacchetta di Harry si alzò, mettendo a fuoco il signor Goyle, la mente di Harry visualizzò la rotta, e le labbra di Harry si aprirono, e la sua voce urlò –
“Luminosluminosluminosluminosluminosluminosluminosluminosluminosluminosluminosluminos–”
Quando gli occhi di Harry si aprirono nuovamente, si trovò a riposare in una posizione confortevole con le mani piegate sul petto, reggendo la sua bacchetta come un eroe caduto.
Lentamente, Harry si sedette. La sua magia gli faceva male, una strana sensazione ma non completamente spiacevole, un po’ come il bruciore e la letargia che seguiva l’esercizio fisico intenso.
“Il generale è sveglio!” gridò qualcuno, e Harry sbatté le palpebre e mise a fuoco in quella direzione.
Quattro dei suoi soldati reggevano le loro bacchette in direzione di una semisfera prismatica luccicante, e Harry comprese che la battaglia non era terminata. Già… non era stato colpito da un Incantesimo soporifero, si era solo sfinito, quindi quando si svegliò, era ancora in gioco.
Harry sospettava che avrebbe ricevuto una ramanzina da qualcuno sul non consumare la propria magia fino al punto di perdere i sensi per un gioco di bambini. Ma non aveva ferito il signor Goyle quando aveva perso la calma, e quella era la cosa importante.
Poi la mente di Harry saltò ad un’altra implicazione, e guardò in basso all’anello di acciaio al mignolo della sua mano sinistra, e quasi imprecò ad alta voce quando vide che il minuscolo diamante era andato perso e che c’era un marshmallow in terra lì dove era caduto.
Aveva mantenuto quella Trasfigurazione per diciassette giorni, e ora avrebbe dovuto ricominciare daccapo.
Sarebbe potuta andare peggio. L’avrebbe potuto fare tra quattordici giorni, dopo che la professoressa McGonagall gli avesse dato l’assenso per Trasfigurare la roccia di suo padre. Quella era un’ottima lezione da imparare nella maniera facile.
Nota a sé stesso: Togliersi sempre l’anello dal dito prima di consumare completamente la magia.
Harry si spinse in piedi, operazione piuttosto faticosa. Consumare tutta la tua magia non stancava i tuoi muscoli, ma schivare i colpi in mezzo agli alberi certamente sì.
Barcollò in direzione della semisfera iridescente che conteneva Draco Malfoy, che stava reggendo in alto la sua bacchetta per mantenere lo scudo, e sorridendo freddamente a Harry.
“Dov’è il quinto soldato?” chiese Harry.
“Uhm…” disse un ragazzo il cui nome Harry non riusciva al momento a ricordare. “Ho lanciato un Incantesimo soporifero contro lo scudo ed è rimbalzato e ha colpito Lavender, voglio dire l’angolo non avrebbe dovuto essere quello giusto ma l’ha fatto comunque…”
Draco stava facendo un sorrisetto all’interno dello scudo.
“Fammi indovinare”, disse Harry guardando Draco direttamente negli occhi, “quel fantastico piccolo trio è la formazione usata dai maghi militari professionisti? Composti da soldati addestrati che possono facilmente colpire bersagli in movimento se le loro mani sono salde, e che possono combinare le loro forze difensive fintanto che restano insieme? A differenza dei tuoi soldati?”
Il sorrisetto era scomparso dal volto di Draco, che ora era duro e arcigno.
“Sai”, disse Harry con leggerezza, sapendo che nessuno degli altri avrebbe compreso il reale messaggio che passava tra loro due, “serve proprio per dimostrare che devi sempre mettere in discussione tutto ciò che vedi fare ai tuoi modelli comportamentali, e chiederti perché viene fatto, e se abbia o meno senso che anche tu lo faccia in un certo contesto. Non dimenticare di applicare quel consiglio alla vita reale, tra parentesi. E grazie per i bersagli raggruppati e che si muovevano lentamente”.
Perché Draco aveva già ricevuto quella lezione e, Harry sospettava, l’aveva scartata a causa del sospetto che Harry stesse cercando di spostare la sua lealtà ancora più lontano dalla tradizione purosangue. Il che, ovviamente, era vero. Ma questo esempio sarebbe stata un’eccellente scusa, il sabato successivo, per poter affermare che mettere in dubbio le autorità era semplicemente una tecnica pratica per la vita reale. E Harry avrebbe anche menzionato gli esperimenti che aveva fatto, prima con i singoli e poi con i gruppi, per verificare che le sue idee sull’importanza della velocità fossero effettivamente corrette, per rinforzare il concetto che Draco aveva bisogno di tenere un occhio sempre aperto per una possibilità di applicare i metodi nella vita di tutti i giorni.
