Ontopoiesi

4

Immagina una stanza, abbastanza grande.

È una stanza piena di libri: le pareti sono quasi interamente coperte di scaffali, tutti occupati da libri di tutte le dimensioni; le uniche eccezioni sono una scrivania lungo uno dei lati sulla quale ci sono una quantità di carte, un cappello nero a tesa larga, un bastone da passeggio, nero, e ancora altri libri.

Sul lato opposto alla scrivania c’è un letto e sul letto un uomo anziano, con gli occhi chiusi e il respiro pesante.

A un certo punto il respiro si interrompe e lui apre gli occhi: – Oh, sei tu, finalmente…

– SÌ TERENCE, SONO IO, SEI PRONTO?

– Certo, sono più che pronto. – L’uomo si alza dal letto e getta appena un’occhiata alla forma che che giace distesa: – Andiamo?

– EHM… – Un teschio completamente mineralizzato non dovrebbe in nessun caso essere in grado di mostrare una mimica facciale, ma in qualche modo la figura sembra preoccupata e, se possibile, imbarazzata mentre regge una falce nella mano scheletrica: – C’È QUALCOSA CHE DEVO DIRTI PRIMA DI ANDARE…

5

Più tardi, la stessa mattina.

Nella stanza era tutto immobile, ma da dietro uno degli scaffali si sentivano provenire dei suoni, come se qualcuno avesse inciampato in una pila di libri facendoli ribaltare addosso a qualcun altro. – Rune, potrebbe per favore fare un po’ di attenzione? Non credo che sia una buona idea spostare questi libri; non so perché, ma sembrano… minacciosi.

– Mi dispiace Arcicancelliere, ma la luce…

– Oook!

Qualcosa di non molto differente da un paio di guanti neri di pelle spuntò da dietro uno scaffale, con attaccate due braccia incredibilmente lunghe e pelose, il tutto appartenente a un orangutan di media taglia; poco dopo lo seguirono altre tre figure in lunghe vesti e cappello a punta.

– Sembra che siamo arrivati tardi – disse il più giovane del gruppo – l’uomo è morto.

– Ook?

– Beh, Stibbons, questa è senza dubbio una grossa seccatura ma suppongo che possiamo sempre tornare nello spazio-L e tornare qui ieri; non dovrebbe essere molto lontano da oggi, vero?

– OOOK! Oook eek ook. Ook? –

– Rispettosamente signore, come responsabile del dipartimento di Applicazioni Sconsiderate della Magia devo avvertirvi che questo sarebbe decisamente… hmm… sconsiderato. – Disse Ponder Stibbons – Questo creerebbe un paradosso e ciò non è consentito.

– Giovanotto, tutto in questa faccenda è un paradosso, perché dovremmo preoccuparci se ne aggiungiamo un altro?

– Non è così semplice, Arcicancelliere, – cercò di spiegare Stibbons – adesso siamo in Mondo Globo, e il funzionamento di questo mondo è basato su leggi particolarmente rigide che, a differenza del mondo reale, non sembrano tollerare i paradossi.

– Ma noi sapevamo già che sarebbe stato morto, per cui avremmo comunque avuto un paradosso.

– È vero signore, ma se fossimo arrivati quando l’uomo era ancora vivo avremmo avuto un paradosso solo nel nostro mondo, e quello sarebbe stato rimediabile facilmente, ma adesso che l’abbiamo visto morto qui-e-ora non possiamo tornare indietro nel tempo e modificare la realtà, questo mondo non sopravviverebbe.

– Stibbons, mi state dicendo che questo mondo è così fragile che non è in grado di ripararsi da un semplice piccolo paradosso? – Urlò l’Arcicancelliere – Perché mai non dovrebbe? Abbiamo visto paradossi temporali a bizzeffe negli scorsi anni e il nostro mondo continua a funzionare perfettamente. Perché qui dovrebbe essere diverso?

– Beh, per dirne una in questo universo non esiste il narrativio…

– E?

