Capitolo 48 Priorità utilitaristiche

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Era sabato, il primo mattino di febbraio, e alla tavolata di Corvonero, un ragazzo con un piatto da colazione ammassato di vegetali stava nervosamente ispezionando le proprie porzioni in cerca della minima traccia di carne.
Poteva essere stata una reazione esagerata. Dopo aver superato lo sconvolgimento puro, il buon senso di Harry si era svegliato e aveva ipotizzato che il “Serpentese” probabilmente fosse solo un’interfaccia utente linguistica per controllare i serpenti…
… dopo tutto, i serpenti non potevano essere davvero intelligenti a livello umano, qualcuno se ne sarebbe ormai accorto. Le creature col cervello più piccolo di cui Harry avesse mai sentito dire che avessero la minima abilità linguistica erano i pappagalli cenerini africani a cui Irene Pepperberg aveva dato lezioni. E quello era un proto-linguaggio non strutturato, in animali che giocavano complesse strategie di adulterio e avevano bisogno di modellare altri pappagalli. Mentre, stando a quello che Draco era stato in grado di ricordare, i serpenti parlavano ai Rettilofoni con quello che sembrava un normale linguaggio umano – ovvero, una grammatica sintattica completamente ricorsiva. C’era voluto del tempo prima che gli ominidi evolvessero, con grossi cervelli e forti pressioni di selezione sociale. I serpenti non avevano affatto una società, che Harry avesse mai sentito. E con migliaia di migliaia di diverse specie di serpenti in tutto il mondo, com’era possibile che usassero tutti la stessa versione del loro presunto linguaggio, il “Serpentese”?
Ovviamente quello era tutto del semplice buon senso, in cui Harry stava iniziando a perdere del tutto la fede.
Ma Harry era sicuro di aver sentito dei serpenti sibilare in televisione qualche volta – dopo tutto, da qualche parte aveva scoperto che suono avesse – e quello non gli era sembrato un linguaggio, il che pareva molto più rassicurante…
… all’inizio. Il problema era che Draco aveva anche detto che i Rettilofoni potevano mandare i serpenti in missioni complesse ed estese. E se quello era vero, allora i Rettilofoni dovevano rendere i serpenti permanentemente intelligenti parlando con loro. Nello scenario peggiore questo avrebbe reso il serpente auto-cosciente, come quello che Harry aveva fatto accidentalmente al Cappello Smistatore.
E quando Harry aveva proposto quella ipotesi, Draco aveva sostenuto di poter ricordare una storia – Harry aveva sperato in Cthulhu che questa storia fosse solo una favola, ne aveva il tono, ma c’era una storia – a proposito di Salazar Serpeverde che avrebbe mandato in missione una coraggiosa e giovane vipera con l’obiettivo di raccogliere informazioni da altri serpenti.
E se qualunque serpente a cui un Rettilofono aveva parlato poteva rendere altri serpenti auto-coscienti semplicemente parlando con loro, allora…
Allora…
Harry non capiva neppure perché la sua mente stesse pensando “allora… allora…” quando sapeva perfettamente bene come avrebbe funzionato la progressione esponenziale, era solo il puro orrore mentale di quella conoscenza che lo lasciava a bocca aperta.
E cosa sarebbe successo se qualcuno avesse inventato un incantesimo come quello per parlare alle mucche?
Cosa sarebbe successo se ci fossero stati dei Pollamofoni?
O se è per questo…
Harry si congelò per l’improvvisa illuminazione proprio mentre la forchettata di carote stava per entrare nella sua bocca.
Non può, non può essere vero, certamente nessun mago sarebbe così stupido da fare quello…
E Harry seppe, con una spaventosa sensazione di sprofondare, che ovviamente sarebbero stati così stupidi. Salazar Serpeverde probabilmente non aveva mai considerato le implicazioni morali dell’intelligenza dei serpenti per neppure un secondo, proprio come non gli era mai venuto in mente che i Nati babbani fossero abbastanza intelligenti da essere degni dei diritti delle persone. La maggior parte delle persone semplicemente non vedevano affatto le questioni morali a meno che qualcuno non gliele indicasse…
“Harry?” disse Terry di fianco a lui, con un tono che suonava come se avesse paura che in seguito si sarebbe pentito di averlo chiesto. “Perché stai fissando la tua forchetta in quel modo?”
