L’ultima estremità del sole stava sprofondando sotto l’orizzonte, la luce rossa che svaniva dalle cime degli alberi, solo il cielo blu ad illuminare le sei persone in piedi sull’erba seccata dall’inverno e macchiata dalla neve, vicino ad una gabbia vacante sul cui fondo giaceva un mantello vuoto e lacero.
Harry si sentiva… beh, di nuovo normale. Sano di mente, più o meno. L’incantesimo non aveva annullato la giornata e i suoi danni, non aveva fatto sì che le ferite non ci fossero mai state, ma i suoi dolori erano stati… fasciati, medicati? Era difficile da descrivere.
Anche Silente sembrava più in salute, sebbene non completamente ripreso. La testa del vecchio mago si girò per un momento, incrociò lo sguardo del professor Quirrell, poi tornò a guardare Harry. “Harry”, chiese Silente, “stai per collassare per la fatica e forse morire?”
“No, per quanto sia strano”, disse Harry. “Mi ha portato via qualcosa, ma molto meno di quanto pensassi”. O forse mi ha dato qualcosa in cambio, oltre a prendere… “Onestamente, mi sarei aspettato che il mio corpo colpisse il terreno con un tonfo all’incirca ora”.
Ci fu un distinto suono del tipo corpo-che-colpisce-il-terreno-con-un-tonfo.
“Grazie per esserti occupato della cosa, Quirinus”, disse Silente al professor Quirrell, che ora era in piedi sopra e dietro alle forme prive di sensi dei tre Auror. “Confesso che mi sento ancora un po’ sciupato. Ciononostante amministrerò gli Incantesimi di Memoria io stesso”.
Il professor Quirrell inclinò la testa, e poi guardò Harry. “Ometterò una grossa quantità di inutile incredulità, osservazioni sul fatto che Merlino stesso non sia riuscito a farlo, eccetera. Andiamo direttamente alla domanda importante. Cosa succosi serpenti striscianti era quello?”
“L’Incantesimo Patronus”, disse Harry. “Versione 2.0”.
“Gioisco nel vedere che sei tornato il tuo solito te stesso”, disse Silente. “Ma non andrai in nessun luogo, giovane Corvonero, finché non mi dici esattamente cos’era quel pensiero affettuoso e felice”.
“Uhm…” disse Harry. Batté un dito contemplativo sulla guancia. “Mi chiedo se dovrei farlo”.
Il professor Quirrell fece improvvisamente un largo sorriso.
“Per piacere?” disse il Preside. “Super per piacere con tanto zucchero sopra?”
Harry sentì un impulso e decise di seguirlo. Era pericoloso, ma un’opportunità del genere non si sarebbe facilmente ripresentata, fino alla fine dei tempi.
“Tre bibite”, disse Harry alla sua borsa, poi guardò il Professore di Difesa e il Preside di Hogwarts. “Signori, ho acquistato queste lattine durante la mia prima visita alla Piattaforma Nove e Tre-Quarti, il giorno che sono entrato a Hogwarts. Le ho conservate per le occasioni speciali; su di esse c’è un incantesimo minore che assicura che siano bevute al momento giusto. Queste sono le ultime della mia scorta, ma non penso che ci sarà mai un’occasione più appropriata. Che ne dite?”
Silente prese la lattina di soda da Harry, e Harry ne lanciò un’altra al professor Quirrell. I due uomini più anziani borbottarono entrambi lo stesso incantesimo sulle lattine e si accigliarono brevemente avutone il risultato. Harry, da parte sua, semplicemente rimosse la linguetta e bevette.
Il Professore di Difesa e il Preside di Hogwarts educatamente fecero la stessa cosa.
Harry disse, “Ho pensato al mio rifiuto assoluto della morte quale ordine naturale delle cose”.
Poteva non essere il genere appropriato di pensiero affettuoso di cui c’era bisogno per lanciare un Incantesimo Patronus, ma sarebbe entrato ugualmente nella “Top 10 di Harry”.
