Il Signore della Razionalità
Frodo guardò gli altri con la coda dell’occhio, ma non erano girati verso di lui. L’intero Consiglio sedeva con lo sguardo basso, come se fosse immerso in pensieri profondi. Un grande spavento calò su di lui, come se stesse aspettando il pronunciamento di qualche sventura che aveva a lungo previsto e vanamente sperato potesse dopo tutto non essere mai formulato. Un desiderio travolgente di riposare e di rimanere in pace a fianco di Bilbo a Gran Burrone riempiva tutto il suo cuore. Infine parlò con fatica, e si meravigliò di ascoltare le proprie parole, come se qualche altra volontà stesse usando la sua piccola voce.
“Non possiamo”, disse Frodo. “Non dobbiamo. Non vedete? È esattamente ciò che il Nemico desidera. Tutto questo egli l’ha previsto”.
I volti si girarono verso di lui, perplessi i Nani e severi gli Elfi; rigore negli occhi degli Uomini; e così taglienti gli sguardi di Elrond e di Gandalf che Frodo quasi non poté sopportarlo. Fu molto difficile, allora, non stringere l’Anello nella propria mano, e ancora più difficile non indossarlo, fronteggiarli semplicemente come Frodo.
“Non lo mettete in dubbio?” disse Frodo, la sua voce sottile come il vento e tremante come una brezza. “Avete scelto, di tutte le cose, di mandare l’Anello a Mordor; non dovreste meravigliarvi? Come si è giunti a questo? Che noi potessimo, di tutte le nostre scelte, fare la singola cosa che il nostro Nemico più desidera? Forse la Voragine del Fato è già vigilata, con forze sufficienti per tenere a bada Gandalf ed Elrond e Glorfindel tutti insieme; o forse il Padrone di quel posto ha raffreddato la lava in quel punto, facendo in modo che intrappoli l’Anello e che possa semplicemente riprenderlo dopo che vi è stato gettato…” Un ricordo di terribile chiarezza venne allora in mente a Frodo, e un lampo di risata lugubre, e gli venne il pensiero che era proprio ciò che il Nemico avrebbe fatto. Solo che il pensiero gli venne in questo modo: così mi divertirei a fare, se intendessi dominare…
Sguardi dubbiosi furono scambiati all’interno del consiglio; Glóin e Gimli e Boromir stavano ora guardando gli Elfi più scetticamente di prima, come se si fossero risvegliati da un sogno di parole.
“Il nemico è molto saggio”, disse Gandalf, «e pesa ogni cosa con sottigliezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l’unica misura che conosce è il desiderio, il desiderio di potere; e così egli giudica tutti i cuori. Nel suo cuore non entrerà il pensiero che chiunque possa rifiutarlo, che avendo l’Anello potremmo cercare di distruggerlo –”
“Ci penserà!” esclamò Frodo. Lottò per trovare le parole, cercando di comunicare cose che una volta erano sembrate perfette nella sua comprensione, e poi erano svanite come neve che si scioglie. “Se il Nemico pensasse che tutti i suoi nemici fossero mossi soltanto dal desiderio di potere – avrebbe previsto le loro azioni nel modo sbagliato, più e più volte, e il Creatore di questo Anello l’avrebbe capito, avrebbe saputo che da qualche parte aveva commesso un errore!” Le mani di Frodo si distesero imploranti.
Boromir si mosse, e la sua voce fu dubbiosa. «Parli bene del Nemico”, disse Boromir, “per essere uno dei suoi antagonisti”.
La bocca di Frodo si aprì e si chiuse in disperato smarrimento; poiché Frodo sapeva, sapeva che l’Uomo era pazzo, ma non riusciva a pensare a nulla da dire.