“Inizio a pensare che la magia dovrebbe essere resa illegale. Ad ogni modo, hai mai sentito storie di maghi che potevano parlare con le piante?”

Terry non aveva mai sentito nulla di simile.
Né l’aveva udito nessuno dei Corvonero del settimo anno cui Harry l’aveva chiesto.
E ora Harry era tornato al suo posto, ma non si era ancora seduto di nuovo, e fissava il suo piatto di verdure con un’espressione sconsolata. Stava diventando sempre più affamato, e più tardi nel corso della giornata sarebbe andato da Mary’s Place per uno dei loro piatti incredibilmente gustosi… Harry si stava scoprendo fortemente tentato di tornare alle abitudini alimentari di ieri e finirla lì.
Devi mangiare qualcosa, disse il suo Serpeverde interiore. E non è molto più probabile che qualcuno abbia instillato dell’auto-consapevolezza nel pollame piuttosto che nelle piante, per cui fintanto che stai mangiando cibo di dubbia coscienza in entrambi i casi, perché non mangiare le deliziose fettine di Diracawl fritte?
Non sono molto sicuro che sia una logica utilitaristica valida, quella –
Oh, vuoi la logica utilitaristica? Una porzione di logica utilitaristica in arrivo: Anche nell’improbabile eventualità che qualche idiota sia davvero riuscito ad attribuire la condizione di essere senziente al pollame, è la tua ricerca che ha la maggiore probabilità di scoprire questo fatto e di fare qualcosa a proposito. Se riuscissi a completare il lavoro anche appena più velocemente non pasticciando con la tua dieta, quindi, per quanto possa sembrare contro-intuitivo, la cosa migliore che puoi fare per salvare il maggior numero di chissà-cosa forse-senzienti è non perdere tempo con vaghe supposizioni su cosa potrebbe essere intelligente. Non è che gli elfi domestici non abbiano già preparato il cibo, a prescindere da quello che metti sul tuo piatto.
Per un momento Harry la prese in considerazione. Era una linea di ragionamento alquanto seducente –
Ottimo! disse Serpeverde. Sono contento che ora tu comprenda che la cosa più morale da fare è quella di sacrificare le vite di esseri senzienti per il tuo comodo, per alimentare i tuoi terribili appetiti, per il piacere malato di lacerarli con i denti –
Cosa? pensò Harry sdegnoso. Da che parte stai tu?
La sua voce interna Serpeverde era severa. Anche tu un giorno abbraccerai la dottrina secondo cui… il fine giustifica le carni. A questo fece seguito una risatina mentale.
Sin da quando Harry aveva cominciato a preoccuparsi che anche le piante potessero essere senzienti, i suoi componenti non-Corvonero aveva avuto difficoltà a prendere sul serio la sua cautela morale. Tassofrasso stava gridando Cannibalismo! ogni volta che Harry cercava di pensare a qualsiasi tipo di alimento, e Grifondoro lo visualizzava urlante mentre lo mangiava, anche se era, diciamo, un panino –
Cannibalismo!
Aiiieeee non mangiarmi –
Ignora le urla, mangia comunque! È un luogo sicuro per raggiungere un compromesso con la tua etica in nome di obiettivi più importanti, tutti gli altri pensano che sia normale mangiare panini quindi non puoi usare la tua solita razionalizzazione sulla bassa probabilità di un enorme svantaggio se dovessi essere scoperto –
Harry fece un sospiro mentale, e pensò, Solo a patto che ti stia bene che noi possiamo essere mangiati da mostri giganteschi che non hanno studiato abbastanza l’eventualità che noi siamo senzienti.
Mi sta bene, disse Serpeverde. Anche voi altri siete d’accordo con questo? (Cenni di assenso mentali interni.) Grande, possiamo tornare alle fettine di Diracawl fritte ora?
Non fino al momento in cui avrò fatto altre ricerche su cosa è senziente e cosa no. Ora state zitti. E Harry girò le spalle alle verdure così invitanti per dirigersi verso la biblioteca –
Mangiati gli studenti, disse Tassofrasso. Non c’è dubbio sul fatto se loro siano senzienti o no.
Sai di volerlo fare, disse Grifondoro. Scommetto che quelli più giovani sono i più saporiti.