“Non hai ancora vinto, generale Potter!” sbraitò Draco. “Forse consumeremo tutto il tempo, e i professor Quirrell sancirà il pareggio”.
Un punto giusto e preoccupante. La guerra terminava solo quando il professor Quirrell, in base al suo personale giudizio, decideva che un esercito aveva vinto secondo criteri pratici del mondo reale. Non c’era nessuna condizione di vittoria formale, aveva spiegato il professor Quirrell, perché allora Harry avrebbe immaginato come aggirare le regole. Harry dovette ammettere che era una buona scusa.
E Harry non poteva prendersela col professor Quirrell per non aver ancora dichiarato la fine, perché era plausibile che l’ultimo soldato del Dragon Army potesse eliminare tutti e cinque i superstiti della Chaos Legion
“Va bene”, disse Harry. “Qualcuno sa qualcosa dell’incantesimo di protezione del generale Malfoy?”
Venne fuori che lo scudo di Draco era una versione del Protego consueto che aveva parecchi svantaggi, il più importante dei quali era che lo scudo non poteva muoversi con il mago.
Il lato positivo – o dalla prospettiva di Harry, il lato negativo – era che si trattava di un incantesimo più facile da imparare, più facile da lanciare, e molto più facile da mantenere per lungo tempo.
Per abbatterlo avrebbero dovuto martellare lo scudo con incantesimi d’attacco.
E apparentemente Draco poteva esercitare un qualche controllo sull’angolo di riflessione con il quale gli incantesimi sarebbero rimbalzati.
A Harry venne l’idea di usare Wingardium Leviosa per ammucchiare pesanti pietre sullo scudo finché Draco fosse stato impossibilitato a sostenere la pressione… ma poi le rocce sarebbero cadute colpendo Draco, e ferire il generale nemico non era uno degli scopo di quella giornata.
“Va bene”, disse Harry. “Ci sono cose come incantesimi specializzati di perforazione degli scudi?”
C’erano.
Harry chiese se qualcuno dei suoi soldati li conosceva.
Nessuno.
Draco stava di nuovo facendo un sorrisetto, dall’interno del suo scudo.
Harry chiese se c’era qualche genere di incantesimo d’attacco che non sarebbe rimbalzato.
I fulmini, sembrava, erano di solito assorbiti dagli scudi, invece di rimbalzarvi contro.
… Nessuno sapeva come lanciare alcun genere di incantesimo simile a un fulmine.
Draco ridacchiò.
Harry sospirò.
Appoggiò deliberatamente la sua bacchetta sul terreno.
E Harry annunciò, con una certa stanchezza nella voce, che avrebbe semplicemente proceduto a tirare giù lo scudo egli stesso, usando un certo metodo che sarebbe rimasto misterioso; e tutti gli altri dovevano far fuoco su Draco non appena il suo scudo fosse andato giù.
I Legionari del Caos sembrarono nervosi.
Draco sembrò calmo, vale a dire, controllato.
Una coperta sottile e ripiegata uscì dalla borsa di Harry.
Harry si sedette vicino allo scudo luccicante, e si tirò la coperta sulla testa in modo che nessuno potesse vedere ciò che faceva – eccetto Draco, ovviamente.
Dalla borsa di Harry provenne una batteria per automobile con i cavi di accoppiamento.
… non era verosimile che fosse sul punto di lasciare il mondo babbano per dare inizio a una nuova era di ricerca sulla magia, e non si portasse dietro un modo per generare elettricità.
Poco dopo, i Legionari del Caos udirono il suono di dita che schioccavano, seguito dal rumore di un crepitio proveniente da sotto la coperta. Lo scudo iniziò a risplendere più intensamente, e la voce di Harry disse, “Non distraetevi, per favore, occhi sul generale Malfoy”.
Lo sforzo era evidente sul viso di Draco, insieme alla furia e alla seccatura e alla frustrazione.
Harry gli sorrise, e mimò con la bocca, Te lo spiego dopo.
E fu in quel momento che una spirale di energia verde balzò fuori dalla foresta e colpì lo scudo di Draco, che emise un suono acuto come pezzi di vetro acuminato strusciati insieme, e Draco barcollò.
Colpito da un panico improvviso e frenetico, Harry staccò i cavi di accoppiamento dalla batteria e li diede da mangiare alla borsa, poi diede alla borsa la batteria stessa, e infine si strappò di dosso la coperta e strinse la bacchetta e si alzò in piedi.