– … e senza narrativio il mondo non può decidere cosa fare in una situazione impossibile. Se facciamo qualcosa che viola leggi di questo posto può succedere di tutto, e voi sapete che tutto significa quasi sempre qualcosa di brutto.

– Ook! – Confermò il Bibliotecario.

– Quindi siamo venuti fin qui per niente.

– Temo di sì, signore. Sarà meglio tornare all’Università e cercare di pensare a qualche altra soluzione al nostro problema.

Se ne andarono, e la stanza rimase di nuovo vuota.

Sul letto, tra le mani del morto, una banana.

1

Un altro mondo, qualche settimana di lato, in una valle dei Monti Ramtop tra i ciliegi in fiore, un monastero.

Solo poche persone al mondo hanno avuto sentore dell’esistenza di questo luogo, per non parlare della sua ubicazione, a parte i monaci che vivono qui e qualche loro agente all’esterno. Quelli che sanno lo chiamano Oi Dong, il Monastero Inesistente, la casa degli Uomini in Giallo.

Il giovane accolito raggiunse Lu Tze nel suo Giardino delle Cinque Sorprese mentre questi stava studiando scoraggiato le sue montagne bonsai: – Guarda questo ghiacciaio ragazzo, a quest’ora dovrebbe essere pronto per scendere a valle e invece si sta sciogliendo! E il vulcano – indicando una montagna alta circa quindici centimetri con un piccolo pennacchio di fumo intorno alla cima – si sta spegnendo. C’è decisamente qualcosa che non va…

– Sua Magnificenza l’Abate richiede la tua presenza, Lu Tze. – Disse l’accolito non particolarmente impressionato: – Ti vuole vedere subito.

– Subito? È questo che ha detto?

– Le sue parole esatte sono state: “Dì allo spazzino di venire qui da me adesso”.

– Hmm. Sarebbe tecnicamente possibile ma un po’ complicato, ma scelgo di interpretare le sue parole in senso meno letterale. – Rispose Lu Tze mentre riponeva gli strumenti che usava per curare le sue montagne: – Andiamo a vedere qual è il problema.

Camminarono per un po’ lungo il sentiero inghiaiato verso gli edifici del monastero, finché a un certo punto Lu Tze svoltò in un sentiero laterale.

– Spazzino, pensavo stessimo andando a trovare l’Abate.

– Certo mio giovane amico, sto andando a trovare l’Abate nella Sala del Mandala. Sono sicuro che anche lui mi troverà là.

Lu Tze entrò nella sala con in mano la sua ramazza percorrendo lo stretto passaggio sovrastante il Mandala stesso, e si fermò per un paio di minuti a studiare i vortici colorati e le ondulazioni nel pavimento sabbioso sotto di sé.

– Cosa fai nella Sala del Mandala, spazzino? Lo sai che la tua presenza non è consentita qui!

Lu Tze alzò lo sguardo sul massiccio monaco che l’aveva apostrofato: – Sono stato convocato da Sua Magnificenza l’Abate, Maru, mi ha chiesto di vederlo ora e questa è la via più rapida per raggiungerlo.

– Sciocchezze! Sai benissimo che gli alloggi dell’Abate sono nell’ala ovest, avresti dovuto passare dal Giardino dei Quattro Elementi…

– Basta così, Maru, – la voce proveniva da un bambino di forse dodici anni che stava entrando in quel momento nella sala dall’entrata opposta – Lu Tze è qui per mio ordine. Ora, spazzino, – continuò rivolgendosi al monaco più anziano – ora che siamo tutti qui vorrei sapere perché stai spargendo voci che allarmano i miei monaci.

– Vostra Reverenza, se le voci a cui vi riferite sono quelle riguardanti il fatto che questo mondo sta per finire…

– Esattamente. Abbastanza allarmanti non ti pare?

– … sto solo dicendo queste cose perché penso che siano vere. Non lo vedete nel Mandala? – Chiese Lu Tze indicando il pavimento diversi metri al di sotto di loro.

