La cosa terrificante era quanto velocemente il tutto fosse sfuggito di mano.
“Albus”, disse Minerva, non cercando neppure di tenere la preoccupazione lontana dalla sua voce, mentre entrambi entravano nella Sala Grande, “bisogna fare qualcosa”.
L’atmosfera a Hogwarts prima di Natale era solitamente luminosa e allegra. La Sala Grande era stata già decorata di verde e di rosso, in ricordo di una coppia Serpeverde e Grifondoro il cui matrimonio natalizio era diventato simbolo dell’amicizia che trascende le Case e gli schieramenti, una tradizione antica quasi quanto Hogwarts stessa e che si era persino diffusa nei paesi babbani.
Ora gli studenti che cenavano si guardavano nervosamente alle spalle, o indirizzavano sguardi aggressivi alle altre tavole, o in alcune tavolate discutevano accaloratamente. Si sarebbe potuta descrivere l’atmosfera come tesa, forse, ma la frase che veniva in mente a Minerva era precauzione di quinto grado.
Si prenda una scuola, divisa in quattro Case…
Ora per ogni anno, si aggiungano tre eserciti in guerra.
E la partigianeria per Dragon e Sunshine e Chaos si era diffusa al di là degli studenti del primo anno; erano diventati eserciti per coloro che non avevano eserciti. Alcuni studenti indossavano fasce con l’insegna del fuoco o del sorriso o della mano alzata, e si lanciavano l’un l’altro fatture nei corridoi. Tutti e tre i generali del primo anno avevano detto loro di smetterla – persino Draco Malfoy l’aveva ascoltata attentamente e poi annuito cupamente – ma i loro presunti seguaci non avevano prestato attenzione.
Silente aveva gettato un’occhiata alle tavolate con un’espressione distante. “In ogni città”, citò sommessamente l’antico mago, “la popolazione è stata divisa da molto tempo nelle fazioni Blu e Verde… Ed essi combattono contro i loro nemici non sapendo a quale scopo mettono a repentaglio sé stessi… Perciò cresce in loro nei confronti dei loro concittadini un’ostilità che non ha causa, e che in nessun momento cessa o scompare, poiché non cede il posto né ai legami matrimoniali né a quelli di parentela né a quelli d’amicizia, e la situazione è la stessa anche se coloro che sono in disaccordo su tali colori sono fratelli o comunque parenti. Da parte mia, sono incapace di definire tutto ciò in altro modo se non malattia dell’anima…”
“Mi dispiace”, disse Minerva, “Non –”
“Procopio”, disse Silente. “Prendevano molto sul serio le loro corse coi carri, nell’Impero romano. Sì, Minerva, concordo, bisogna fare qualcosa”.
“Presto”, disse Minerva, la sua voce ancora più bassa. “Albus, credo che vada fatto prima di domenica”.
Domenica la maggior parte degli studenti avrebbe lasciato Hogwarts per passare le vacanze con le loro famiglie; sabato, quindi, era la battaglia decisiva per gli eserciti del primo anno, avrebbe determinato l’assegnazione del tre volte maledetto desiderio di Natale del professor Quirrell.
Silente le indirizzò un’occhiata, studiandola con serietà. “Temi che l’esplosione arriverà allora, e che qualcuno si farà male”.
Minerva annuì.
«E che la colpa sarà data al professor Quirrell.”
Minerva annuì nuovamente, il suo viso contratto. Era diventata da lungo tempo un’esperta dei modi in cui i Professori di Difesa venivano licenziati. “Albus, non possiamo perdere il professor Quirrell ora, non possiamo! Se riuscisse a restare almeno fino alla fine gennaio, gli studenti del quinto anno passerebbero i loro G.U.F.O., se restasse per tutto marzo i nostri studenti del settimo anno passerebbero i loro M.A.G.O., sta rimediando ad anni di abbandono in qualche mese, un’intera generazione crescerà capace di difendersi nonostante la maledizione dell’Oscuro Signore – devi fermare la battaglia, Albus! Bandisci gli eserciti ora!”
“Non sono sicuro che il Professore di Difesa la prenderebbe bene”, disse Silente, gettando un’occhiata in direzione del Tavolo d’onore dove Quirrell stava sbavando nella sua minestra. “Mi è sembrato molto affezionato ai suoi eserciti, sebbene quando ho acconsentito pensavo che ce ne sarebbero stati quattro per anno”. Il vecchio mago sospirò. “Un uomo intelligente, probabilmente con le migliori intenzioni; ma forse non intelligente abbastanza, temo. E bandire gli eserciti potrebbe anche causare l’esplosione”.
“Ma allora, Albus, cosa farai?”
Il vecchio mago le concesse un sorriso benigno. “Perché me lo chiedi, tramerò, ovviamente. È la nuova moda a Hogwarts”.
Ed erano giunti troppo vicini al Tavolo d’onore perché Minerva dicesse altro.
La cosa terrificante era quanto velocemente il tutto fosse sfuggito di mano.
La prima battaglia di dicembre era stata… caotica, o almeno questo era quello che Draco aveva sentito.
La seconda battaglia era stata demenziale.
E la prossima sarebbe stata peggio, a meno che loro tre insieme non avessero avuto successo nel loro ultimo, disperato tentativo di porvi fine.
“Professor Quirrell, questa è pazzia”, disse Draco con fermezza. “Questo non è più Serpeverde, è semplicemente…” Draco non aveva parole. Agitò le mani in segno di impotenza. “Non è possibile mettere in atto dei veri piani con tutte queste cose in corso. Nell’ultima battaglia, uno dei miei soldati ha finto il proprio suicidio. Abbiamo dei Tassofrasso che cercano di tramare, e pensano di esserne capaci, ma non lo sono. Le cose avvengono casualmente, ora, non ha nulla a che fare con chi sia più bravo, o con quale esercito combatta meglio, è…” Non riusciva neppure a descriverlo.
“Sono d’accordo col signor Malfoy”, disse Granger col tono di qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di sentirsi pronunciare quelle parole. “Permettere i tradimenti non sta funzionando, professor Quirrell”.
Draco aveva provato a proibire di complottare a chiunque nel suo esercito eccetto lui, e quello aveva semplicemente reso i complotti sotterranei, nessuno voleva esserne escluso quando i soldati degli altri eserciti potevano tramare. Dopo aver perso miserabilmente la loro ultima battaglia, aveva infine ceduto e revocato l’ordine; ma per allora i suoi soldati avevano già messo in moto i loro piani personali, senza alcun genere di coordinamento centralizzato.
Dopo essersi fatto raccontare tutti i piani, o quelli che i soldati affermavano essere i loro piani, Draco aveva provato ad abbozzare un piano per vincere la battaglia finale. Richiedeva decisamente più di tre eventi differenti per funzionare, e Draco aveva lanciato Incendio sul foglio ed Everto per far sparire le ceneri, perché se suo Padre l’avesse visto sarebbe stato diseredato.
Le palpebre del professor Quirrell erano mezzo chiuse, il suo mento posato sulle mani mentre si appoggiava in avanti sulla scrivania. “E lei, signor Potter?” chiese il Professore di Difesa. “Anche lei è d’accordo?”
“Tutto ciò che dobbiamo fare è sparare a Franz Ferdinand e potremmo dare inizio alla Prima guerra mondiale”, disse Harry. “È diventato un caos completo. Mi sta assolutamente bene”.
“Harry!” disse Draco completamente scandalizzato.
Non si rese conto se non un secondo dopo che l’aveva detto nell’esatto momento, e con l’esatto tono di indignazione, in cui l’aveva detto Granger.
Granger gli indirizzò un’occhiata stupita, e Draco mantenne con cura un’espressione neutra. Oops.
“Proprio così!” disse Harry. “Vi sto tradendo entrambi! Ancora! Ah ah!”
Il professor Quirrell accennò un sorriso, malgrado i suoi occhi fossero ancora mezzi chiusi. “E per quale motivo, signor Potter?”
“Perché penso di poter far fronte al caos meglio della signorina Granger o del signor Malfoy”, disse il traditore. “La nostra guerra è un gioco a somma zero, e non è importante se sia facile o difficile in un senso assoluto, solo chi fa meglio o peggio”.
Harry Potter stava imparando troppo rapidamente.
Gli occhi del professor Quirrell si mossero sotto le palpebre per soppesare Draco, e poi Granger. “La verità, signor Malfoy, signorina Granger, è solo che non potrei sopportare di dover porre fine a questa grande debacle prima del suo acme. Uno dei vostri soldati è persino diventato un agente quadruplo”.
“Quadruplo?” disse Granger. “Ma ci sono solo tre schieramenti in questa guerra!”