Le occhiate che ricevette dal Professore di Difesa e dal Preside per un attimo resero nervoso Harry, mentre lo SpiriTè rovesciato svaniva; poi entrambi si scambiarono un’occhiata e apparentemente ciascuno decise che non poteva cavarsela facendo qualcosa di davvero terribile a Harry in presenza dell’altro.
“Signor Potter”, disse il professor Quirrell, “persino io so che questo non è il modo in cui le cose dovrebbero funzionare”.
“Infatti”, disse Silente. “Spiegati”.
Harry aprì la bocca, e poi, quando la comprensione lo raggiunse, la chiuse di scatto nuovamente. Godric non ne aveva mai parlato con nessuno, né l’aveva fatto Rowena, nel caso in cui lo sapesse; poteva esserci un numero qualsiasi di maghi che l’avessero capito e che avevano tenuto chiusa la bocca. Non potevi dimenticarlo se sapevi cos’è che stavi cercando di fare; una volta che capivi come funzionava, la forma animale dell’Incantesimo Patronus non avrebbe mai più funzionato per te – e la maggior parte dei maghi non aveva ricevuto l’educazione necessaria per rivoltarsi contro i Dissennatori e distruggerli –
“Ehm, mi dispiace”, disse Harry. “Ma ho capito proprio in questo istante che spiegarvelo sarebbe un’idea incredibilmente cattiva prima che voi risolviate alcune cose da soli”.
“È la verità, questa, Harry?” disse Silente lentamente. “O stai solo fingendo di essere saggio –”
“Preside!” disse il professor Quirrell, sembrando autenticamente scioccato. “Il signor Potter le ha detto che non si parla di questo incantesimo con coloro che non possono lanciarlo! Non si fa pressione su di un mago in questioni simili!”
“Se ve lo dicessi –” iniziò Harry.
“No”, disse il professor Quirrell, sembrando piuttosto severo. “Non ci deve dire perché, signor Potter, ci deve dire semplicemente che non dobbiamo sapere. Se desidera lasciarci un indizio, lo faccia con attenzione, in altre occasioni, non nel mezzo di una conversazione”.
Harry annuì.
“Ma”, disse il Preside. “Ma cosa dovrei dire al Ministero? Non si può semplicemente perdere un Dissennatore!”
“Dica loro che l’ho mangiato io”, disse il professor Quirrell, facendo andare di traverso a Harry la soda che aveva portato alle labbra senza pensare. “Non ci bado. Torniamo indietro, signor Potter?”
Entrambi iniziarono a camminare sul sentiero di terra diretti a Hogwarts, lasciandosi dietro Albus Silente che fissava sconsolato la gabbia vuota e i tre Auror dormienti in attesa dei loro Incantesimi di Memoria.
Conseguenze, Harry Potter e il professor Quirrell
Camminarono per un po’ prima che il professor Quirrell parlasse, e tutti i rumori di sottofondo sprofondarono nel silenzio quando lo fece.
“Lei è eccezionalmente bravo nell’uccidere cose, studente mio”, disse il professor Quirrell.
“Grazie”, disse Harry con sincerità.
“Non per essere indiscreto, ma nella remota eventualità che fosse solo il Preside colui col quale non si fidasse di condividere il segreto…?”
Harry considerò la cosa. Il professor Quirrell non poteva già lanciare l’Incantesimo Patronus animale.
Ma non si poteva rendere non-detto un segreto, e Harry era un apprendista abbastanza sveglio da capire che doveva quanto meno pensarci per un po’ prima di scatenare questo segreto sul mondo.
Harry scosse la testa, e il professor Quirrell annuì.
“Giusto per curiosità, professor Quirrell, se il suo portare il Dissennatore a Hogwarts fosse stato parte di un piano malvagio, quale sarebbe stato il suo scopo?”
“Assassinare Silente mentre era indebolito”, disse il professor Quirrell senza esitare. “Uhm. Il Preside le ha detto che sospettava di me?”
Harry non disse nulla per un secondo mentre cercava di pensare a una risposta, e poi rinunciò quando comprese che aveva già risposto.