Poi Bilbo parlò, e la sua voce appassita mise a tacere tutta la stanza, anche Elrond che era stato sul punto di parlare. “Frodo ha ragione, temo”, sussurrò il vecchio hobbit. “Ricordo, ricordo com’era. Vedere con la Vista Nera. Ricordo. Il Nemico penserà che non possiamo fidarci l’uno dell’altro, che il più debole tra noi proporrà di distruggere l’Anello in modo che il più forte non possa averlo. Egli sa che anche uno che non sia veramente buono potrebbe comunque gridare di distruggere l’Anello, per fare mostra di bontà simulata. E il Nemico non riterrà impossibile che una tale decisione sia presa da questo Consiglio, poiché vedete, non si fida del nostro essere saggi”. Una risatina sussurrata sorse dalla gola dell’antico hobbit. “E se lo ha fatto – beh, farebbe comunque la guardia alla Voragine del Fato. Gli costerebbe poco”.
Ora l’inquietudine era anche sui volti degli Elfi, e del Saggio; Elrond si era accigliato, e le sopracciglia appuntite di Gandalf erano aggrottate.
Frodo li fissò tutti, sentendo che una sfrenatezza giungeva sopra di lui, una disperazione; e mentre il suo cuore s’indeboliva, un’ombra sorse a coprire la sua visione, un’oscurità e un tentennamento. Da dentro l’ombra Frodo vide Gandalf, e la forza del mago fu svelata come una debolezza, e la sua sapienza follia. Poiché Frodo seppe, mentre l’Anello sembrava trascinarlo e pesare sul suo petto, che Gandalf non aveva pensato affatto alla storia e alla tradizione, quando il mago aveva parlato di come il Nemico non avrebbe compreso alcun desiderio se non per il potere; che Gandalf non aveva ricordato come Sauron aveva abbattuto e corrotto gli Uomini di Númenor nei giorni della loro gloria. Così come non era venuto in mente a Gandalf che il Nemico potesse imparare a comprendere gli avversari di buona volontà osservandoli…
Lo sguardo di Frodo si mosse verso Elrond, ma non c’era alcuna speranza là, nessuna risposta e nessun soccorso nella visione oscura; poiché Elrond aveva lasciato andar via Isildur, portando l’Anello lontano dalla Voragine del Fato dove avrebbe dovuto essere distrutto, al prezzo di questa intera guerra. Non per amore di Isildur, non per amicizia era stato fatto, poiché l’Anello aveva infine ucciso Isildur, e sorti ben peggiori avrebbero potuto colpirlo. Ma a Elrond, il Fato che sarebbe scaturito dal gesto di Isildur era sembrato incerto, allora, incerto e lontano nel tempo; e tuttavia il costo per Elrond stesso di mettere il pomo della sua spada alla nuca di Isildur sarebbe stato più certo, e più prossimo…
Come se fosse in preda alla disperazione, Frodo si voltò a guardare Aragorn, l’uomo segnato dalle intemperie che aveva indossato i suoi vestiti di viaggio per questo consiglio, l’erede dei re che parlava sottovoce agli hobbit. Ma la vista di Frodo sembrò sdoppiarsi, e nella seconda immagine ombrosa Frodo vide un Uomo che aveva speso troppa parte della sua giovinezza tra gli Elfi, che aveva imparato a indossare abiti umili e macchiati tra l’oro e i gioielli, sapendo che non poteva misurarsi con loro saggezza per saggezza, e sperando di batterli in un modo che non avrebbero emulato…
Alla vista dell’Anello, che era la vista del Creatore dell’Anello stesso, tutte le cose nobili sbiadivano in stratagemmi e bugie, un mondo di grigi e di oscurità senza alcuna luce. Non avevano preso le loro decisioni consapevolmente, Gandalf o Elrond o Aragorn; gli impulsi erano provenuti dalle loro parti nascoste e oscure, le profondità nere e segrete che l’Anello aveva reso evidenti alla vista di Frodo. Avrebbero vinto in astuzia l’Ombra, quando non potevano neppure comprendere sé stessi, o le forze che li muovevano?
“Frodo!” giunse il sussurro tagliente della voce di Bilbo, e Frodo ritornò in sé, e fermò la propria mano che si stava dirigendo verso l’alto, lì dove l’Anello giaceva sul suo petto, alla sua catena, tirandolo come se vi fosse un’enorme pietra attorno al collo.
La mano che si stava dirigendo verso l’alto per afferrare l’Anello all’interno del quale tutte le risposte erano disposte.