“Già”, disse il professor Quirrell, “è questo quello che dovrebbe pensare, giusto? Non sono sicuro che ci sia mai stato nella storia un agente quadruplo, o qualunque esercito con una frazione così elevata di traditori veri o presunti. Stiamo esplorando nuovi orizzonti, signorina Granger, e non possiamo tornare indietro ora”.
Draco uscì dall’ufficio del Professore di Difesa digrignando con forza i denti, e Granger sembrando ancora più irritata al suo fianco.
“Non posso credere che tu l’abbia fatto, Harry!” disse Granger.
“Mi dispiace”, disse Harry, non sembrando affatto dispiaciuto, le sue labbra curvate all’insù in un allegro sorriso malvagio. “Ricorda, Hermione, questo è solo un gioco, e perché solo noi generali dovremmo essere gli unici che possono tramare? Inoltre, cosa potete farci voi due? Allearvi contro di me?”
Draco scambiò un’occhiata con Granger, sapendo che il proprio viso era tanto contratto quanto quello di lei. Harry faceva affidamento, sempre più apertamente e con compiacimento, sul rifiuto di Draco di far causa comune con una sanguemarcio; e Draco iniziava ad essere nauseato che quello fosse usato contro di lui. Se fosse continuato ancora, si sarebbe alleato con Granger per schiacciare Harry Potter, e vedere quanto quello sarebbe piaciuto a quel figlio di un sanguemarcio.
La cosa terrificante era quanto velocemente il tutto fosse sfuggito di mano.
Hermione fissò la pergamena che Zabini le aveva dato, sentendosi assolutamente e completamente impotente.
C’erano nomi, e linee che connettevano i nomi ad altri nomi, e alcune linee erano in colori diversi e…
“Dimmi”, disse il generale Granger, “c’è qualcuno nel mio esercito che non sia una spia?”
I due non erano nell’ufficio ma in un’altra aula deserta, ed erano soli; perché, aveva detto il colonnello Zabini, era ora quasi certo che almeno uno dei capitani fosse un traditore. Probabilmente il capitano Goldstein, ma Zabini non lo sapeva con certezza.
La sua domanda mise un sorriso ironico sul volto del giovane Serpeverde. Blaise Zabini era sempre sembrato un po’ sdegnoso nei suoi confronti, ma non sembrava disprezzarla attivamente; nulla di simile alla derisione che provava per Draco Malfoy, o al risentimento che aveva sviluppato nei confronti di Harry Potter. Si era preoccupata inizialmente che Zabini la tradisse, ma il ragazzo sembrava disperatamente voler dimostrare che gli altri due generali non erano migliori di lui; e Hermione pensò che mentre Zabini sarebbe stato probabilmente felice di venderla a chiunque altro, non avrebbe mai permesso che Malfoy o Harry vincessero.
“La maggior parte dei tuoi soldati ti sono ancora leali, ne sono abbastanza sicuro”, disse Zabini. “È solo che nessuno vuole essere escluso dal divertimento”. L’espressione sdegnosa sul volto del Serpeverde rese palese cosa pensasse delle persone che non prendevano sul serio le cospirazioni. “Quindi credono di poter essere agenti doppiogiochisti e segretamente lavorano per noi fingendo di averci traditi”.
“E lo stesso vale per chiunque negli altri eserciti dica di voler essere una nostra spia”, disse Hermione con cautela.
Il giovane Serpeverde scrollò le spalle. “Penso di aver fatto un buon lavoro nell’identificare quelli che vogliono davvero tradire Malfoy, non sono sicuro che qualcuno voglia davvero consegnarti Potter. Ma il tradimento di Potter in favore di Malfoy da parte di Nott è una scommessa sicura e poiché ho fatto in modo che Entwhistle lo approcciasse apparentemente a nome di Malfoy ed Entwhistle in realtà riferisce a noi, va quasi altrettanto bene –”
Hermione chiuse gli occhi per un momento. “Perderemo, vero?”
“Ascolta”, disse Zabini pazientemente, “per ora sei al comando per numero di punti-Quirrell. Dobbiamo solo non perdere completamente questa battaglia e avrai abbastanza punti-Quirrell per vincere il desiderio di Natale”.
Il professor Quirrell aveva annunciato che la battaglia finale sarebbe stata gestita sulla base di un sistema di punteggio formale, cosa che gli era stata chiesta di fare per evitare recriminazioni in seguito. Ogni volta che colpivi qualcuno, il generale del tuo esercito riceveva due punti-Quirrell. Un gong avrebbe risuonato attraverso il campo di battaglia (non sapevano ancora dove avrebbero combattuto, sebbene Hermione sperasse nuovamente nella foresta, dove Sunshine si era comportato bene) e la sua tonalità avrebbe rivelato quale esercito aveva conquistato i punti. E se qualcuno avesse fatto finta di essere colpito, il gong avrebbe risuonato comunque, e poi un doppio gong avrebbe risuonato successivamente, dopo un periodo variabile, per segnalare la ritrattazione. E se chiamavi il nome di un esercito, gridando “Per Sunshine!” o “Per Chaos!” o “Per Dragon!”, saresti passato in quell’esercito…
Persino Hermione era stata in grado di notare il difetto di quelle regole. Ma il professor Quirrell aveva proseguito annunciando che se eri stato originariamente assegnato a Sunshine, nessuno poteva colpirti in nome di Sunshine – o meglio, potevano, ma allora Sunshine avrebbe perso un singolo punto-Quirrell, segnalato da un triplice gong. Questo impediva di colpire i propri soldati per ottenere punti, e scoraggiava i suicidi prima che il nemico colpisse, ma si potevano ancora colpire le spie se necessario.
In quel momento, Hermione aveva duecentoquarantaquattro punti-Quirrell, e Malfoy ne aveva duecentodiciannove, e Harry duecentoventuno; e c’erano ventiquattro soldati in ciascun esercito.
“Quindi dobbiamo combattere con attenzione”, disse Hermione, “e cercare semplicemente di non perdere troppo nettamente”.
“No”, disse Zabini. Il volto del giovane Serpeverde era ora serio. “Il problema è che Malfoy e Potter sanno entrambi che l’unico modo che hanno per vincere è unirsi e schiacciarci, per poi combattersela tra loro. Quindi questo è quello che penso che dovremmo fare –”
Hermione lasciò l’aula piuttosto confusa. Il piano di Zabini non era stato quello scontato, era stato strano e complicato e stratificato e il genere di cosa che si sarebbe aspettata fosse proposta da Harry, non da Zabini. Sembrava sbagliato anche solo che lei comprendesse un piano del genere. Le giovani ragazze non avrebbero dovuto comprendere piani come quello. Il Cappello l’avrebbe Smistata in Serpeverde, se avesse visto che poteva comprendere piani come quello…
La cosa fantastica era quanto velocemente fosse stato in grado di intensificare il caos una volta che l’aveva iniziato a fare deliberatamente.
Harry sedeva nel suo ufficio; aveva ricevuto l’autorità per ordinare arredamenti agli elfi domestici, quindi aveva ordinato un trono, e tende in un disegno nero e cremisi. Luce scarlatta come il sangue, mescolata con l’ombra, si riversava sul pavimento.
Qualcosa in Harry si sentì come se fosse finalmente tornato a casa.
Di fronte a lui stavano i quattro Luogotenenti del Caos, i suoi servitori più fidati, uno dei quali era un traditore.
Ecco. Così sarebbe dovuta essere la vita.
“Siamo riuniti”, disse Harry.
“Che il Caos regni”, risposero in coro i suoi quattro Luogotenenti.
“Il mio hovercraft è pieno di anguille”, disse Harry.
“Non comprerò questo disco, è graffiato”, risposero in coro i suoi quattro Luogotenenti.
“Eran birbizzi i borogovi.”
“E il momo ratso ultragrattava!”
Quello concluse le formalità.
“Come va la confusione?” disse Harry con un sussurro secco come l’imperatore Palpatine.
“Va bene, Generale Chaos”, disse Neville nel tono che usava sempre per le questioni militari, un tono così profondo che il ragazzo doveva spesso fermarsi e tossire. Il Luogotenente del Caos indossava con cura le sue vesti scolastiche, bordate del giallo della Casa Tassofrasso, e i suoi capelli erano divisi e pettinati nello stile usuale per un giovane ragazzo coscienzioso. A Harry quell’incongruità piaceva più di ogni mantello che avessero provato. “I nostri Legionari hanno dato inizio a cinque nuove trame da ieri sera”.
Harry sorrise malvagiamente. “Qualcuna di loro ha una possibilità di funzionare?”
“Non penso”, disse Neville del Caos. “Ecco il rapporto”.
“Eccellente”, disse Harry, e diede una risata agghiacciante mentre prese la pergamena dalla mano di Neville, facendo del suo meglio per farla risuonare come se stesse strozzandosi. Con quelle erano arrivate a sessanta.