“Interessante…” disse il professor Quirrell. “Signor Potter, non è fuori questione che ci fosse un piano in esecuzione oggi. La sua bacchetta che finisce così vicina alla gabbia del Dissennatore potrebbe essere stato un incidente. O uno degli Auror potrebbe essere stato vittima di Imperius, Confundus o Legilimens per esercitare un certo influsso. Flitwick e io stesso non dovremmo essere esclusi come sospetti, nei suoi calcoli. Si potrebbe notare che il professor Snape ha annullato tutte le sue lezioni oggi, e posso immaginare che sia abbastanza potente da potersi Disilludere; gli Auror hanno lanciato degli incantesimi di rilevamento all’inizio, ma non li hanno ripetuti subito prima del suo turno. Più facilmente ancora, signor Potter, l’atto potrebbe essere stato pianificato da Silente stesso; e se fosse davvero lui, beh, potrebbe aver compiuto dei passi per indirizzare il suo sospetto altrove”.
Camminarono per qualche passo.
“Lo farebbe davvero?” disse Harry.
Il Professore di Difesa rimase in silenzio per un momento, poi disse: “Signor Potter, che passi ha compiuto per indagare il carattere del Preside?”
“Non molti”, disse Harry. Solo recentemente aveva compreso… “Non abbastanza”.
“Allora osserverò che non si scopre ogni cosa che c’è da conoscere di un uomo chiedendo solo ai suoi amici.”
Fu la volta di Harry di percorrere qualche passo in silenzio sul sentiero in terra appena battuta che riconduceva a Hogwarts. Doveva aver già imparato bene la lezione. Errore di conferma era il termine tecnico; significava, tra le altre cose, che quando sceglievi le fonti delle tue informazioni, c’era una rilevante tendenza a scegliere fonti che andassero d’accordo con le tue opinioni correnti.
“Grazie”, disse Harry. “In effetti… non l’ho detto prima, giusto? Grazie per tutto. Se un altro Dissennatore la minacciasse ancora o, per quel che vale, se l’infastidisse appena, me lo faccia sapere e lo presenterò al signor Persona Luminosa. Non mi piace quando i Dissennatori infastidiscono leggermente i miei amici”.
Quello gli fece ottenere uno sguardo indecifrabile dal professor Quirrell. “Ha distrutto il Dissennatore perché mi aveva minacciato?”
“Ehm. In un certo senso l’avevo già deciso in precedenza ma sì, quella sarebbe stata di per sé una ragione sufficiente.”
“Capisco. E cosa avrebbe fatto a proposito della minaccia rivoltami se il suo incantesimo non avesse funzionato per distruggere il Dissennatore?”
“Piano B. Racchiudere il Dissennatore in un metallo denso con un elevato punto di fusione, probabilmente tungsteno, gettarlo in un vulcano attivo, e sperare che finisca nel mantello della Terra. Ah, l’intero pianeta è pieno di lava fusa sotto la sua superficie –”
“Sì. Lo so”. Il Professore di Difesa aveva un sorriso molto strano. “Avrei dovuto davvero pensarci da solo, tutto considerato. Mi dica, signor Potter, se volesse perdere qualcosa in un luogo in cui nessuno la ritrovasse mai, dove la metterebbe?”
Harry esaminò la domanda. “Suppongo che non dovrei chiedere cosa ha trovato che abbia bisogno di perdere –”
“Infatti”, disse il professor Quirrell, come Harry si era aspettato che facesse; e poi, “Forse le verrà detto quando sarà più grande”, cosa che Harry non aveva previsto.