– Sì Spazzino, vedo bene il Mandala. Quello che non vedo è un motivo per il tuo allarmismo: il Mandala scorre pacificamente, senza segni di problemi; niente a che fare con i guai che abbiamo avuto qualche anno fa, quando qualcuno stava costruendo l’Orologio di Cristallo.

– Pacificamente voi dite, Abate. Forse un po’ troppo pacificamente, non credete? Maru, – chiese all’altro monaco – tu sei l’analista anziano del Mandala, vero? Non hai notato niente di strano nella distribuzione di entropia nelle settimane passate?

– Non so cosa intendi Lu Tze, l’entropia adesso è bassa ma ho visto livelli anche minori durante un transitorio, niente di cui ci si debba preoccupare.

– Durante un transitorio, sì, ma questo non è un transitorio. L’entropia è diminuita costantemente almeno nelle ultime due settimane e la legge di Kranberg dice che l’ampiezza di una perturbazione è inversamente proporzionale alla sua durata. Hai mai visto un transitorio così profondo durare più di uno o due giorni, Maru?

– Beh…

– Quindi tu pensi che questo periodo di bassa attività non sia naturale – lo interruppe l’Abate – ma perché pensi possa essere pericoloso? Dopo tutto una bassa entropia nel Mandala significa solo che nel mondo stanno accadendo meno cose… – tacque per un momento – Hai detto che l’entropia sta diminuendo costantemente, vero? Forse hai cercato di estrapolare…

– Un mese, Abate. – Rispose Lu Tze: – Anche i procrastinatori sono a un minimo storico di attività, il totale di tempo salvato è il più basso dall’ultima crisi; entro un mese il Mandala si sarà fermato e la Storia finirà.

Poco dopo erano da soli negli appartamenti dell’Abate.

– Penso che andrò ad Ankh Morpork – disse Lu Tze – come vi ho detto in altre occasioni è sempre lì che succedono le cose. Forse quei maghi sapranno fare qualcosa…

– Non t’impicciare degli affari degli Maghi, perché sono goffi e pronti a fare disastri. – Lo avvertì l’Abate: – Inoltre come pensi di entrare nell’Università Invisibile? Pensi di andare lì e presentarti come membro di un ordine così segreto che nessuno ne ha mai sentito parlare?

– C’è più di un modo di fare le cose Vostra Reverenza, un bravo spazzino può andare dove vuole, non è forse scritto: “Guardo il pavimento e vedo che dev’essere spazzato”?

– È scritto?

– Certo. È qui nella Via della Signora Cosmopilite, proprio qui all’inizio di pagina 43. – Rispose Lu Tze mostrando uno dei suoi taccuini.

– Pensi di aver bisogno di mmm… strumenti speciali per questa missione? – Chiese l’Abate: – Magari potresti passare da Qu prima di partire, potrebbe avere qualcosa di utile per te.

– Con tutto il rispetto, Vostra Magnificenza, preferisco contare sui miei mezzi, le realizzazioni di Qu sono ingegnose ma spesso pericolose, e in questo caso penso siano più importanti la velocità e la prontezza che non la potenza di fuoco.

2

– Per l’ennesima volta, Stibbons, di che diavolo state parlando? – Tuonava Ridcully mentre stavano marciando nel corridoio principale del secondo piano. O meglio, Ridcully marciava mentre Stibbons gli saltellava dietro cercando di tenere il passo; il corridoio era praticamente vuoto a parte un bidello in una veste giallastra che stava spazzando il pavimento.

– Ve l’ho detto Arcicancelliere, la realtà sta rallentando, – il giovane mago non era a suo agio: cercare di spiegare a Ridcully qualcosa che lui non voleva sentire era come prendere a mazzate un muro di gomma – uno dei nostri giovani studenti ricercatori se ne è accorto la settimana scorsa: ha avuto un piccolo incidente a colazione ed è rimasto di sasso vedendo che le sue fette di pane sono cadute sul tappeto con il lato imburrato rivolto verso l’alto. Tutte e tre!