Che Draco provasse a gestirle. Che ci provasse.
E per quanto riguardava Blaise Zabini…
Harry rise nuovamente, e questa volta non dovette sforzarsi per farla sembrare malvagia. Aveva davvero bisogno di prendere a prestito il Kneazle domestico di qualcuno per le sue riunioni di stato maggiore, in modo da avere un gatto da accarezzare mentre lo faceva.
“La Legione può smettere di produrre complotti, ora?” chiese Finnigan del Caos. “Voglio dire, non ne abbiamo già abbastanza –”
“No”, disse Harry semplicemente. “Non si possono mai avere abbastanza complotti”.
Il professor Quirrell l’aveva messa perfettamente. Stavano spingendo i confini più in là, probabilmente, di quanto non fossero mai stati spinti; e Harry non sarebbe stato in grado di mantenere il rispetto di sé se si fosse fermato ora.
Ci fu un colpo alla porta.
“Sarà il Generale Dragon”, disse Harry, sorridendo con una preveggenza malvagia. “Arriva precisamente quando me l’aspettavo. Fatelo entrare senza indugio, e senza indugio uscite”.
E i quattro Luogotenenti del Caos uscirono trascinando i piedi, lanciando occhiate tenebrose a Draco mentre il generale nemico entrava nella tana segreta di Harry.
Se non gli avessero permesso di farlo quando sarebbe stato più grande, Harry sarebbe semplicemente rimasto per sempre un undicenne.
Il sole stava sgocciolando attraverso le tende rosse, mandando raggi di sangue a danzare dall’altra parte del pavimento da dietro la sedia imbottita a misura di adulto di Harry Potter, che egli aveva coperto in lustrini oro e argento e alla quale insisteva a riferirsi come al suo trono.
(Draco iniziava a sentirsi molto più fiducioso di aver fatto la cosa giusta a decidere di deporre Harry Potter prima che potesse conquistare il mondo. Non poteva neppure immaginare come sarebbe stato vivere sotto il suo controllo.)
“Buona sera, Generale Dragon”, disse Harry Potter con un sussurro raggelante. “Sei venuto proprio come mi aspettavo”.
Nulla di sorprendente, considerato che Draco e Harry avevano concordato l’ora dell’incontro in anticipo.
E inoltre non era sera, ma ormai Draco non era più così ingenuo da farlo notare.
“Generale Potter”, disse Draco con tutta la dignità che poté, “tu sai che i nostri due eserciti devono lavorare insieme affinché uno qualsiasi di noi due possa vincere il desiderio del professor Quirrell, giusto?”
“Sssì”, sibilò Harry, come se il ragazzo pensasse di essere un Rettilofono. “Dobbiamo cooperare per distruggere Sunshine, e solo dopo combattere tra di noi. Ma se uno di noi tradisce l’altro prima, potrà guadagnare un vantaggio nel combattimento successivo. E il Generale Sunshine, che sa tutto ciò, proverà a indurre con l’inganno ciascuno di noi due a credere che l’altro l’abbia tradito. E tu e io, che sappiamo ciò, saremo tentati di tradire l’altro e pretendere che fosse un raggiro di Granger. E Granger sa anche questo”.
Draco annuì. Fin qui era ovvio. “E… ciascuno di noi vuole solo vincere, e non c’è nessuno che ci punisca in seguito se defezioniamo…”
“Precisamente”, disse Harry Potter, il suo volto ora divenuto serio. “Abbiamo di fronte un vero Dilemma del prigioniero”.
Il Dilemma del prigioniero, secondo gli insegnamenti di Harry, consisteva in questo: due prigionieri erano stati incarcerati in celle differenti. C’erano prove contro ciascun prigioniero, ma solo prove secondarie, sufficienti per una condanna a due anni per ognuno di loro. Ciascun prigioniero poteva scegliere di defezionare, tradire l’altro, testimoniare contro di lui al processo; e questo avrebbe ridotto di un anno la sua condanna, ma aggiunto due anni a quella dell’altro. Oppure un prigioniero poteva cooperare, restando in silenzio. Quindi se entrambi i prigionieri avessero defezionato, ciascuno testimoniando contro l’altro, avrebbero scontato tre anni ciascuno; se entrambi avessero cooperato, o fossero rimasti in silenzio, avrebbero scontato due anni ciascuno; ma se uno avesse defezionato e l’altro cooperato, il traditore avrebbe scontato solo un anno, e il cooperatore avrebbe scontato quattro anni.
Ed entrambi i prigionieri dovevano prendere la loro decisione senza conoscere la scelta dell’altro, e nessuno dei due avrebbe avuto la possibilità di cambiare in seguito la propria decisione.
Draco aveva osservato che se i due prigionieri fossero stati Mangiamorte durante la Guerra dei Maghi, il Signore Oscuro avrebbe ucciso qualunque traditore.
Harry aveva annuito e detto che quello era un modo di risolvere il Dilemma del prigioniero – e infatti entrambi i Mangiamorte avrebbero voluto che ci fosse un Signore Oscuro proprio per quel motivo.
(Draco aveva chiesto a Harry di fermarsi e lasciagli riflettere su quello per un po’ prima di continuare. Aveva spiegato molto a proposito del motivo per cui suo Padre e i suoi amici avevano accettato di servire un Signore Oscuro che spesso non era buono con loro…)
In effetti, aveva detto Harry, questo era in soldoni il motivo per cui la gente aveva i governi – tu avresti potuto stare meglio se avessi derubato qualcun altro, proprio come ciascun prigioniero sarebbe stato individualmente meglio se avesse defezionato nel Dilemma del prigioniero. Ma se tutti avessero pensato in quel modo, il paese sarebbe finito in preda alla confusione e tutti sarebbero stati peggio, come sarebbe successo se entrambi i prigionieri avessero defezionato. Quindi le persone permettevano che i governi le guidassero, proprio come i Mangiamorte si erano lasciati guidare dal Signore Oscuro.
(Draco aveva chiesto a Harry di fermarsi nuovamente. Draco aveva sempre dato per scontato che i maghi ambiziosi mettessero sempre sé stessi al potere perché volevano governare, e le persone si lasciassero governare perché erano piccoli Tassofrasso spaventati. E questo, riflettendoci, sembrava ancora vero; ma il punto di vista di Harry era affascinante anche se era sbagliato.)
Ma, Harry aveva poi continuato, la paura di un terzo che ti punisca non era l’unica ragione possibile per cooperare nel Dilemma del prigioniero.
Supponi, aveva detto Harry, che tu stia giocando una partita contro una copia identica di te stesso prodotta magicamente.
Draco aveva detto che se ci fossero stati due Draco, ovviamente nessuno dei due Draco avrebbe voluto che qualcosa di male accadesse all’altro, per non parlare del fatto che nessun Malfoy avrebbe permesso di essere noto come traditore.
Harry aveva annuito ancora, e detto che questa era ancora un’altra soluzione al Dilemma del prigioniero – le persone potevano cooperare perché avevano cura l’una dell’altra, o perché avevano un senso dell’onore, o perché volevano preservare la propria reputazione. In effetti, aveva detto Harry, era piuttosto difficile costruire un vero Dilemma del prigioniero – nella vita reale in genere le persone tenevano in considerazione l’altra persona, o il proprio onore, o la propria reputazione, o la punizione del Signore Oscuro, o qualcosa oltre alla pena carceraria. Ma supponesse che la copia fosse qualcuno completamente egoista –
(Pansy Parkinson era stato l’esempio che avevano usato.)
– quindi a ciascuna Pansy importava solo ciò che accadeva a lei e non all’altra Pansy.
Posto che questo fosse tutto ciò che importava a Pansy… e che non ci fosse alcun Signore Oscuro… e che Pansy non fosse preoccupata della propria reputazione… e che Pansy non avesse senso dell’onore o non si sentisse obbligata nei confronti dell’altra prigioniera… allora sarebbe stato razionale per Pansy cooperare o defezionare?
Alcune persone, disse Harry, avevano affermato che la cosa razionale da fare per Pansy era tradire la propria copia, ma Harry, oltre a qualcuno chiamato Douglas Hofstadter, pensava che queste persone avessero torto. Perché, aveva detto Harry, se Pansy avesse defezionato – non casualmente, ma per quelle che le sembrassero essere ragioni razionali – allora l’altra Pansy avrebbe ragionato esattamente nello stesso modo. Due copie identiche non potevano prendere decisioni differenti. Quindi Pansy doveva scegliere tra un mondo in cui entrambe le Pansy cooperassero, e un mondo in cui entrambe le Pansy defezionassero, e per lei sarebbe stato meglio se entrambe le copie avessero cooperato. E se Harry avesse pensato che le persone `razionali’ defezionassero nel Dilemma del prigioniero, allora non avrebbe fatto nulla per diffondere quel genere di `razionalità’, perché un paese o una cospirazione piena di persone `razionali’ si sarebbero dissolti nel caos. Avresti parlato ai tuoi nemici della `razionalità’.