“Beh, oltre a provare a mandarla nel nucleo fuso del pianeta, potrebbe seppellirla in una pietra solida a un chilometro di profondità in una località scelta casualmente – forse teleportarla lì, se c’è qualche modo di farlo alla cieca, o scavare un pozzo e riempire il pozzo in seguito; la cosa importante sarebbe non lasciare alcuna traccia che conduca lì, in modo che sia solo un anonimo metro cubo da qualche parte nella crosta terrestre. Potrebbe farla cadere nella Fossa delle Marianne, è la massima profondità dell’oceano sul pianeta – o semplicemente scegliere un’altra fossa oceanica a caso, in modo meno scontato. Se la potesse rendere più leggera dell’aria e invisibile, allora potrebbe lanciarla nell’atmosfera. O idealmente la lancerebbe nello spazio, con una mimetizzazione contro il rilevamento, e un fattore di accelerazione casuale variabile che la portasse fuori dal Sistema solare. E in seguito, ovviamente, si Oblierebbe, così che neppure lei sapesse esattamente dove sia.”
Il Professore di Difesa stava ridendo, e ciò sembrò anche più strano del suo sorriso.
“Professor Quirrell?”
“Tutti suggerimenti eccellenti. Ma mi dica, signor Potter, perché esattamente quei cinque?”
“Uh? Mi sono solo sembrati il genere scontato di idee.”
“Oh? Ma c’è uno schema interessante dietro di essi, vede. Si potrebbe dire che sembra una specie di enigma. Devo ammettere, signor Potter, che sebbene abbia avuto i suoi alti e bassi, nel complesso, questo sia stato un giorno sorprendentemente buono.”
E continuarono a camminare lungo il sentiero che conduceva ai cancelli di Hogwarts, separati da una certa distanza; mentre Harry, senza neppure pensarci, automaticamente stava abbastanza lontano dal Professore di Difesa per non innescare quel senso di sventura, che per qualche ragione sembrava curiosamente forte proprio in quel momento.
Conseguenze, Daphne Greengrass
Hermione si era rifiutata di rispondere a qualunque domanda, e non appena ebbero passato il bivio che portava al sotterraneo dei Serpeverde, Daphne e Tracey si distaccarono all’improvviso, camminando il più velocemente possibile. Le voci correvano rapide dentro Hogwarts, quindi dovevano raggiungere il sotterraneo immediatamente se volevano essere le prime a raccontare a tutti la storia.
“Ora ricorda”, disse Daphne, “non spifferare la parte del bacio appena siamo entrate, va bene? Funziona meglio se raccontiamo l’intera storia con ordine”.
Tracey annuì eccitata.
Non appena irruppero nella sala comune Serpeverde, Tracey Davis fece un respiro profondo e gridò, “Ascoltatemi tutti! Harry Potter non ha potuto lanciare l’Incantesimo Patronus e il Dissennatore l’ha quasi mangiato e il professor Quirrell l’ha salvato ma poi Potter era completamente cattivo finché Granger non l’ha riportato indietro con un bacio! È sicuramente vero amore!”
Era una narrazione ordinata, in un certo senso, suppose Daphne.
La notizia non riuscì a produrre la reazione attesa. La maggior parte delle ragazze lanciarono un’occhiata e poi rimasero nei loro divani, o i ragazzi continuarono semplicemente a leggere nelle loro sedie.
“Già”, disse Pansy aspramente, da dove era seduta col piede di Gregory in grembo, appoggiata allo schienale e leggendo quello che sembrava un libro da colorare. “Millicent ce l’ha già detto”.
Come –
“Perché non l’hai baciato prima tu, Tracey?” dissero Flora e Hestia Carrow dalle proprie sedie. “Ora Potter sposerà una ragazza sanguemarcio! Tu saresti potuta essere il suo vero amore ed entrare in una ricca Nobile Casa e tutto il resto se solo l’avessi baciato per prima!”
Il volto di Tracey era la raffigurazione dell’illuminazione sbalordita.
“Cosa?” strillò Daphne. “Non funziona così l’amore!”
“Ovviamente sì”, affermò Millicent, che stava esercitandosi in un qualche genere di Incantesimo mentre guardava fuori da una finestra le acque vorticose del Lago di Hogwarts. “Il primo bacio conquista il principe”.
“Non era il loro primo bacio!” gridò Daphne. “Hermione era già il suo vero amore! Ecco perché lei l’ha potuto riportare indietro!” Allora Daphne comprese ciò che aveva appena detto e sussultò internamente, ma come diceva il proverbio, bisognava adattare la lingua all’orecchio.