Harry stava iniziando a chiedersi se il Dissennatore avesse in qualche modo danneggiato le loro personalità immaginarie.

Onestamente”, disse Hermione. La voce della ragazza sembrava un po’ pungente mentre il suo sguardo scandiva gli scaffali della sezione di Erbologia nella biblioteca di Hogwarts. Harry le aveva lasciato un messaggio chiedendole se fosse potuta venire in biblioteca dopo aver finito la colazione, che Harry aveva saltato; ma quando poi Harry aveva introdotto il tema del giorno era sembrata un po’ perplessa. “Sai qual è il tuo problema, Harry? Non hai il senso delle priorità. Un’idea entra nella tua testa e subito ti lanci al suo inseguimento”.
“Io ho un eccezionale senso delle priorità”, disse Harry. Allungò la mano e afferrò Scaltrezza delle verdure di Casey McNamara, e cominciò a sfogliare le prime pagine, cercando il sommario. “Ecco perché voglio scoprire se le piante possono parlare prima di mangiare le mie carote”.
“Non credi che forse noi due abbiamo cose più importanti di cui preoccuparci?”
Parli proprio come Draco, pensò Harry, ma ovviamente non lo disse ad alta voce. Ad alta voce disse, “Cosa può essere più importante che scoprire che le piante sono senzienti?”
Ci fu un silenzio gravido al suo fianco, mentre gli occhi di Harry scorsero il sommario. C’era effettivamente un capitolo sul Linguaggio delle Piante, cosa che fece saltare un battito al cuore di Harry; e poi le sue mani iniziarono a girare rapidamente le pagine, indirizzate verso il numero di pagina corretto.
“Ci sono giorni”, disse Hermione Granger, “in cui davvero, sul serio, non ho assolutamente alcuna idea di cosa frulli in quella testa che ti ritrovi”.
“Ascolta, è una questione di moltiplicazioni, ok? Ci sono molte piante nel mondo, se non sono senzienti allora non sono importanti, ma se le piante sono persone allora hanno più peso morale di tutti gli esseri umani del mondo messi insieme. Ora, naturalmente il tuo cervello non se ne rende conto a livello intuitivo, ma è solo perché il cervello non sa fare le moltiplicazioni. È come chiedere a tre distinti gruppi di famiglie canadesi quanto sarebbero disposti a pagare per salvare duemila, ventimila, o duecentomila uccelli dalla morte a causa di sversamenti di petrolio, i tre gruppi affermeranno rispettivamente che sono disposti a pagare settantotto, ottantotto, e ottanta dollari. Nessuna differenza, in altre parole. Si chiama insensibilità alla scala. Il tuo cervello immagina un singolo uccello che lotta in uno sversamento di petrolio, e quell’immagine crea una certa quantità di emozioni che determina la tua disponibilità a pagare. Ma nessuno è in grado di visualizzare anche appena duemila esemplari di qualcosa, quindi la quantità semplicemente è buttata dritta fuori dalla finestra. Ora tenta di correggere tale distorsione rispetto a centomila miliardi di fili d’erba senzienti, e ti renderai conto che questo potrebbe essere migliaia di volte più importante di quanto eravamo abituati a pensare che fosse l’intera specie umana… oh grazie Azathoth, qui dice che sono solo le mandragore che possono parlare e parlano ad alta voce un normale linguaggio umano, non che ci sia un incantesimo che si può usare per parlare con qualsiasi pianta –”
“Ron è venuto da me a colazione ieri mattina”, disse Hermione. Ora la sua voce sembrava un po’ sommessa, un po’ triste, forse persino un po’ spaventata. “Ha detto che è stato terribilmente scioccato di vedermi baciare te. Che ciò che hai detto mentre eri Dissennato mi avrebbe dovuto dimostrare quanta malvagità tu nascondessi dentro di te. E che se avevo intenzione di essere una seguace di un Mago Oscuro, allora non era sicuro di voler restare ancora nel mio esercito”.