“Come hai fatto a sopportare questa cosa?” sussurrò Frodo a Bilbo, come se loro due fossero le uniche anime nella stanza, sebbene tutto il Consiglio li stesse osservando. “Per anni? Non posso immaginarlo”.
“L’ho tenuto chiuso in una stanza della quale solo Gandalf aveva la chiave”, disse suo zio, “e quando iniziavo a sognare modi per aprirla, mi ricordavo di Gollum”.
Un brivido attraversò Frodo, mentre ricordava i racconti. L’orrore delle Montagne Nebbiose, il pensare, il continuo pensare nell’oscurità; governare i goblin dalle ombre e riempire i tunnel di trappole; se non fosse stato per Bilbo, che indossava l’anello quella prima volta, non un singolo nano sarebbe vissuto. E ora, Legolas l’Elfo aveva detto loro, Gollum aveva rinunciato a mandare i suoi agenti contro la Contea, aveva finalmente trovato il coraggio di lasciare le sue montagne e cercare l’Anello egli stesso. Quello era Gollum, il destino che Frodo avrebbe condiviso di persona, se l’Anello non fosse stato distrutto.
Solo che non avevano alcun modo per distruggere l’Anello.
L’Ombra aveva previsto ogni mossa che potessero fare. Aveva quasi – tutt’ora Frodo non riusciva a immaginare come avesse fatto, come l’Ombra avesse organizzato una cosa simile – aveva quasi manipolato il Consiglio in modo che mandasse l’Anello dritto a Mordor con solo una minuscola guardia, come avrebbero effettivamente fatto se Frodo e Bilbo non fossero stati lì.
E avendo abbandonato quella che era la più rapida di tutte le possibili sconfitte, l’unica domanda rimasta era quanto tempo ci sarebbe voluto per perdere. Gandalf aveva ritardato a lungo, aveva ritardato troppo a lungo prima di mettere in movimento questa spedizione. Sarebbe potuto essere così facile, se solo Bilbo fosse partito ottant’anni prima, se solo a Bilbo fosse stato detto ciò che Gandalf aveva già sospettato, se solo il cuore di Gandalf non si fosse silenziosamente ritratto alla prospettiva di essere vergognosamente in errore…
La mano di Frodo si contrasse sul petto; senza che ci pensasse, le sue dita cominciarono a salire nuovamente verso l’enorme peso della catena alla quale l’Anello era appeso.
Tutto quello che doveva fare era indossare l’Anello.
Solo quello, e tutto sarebbe divenuto chiaro per lui, ancora una volta la lentezza e la melma avrebbero abbandonato i suoi pensieri, tutte le possibilità e i futuri svelati davanti ai suoi occhi, avrebbe compreso i piani dell’Ombra e concepito un contrattacco irresistibile –
– e non sarebbe mai stato in grado di togliersi l’Anello, mai più, non per mezzo di qualunque volontà che gli fosse stata lasciata. Tutto ciò che Frodo aveva di quei momenti erano ricordi sbiaditi, ma sapeva che gli era sembrato di morire, a lasciare che tutte le torri del suo pensiero crollassero ed egli diventasse ancora una volta solo Frodo. Gli era sembrato di morire, ricordava questo di Colle Vento, anche se ricordava poco altro. E se avesse indossato ancora l’Anello, sarebbe preferito morire con quello al dito, mettere fine alla propria vita mentre era ancora sé stesso; poiché Frodo sapeva che non avrebbe potuto sopportare gli effetti del portare l’Anello una seconda volta, non in seguito, quando la chiarezza senza limiti l’avrebbe abbandonato…
Frodo guardò il Consiglio, i poveri Saggi perduti e senza guida, e seppe che non avrebbero potuto sconfiggere l’Ombra con le proprie forze.
“Lo indosserò un’ultima volta”, disse Frodo, la sua voce rotta e precaria, come se avesse saputo fin da principio che prima o poi l’avrebbe detto, “un’ultima volta per trovare la risposta per questo Consiglio, e poi ci saranno altri hobbit”.
“No!” gridò la voce di Sam, e l’altro hobbit sbucò di corsa da dove si era nascosto; mentre Frodo, con un movimento tanto veloce e preciso quanto quello di un Nazgûl, estrasse l’Anello da sotto la camicia; e in qualche modo Bilbo era già lì in piedi e vi aveva già spinto il proprio dito attraverso.