– Una coincidenza notevole, lo ammetto, ma…

– Mi ha raccontato la cosa e io mi sono preoccupato. – Continuò Ponder ignorando l’interruzione: – Voi sapete che in condizioni normali la probabilità che una fetta imburrata cada sul tappeto a faccia in giù sono circa il settantanove per cento; le probabilità contrarie a una coincidenza simile dovrebbero essere circa cento a uno. Così ho fatto qualche esperimento con la vecchia macchina pane-burro-tappeto e i risultati sono stati sorprendenti: il rapporto burro/pane è sceso al sessantasei per cento, un valore mai visto in precedenza. Abbiamo fatto mille iterazioni prima di arrenderci all’evidenza.

– D’accordo, questo è decisamente inaspettato ma potrebbe esserci una spiegazione naturale: magari ai tappeti non piace più il burro?

– No signore, non è una questione di preferenze del tappeto. La probabilità del 79% è una conseguenza ben nota della legge di Murky, che riguarda il modo in cui la Realtà riconosce ciò che è appropriato. Un crollo del rapporto burro/pane sembra implicare che l’universo non trova più divertenti i tappeti imburrati. Qualcosa che scende in profondità nel tessuto stesso della realtà.

– Non nel tessuto del tappeto?

– Con tutto il rispetto, Arcicancelliere, temo che la faccenda sia seria.

– Quindi mi state dicendo che l’universo ha perso il senso dell’umorismo? – Chiese Ridcully: – Faccio fatica a considerarlo un problema: ho sempre pensato che il nostro mondo abbia una maniera notevolmente contorta e tutta sua di prenderci in giro.

– Beh, Arcicancelliere, questo non è ancora la parte più grave. Ieri abbiamo rifatto il test e il rapporto è sceso al cinquantasette; le nostre estrapolazioni indicano che in meno di un mese arriverà al cinquanta per cento, che è il livello che indica che l’universo non si interessa più a noi. – Ponder adesso sembrava seriamente preoccupato: – Così abbiamo chiesto a Hex…

– Hex? Cosa può sapere una… macchina come Hex del concetto di umorismo? – Ridcully non aveva mai particolarmente apprezzato la macchina pensante installata nell’Edificio della Magia delle Alte Energie.

– Beh, gli abbiamo chiesto quale può essere la causa del fenomeno, e questa è stata la risposta.

Ponder Stibbons passò all’Arcicanceliere una strisciolina di pergamena che diceva:

+++ Livello di fondo del narrativio diminuito costantemente nelle ultime 182 ore. Derivata seconda uguale a zero fino a due decimali +++

– E questo vorrebbe dire…

– Non lo sappiamo, signore. Sappiamo cos’è il narrativio, ovviamente, è un costituente fondamentale della realtà, è ciò che fa sì che il mondo abbia un senso. Senza narrativio niente potrebbe funzionare: il Sole non avrebbe motivo di sorgere e tramontare, gli alberi non si prenderebbero il disturbo di crescere, la magia smetterebbe di funzionare e così via. Il narrativio è un elemento instabile: se ne deve creare sempre di nuovo per sostituire quello che viene utilizzato o distrutto; fino ad oggi c’è sempre stato un flusso stabile e misurabile di narrativio che entrava nell’universo, ora questa fonte si sta prosciugando.

– E da dove viene il flusso di narrativio?

– Non lo sappiamo, Arcicancelliere.

– E perché sta diminuendo?

– Non lo sappiamo, Arcicancelliere.

– C’è qualcosa che sappiamo, uomo?

– Sì signore, sappiamo che con l’andamento attuale il flusso di narrativio si esaurirà e si fermerà completamente in meno di un mese e sappiamo che, senza narrativio, il mondo come lo conosciamo smetterà di funzionare.

– Hmm… Questa sarebbe una notevole seccatura, vero?

– Sì Arcicancelliere. – Rispose Stibbons, sperando di essere finalmente riuscito a spiegare a Ridcully la gravità della situazione.

– Bene, cosa possiamo fare per evitarlo? E vi avverto, prima che parliate, che “Non lo sappiamo, Arcicancelliere” non è una risposta accettabile!