Le mani di Harry avevano smesso di girare le pagine. Sembrava che il cervello di Harry, con tutta la sua conoscenza astratta, fosse ancora incapace di apprezzare la scala a qualsiasi livello emotivo reale, perché la sua attenzione era appena stata distolta da migliaia di miliardi di potenzialmente-senzienti fili d’erba che avrebbero potuto essere sofferenti o persino morenti proprio mentre parlavano, e indirizzata sulla vita di un singolo essere umano che casualmente era più vicino e più caro.
“Ron è il più gigantesco cretino del mondo”, disse Harry. “Non lo pubblicheranno prossimamente sul giornale, perché non è una notizia. Quindi, dopo che lo hai licenziato, quante delle sue braccia e delle sue gambe gli hai rotto?”
“Ho cercato di dirgli che non era così”, Hermione continuò con la stessa voce sommessa. “Ho cercato di dirgli che tu non eri così, e che non era così tra noi due, ma sembrava solo renderlo ancora più… più come era”.
“Beh, sì”, disse Harry. Era sorpreso di non sentirsi più arrabbiato con il capitano Weasley, ma la sua preoccupazione per Hermione sembrava avere la precedenza anche quello, per il momento. “Quanto più cerchi di giustificarti con gente simile, tanto più riconosci che hanno il diritto di metterti in discussione. Dimostra di pensare di dover rendere conto delle tue azioni a qualcuno, e una volta concesso questo tipo di potere su di te, se ne approfitterà sempre di più”. Questa era una delle lezioni di Draco Malfoy che Harry aveva pensato essere davvero piuttosto intelligente: le persone che cercavano di giustificarsi erano sottoposte a domande su ogni piccolo dettaglio e non potevano mai soddisfare i propri inquisitori; ma se rendevi chiaro fin dall’inizio che eri una celebrità e al di sopra delle convenzioni sociali, le menti delle persone non si sarebbero preoccupate di tenere traccia della maggior parte delle tue infrazioni. “Ecco perché quando Ron è venuto da me mentre ero seduto al tavolo di Corvonero, e mi ha detto di stare lontano da te, ho steso la mia mano al di sopra del pavimento e ho detto, `Vedi quanto in alto sto tenendo la mia mano? La tua intelligenza deve essere almeno alta così per parlare con me’. Poi mi ha accusato di, virgolette, risucchiarti nell’oscurità, chiuse virgolette, così ho stretto le labbra e ho fatto sluuuuurp, dopo di che la sua bocca continuava ancora a fare quei rumori simili a parole così ho messo su un Incantesimo Quietus. Non credo che tenterà più di farmi lezione”.
“Capisco perché l’hai fatto”, disse Hermione, la sua voce contratta, “anche io volevo dirgli di andarsene, ma vorrei davvero che tu non l’avessi fatto, renderà le cose più difficili per me, Harry!”
Harry alzò nuovamente lo sguardo da Scaltrezza delle verdure, non sarebbe riuscito a leggere niente di questo passo; e vide che Hermione stava ancora leggendo il libro qualunque che aveva tra le mani, senza guardare lui. Le mani di lei girarono un’altra pagina mentre egli osservava.
“Penso che tu abbia preso l’approccio sbagliato, non cercando affatto di difenderti”, disse Harry. “Lo penso davvero. Tu sei chi sei. Sei amica con chiunque tu scelga. Di’ a chiunque ti metta in discussione di andare a quel paese”.
Hermione si limitò a scuotere la testa, e girò un’altra pagina.
“Opzione numero due. Vai da Fred e George e di’ loro di fare un discorsetto con quel testardo di loro fratello, loro due sono degli autentici bravi ragazzi –”
“Non è solo Ron”, disse Hermione quasi bisbigliando. “Tante persone lo dicono, Harry. Persino Mandy mi indirizza occhiate preoccupate quando pensa che non stia guardando. Non è buffo? Continuo a preoccuparmi che il professor Quirrell stia risucchiando te nell’oscurità, e ora la gente mi mette in guardia proprio come io cerco di mettere in guardia te”.
“Beh, già. Non ti rassicura un po’ a proposito di me e del professor Quirrell?”
“In una parola”, disse Hermione, “no”.
Ci fu un silenzio che durò abbastanza a lungo da permettere a Hermione di girare un’altra pagina, e poi la sua voce, con un vero bisbiglio questa volta, “E, e Padma sta andando in giro a dire a tutti che, che siccome io non posso lanciare l’Incantesimo P-Patronus, sto facendo solo f-finta di essere g-gentile…”
“Padma stessa non ci ha neppure provato!” disse Harry indignato. “Se tu fossi una Strega Oscura che stesse solo facendo finta, non ci avresti provato di fronte a tutti, pensano forse che tu sia stupida?