Tutti i suoi soldati erano ancora lì e gettavano freneticamente occhiate tutto intorno.
“Contego”, disse Harry, e i suoi soldati fecero lo stesso, ma Harry non sapeva neppure in quale direzione lo scudo sarebbe dovuto essere puntato. “Qualcuno ha visto da dov’è venuto?” Scossero la testa. “E generale Malfoy, ti dispiacerebbe dirmi se tu hai eliminato il generale Granger?”
“Sì”, disse Draco acidamente, “mi dispiacerebbe”.
Oh, al diavolo.
La mente di Harry iniziò a calcolare, Draco all’interno dello scudo, Draco ora in qualche modo indebolito, Harry indebolito anche lui, Hermione da qualche parte tra gli alberi, Harry e altri quattro Caotici rimasti…
“Sai, generale Granger”, disse Harry ad alta voce, “avresti dovuto davvero aspettare ad attaccare fino a dopo che avessi combattuto col generale Malfoy. Saresti potuta essere in grado di abbattere tutti i superstiti”.
Da qualche parte venne la risata acuta di una ragazza.
Harry rimase congelato.
Quella non era Hermione.
E fu allora che il canto spaventoso, inquietante e allegro iniziò a salire, proveniente da ovunque intorno a loro.
“Non spaventarti, non esser mesto,Ti faremo male solo se sei molesto,…”
“Granger ha barato!” sbottò Draco da dentro lo scudo. “Ha risvegliato i suoi soldati! Perché il professor Quirrell –”
“Fammi indovinare”, disse Harry, la nausea che già rimestava nel suo stomaco. Odiava davvero perdere. “È stata una battaglia molto facile, giusto? Cadevano come mosche?”
“Sì”, disse Draco. “Li abbiamo abbattuti tutti al primo attacco –”
L’espressione di sconvolta comprensione si diffuse da Draco ai Legionari del Caos.
“No”, disse Harry, “non li abbiamo abbattuti”.
Figure mimetizzate stavano apparendo dagli spazi tra gli alberi.
“Alleati?” chiese Harry.
“Alleati”, rispose Draco.
“Bene”, disse la voce del generale Granger, e una spirale di energia verde divampò fuori dal bosco e mandò in frantumi lo scudo di Draco.
Il generale Granger passò in rassegna il campo di battaglia con una netta sensazione di soddisfazione. Era rimasta con nove Soldati Raggio di sole, ma probabilmente erano sufficienti a gestire l’ultimo sopravvissuto delle forze nemiche, specialmente quando Parvati e Anthony ed Ernie stavano già puntando le loro bacchette sul generale Potter, che aveva ordinato di prendere vivo (cioè, cosciente).
Era Cattivo, lo sapeva, ma voleva davvero davvero davvero gongolare.
“C’è un trucco, no?” disse Harry, lo sforzo ora evidente nella sua voce. “Deve esserci qualche trucco. Non puoi semplicemente trasformarti in un generale perfetto. Non oltre a tutto il resto. Non sei così Serpeverde! Non scrivi poesie raccapriccianti! Nessuno è così bravo in tutto!”
Il generale Granger diede un’occhiata ai suoi Soldati Raggio di sole, poi tornò a guardare Harry. Probabilmente tutti stavano osservando quello che stava accadendo sugli schermi lì fuori.
E il generale Granger disse, “Posso fare qualunque cosa se studio abbastanza intensamente”.
“Aah, ora questa è una str–”
“Somnium.”
Harry crollò al suolo a metà frase.
“Sunshine vince”, intonò l’enorme voce del professor Quirrell, che sembrava arrivare da ogni luogo e da nessuno.
“La dolcezza ha trionfato!” gridò il generale Granger.
“Urrà!” urlarono i Soldati Raggio di sole. Anche i ragazzi Grifondoro lo dissero, e lo dissero con orgoglio.
“E qual è la morale della battaglia di oggi?” chiese il generale Granger.
“Possiamo fare qualunque cosa se studiamo abbastanza intensamente!”
E i sopravvissuti del Sunshine Regiment si misero in marcia verso il campo della vittoria, cantando la loro canzone da marcia mentre avanzavano:
Non spaventarti, non esser mesto,Ti faremo male solo se sei molesto,E ti manderemo in una casa accogliente,Con nuovi amici a vegliar su di te,E di’ loro che ci sei stato mandatoDa Granger e dal suo Reggimento!