Tutto era accaduto persino prima che il bastone di Gandalf potesse essere puntato, prima che Aragorn potesse sguainare l’elsa-frammento della sua spada; i Nani gridarono per lo spavento, e gli Elfi furono sgomenti.
“Naturalmente”, disse la voce di Bilbo, mentre Frodo iniziò a piangere, “ora lo vedo, infine capisco ogni cosa. Ascoltate, ascoltate solerti, ecco cosa dovete fare –”
La strega e l’armadio
Con occhio critico, Peter guardò i Centauri accampati con i loro archi, i Castori con i loro lunghi pugnali, e gli Orsi parlanti con le loro cotte di maglia drappeggiate addosso. Aveva il comando, perché era uno dei mitici Figli di Adamo ed era stato dichiarato Re Supremo di Narnia; ma la verità era che non sapeva molto di accampamenti, armi, e pattuglie di guardia. Alla fine tutto ciò che poteva vedere era che sembravano tutti orgogliosi e fiduciosi, e Peter doveva sperare che avessero ragione in quello; perché se non potevi credere alla tua gente, non potevi credere a nessuno.
“Spaventerebbero me, se dovessi combatterli”, disse infine Peter, “ma non so se sia sufficiente per battere… lei”.
“Non pensi che questo leone misterioso si faccia davvero vedere e ci aiuti, giusto?” disse Lucy. La sua voce era molto bassa, in modo che nessuna delle creature attorno a loro sentisse. “Solo che sarebbe bello averlo per davvero, non pensi, invece di lasciar credere alla gente che ci abbia messo al comando, no?”
Susan scosse la testa, scuotendo anche le frecce magiche nella faretra sulla sua schiena. “Se ci fosse davvero qualcuno così, non avrebbe permesso alla Strega Bianca di coprire le terre in un inverno di centinaia d’anni, giusto?”
“Ho fatto un sogno stranissimo”, disse Lucy, la sua voce ancor più bassa, “in cui non dovevamo radunare nessun creatura né convincerla a combattere, semplicemente arrivavamo in questo luogo e il leone era già qui, con tutti gli eserciti già raccolti, e andava a salvare Edmund, e poi noi cavalcavamo al suo fianco in questa tremenda battaglia in cui uccideva la Strega Bianca…”
“Il sogno aveva una morale?” chiese Peter.
“Non lo so”, disse Lucy, sbattendo le palpebre e sembrando un po’ confusa. “Nel sogno sembrava tutto inutile in qualche modo”.
“Penso che forse la terra di Narnia stesse cercando di dirti”, disse Susan, “o forse erano solo i tuoi stessi sogni che cercavano di dirtelo, che se ci fosse stato davvero una persona come quel leone, noi non saremmo serviti a niente”.
My Little Pony: L’amicizia è scienza
“Applejack, che mi ha detto chiaramente che mi sbagliavo, rappresenta lo spirito… dell’onestà!” Twilight Sparkle alzò la testa ancora più in alto, la criniera che soffiò come il vento nel cielo scuro del suo collo. “Fluttershy, che si è avvicinata alla manticora per saperne di più sulla spina nella sua zampa, rappresenta lo spirito… dell’indagine! Pinkie Pie, che ha capito che quei volti tremendi erano solo alberi, rappresenta lo spirito… del formulare ipotesi alternative! Rarity, che ha risolto il problema del serpente, rappresenta lo spirito… della creatività! Rainbow Dash, che ha intuito l’inganno della falsa offerta del desiderio del suo cuore, rappresenta lo spirito… dell’analisi! Marie-Susan, che ha voluto che la convincessimo che avessimo ragione prima di unirsi alla nostra spedizione, rappresenta lo spirito… della revisione paritaria! E quando quegli Elementi sono accesi dalla scintilla della curiosità che risiede nel cuore di tutti noi, questo crea il settimo elemento – l’Elemento della Sci–”
L’esplosione di potere che scaturì fu come un vento di una notte senza luna, colpì Marie-Susan prima che il pony potesse persino sussultare, ed ella svanì senza lasciare traccia prima che qualcuna di loro avesse la possibilità di impennarsi per lo shock.