“Che, che, che, cosa?” disse Gregory, togliendo il piede dal grembo di Pansy. “Cos’è questo? La signorina Bulstrode non ci ha raccontato questa parte”.
Anche tutti gli altri stavano guardando Daphne, ora.
“Eh, già”, disse Daphne, “Harry l’ha spinta via e ha gridato, `Te l’ho detto, niente baci!’ Poi Harry ha gridato come se stesse morendo e Fawkes ha iniziato a cantare per lui – non sono sicura quale delle due cose sia avvenuta prima, in realtà –”
“Questo non sembra un vero amore, a me”, dissero le gemelle Carrow. “Sembra come se la persona sbagliata l’abbia baciato”.
“Dovevo essere io”, sussurrò Tracey. Il suo volto era ancora sconvolto. “Io dovevo essere il suo vero amore. Harry Potter era il mio generale. Avrei dovuto, avrei dovuto combattere contro Granger per lui –”
Daphne si girò verso Tracey, furente. “Tu? Portare via Harry a Hermione?”
“Sì”, disse Tracey. “Io!”
“Sei svitata”, affermò Daphne con convinzione. “Anche se tu l’avessi baciato per prima, sai quello cos’avrebbe fatto di te? La triste ragazzina innamorata persa che muore alla fine del Secondo Atto”.
“Rimangiati quello che hai detto!” gridò Tracey.
Nel frattempo, Gregory aveva attraversato la stanza raggiungendo Vincent che stava facendo i suoi compiti. “Signor Crabbe”, disse Gregory a voce bassa, “credo che il signor Malfoy debba essere informato di questo”.
Conseguenze, Hermione Granger
Hermione fissò il foglio, chiuso da un sigillo di cera, sulla cui superficie era tracciato semplicemente il numero 42.
Ho capito perché non possiamo lanciare l’Incantesimo Patronus, Hermione, non ha nulla a che fare col non essere abbastanza felici. Ma non posso dirtelo. Non ho potuto dirlo neppure al Preside. Deve restare segreto ancor più della Trasfigurazione parziale, per ora, almeno. Ma se dovessi mai aver bisogno di combattere dei Dissennatori, il segreto è scritto qui, in modo misterioso, in modo che se qualcuno non sa che è a proposito dei Dissennatori e dell’Incantesimo Patronus, non saprà cosa significa…
Aveva raccontato a Harry di averlo visto morire, di aver visto i suoi genitori morire, ogni suo amico morire, di aver visto morire tutti. Non gli aveva raccontato del proprio terrore di morire da sola, in qualche modo quello era ancora troppo doloroso.
Harry le aveva raccontato di aver ricordato i propri genitori morire, e che aveva pensato che fosse divertente.
Non c’è luce nel luogo in cui il Dissennatore ti porta, Hermione. Nessun calore. Nessuna premura. È un luogo in cui non puoi neppure comprendere il concetto di felicità. C’è dolore, e paura, e loro possono ancora guidarti. Puoi odiare, e trarre piacere dal distruggere ciò che odi. Puoi ridere, quando vedi altre persone che soffrono. Ma non puoi mai essere felice, non puoi neppure ricordare cos’è che non c’è più… Non penso che ci sia alcun modo in cui possa spiegarti da cosa mi hai salvato. Di solito mi vergogno di mettere nei guai le persone, di solito non sopporto che le persone facciano sacrifici per me, ma solo questa volta dirò che non importa cosa finisca per costarti l’avermi baciato, non dubitare mai per un secondo che non fosse la cosa giusta da fare.
Hermione non aveva compreso quanto poco il Dissennatore avesse toccato lei, quanto piccola e poco profonda fosse stata l’oscurità in cui l’aveva portata.
Aveva visto morire tutti, e quello era stato ancora in grado di ferirla.
Hermione mise il foglio nuovamente nella sua borsa, come una brava ragazza dovrebbe fare.