Cosa che era sembrata ragionevole all’epoca, ma ora a Draco stava venendo in mente che…
“Tu hai detto”, intervenne Draco, “che la soluzione razionale al Dilemma del prigioniero è di cooperare. Ma ovviamente tu vorresti che credessi proprio quello, giusto?” E se Draco fosse stato convinto con l’inganno a cooperare, Harry avrebbe semplicemente detto, Ah ah, ti ho tradito di nuovo! e avrebbe riso di lui in seguito.
“Non falsificherei mai le tue lezioni”, disse Harry seriamente. “Ma devo ricordarti, Draco, che non ho detto che dovresti semplicemente e automaticamente cooperare. Non in un vero Dilemma del prigioniero come questo. Ciò che ho detto è che quando scegli, non dovresti ragionare come se stessi scegliendo solo per te stesso, o come se stessi scegliendo per tutti. Dovresti ragionare come se stessi scegliendo per tutte le persone che sono abbastanza simili a te da fare probabilmente la stessa cosa che fai tu per le stesse ragioni. E anche come se stessi scegliendo le previsioni fatte da chiunque ti conosca abbastanza bene da prevederti accuratamente, in modo che tu non debba mai rimpiangere di essere razionale a causa delle corrette previsioni che altre persone fanno di te – ricordami di spiegarti il Problema di Newcomb prima o poi. Quindi la domanda che tu e io dobbiamo fare, Draco, è questa: siamo simili abbastanza da fare probabilmente la stessa cosa qualunque essa sia, prendendo le nostre decisioni per lo più nella stessa maniera? O ci conosciamo abbastanza da prevederci a vicenda, in modo che io possa prevedere se tu coopererai o defezionerai, e tu puoi prevedere che io ho deciso di fare la stessa cosa che io prevedo che tu farai, perché io so che tu puoi prevedere che io deciderò di farlo?”
… e Draco non poté fare a meno di pensare che siccome doveva sforzarsi anche solo per capire metà di tutto ciò, la risposta era ovviamente `No’.
“Sì”, disse Draco.
Ci fu una pausa.
“Capisco”, disse Harry, sembrando deluso. “Va bene. Credo che dovremo pensare a qualche altro modo, allora”.
Draco non aveva creduto che avrebbe funzionato.
Draco e Harry ne discussero in lungo e in largo. Avevano concordato molto tempo prima che ciò che facevano sul campo di battaglia non avrebbe contato come una promessa infranta nella vita reale – sebbene Draco fosse un po’ arrabbiato per ciò che Harry aveva fatto nell’ufficio del professor Quirrell, e glielo disse.
Ma se loro due non potevano contare sull’onore o sull’amicizia, restava la questione di come avrebbero fatto sì che i loro eserciti lavorassero insieme per battere Sunshine, malgrado tutto ciò che Granger potesse tentare per dividerli. Le regole del professor Quirrell non invogliavano a lasciare che Sunshine uccidesse i soldati dell’altro esercito – avrebbe semplicemente alzato l’asticella che tu stesso avresti dovuto saltare – ma invogliavano eccome ciascuna fazione a rubare le uccisioni invece di agire come avrebbe fatto un unico esercito, o di colpire qualcuno dei soldati dell’altra fazione durante la confusione della battaglia…
Hermione stava tornando a Corvonero senza badare realmente a dove stesse andando, la sua mente preoccupata con la guerra e il tradimento e altri concetti inadatti alla sua età, e svoltò un angolo e andò a sbattere direttamente in un adulto.
“Scusi”, disse automaticamente, e poi, interamente senza pensarci, “Eeeeek!”
“Non si preoccupi, signorina Granger”, disse il sorriso allegro, posto sotto gli occhi luccicanti, e sopra la barba d’argento del Preside di Hogwarts. “Lei è perdonata”.
Il suo sguardo era bloccato in maniera impotente sul volto gentile del più potente mago del mondo, che era anche il Capo Stregone, che era anche il Supremo Pezzo Grosso, che era divenuto folle anni prima per l’intensa tensione di combattere il Signore Oscuro, e numerosi altri fatti che le stavano spuntando in mente uno dopo l’altro mentre la sua voce continuò ad emettere piccoli squittii imbarazzanti.
“In effetti, signorina Granger”, disse Albus Percival Wulfric Brian Silente, “è alquanto provvidenziale che ci siamo imbattuti l’uno nell’altra. Mi chiedevo proprio ora, per curiosità, cosa voi tre stavate pensando di chiedere come vostri desideri…”
Sabato sorse brillante e terso e con gli studenti che parlavano con voci sommesse, come se il primo a urlare avesse potuto innescare l’esplosione.
Draco aveva sperato che avrebbero combattuto nuovamente ai livelli superiori di Hogwarts. Il professor Quirrell aveva detto che i veri combattimenti avevano luogo con maggiore probabilità nelle città piuttosto che nelle foreste, e combattere all’interno delle aule e dei corridoi avrebbe dovuto esserne una simulazione, con dei nastri a segnare le aree consentite. Il Dragon Army si era comportato bene in quei combattimenti.
Invece, proprio come Draco aveva temuto, il professor Quirrell se n’era uscito con qualcosa di speciale per quella battaglia.
Il campo di battaglia era il Lago di Hogwarts.
E non su barche.
Stavano combattendo sott’acqua.
La Piovra Gigante era stata temporaneamente paralizzata; incantesimi erano stati lanciati per tenere lontani gli avvincini; il professor Quirrell era andato a parlare alle sirene; e tutti i soldati avevano ricevuto in dotazione una pozione dell’azione sott’acqua che permetteva loro di respirare, vedere chiaramente, parlare l’un l’altro, e nuotare non altrettanto velocemente come una camminata veloce semplicemente scalciando con le gambe.
Un’enorme sfera d’argento era sospesa al centro del campo di battaglia, luccicante come una luna sott’acqua. Avrebbe aiutato a fornire un senso della direzione – all’inizio. La luna si sarebbe lentamente eclissata mentre la battaglia proseguiva, e quando si fosse spenta del tutto, la battaglia sarebbe terminata se non lo fosse già stata.
Guerra in acqua. Non potevi difendere un perimetro, gli aggressori ti avrebbero attaccato da qualunque direzione, e anche con la pozione non potevi vedere molto lontano nell’oscurità del lago.
E se avessi nuotato troppo lontano dall’azione, dopo un po’ avresti iniziato a illuminarti, e saresti diventato facile da cacciare – solitamente se un esercito si fosse diviso e fosse fuggito invece di combattere, il professor Quirrell l’avrebbe semplicemente dichiarato sconfitto; ma quel giorno operavano sulla base di un sistema di punti. Ovviamente avevi comunque del tempo prima di iniziare a illuminarti, se volevi interpretare il ruolo dell’assassino.
All’inizio della gara, il Dragon Army era stato disposto in acqua in profondità; sopra e molto lontana, la distante luna sottomarina brillava. L’acqua torbida era quasi del tutto illuminata da Incantesimi Lumos, sebbene i suoi soldati avrebbero spento le luci non appena avessero iniziato a manovrare. Era inutile lasciarsi vedere dal nemico prima di vederlo a propria volta.
Draco scalciò alcune volte, spingendosi fino a una posizione più elevata da cui poté osservare in basso il luogo dove i suoi soldati volteggiavano nell’acqua.
Le conversazioni si spensero quasi in contemporanea sotto lo sguardo raggelante di Draco, i suoi soldati che guardarono in alto verso di lui con gratificanti espressioni di paura e preoccupazione.
“Ascoltatemi molto attentamente”, disse il generale Malfoy. La sua voce era un po’ grave, gorgogliante di bolle, abscvoltatemi mvolto attentamente, ma il suono viaggiò con chiarezza. “C’è un solo modo in cui possiamo vincere. Dobbiamo marciare contro Sunshine insieme a Chaos e sconfiggere Sunshine. Poi dobbiamo combattere contro Potter e vincere. Questo deve accadere, chiaro? Non importa cos’altro ci sia in ballo, questa parte deve accadere in questo modo –”
E Draco spiegò il piano che lui e Harry avevano studiato.
Sguardi di stupore furono scambiati tra i soldati.
“– se una qualunque delle vostre macchinazioni intralciassero questo piano”, terminò Draco, “dopo che saremo usciti dall’acqua, vi darò fuoco”.
Ci fu un coro nervoso di signorsì.