Dalla materia oscura che si ergeva al centro del palco dove gli Elementi erano andati in frantumi, dallo scarsamente riconoscibile contorno nero-vuoto di un cavallo, giunse una voce che sembrò oltrepassare tutte le orecchie e ardere come fuoco freddo, suonando direttamente nel cervello di ogni pony che udì:
Vi aspettavate che me ne restassi semplicemente lì e vi lasciassi terminare?
Twilight Sparkle fissò lo spazio dove era stata Marie-Susan, dove non restava neppure una traccia dell’unicorno. Lei – è appena – lei – Nei recessi della sua mente, inascoltata, c’era la consapevolezza che Rarity stava urlando.
Quella non era una disintegrazione, disse la voce di Nightmare. L’ho mandata da un’altra parte.
L’urlo di Rarity si interruppe bruscamente.
Twilight Sparkle si sentì come se il proprio urlo stesso solo iniziando. Sette. Ci volevano sette pony per usare gli Elementi dell’Indagine. Tutti sapevano che non era importante quanto onesta, indagatrice, scettica, creativa, analitica o curiosa tu fossi, ciò che realmente rendeva il tuo lavoro Scienza era quando pubblicavi i tuoi risultati su di una rivista prestigiosa. Tutti lo sapevano. Poteva esserci più di un Elemento della Revisione Paritaria alla volta – quanto ci sarebbe voluto per trovarne un altro – e Nightmare non sarebbe rimasta semplicemente a guardare e a lasciaglielo fare –
“Dove?” gridò Rainbow Dash. “Dove l’hai messa?”
Ho messo il piccolo pony nello stesso luogo in cui ho relegato la mia patetica sorella, nel cuore del suo patetico Sole.
“Morirà!” pianse Fluttershy, guardando Nightmare con orrore. “È troppo caldo, brucerà!”
Oh, non ti preoccupare. Il potere del Nightmare circonda la tua piccola amica, tenendola al sicuro e al fresco, sostenendola senza cibo o bevanda. Non soffrirà nulla di più che la noia…
Il contorno nreo-vuoto scese dalla pedana, camminando lentamente, deliberatamente, oltre i restanti sei pony.
… fintanto che il potere del Nightmare non sia spezzato. Da qualunque piano di riserva mia sorella possa avere messo in atto, per esempio, e che potrebbe esservi noto. In quel caso ella sarà vaporizzata istantaneamente. È una cosa così deliziosa, l’amicizia. È un tale meraviglioso strumento di ricatto. Assicuratevi di tenere al sicuro gli Elementi dell’Indagine. Non vorreste che qualcun altro li usasse contro di me, vero?
“No”, sussurrò Twilight Sparkle, mentre l’orrore iniziava a sorgere su di lei.
Poi una sensazione brulicante su tutta la sua pelle, mentre il Nightmare la superò camminando, e il potere mortale la sfiorò con la sua gelida carezza.
Ora col vostro permesso, miei piccoli pony, ho una notte eterna su cui governare.
Il villaggio nascosto nella chiarezza
“Considera la potenza di calcolo necessaria per manifestare più di cento cloni di nebbia”, disse il genio Uchiha nel suo tono spassionato. “Si tratta di un errore di razionalità, Sakura, dire `colpo di fortuna’ e pensare di aver spiegato tutto. `Colpo di fortuna’ è semplicemente il nome che si dà ai dati che si stanno ignorando”.
“Ma deve essere un colpo di fortuna!” gridò Sakura. Con un certo sforzo, calmò la propria voce fino a darle l’accurata precisione che ci si aspettava da un ninja della razionalità; sarebbe stato inutile far sì che la persona di cui era cotta credesse che lei fosse una stupida. “Come hai detto tu, la potenza di calcolo necessaria a usare più di cento Kage Bunshin è semplicemente assurda. Stiamo parlando del livello di una super-intelligenza di rilievo. Naruto è di gran lunga l’ultimo della nostra classe. Non è neppure intelligente al livello di un jōnin, figuriamoci di una super-intelligenza!”