– Er… Io… penso che dovremmo chiedere a Hex, dopotutto è lui che ha scoperto l’esistenza del flusso di narrativio.

– D’accordo. Sapete che non mi fido troppo di quel formicaio troppo cresciuto, ma se non ci sono alternative, andiamo.

Entrarono nell’Edificio della Magia delle Alte Energie nel vecchio campo di squash e raggiunsero la sala che conteneva Hex mentre un bidello stava spazzando svogliatamente la polvere dal pavimento all’altra estremità della stanza.

Ponder si sedette alla tastiera e cominciò a scrivere: – Hex, cosa possiamo fare per ripristinare il flusso di narrativio?

+++ Out of cheese error +++

– Hex, sai da dove proviene il narrativio?

+++ Il flusso è apparentemente costante in ogni punto di questo mondo, quindi la sorgente dev’essere al di fuori del nostro universo +++

– Al di fuori dell’universo. Non è quella che definirei una risposta specifica – borbottò Ridcully mentre Stibbons continuava a scrivere.

– Hex, puoi localizzare meglio la sorgente?

+++ Sì +++

– Lo faresti, per favore, Hex? – Hex sapeva essere molto irritante quando decideva di prendere le domande alla lettera.

+++ Attendere prego… +++

Dalle profondità dei suoi meccanismi Hex estrasse un braccio snodabile con in fondo una piccola clessidra.

– Pensate che ci vorrà molto, Stibbons? – Chiese Ridcully battendo un piede per terra dopo la terza volta che il braccio girava la clessidra su se stessa.

– Non saprei Signore, Hex non risponde ad altre domande mentre sta lavorando. – All’interno di Hex potevano vedere il movimento frenetico di migliaia di formiche che correvano nei loro tubi e il topo che correva a piena velocità nella sua ruota.

+++ Su Mondo Globo +++

– Ci dev’essere un errore, Hex, Mondo Globo non è al di fuori dell’universo. In effetti Mondo Globo è su uno scaffale all’interno di questa stessa Università.

+++ Divide by cucumber error +++ 

Seguito immediatamente da:

+++ Ricorsione in corso +++
+++ Mondo Globo è all’interno dell’Università, ma questo mondo è all’interno di Mondo Globo +++

– Siete sicuri che questa cosa funzioni correttamente? – Chiese Ridcully: – Sta dicendo cose senza senso.

– Vi ricordate signore che quando abbiamo cominciato il progetto Mondo Globo Hex aveva detto qualcosa di simile? Penso che lui ne sappia più di noi su questa faccenda. – Fece notare Ponder Stibbons: – Hex, come funziona questa ricorsione?

+++ In due passaggi. Noi abbiamo creato il Mondo Globo qui sul Mondo Disco e adesso si trova su uno scaffale nell’ufficio di Scuotivento. Un uomo di Mondo Globo ha creato il Mondo Disco ed è nella sua testa +++

– È ridicolo! – Sbottò Ridcully – Il nostro universo è troppo grande, probabilmente infinito, per entrare nella testa di chiunque!

– Beh, signore, anche Mondo Globo è probabilmente infinito, visto dall’interno. Ma dall’esterno è una sfera di poco più di un piede di diametro. Il nostro universo non potrebbe comportarsi nello stesso modo?

– Ma… – Per una volta Ridcully sembrava essere a corto di parole: – Il nostro universo è reale, Mondo Globo è solo un artefatto magico.

– È possibile che la gente che vive su Mondo Globo potrebbe dire la stessa cosa del Mondo Disco. La realtà è un concetto scivoloso quando si parla di interi universi.

– Ma anche supponendo che questa follia sia vera, perché il narrativio dovrebbe essere in declino?

+++ Con una probabilità superiore al 97%, la causa è che il nostro creatore sta morendo +++

Questa risposta lasciò persino Ridcully senza parole per un paio di minuti. Stranamente il primo a riprendersi fu Stibbons: – Hex, c’è qualcosa che possiamo fare per impedire il collasso dell’universo?