Voleva davvero leggerlo, però.
Aveva paura dei Dissennatori.
Conseguenze, Minerva McGonagall
Si sentì congelata; non avrebbe dovuto essere così scioccata, non avrebbe dovuto trovare Harry così difficile da affrontare, ma dopo quello che lui aveva passato… Aveva cercato nel ragazzo di fronte a lei qualsiasi segno di Dissennamento, e non era riuscita a trovarne. Ma qualcosa della calma con cui aveva fatto una domanda così sinistra sembrava profondamente preoccupante. “Signor Potter, non mi è possibile discutere di questa faccenda senza il permesso del Preside!”
Il ragazzo nel suo ufficio incassò senza cambiare espressione. “Preferirei non disturbare il Preside per questa faccenda”, disse Harry Potter con calma. “Insisto affinché non venga disturbato, in effetti, e lei ha promesso che la nostra conversazione sarebbe stata tenuta riservata. Quindi mi permetta di metterla in questo modo. So che c’è stata, effettivamente, una profezia. So che lei è la persona che originariamente l’ha udita dalla professoressa Trelawney. So che la profezia identificava il figlio di James e Lily come qualcuno di pericoloso per il Signore Oscuro. E so chi sono, in effetti tutti sanno chi sono, quindi non rivela nulla di nuovo o di pericoloso, se mi dice solo questo: quali furono le esatte parole che identificarono me, il figlio di James e Lily?”
La voce in falsetto di Trelawney echeggiò nella sua mente –
Nato da chi lo ha tre volte sfidato,Nato al morire del settimo mese…
“Harry, non posso dirtelo!” La raggelava fino alle ossa che Harry sapesse già così tanto, non poteva immaginare come l’avesse appreso –
Il ragazzo la guardò con occhi strani, addolorati. “Non può starnutire senza il permesso del Preside, professoressa McGonagall? Poiché le prometto che ho una buona ragione per chiedere, e una buona ragione per mantenere la faccenda riservata”.
“Ti prego di non farlo, Harry”, sussurrò lei.
“Va bene. Una domanda semplice. La prego. La famiglia Potter era menzionata per nome? La profezia dice letteralmente `Potter’?”
Fissò Harry per un po’. Non poteva dire perché o da dove ricevesse la sensazione che questo fosse un punto cruciale, che non poteva respingere la richiesta a cuor leggero, né a cuor leggero acconsentirvi –
“No”, disse infine. “Ti prego, Harry, non chiedere altro”.
Il ragazzo sorrise, un po’ tristemente sembrò, e disse, “Grazie, Minerva. Sei una donna buona e leale”.
E mentre la sua bocca era ancora aperta per l’assoluto turbamento, Harry Potter si alzò e lasciò l’ufficio; e solo in quel momento comprese che Harry aveva preso il suo rifiuto come una risposta, e la risposta vera, per di più –
Harry chiuse la porta dietro di sé.
Il ragionamento si era presentato con una strana chiarezza adamantina. Harry non avrebbe potuto dire se gli fosse venuto durante la canzone di Fawkes, o forse persino prima.
Lord Voldemort aveva ucciso James Potter. Avrebbe preferito risparmiare la vita di Lily Potter. Aveva continuato il suo attacco, dunque, con l’unico scopo di uccidere il loro figlio infante.
I Signori Oscuri non erano solitamente spaventati dagli infanti.
Quindi c’era una profezia a proposito di Harry Potter e il suo essere un pericolo per Lord Voldemort, e Lord Voldemort era stato a conoscenza di quella profezia.
“Ti sto dando questa rara possibilità di fuggire. Ma non mi darò pena di sottometterti, e la tua morte qui non salverà tuo figlio. Fatti da parte, stupida donna, se hai ancora un briciolo di buon senso!”
Era stato un capriccio, darle quella possibilità? Ma allora Lord Voldemort non avrebbe provato a convincerla. La profezia aveva forse avvertito Lord Voldemort di non uccidere Lily Potter? Allora Lord Voldemort si sarebbe dato la pena di sottometterla. Lord Voldemort era stato lievemente propenso a non uccidere Lily Potter. La preferenza era stata più forte di un capriccio, ma non così forte come un avvertimento.