Gli occhi di Uchiha brillarono, quasi come se avesse attivato il suo Smartingan. “Naruto può manifestare un centinaio di cloni che agiscono in modo indipendente. Deve averne la pura capacità mentale. Ma, in circostanze normali, qualcosa gli impedisce di utilizzare questa potenza di calcolo in modo efficiente… come una mente in guerra con sé stessa, forse? Ora abbiamo motivo di credere che Naruto sia in qualche modo collegato ad una super-intelligenza, e come un genin da poco diplomato, egli, come noi, ha quindici anni. Che cosa è successo quindici anni fa, Sakura?”
A Sakura ci volle un momento per coglierlo, per ricordare, e poi capì.
L’attacco del Demone Volpe a Nove Code.
Solo una piccola creatura color bianco-ossa con grandi orecchie e una coda più grande e occhi rossi lucenti. Non era più forte di una volpe ordinaria, non sputava fuoco né emetteva raggi laser dagli occhi, non possedeva nessun chakra e nessuna magia di alcun tipo, ma la sua intelligenza era più di novemila volte quella di un essere umano.
Centinaia erano stati uccisi, metà degli edifici danneggiati, quasi l’intero villaggio di Beisugakure era stato distrutto.
“Pensi che il Kyubey si nasconda dentro Naruto?”, disse Sakura. Un attimo dopo, il suo cervello proseguì automaticamente a riempire le ovvie implicazioni della teoria. “E il conflitto software tra le loro esistenze è il motivo per cui si comporta come un idiota balbettante per metà del tempo, ma è in grado di controllare un centinaio di Kage Bunshin. Ehm. Questo ha… parecchio senso… in effetti…”
Sasuke le rivolse il cenno d’assenso breve e sprezzante di chi ha capito tutto da solo, senza che nessun altro avesse avuto bisogno di suggerirlo a lui.
“Ehhh…” disse Sakura. Solo anni di esercizi di integrità mentale incanalarono il suo panico assoluto e urlante in opzioni politiche pragmaticamente utili. “Non dovremmo… dirlo a qualcuno? Del tipo, prima o poi nei prossimi cinque secondi?”
“Gli adulti lo sanno già”, disse senza emozione Sasuke. “È la spiegazione ovvia per il modo in cui essi trattano Naruto. No, la vera domanda è come questo si inserisca nel raggiro del clan Uchiha…”
“Non vedo proprio come possa inserirsi –” iniziò Sakura.
“Deve inserirsi!” Una sfumatura di emozione frenetica balenò nella voce di Sasuke. “Ho chiesto a quell’uomo perché lo ha fatto, e lui mi ha risposto che quando avessi conosciuto la risposta, essa avrebbe spiegato tutto! Sicuramente anche questo deve essere parte di ciò che deve essere spiegato!”
Sakura sospirò rivolta a sé stessa. La sua ipotesi personale era che Itachi stesse semplicemente cercando di guidare suo fratello verso la paranoia clinica.
“Ehi, ragazzi”, disse la voce del loro sensei di razionalità dai loro auricolari radio. “C’è un villaggio a Wave che sta cercando di costruire un ponte, e questo continua a crollare senza che nessuno possa capirne il motivo. Incontratevi alle porte a mezzogiorno. È il momento della vostra prima missione di analisi di rango-C”.
Erdős incatenato
«Come hai potuto farlo, Anita?» disse Richard, la sua voce molto contratta. «Come hai potuto scrivere un articolo insieme a Jean-Claude? Tu studi i non-morti, non collabori con loro sugli articoli!»
«E tu?» esclamai. «Hai scritto un articolo con Sylvie! Va tutto bene se tu sei un autore prolifico ma non se lo sono io?»
«Sono il capo del suo istituto», ringhiò Richard. Potevo sentire le ondate di scienza che irraggiavano da lui; era arrabbiato. «Devo lavorare con Sylvie, non significa nulla! Pensavo che la nostra ricerca fosse speciale, Anita!»