+++ Vedo una possibilità: se andate su Mondo Globo e portate qui su Mondo Disco il Creatore, il loop di ricorsione si stringerà e potrebbe collassare in una singolarità +++

– In altre parole, se il Creatore fosse qui, su Mondo Disco, il nostro universo potrebbe imparare a reggersi da solo?

+++ Sì, c’è una notevole probabilità che possa farlo +++

– Arcicancelliere, penso che dovremmo andare a chiedere l’aiuto del Bibliotecario. – Ed entrambi lasciarono la sala.

Lu Tze finì di spazzare il pavimento e poi, prima di andarsene, batté alcune domande sulla tastiera di Hex e si infilò in tasca le pergamene con le risposte.

3

Susan si stava preparando a lasciare l’aula. Era pomeriggio avanzato, più tardi del suo solito orario di uscita, ma era stata una giornata molto impegnativa e adesso non vedeva l’ora di farsi una doccia e andare a letto.

– La signorina Susan Sto Helit? – Un ometto anziano e pelato, in una ridicola veste gialla, era appena entrato nell’aula con una ramazza appoggiata alla spalla: – Forse non vi ricordate di me, il mio nome è Lu Tze e ci siamo incontrati qualche anno fa…

– Sì, ricordo bene, il Giorno in cui il Tempo si Fermò. – Susan non era esattamente dell’umore giusto per fare conversazione: – Voi eravate con Ronnie, cosa volete da me adesso?

– Beh, non è così facile da spiegare. Ho bisogno di parlare con vostro nonno e chiedere il suo aiuto per evitare la fine del mondo…

– BASTA! – Urlò Susan: – Prima di tutto state dicendo ovviamente una sciocchezza, il nonno non si occupa di prevenire l’Apocalisse: avete conosciuto Ronnie, per cui dovreste sapere che i Cinque Cavalieri guideranno la fine del mondo, non cercheranno di impedirla!

– Ma…

– In secondo luogo, – continuò Susan ignorando l’interruzione – se avete veramente la necessità di vedere il nonno io sono l’ultima persona che vi può aiutare, non ci rivolgiamo più la parola dopo quella faccenda di Hogfather.

– Ma…

– Basta! Ascoltate, ho avuto davvero una pessima giornata e tutto quello che voglio è andarmene a casa e non sentire parlare mai più del nonno. – La voce di Susan adesso era quasi implorante. Quasi: – E se avete davvero proprio proprio bisogno di parlare con il nonno, potete star sicuro che lo incontrerete: prima o poi capita a tutti. Ma se avete davvero fretta, quella è la finestra, siamo al quinto piano e non vi fermerò.

– Questa, signorina Susan, è un’idea assolutamente ragionevole. – Lu Tze andò alla finestra e sotto lo sguardo sbalordito di Susan l’attraversò con un salto. Susan corse alla finestra appena in tempo per vedere la forma gialla colpire il marciapiede lastricato cinque piani più in basso.

– FINALMENTE CI INCONTRIAMO LU TZE, – mani scheletriche che reggevano una falce, lungo mantello nero, un cavallo bianco sullo sfondo – ERA DA UN PEZZO CHE ASPETTAVO L’OCCASIONE DI VEDERTI.

– Ascoltate, abbiamo poco tempo…

– SU QUESTO DIREI CHE TI SBAGLI, ADESSO HAI DAVANTI A TE TUTTO IL TEMPO DEL MONDO.

– E tutto il tempo del mondo non sarà molto, se non ascoltate quello che vi devo dire…

3.1

– Ma… ma… – Per una volta Susan era davvero senza parole.

– Grazie di nuovo per il vostro consiglio, Susan, ho parlato con vostro nonno e gli ho spiegato la situazione; adesso posso tornare a casa. – Lu Tze e Susan erano di nuovo nell’aula della scuola, vicino alla porta.

– Ma io vi ho visto saltare dalla finestra e poi vi ho visto non saltare. – La voce di lei tremava un poco.

– Sì, esatto, è andata proprio così! Sono saltato dalla finestra e poi non sono saltato dalla finestra. È esattamente quello che è successo.