Hermione sorrise un po’, e sbatté le palpebre diverse volte.
“Ehi, io devo preoccuparmi di non diventare davvero malvagio. Qui la cosa peggiore che possa capitare è che la gente creda che tu sia più malvagia di quanto non sei. Questa cosa ti ucciderà? Voglio dire, è davvero così brutta?”
La giovane ragazza annuì, il suo volto contratto.
“Ascolta, Hermione… se ti preoccupi così tanto di quello che le altre persone pensano, se sei infelice ogni volta che la gente non ti immagina esattamente nel modo in cui tu immagini te stessa, questo ti sta già condannando ad essere infelice per sempre. Nessuno mai pensa a noi nello stesso modo in cui noi pensiamo a noi stessi.”
“Non so come spiegartelo”, disse Hermione in una voce bassa e triste. “Non sono sicura che sia qualcosa che tu possa mai comprendere, Harry. Tutto ciò che posso dire è, come ti sentiresti se io pensassi che tu sei malvagio?”
“Uhm…” Harry lo visualizzò. “Sì, quello mi farebbe male. Molto. Ma tu sei una buona persona che pensa a questo genere di cose in maniera intelligente, tu hai guadagnato quel potere su di me, se tu pensassi che mi sono incamminato lungo una strada sbagliata questo significherebbe qualcosa. Non riesco a pensare ad un solo altro studente, a parte te, la cui opinione mi interesserebbe allo stesso modo –”
“Tu puoi vivere in quel modo”, sussurrò Hermione Granger. “Io no”.
La ragazza aveva proseguito per altre tre pagine in silenzio, e Harry aveva riportato gli occhi sul proprio libro e stava cercando di recuperare la propria concentrazione, quando Hermione disse infine, a voce bassa, “Sei davvero sicuro che io non debba sapere come lanciare l’Incantesimo Patronus?”
“Io…” Harry dovette mandar giù un improvviso nodo alla gola. Improvvisamente si vide ignaro del perché l’Incantesimo Patronus non avesse funzionato per lui, incapace di mostrarlo a Draco, e semplicemente gli fosse stato detto che c’era una ragione, e nulla di più. “Hermione, il tuo Patronus splenderebbe della stessa luce ma non sarebbe normale, non avrebbe le sembianze che la gente pensa che i Patronus debbano avere, chiunque lo vedesse capirebbe che c’è qualcosa di strano. Anche se ti rivelassi il segreto non potresti dimostrarlo a nessuno, a meno che non li facessi girare dall’altra parte in modo che possano vedere solo la luce, e… e la cosa più importante di ogni segreto è la conoscenza che il segreto esiste, potresti solo mostrarlo a uno o due amici se li costringessi a giurare di mantenere il segreto…” La voce di Harry si spense impotente.
“Ci sto”. La sua voce era ancora sommessa.
Fu molto difficile non spifferare il segreto e basta, proprio lì nella biblioteca.
“Io, io non dovrei, davvero non dovrei, è pericoloso, Hermione, se quel segreto fosse divulgato potrebbe causare molti danni! Non hai mai sentito il proverbio: tre persone possono mantenere un segreto se due sono morte? Che dirlo solo ai tuoi amici più intimi è come dirlo a tutti quanti, perché non ti stai fidando solo di loro, ti stai fidando di chiunque di cui essi si fidano? È troppo importante, troppo pericoloso, non è il genere di decisione che dovrebbe essere presa solo per riparare la reputazione di qualcuno a scuola!”
“Va bene”, disse Hermione. Chiuse il libro e lo rimise sullo scaffale. “Non riesco a concentrarmi in questo momento, Harry, mi dispiace”.
“Se c’è qualunque altra cosa che posso fare –”
“Sii più gentile con tutti.”
La ragazza non si girò a guardare mentre uscì dalla sezione della biblioteca, cosa che poteva essere positiva, perché il ragazzo era congelato sul posto, immobile.
Dopo un po’, il ragazzo riprese nuovamente a voltare le pagine.

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