Ora si supponga che qualcuno che Lord Voldemort considerava un alleato minore o un servo, utile ma non indispensabile, avesse implorato il Signore Oscuro di risparmiare la vita di Lily. Di Lily, ma non di James.
Questa persona aveva saputo che Lord Voldemort avrebbe attaccato la casa dei Potter. Era a conoscenza sia della profezia, sia del fatto che il Signore Oscuro la conosceva. Altrimenti non avrebbe implorato per la vita di Lily.
Secondo la professoressa McGonagall, oltre a lei, gli altri due a conoscere la profezia erano Albus Silente e Severus Snape.
Severus Snape, che aveva amato Lily prima che fosse Lily Potter, e odiato James.
Severus, allora, era venuto a conoscenza della profezia, e l’aveva rivelata al Signore Oscuro. Cosa che aveva fatto perché la profezia non indicava i Potter per nome. Era stato un enigma, e Severus aveva risolto quell’enigma troppo tardi.
Ma se Severus fosse stato il primo a udire la profezia, e fosse stato disposto a raccontarla al Signore Oscuro, allora perché l’avrebbe raccontata anche a Silente o alla professoressa McGonagall?
Perciò Silente o la professoressa McGonagall l’avevano udita per primi.
Il Preside di Hogwarts non aveva alcuna ragione evidente di parlare alla Professoressa di Trasfigurazione di una profezia estremamente delicata e cruciale. Ma la Professoressa di Trasfigurazione aveva ogni motivo per informarne il Preside.
Sembrava verosimile, allora, che la professoressa McGonagall fosse stata la prima a udirla.
Le probabilità a priori dicevano che era stata la professoressa Trelawney, la veggente residente di Hogwarts. I veggenti erano rari, quindi se si fossero sommati i secondi che la professoressa McGonagall aveva passato in presenza di un veggente nel corso della sua vita, la maggior parte di quei secondi-veggente sarebbero stati secondi-Trelawney.
La professoressa McGonagall aveva parlato con Silente, e non avrebbe raccontato a nessun altro della profezia senza permesso.
Perciò, era stato Silente che aveva fatto in modo che Severus Snape venisse a sapere in qualche modo della profezia. E Silente stesso aveva risolto l’enigma con successo, o non avrebbe scelto Severus, che una volta aveva amato Lily, come intermediario.
Silente aveva deliberatamente fatto in modo che Lord Voldemort venisse a sapere della profezia, nella speranza di attirarlo verso la sua morte. Forse Silente aveva fatto in modo che Severus venisse a conoscenza solo di una parte della profezia, o c’erano altre profezie di cui Severus era rimasto all’oscuro… in qualche modo Silente aveva saputo che un attacco immediato contro i Potter avrebbe ancora portato alla sconfitta immediata di Lord Voldemort, sebbene Lord Voldemort stesso non ci avesse creduto. O forse quello era stato un colpo di fortuna della pazzia di Silente, il suo gusto per i piani bizzarri…
In seguito Severus aveva finito per servire Silente; forse i Mangiamorte non avrebbero visto di buon occhio Severus se Silente avesse rivelato il suo ruolo nella loro sconfitta.
Silente aveva provato a fare in modo che la madre di Harry fosse risparmiata. Ma quella parte del suo piano era fallita. E aveva consapevolmente condannato a morte James Potter.
Silente era responsabile per la morte dei genitori di Harry. Se l’intera catena logica fosse stata corretta. Harry non avrebbe potuto, in tutta onestà, dire che porre fine con successo alla Guerra dei Maghi non contasse come circostanza attenuante. Ma in qualche modo questo… gli dava ancora parecchio fastidio.
Ed era giunta e passata l’ora di chiedere a Draco Malfoy cosa l’altra parte di quella guerra aveva da dire a proposito del carattere di Albus Percival Wulfric Brian Silente.