Il tono pratico della descrizione fatta da Lu Tze fece passare Susan nella modalità insegnante: – Sciocchezze. O l’avete fatto o non l’avete fatto, tertium non datur. Il principio di non contraddizione non è qualcosa che si possa aggirare così facilmente.

– Mi dispiace signorina, forse non mi sono espresso in modo abbastanza chiaro: – cercò di spiegare Lu Tze – ho detto che “sono saltato dalla finestra e poi non sono saltato dalla finestra”, si tratta di due differenti azioni, saltare e non saltare, effettuate in due tempi differenti, prima e dopo.

– Ma io vi ho visto saltare dalla finestra e ho visto il vostro cadavere sul marciapiede. – Susan non sembrava affatto convinta: – Come avete potuto fare qualcosa dopo, cioè non saltare?

– Vede, è una tecnica degli yeti che ho imparato dall’Abate…

– Il vostro abate è uno yeti?

– No signorina, l’Abate è umano, ma ha studiato gli yeti per diverse vite. Il metodo è abbastanza semplice: si prende la funzione d’onda dell’intero universo e la si comprime in pacchetto di pura informazione in un formato maneggevole; dopo di che si sceglie un oggetto come supporto, in genere un pezzo di roccia, per qualche motivo sembra che le rocce silicee siano le migliori per memorizzare le informazioni. Ora tutto quello che resta da fare è convincere il supporto che sei vivo: nella sfortunata ipotesi che tu muoia il supporto libera la funzione d’onda immagazzinata e l’universo ritorna allo stato precedente ma, e questo è importante, tu ricordi quello che è successo, o quello che avrebbe potuto succedere.

– Se capisco quello che state dicendo, in questo universo voi non siete saltato dalla finestra; allora perché io ricordo di avervelo visto fare?

– Beh, signorina, se mi è permesso un commento personale, non credo che voi apparteniate del tutto a questo universo…

4.1

– Oh, siete voi, finalmente…

– SÌ TERENCE, SONO IO, SEI PRONTO?

– Certo, sono più che pronto. – L’uomo si alzò dal letto e gettò appena un’occhiata al suo precedente corpo che giaceva ancora lì: – Andiamo?

– EHM… – Un teschio completamente mineralizzato non dovrebbe in nessun caso essere in grado di mostrare una mimica facciale, ma in qualche modo la figura sembrava preoccupata e, se possibile, imbarazzata mentre reggeva una falce nella mano scheletrica: – C’È QUALCOSA CHE DEVO DIRTI PRIMA DI ANDARE…

– Incidentalmente, non è che siate per così dire un po’ al di fuori della vostra giurisdizione?

– SÌ E NO. LO SO CHE TECNICAMENTE IO SONO LA MORTE DI MONDO DISCO, NON DI MONDO GLOBO, MA COME TU SAI QUESTO UNIVERSO È INTERAMENTE CONTENUTO IN UN CAMPO MAGICO DI UN PIEDE DI DIAMETRO E SI TROVA SU UNO SCAFFALE DELL’UNIVERSITÀ INVISIBILE, QUINDI TECNICAMENTE SONO ANCORA ALL’INTERNO DI MONDO DISCO.

– Capisco. E posso chiedere qual è questo argomento importante di cui dovremmo discutere?

– HMM… LO SAI CHE DOPO LA TUA MORTE IL MONDO DISCO VERRÀ… TERMINATO? – Morte appariva curiosamente imbarazzato: – SONO STATO CONTATTATO, IN CIRCOSTANZE DECISAMENTE INUSUALI, DA UN MONACO CHE MI HA DETTO CHE LA STORIA STA GIÀ RALLENTANDO E CHE LORO TEMONO CHE, SENZA IL TUO SUPPORTO, IL NOSTRO INTERO UNIVERSO CESSERÀ DI ESISTERE IN MENO DI UN MESE.

– Beh, no, non lo sapevo. Ma non è un po’ tardi per affrontare il problema? Come dovreste ben sapere io sono già morto.