“E a tutti coloro che hanno ordini segreti, assicuratevi di portarli a compimento alla lettera”, disse Draco.
Circa metà dei suoi soldati annuirono apertamente, e Draco li designò per la pena di morte dopo che fosse salito al potere.
Ovviamente tutti gli ordini personali erano fasulli, del tipo a un Drago era stato detto di offrire un falso mandato di tradimento ad un altro Drago, e al secondo Drago era stato confidato sommessamente di riferire qualunque cosa detta dal primo Drago. Draco aveva detto a ciascun Drago che l’intera guerra poteva dipendere da quello, e che sperava che comprendessero che quello era più importante dei piani che avevano fatto in precedenza. Con un po’ di fortuna tutto ciò avrebbe fatto felici gli idioti, e oltretutto avrebbe forse spazzato via qualche spia, se i rapporti non avessero corrisposto alle istruzioni.
Il vero piano di Draco per vincere contro Chaos… beh, era più semplice di quello che aveva bruciato, ma suo Padre non l’avrebbe comunque gradito. Sebbene Draco ci avesse provato, non era stato in grado di pensare a nulla di meglio. Era una trama che non avrebbe mai potuto funzionare contro chiunque eccetto Harry Potter. In effetti era stato originariamente il piano di Harry, secondo il traditore, sebbene Draco l’avesse indovinato senza che gli fosse detto. Draco e il traditore l’avevano solo modificato un po’…
Harry prese un respiro profondo, sentendo l’acqua gorgogliare nei suoi polmoni senza recar danno.
Avevano combattuto nella foresta, e non aveva avuto l’occasione di dirlo.
Avevano combattuto nei corridoi di Hogwarts, e non aveva avuto l’occasione di dirlo.
Avevano combattuto in aria, con le scope date in dotazione a ogni soldato, e ancora non aveva avuto senso di dirlo.
Harry aveva pensato che non avrebbe mai avuto l’occasione di dire quelle parole, non mentre era ancora abbastanza giovane affinché fossero reali…
I Legionari del Caos stavano guardando Harry con perplessità, mentre il loro generale nuotava con i piedi puntati in alto verso la distante luce della superficie, e la sua testa indirizzata in giù verso le profondità torbide.
“Perché state tutti a testa in giù?” gridò il giovane comandante al suo esercito, e iniziò a spiegare come combattere dopo che si era abbandonato l’orientamento privilegiato della gravità.
Una cupa e rimbombante campana echeggiò attraverso l’acqua, e in quell’istante, Zabini e Anthony e cinque altri soldati si lanciarono verso il basso, nelle torbide profondità del lago. Parvati Patil, l’unica Grifondoro nel gruppo, girò la testa per un momento e li salutò allegramente con la mano mentre discendeva; e dopo un momento Scott e Matt fecero lo stesso. Gli altri semplicemente discesero e scomparvero.
Il generale Granger mandò giù il groppo che aveva in gola mentre li guardava andare via. Stava giocandosi tutto su quello, dividendo il suo esercito invece di portare con sé quanti più soldati nemici possibile.
La cosa da comprendere, le aveva detto Zabini, era che nessun esercito si sarebbe mosso prima di avere un piano che gli permettesse di aspettarsi la vittoria. Sunshine non poteva semplicemente pensare di vincere da solo, doveva far sì che entrambi gli altri eserciti pensassero di vincere finché non fosse troppo tardi.
Ernie e Ron sembravano ancora sconcertati. Susan stava fissando i soldati che scomparivano con uno sguardo calcolatore. Il suo esercito, ciò che ne era rimasto, sembrava frastornato, merletti di luce che marezzavano le loro uniformi mentre tutti andavano alla deriva appena al di sotto della superficie del lago illuminata dal sole.
“Ora che si fa?” chiese Ron.
“Ora aspettiamo”, rispose Hermione, con voce abbastanza alta da farsi sentire da tutti i soldati. Era strano parlare con la bocca piena d’acqua, continuava a sentirsi come se stesse commettendo un’orribile gesto di maleducazione a tavola e come se stesse per sbavarsi addosso. “Tutti noi rimasti qui saremo colpiti, ma questo sarebbe avvenuto comunque, con Dragon e Chaos che si stanno coalizzando contro di noi. Dobbiamo semplicemente portare con noi quanti più nemici possibile”.
“Ho un piano”, disse uno dei suoi soldati Raggio di sole… Hannah, la sua voce era stata un po’ difficile da riconoscere sulle prime. “È un po’ tutto complicato, ma so come possiamo far sì che Dragon e Chaos inizino a combattersi l’un l’altro –”
“Anche io!” disse Fay. “Anche io ho un piano! Vedete, Neville Longbottom è segretamente dalla nostra parte –”
“Tu stavi trattando con Neville?” chiese Ernie. “Non è così, io ero quello che –”
Daphne Greengrass e un altro paio di Serpeverde che non erano andati con Zabini stavano ridacchiando senza potersi fermare alle grida di “No, aspetta, sono stato io a convincere Longbottom” che eruppero da un soldato dopo l’altro.
Hermione si limitò a guardarli tutti stancamente.
“Okay”, disse Hermione quando tutto tacque, “avete capito tutti? Ciascuno dei vostri piani è stato contraffatto dalla Chaos Legion, o forse da qualche Drago. Chiunque volesse davvero tradire Harry o Malfoy è venuto direttamente da me o da Zabini, non da voi. Forza, confrontate i dettagli di tutti i vostri piani segreti e lo scoprirete da soli”. Forse non era così brava come Zabini a complottare, ma poteva sempre capire ciò che tutti i suoi ufficiali le dicevano, questo era il motivo per cui il professor Quirrell l’aveva fatta generale. “Quindi non preoccupatevi di provare qualche piano quando gli altri eserciti arrivano. Combattete e basta, va bene? Per favore?”
“Ma”, disse Ernie sconvolto, “Neville è in Tassofrasso! Stai dicendo che ci ha mentito?”
Daphne stava ridendo così forte e così disperatamente che le esalazioni l’avevano girata all’ingiù nell’acqua.
“Non sono sicuro di cosa sia Longbottom”, disse minacciosamente Ron, “ma non credo che sia più un Tassofrasso. Non ora che Harry Potter l’ha ghermito”.
“Sapete”, disse Susan, “gliel’ho chiesto, e Neville mi ha detto che è diventato un Tassofrasso del Caos?”
“Ad ogni modo”, disse Hermione a voce alta. “Zabini ha portato con sé tutti quelli che pensavamo fossero una spia, quindi nel nostro esercito possiamo smettere di scrutarci intensamente a vicenda ora, spero”.
“Anthony era una spia?” gridò Ron.
“Parvati era una spia?” rantolò Hannah.
“Parvati era assolutamente una spia”, disse Daphne. “Faceva la spesa al negozio di scarpe delle spie, indossava il rossetto delle spie, e prima o poi sposerà un bel maritino spia e avranno tante piccole spie”.
E poi il suono di un gong echeggiò nell’acqua, indicando che Sunshine aveva appena realizzato due punti.
Questo fu seguito poco dopo dal triplo gong di Dragon che perdeva un singolo punto.
I traditori non erano autorizzati a uccidere i generali, non dopo il disastro della prima battaglia di dicembre, quando tutti e tre i generali erano stati colpiti entro il primo minuto. Ma con un po’ di fortuna…
“Oh”, disse Hermione. “Sembra che il signor Crabbe stia facendo un sonnellino”.
Come due banchi di pesce, gli eserciti nuotavano insieme.
Neville Longbottom muoveva i piedi in gesti lenti e misurati. Immergerti, immergerti sempre in qualunque direzione ti stessi muovendo. Volevi porgere al nemico il profilo più piccolo, presentargli la tua testa o i tuoi piedi. Quindi ti dovevi sempre immergere, verso il basso e di testa, e il nemico era sempre giù.
Come per ogni Legionario del Caos dell’esercito, la testa di Neville stava costantemente ruotando mentre nuotava, guardando su, giù, intorno, da ogni lato. Stando attenti non solo ai soldati Raggio di sole, ma anche ad ogni segnale che un Legionario del Caos avesse estratto la bacchetta e stesse per tradirli. Solitamente i traditori attendevano fino alla confusione della battaglia prima di fare la loro mossa, ma quel precedente colpo di gong li aveva messi tutti in guardia.
… la verità era che tutto ciò rendeva triste Neville. A novembre era stato un soldato in un esercito unito, tutti loro che spingevano insieme nella stessa direzione e si aiutavano l’un l’alto, e ora stavano tutti controllandosi l’un l’altro in cerca del primo segno di tradimento. Poteva essere molto più divertente per il Generale Chaos, ma non era altrettanto divertente per Neville.