– SÌ, LO SO, E QUINDI ADESSO TI DEVO PORTARE ALTROVE… E QUESTO MONACO, LU TZE, HA PROPOSTO UN COMPROMESSO INTERESSANTE.

6

L’intera facoltà era riunita per il più sacro dei rituali dell’Università Invisibile. L’Arcicancelliere Ridcully si servì mezzo fagiano arrosto dal piatto di portata prima di rivolgersi a Ponder Stibbons.

– E quindi la vostra macchina di formiche dice che abbiamo meno di tre settimane prima della fine del mondo, vero?

– Sì Arcicancelliere, ma…

– E che la nostra piccola spedizione su Mondo Globo è stata peggio che inutile, vero?

– Sì Arcicancelliere, ma…

– E che ora che l’abbiamo visto morto non possiamo fare nulla per portarlo qui su Mondo Disco, vero?

– Sì Arcicancelliere, ma…

– Ma?

– Dovevamo provare. Ora che abbiamo fallito Hex sta attivamente cercando un metodo per usare il reattore taumico per produrre narrativio dall’interazione dei resoni con l’ottirone; nella migliore delle potesi sarà un procedimento estremamente costoso, ma viste le circostanze…

– L’ultima volta che abbiamo usato il reattore taumico a piena potenza, avete quasi distrutto l’intero Disco!

– Sì Arcicancelliere, ma questa volta non dovremmo preoccuparci per questa possibilità.

– Come potete esserne sicuri? Avete aggiunto qualche meccanismo di sicurezza…

– No Arcicancelliere, sono sicuro perché se non ci riusciamo, a diciotto giorni da oggi non ci sarà più nessun Disco da distruggere.

– MI POTREBBE PASSARE LA SALSA, PER FAVORE?

Mustrum Ridcully si girò lentamente a guardare la figura seduta alla sua sinistra. Non era la prima volta che lo incontrava, ma in genere questo succedeva quando c’era un cadavere nelle vicinanze o, in un paio di casi, durante il rito di Ashk-Ente. Trovarsi senza preavviso faccia a teschio con Morte era abbastanza per rovinare il gusto della terza porzione che aveva nel piatto.

– CHIEDO SCUSA PER AVER INTERROTTO IL VOSTRO PRANZO, ARCICANCELLIERE RIDCULLY, MA HO PORTATO CON ME UNA PERSONA CHE HO RAGIONE DI RITENERE VOI SIATE ANSIOSI DI INCONTRARE.

Seduto a sinistra di Morte c’era uno sconosciuto. Qualcosa del suo aspetto faceva pensare “mago” all’occhio allenato di Ridcully, ma la barba bianca era un po’ troppo corta, il cappello a tesa larga era ridicolmente troppo basso e privo di punta, il bastone che aveva appoggiato allo schienale della sua sedia era troppo corto per essere quello di un mago, anche se aveva correttamente un pomolo in cima… Guardando meglio non era esattamente un pomolo, sembrava più un teschio di argento. Un mago, ma neanche su Fourecks un mago si sarebbe vestito in quel modo… Uno stregone?

– Non credo di aver mai avuto l’onore di conoscerla.

– ARCICANCELLIERE RIDCULLY, LE PRESENTO IL CREATORE DI MONDO DISCO.

7

Ammira la Grande A’Tuin mentre nuota nell’infinito oceano del Cosmo.

Sul suo carapace poggiano quattro giganteschi elefanti che portano sulle loro schiene il disco rotante del Mondo.

Avvicinandoti alla superficie del Disco, puoi vedere il Mare Circolare e, seguendo la puzza, puoi trovare la città di Ankh-Morpork.

L’edificio più alto della città è la Torre delle Arti e, sotto di essa, puoi vedere gli edifici dell’Università Invisibile, il più importante centro di magia del mondo.

In un corridoio del terzo piano c’è la porta di uno studio che fino a poco tempo fa non esisteva, la placca sulla porta dice “T.D.J.P. – Professore Anomalo di Ontopoiesi”.

E il Disco continua a girare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chaos Legion wants you!