La direzione in precedenza nota come `su’ stava diventando costantemente più luminosa, mentre si avvicinavano alla superficie e a Sunshine.
“Fuori le bacchette”, disse il Generale Chaos.
La squadra di Neville estrasse le bacchette, puntandole direttamente di fronte a sé contro il nemico, mentre le loro teste controllavano intorno più rapidamente. Se c’erano dei traditori, si avvicinava il momento in cui avrebbero colpito.
L’altro branco di pesci, il Dragon Army, stava facendo la stessa cosa.
“Ora!” gridò la voce distante del Generale Dragon.
“Ora!” gridò il Generale Chaos.
“Per Sunshine!” urlarono tutti i soldati in entrambi gli eserciti, e caricarono verso il basso.
“Cosa?” disse involontariamente Minerva mentre guardava gli schermi vicino al lago, un grido echeggiato in molti altri luoghi; tutta Hogwarts stava guardando questa battaglia come aveva guardato la prima.
Il professor Quirrell stava sorridendo. “L’ho avvisata, Preside. È impossibile avere delle regole senza che il signor Potter ne tragga vantaggio”.
Per lunghi e preziosi secondi, mentre i quarantasette soldati caricavano i suoi diciassette, la mente di Hermione si svuotò.
Perché…
Poi tutto tornò di scatto al suo posto.
Ogni volta che un soldato originariamente appartenente a Sunshine era colpito da qualcuno che aveva invocato il nome di Sunshine, lei avrebbe perso un punto-Quirrell. Quando due Soldati Raggio di sole fossero stati colpiti da uno dei due eserciti, entrambi gli eserciti nemici sarebbero stati più vicini di due punti a superarla, era lo stesso guadagno solo condiviso. E se qualcuno avesse colpito un altro soldato non a nome di Sunshine, quel gong non sarebbe passato inosservato nella confusione…
Hermione fu improvvisamente molto grata che Zabini non avesse scelto l’ovvio piano di dare inizio a dei contrasti tra gli altri due eserciti mentre questi attaccavano Sunshine.
Era comunque scoraggiante, però, quella sensazione che le tue occasioni si stessero spegnendo, che la speranza ti fosse portata via.
La maggior parte dei soldati di Hermione sembrava ancora confusa, ma alcuni avevano l’espressione di un crescente orrore mentre comprendevano.
“Va tutto bene”, disse con fermezza Susan Bones. Le teste si girarono per guardare il Capitano Sunshine. “Il nostro compito è lo stesso, colpire quanti più di loro possiamo. E ricordate, Zabini si è portato via tutte le spie! Noi non dobbiamo stare all’erta come devono stare loro!” La ragazza stava sorridendo in modo sprezzante, inducendo dei sorrisi in risposta da molti degli altri soldati , anche da Hermione stessa. “Può andare come a novembre. Dobbiamo solo alzare la testa, combattere al meglio e fidarci l’uno dell’altra –”
Daphne la colpì.
“Sangue per il dio del sangue!” gridò Neville del Caos, sebbene poiché era sott’acqua gli venne più simile a `Slanglue plel il dlio del slanglue!’.
Il capitano Weasley girò su sé stesso e alzò la bacchetta in direzione di Neville e fece fuoco. Ma Neville stava nuotando verso il basso contro di lui, la bacchetta puntata dritta davanti a sé, e quello significava che lo Scudo Semplice poteva difendere l’intero profilo di Neville; se qualcuno l’avesse colpito in quel momento, non sarebbe stato il Raggio di sole Ron.
Un’espressione cupamente determinata comparve sul volto del capitano Weasley, che si lanciò in alto verso Neville, mimando con la bocca la parola Contego, sebbene lo scudo non fosse visibile in acqua.
I due campioni nemici si gettarono l’uno contro l’altro come frecce scagliate da archi, ciascuno intenzionato a colpire l’altro esattamente al centro. Avevano duellato molte volte in precedenza, ma questa volta sarebbe valsa per tutte.
(Molto lontano sulla riva del lago, centinaia di respiri furono trattenuti.)
“Arcobaleni e unicorni!” ruggì il capitano Sunshine.
“Il Capro Nero dai mille cuccioli!”
“Fate i vostri compiti!”
Vicini, sempre più vicini, i due campioni si caricarono, nessuno intenzionato a deviare, il primo a girarsi avrebbe presentato un fianco vulnerabile e sarebbe stato colpito, sebbene, se nessuno dei due si fosse fatto cogliere dal panico, sarebbero andati a schiantarsi l’uno contro l’altro…
Scendendo dritto giù mentre il nemico saliva dritto su ad incontrarlo, un martello che scendeva a colpire l’incudine lungo un percorso che nessuno dei due era intenzionato ad abbandonare…
“Attacco speciale, Torsione Caotica!”
Neville vide l’espressione di orrore sul volto del capitano Weasley mentre l’Incantesimo di levitazione lo colpì. L’avevano provato prima che la battaglia iniziasse; e proprio come Harry aveva sospettato, Wingardium Leviosa diventava tutto un altro genere di arma poiché tutti stavano nuotando sott’acqua.
“Maledetto tu sia, Longbottom!” strillò Ron Weasley, “Non riesci mai a lottare senza i tuoi stupidi attacchi speciali –”
e per allora il capitano Sunshine era stato rigirato di fianco e Neville l’aveva colpito alla gamba.
“Non combatto lealmente”, disse Neville alla forma che dormiva, “combatto come Harry Potter”.
Granger: 237 / Malfoy: 217 / Potter: 220
Faceva ancora male ogni volta che doveva colpire Hermione. Harry poteva sopportare a malapena di guardare l’espressione di pace che era sopraggiunta sul suo volto dormiente, le braccia che ora erano trasportate senza meta mentre le curve della luce solare si muovevano sulla sua uniforme mimetica e sulla nuvola dei suoi capelli castani.
E se Harry avesse cercato di tirarsi indietro dall’essere colui che l’avrebbe colpita… non solo Draco avrebbe capito cosa significava, Hermione si sarebbe offesa.
Non è morta, Harry disse al proprio cervello mentre lo scalciare dei suoi piedi lo spingeva via, sta solo riposando. Idiota.
Ne sei sicuro? disse il suo cervello. E se fosse un’ex-Hermione? Non potremmo tornare indietro a controllare?
Per un istante Harry diede un’occhiata dietro di sé.
Vedi, sta bene, ci sono delle bolle che escono dalla sua bocca.
Potrebbe essere stata l’esalazione del suo ultimo respiro.
Oh, stai zitto. E comunque, perché ti stai stati comportando da paranoico-protettivo?
Ehm, il primo vero amico che abbiamo avuto in tutta la nostra vita? Ehi, ricordi cos’è successo alla nostra roccia domestica?
Potresti piantarla con quell’inutile grumo di detriti, non era vivo per non dire senziente, quello è il più patetico trauma infantile di sempre –
I due eserciti si separarono repentinamente, divenendo nuovamente due banchi di pesce.
Il generale Granger era scesa di diciassette punti, e aveva portato con sé tre Caotici e due Draghi; e un Caotico e due Draghi erano stati colpiti in quanto traditori. Quindi aveva perso sette punti netti, Harry ne aveva perso uno, Draco due; il che aveva messo Sunshine venti punti sopra a Dragon e diciassette sopra Chaos. Chaos poteva ancora vincere facilmente se avesse sterminato tutti i venti Draghi restanti. I jolly, ovviamente, sarebbero stati quei sette Soldati Raggio di sole rimasti…
… se si poteva chiamarli così.
Imbarazzati, i due banchi nuotarono vicini l’uno all’altro, i soldati di ciascun esercito che attendevano l’ordine di dichiarare il proprio vero schieramento e attaccare…
“Tutti coloro che li hanno ricevuti”, disse Harry ad alta voce, “ricordino gli Ordini Speciali da Uno a Tre. E non dimenticate che è `Merlino dice’ sul Tre. Non fate cenni di assenso”.
I due terzi fidati dell’esercito non annuirono, l’altro terzo sembrò semplicemente confuso.
Ordine Speciale Uno: Non preoccupatevi di chiamare alcuna parola d’ordine in questa battaglia, non dedicate alcuno sforzo ad alcun piano non specificatamente approvato dal comandante; semplicemente nuotate, proteggetevi e fate fuoco.
Sia Hermione sia Draco avevano combattuto i propri soldati, cercando di obbligarli a porre fine ai loro piani personali per tutto dicembre. Harry aveva incitato i suoi soldati e sostenuto le loro cospirazioni durante le ultime due battaglie… mentre gli diceva anche che ad un certo punto nel futuro avrebbe potuto chiedergli di sospendere uno o due complotti, richiesta che avevano tutti prontamente accettato. Quindi ora, in questa battaglia decisiva, erano felici di obbedire.
Né Hermione né Draco avrebbero potuto dare quell’ordine con successo, Harry ne era certo. Era la differenza che passava tra l’essere, agli occhi dei tuoi soldati, un alleato nelle loro macchinazioni invece di un antiquato matusa guastafeste che non voleva che si divertissero. Imporre l’ordine equivaleva a intensificare il caos, e funzionava anche nel senso inverso…
“Eccoli!” gridò qualcuno, e indicò in una direzione.
Dalle profondità del lago salirono i dimenticati, coloro che avevano abbandonato l’ultima battaglia, i sette Soldati Raggio di sole mancanti, raggianti della brillante aura dei codardi, che ora diminuiva mentre tornavano alla battaglia.
I due banchi di pesce esitarono, puntando incerti le loro bacchette.
“Non fate fuoco!” gridò Harry, e un grido simile provenne dal generale Malfoy.
Ci fu un momento in cui tutti trattennero il respiro.
Poi i sette Soldati Raggio di sole andarono a congiungersi nuotando al Dragon Army.
Ci fu un’acclamazione trionfante dal Dragon Army.
Ci furono grida di costernazione da un terzo della Chaos Legion.
Alcuni negli altri due terzi sorrisero, anche se non avrebbero dovuto farlo.
Harry non stava sorridendo.
Oh, questo non funzionerà affatto…
Ma Harry non era stato in grado di pensare a nulla di meglio.
“Ordini Speciali Due e Tre ancora in vigore!” gridò Harry. “Combattete!”
“Per la Chaos Legion!” ruggirono venti Legionari del Caos.
“Per il Dragon Army!” ruggirono venti Guerrieri del Drago e sette Soldati Raggio di sole.
E i Caotici si immersero dritti verso il basso, mentre tutti i traditori si preparavano a colpire.
Granger: 237 / Malfoy: 220 / Potter: 226
La testa di Draco guizzava freneticamente intorno, cercando di valutare ciò che stava accadendo; in qualche modo, malgrado le sue forze più numerose, aveva perso l’iniziativa. Quattro piccole unità caotiche erano inseguite da quattro unità Dragon più grandi, ma poiché le forze di Draco erano quelle che cercavano di forzare lo scontro, significava che dovevano inseguire mentre Chaos fuggiva, e in qualche modo quello stava producendo concentrazioni di unità caotiche che facevano fuoco verso i fianchi esposti di Dragon –
Stava succedendo di nuovo!
“Prismatis!” gridò Draco, alzando la sua bacchetta, e quello schermo era visibile persino in acqua, un muro piatto, multicolore e scintillante, ampio abbastanza da schermare Draco e gli altri cinque Draghi con lui dall’unità caotica che aveva appena iniziato a fare fuoco su di loro mentre le nuotavano davanti, e quello permise agli altri cinque Draghi di riportare la loro attenzione sulla forza caotica che stavano inseguendo –
Ci fu un momento teso mentre l’uno dopo l’altro gli incantesimi soporiferi si schiantarono contro il Muro Prismatico di Draco, il quale sperava in Merlino che nessuno di quei Caotici avesse imparato la Fattura Perforante –
Poi ci fu la campana di una vittoria Dragon, e le forze caotiche invertirono direzione e iniziarono a nuotare via; e Draco, con le mani che gli stavano ora leggermente tremando, lasciò cadere il Muro Prismatico e abbassò la bacchetta.
Combattere in acqua era più estenuante persino di combattere sui manici di scopa.
“Non inseguiteli!” gridò Draco ai suoi soldati mentre iniziavano l’inseguimento, e poi, “Sonorus! Ripiegate su di me!”
Le forze Dragon iniziarono a convergere su Draco, e le forze caotiche si voltarono e iniziarono a inseguire i Draghi istantaneamente – Draco imprecò ad alta voce mentre sentì la campana di una vittoria caotica, qualcuno non aveva orientato correttamente il suo Scudo Semplice – e poi le forze Dragon furono sotto copertura l’una dell’altra e i Caotici tornarono a retrocedere nelle acque torbide.
Per qualche motivo, malgrado la loro superiorità numerica, i Draghi avevano realizzato tre volte contro i Caotici e i Caotici avevano risposto con quattro realizzazioni, e aveva udito l’esecuzione di una spia Dragon. O Harry Potter aveva pensato a molte buone idee molto velocemente, oppure per qualche ragione inimmaginabile aveva passato molto tempo a capire come combattere sott’acqua. Non stava funzionando, e Draco doveva riconsiderare il tutto.
Sembrava anche che tutti stessero avendo problemi a mirare mentre nuotavano, la battaglia sarebbe potuta durare tanto a lungo da terminare per tempo… la lontana luna subacquea era luminosa solo per metà, ora, e questo non era un bene… doveva riconsiderare il tutto velocemente…
“Che succede?” chiese Padma Patil, mentre lei e la sua unità si avvicinarono a Draco.
Padma era il suo secondo in comando; era intelligente e potente, e ancora meglio, odiava Granger e vedeva in Harry un rivale, cosa che la rendeva fidata. Lavorare con Padma gli stava facendo comprendere la verità del vecchio adagio secondo il quale Corvonero era sorella di Serpeverde; Draco era stato sorpreso quando suo Padre gli aveva detto che era una Casa accettabile per la sua futura moglie, ma ora ne comprendeva il senso.
“Aspetta finché non saremo tutti qui”, rispose Draco. La verità era che aveva bisogno di riprendere il fiato. Quello era il problema di essere il generale e il mago più potente, dovevi continuare a usare la magia.
Il successivo ad arrivare fu Zabini, al comando di una forza di due Raggi e quattro Draghi, uno dei quali era Gregory che teneva un occhio su Zabini. Draco non si fidava di Zabini. E né Draco né Zabini si fidavano dei Raggi abbastanza da farne la maggioranza di un’unità; dovevano essere leali o a Draco direttamente, o a Granger che era stata ingannata dalla promessa che i Draghi sarebbero stati traditi alla fine quando entrambe le forze sarebbero state indebolite, proprio come i Caotici più fidati di Harry sarebbero stati convinti con l’inganno a non colpire i Raggi dalla promessa che questi avrebbero lanciato Fatture del Sonno finte e poi sarebbero passati successivamente a supporto di Chaos; ma era possibile che alcuni Raggi fossero leali a Chaos e non stessero lanciando vere Fatture del Sonno e che quello fosse il motivo per cui Dragon non stava vincendo nel modo in cui il loro vantaggio numerico avrebbe dovuto permettergli di vincere…
La successiva unità ad avvicinarsi era indebolita, tre soldati che puntavano le bacchette su altri due soldati, che stavano nuotando a mani vuote.
Draco digrignò i denti. Altri problemi con i traditori. Aveva bisogno di parlare col professor Quirrell sulla necessità di avere qualche modo per poter almeno punire i traditori, condizioni come queste erano irrealistiche, nella vita reale avresti torturato a morte i tuoi traditori.
“Generale Malfoy!” gridò il comandante dell’unità problematica mentre nuotava verso di lui, un ragazzo Corvonero chiamato Terry. “Non sappiamo cosa fare – Cesi ha colpito Bogdan, ma Cesi dice che Kellah gli ha detto che Bogdan ha colpito Specter –”
“Non l’ho detto!” disse Kellah.
“Sì, l’hai detto!” strillò Cesi. “Generale Malfoy, lei è la spia, avrei dovuto capir–”
“Somnium”, disse Draco.
Ci fu la triplice campana della perdita di un punto per Dragon, e poi il corpo afflosciato di Kellah iniziò a fluttuare via nell’acqua.
A quel punto Draco aveva già sentito la parola `ricorsione’, e sapeva riconoscere un piano di Harry Potter quando ne vedeva uno.
(Sfortunatamente Draco non aveva sentito parlare dei disturbi autoimmunitari, e non gli venne il pensiero che un virus intelligente avrebbe iniziato il suo attacco creando i sintomi di un disturbo autoimmunitario in modo da far sì che il corpo non si fidasse del proprio sistema immunitario…)
“Ordine generale!” disse Draco, alzando la voce. “Nessuno è autorizzato a fare fuoco sulle spie eccetto me, Gregory, Padma e Terry. Se qualcuno vede qualcosa di sospetto deve venire da qualcuno di noi”.
E poi –
Ci fu la campana di Sunshine che realizzava due punti.
“Cosa?” dissero Draco e Zabini all’incirca contemporaneamente; le loro teste girarono intorno. Nessuno sembrava essere stato colpito, e tutti i soldati Sunshine erano presenti e presi in considerazione. (Eccetto per Parvati, che era stata colpita da qualche traditore ancora sconosciuto nella squadra di Padma; e ovviamente Padma aveva colpito nuovamente Parvati nel caso in cui stesse facendo finta, quindi non era lei…)
“Un traditore Sunshine dentro Chaos?” disse Zabini, sembrando interdetto. “Ma tutti quelli che conoscevo avrebbero dovuto colpire durante l’attacco di Chaos a Sunshine –”
“No!” disse Padma col tono di un’improvvisa comprensione. “Quello era Chaos che giustiziava una spia!”
“Cosa?” disse Zabini. “Ma perché –”
E Draco capì. Dannazione! “Perché Potter pensa di essere sicuro del margine con cui batterà Sunshine, ma non di quello con cui batterà noi! Quindi non vuole perdere neppure un singolo punto quando giustizia un traditore! Ordine generale! Se dovete giustiziare un traditore, prima dichiaratevi per Sunshine! E non dimenticate di tornare a Dragon dopo –”
Granger: 253 / Malfoy: 252 / Potter: 252
Il corpo di Longbottom andava caoticamente alla deriva nell’acqua, braccia e gambe scompigliate. Dopo che Draco aveva finalmente mandato un colpo a segno, l’avevano tutti colpito di nuovo giusto per sicurezza.
Lì vicino c’era Harry Potter, ora protetto da una Sfera Prismatica, che li guardava tutto cupo mentre l’ultimo spicchio di luna crescente diminuiva lentamente, in qualche luogo lontano. Se Longbottom fosse riuscito a colpire un soldato in più (Draco sapeva che Harry stava pensando), se i due Caotici fossero riusciti a tenere duro appena più a lungo, avrebbero potuto vincere…
Dopo che Draco aveva riformato i suoi ranghi e colpito nuovamente, la battaglia risultante e l’esecuzione di spie a nome di Sunshine aveva lasciato Sunshine esattamente un punto sopra a Dragon e a Chaos. Una volta che Harry aveva iniziato a farlo, Draco non aveva avuto altra possibilità che fare lo stesso.
Ma ora erano superiori in numero al Generale Chaos di tre a uno, i sopravvissuti del Dragon Army e l’ultimo Raggio di sole traditore rimasto: Draco, e Padma, e Zabini.
E Draco, che non era stupido, aveva ordinato a Padma di prendere la bacchetta di Zabini dopo che Longbottom aveva colpito Gregory ed era caduto a sua volta per mano di Draco. Il ragazzo gli aveva rivolto un’espressione di affronto, gli aveva detto che gliela doveva, e ceduto la bacchetta.
Questo lasciava a Draco e Padma il compito di abbattere il Generale Chaos.
“Non credo che tu voglia arrenderti, giusto?” chiese Draco, sorridendo più malvagiamente di quanto non avesse mai sorriso a Harry Potter.
“Il sonno piuttosto che la resa!” gridò il Generale Chaos.
“Giusto per fartelo sapere”, disse Draco, “Zabini non ha davvero una sorella più grande da farti salvare dai bulli Grifondoro. Ma Zabini ha una madre che non approva i Nati babbani come Granger, e le ho scritto alcune note, e ho offerto a Zabini qualche favore – nulla che coinvolga mio Padre, solo cose che io posso fare a scuola. E comunque, la madre di Zabini non approva neppure il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto. Giusto nel caso in cui pensassi che Zabini fosse davvero dalla tua parte”.
Il viso di Harry divenne ancor più cupo.
Draco alzò la bacchetta, e iniziò a respirare ritmicamente, sviluppando la forza per una Fattura Perforante. La Sfera Prismatica di Granger era quasi altrettanto forte di quella di Draco, ora, e Harry non era molto più debole, dove trovavano il tempo quei due?
“Lagann!” pronunciò Draco, mettendoci tutto quello che aveva, e la spirale verde divampò e lo scudo di Harry andò in frantumi, e quasi nello stesso momento –
“Somnium!” disse Padma.
Granger: 253 / Malfoy: 252 / Potter: 254
Harry si lasciò scappare un lungo sospiro di sollievo, e non solo perché non doveva più sostenere la Sfera Prismatica. La sua mano tremava mentre abbassava la bacchetta.
“Sai”, disse Harry, “per un momento mi sono un po’ preoccupato”.
Ordine Speciale Due: Se un Raggio traditore non sembra davvero far fuoco contro di te, fai finta occasionalmente di essere colpito. Prediligi mirare contro i Draghi che contro i Raggi, ma colpisci pure i Raggi se non puoi colpire Draghi.
Ordine Speciale Tre: Merlino dice di non fare fuoco contro Blaise Zabini o una delle due gemelle Patil.
Con un ampio sorriso, Parvati Patil rimosse la toppa Trasfigurata dal distintivo sulla sua uniforme, e la lasciò galleggiare via nell’acqua.
“Grifondoro per Caos”, disse, e restituì a Zabini la sua bacchetta.
“Grazie molte”, disse Harry, e si inchinò profondamente alla ragazza Grifondoro. “E grazie anche a te”, s’inchinò a Zabini. “Sai, quando sei venuto da me con quel piano, mi sono chiesto se fossi brillante o folle, e ho deciso che sei entrambe le cose. E comunque”, disse Harry, ora girandosi come per parlare al corpo di Draco, “Zabini ha una cugina –”
“Somnium”, disse la voce di Zabini.
Granger: 255 / Malfoy: 252 / Potter: 254
E il corpo di Harry Potter galleggiò via, la sua espressione di sconcerto e orrore che si rilassò rapidamente nel sonno.
“Ripensandoci”, disse allegramente Parvati, “facciamo Grifondoro per Sunshine”.
Iniziò a ridere, più euforica di quanto non fosse mai stata in vita sua, era finalmente riuscita ad assassinare e rimpiazzare la sua sorella gemella e aveva voluto farlo da sempre, e questo era stato perfetto, era stato tutto perfetto –
– e poi la sua bacchetta si girò con un movimento fulmineo proprio mentre la bacchetta di Zabini ruotò per puntare su di lei.
“Aspetta!” disse Zabini. “Non sparare, non resistere. È un ordine”.
“Cosa?”
“Mi dispiace”, disse Zabini, ora sembrando non del tutto sinceramente dolente, “ma non posso essere completamente sicuro che tu sia per Sunshine. Quindi ti ordino di lasciarti colpire da me”.
“Aspetta!” disse Parvati. “Siamo davanti a Chaos di un solo punto! Se mi colpisci ora –”
“Ti colpirò a nome di Dragon, ovviamente”, disse Zabini, ora sembrando un po’ superiore. “Solo perché siamo riusciti a convincere loro con l’inganno a farlo, non significa che non funzionerà per noi”.
Parvati lo fissò, gli occhi che si socchiudevano. “Il generale Malfoy ha detto che a tua madre non piace Hermione”.
“Forse”, disse Zabini, ancora con quel sorrisetto di superiorità. “Ma alcuni di noi sono più favorevoli di Draco Malfoy ad infastidire un genitore”.
“E Harry Potter ha detto che tu hai una cugina –”
“No.”
Parvati lo fissò, cercando di pensare, ma non era davvero brava a cospirare; Zabini aveva detto che il piano era di tenere segretamente i punteggi di Chaos e Dragon il più livellati possibile, in modo che avrebbero usato il nome di Sunshine per giustiziare i loro traditori invece di perdere anche solo un punto, e quello aveva funzionato… ma… aveva l’impressione di perdersi qualcosa, non era una Serpeverde…
“Perché non dovrei essere io a colpire te nel nome di Dragon?” disse Parvati.
“Perché ti sono superiore in grado.”
Parvati aveva un cattivo presentimento.
Lo fissò per un lungo momento.
E poi –
“Somni–” iniziò a dire, e poi si accorse che non aveva detto per Dragon e freneticamente si interruppe –
Granger: 255 / Malfoy: 254 / Potter: 254
“Ehi, parlo con voi”, disse il volto di Blaise Zabini sugli schermi, sembrando piuttosto divertito, “direi che dipende tutto da me”.
Lungo tutta la sponda del lago, la gente tratteneva il respiro.
Sunshine era davanti a Dragon e Chaos di esattamente un punto.
Blaise Zabini poteva colpirsi nel nome di Dragon o di Chaos, o semplicemente lasciare le cose com’erano.
Una serie di scampanellii indicarono che l’ultimo minuto a disposizione era iniziato.
E il Serpeverde stava facendo un sorriso strano e contorto, e distrattamente giocherellando con la sua bacchetta, il legno scuro appena visibile nell’acqua buia.
“Sapete”, disse la voce di Zabini, con il tono di chi aveva provato quelle parole già da un po’, “è solo un gioco, davvero. E i giochi dovrebbero essere divertenti. Che ne dite quindi se faccio semplicemente quello che mi pare?”