«Lo è», dissi, sentendomi inerme per la mia incapacità a spiegare le cose a Richard. Non comprendeva l’eccitazione di essere un eclettico, i nuovi mondi che si stavano aprendo per me. «Non ho condiviso la nostra ricerca con nessuno –»
«Ma volevi farlo», disse Richard.
Non dissi nulla, ma sapevo che l’espressione sul mio volto diceva tutto.
«Mio Dio, Anita, sei cambiata», disse Richard. Sembrò crollare su sé stesso. «Comprendi che i mostri stando facendo battute sui numeri di Blake, ora? Ero solito essere il tuo compagno in tutto, e ora – sono solo un altro lupo mannaro con un numero di Blake pari a 1».
Thundersmarts
«Sono stufo di tutto questo!» gridò Liono. «Stufo di farlo ogni singola settimana! La nostra specie era capace di effettuare viaggi interstellari, Panthro, conosco le quantità di energia necessaria! È impossibile che tu non possa costruire una bomba nucleare o deviare un asteroide o far saltare in aria in qualche modo la piramide di quell’idiota immortale!»
He-Man e i dominatori della razionalità
“Una favolosa conoscenza segreta mi fu rivelata il giorno che sollevai verso il cielo il mio libro magico e dissi: Per il potere del Teorema di Bayes!”
Fate/Sane Night
Io sono il nucleo dei miei pensieri
La convinzione è il mio corpo
E la scelta è il mio sangue
Ho rivisto più di mille giudizi
Senza paura della perdita
Né consapevole del guadagno
Ho sopportato il dolore per aggiornare molte volte
Aspettando l’arrivo della verità.
Questa è la sola via incerta.
Tutta la mia vita è stata…
Unlimited Bayes Works!
Il nome della razionalità
Il ragazzo undicenne che sarebbe diventato un giorno una leggenda – sterminatore di draghi, uccisore di re – aveva solo un pensiero nella sua mente, mentre si avvicinava al Cappello Smistatore per accedere allo studio dei misteri.
Ovunque tranne Corvonero ovunque tranne Corvonero oh ti prego ovunque tranne Corvonero…
Ma non appena la falda dell’antico dispositivo di feltro scivolò sulla sua fronte –
«Corvonero!»
Mentre la tavola ricoperta di blu iniziò ad applaudirlo, mentre si avvicinò alla temuta tavolata in cui avrebbe passato i successivi sette anni, Kvothe stava già trasalendo dentro di sé, aspettandosi l’inevitabile; e l’inevitabile accadde quasi tutto d’un colpo, esattamente come l’aveva temuto, ancor prima che avesse una possibilità di sedersi in maniera appropriata.
«Allora!» disse un ragazzo più grande con l’espressione felice di qualcuno che aveva pensato a qualcosa di terribilmente intelligente, «Kvothe il Corvo, giusto?»
Tengen Toppa Gurren Razionalità 40k
Dispongo di una meravigliosa storia per questa contaminazione, che non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina.
Twilight utilitaristico
1
Scritto dopo aver letto che Alicorn stava componendo una fanfic di Twilight, ma prima che leggessi Luminosity. È scontato se sei uno dei nostri.
Scritto dopo aver letto che Alicorn stava componendo una fanfic di Twilight, ma prima che leggessi Luminosity. È scontato se sei uno dei nostri.
“Edward”, disse Isabella teneramente. Alzò una mano e accarezzò la sua guancia fredda e scintillante. “Non devi proteggermi da nulla. Ho fatto un elenco di tutti vantaggi e di tutti gli svantaggi, ho assegnato loro pesi relativi coerenti, ed è davvero ovvio che i beneficî di diventare un vampiro superino gli inconvenienti”.
“Bella”, disse Edward, e deglutì disperato. “Bella –”
“Immortalità. Salute perfetta. Risveglio dei poteri psichici. Facilità a sopravvivere solo col sangue degli animali una volta che lo fai. Persino la bellezza, Edward, ci sono persone che darebbero le loro vite per essere carine, e non osare chiamarle superficiali finché non avrai provato ad essere brutto. Pensi che sia spaventata dalla parola `vampiro’? Sono stanca dei tuoi vincoli deontologici arbitrari, Edward. L’intera specie umana dovrebbe condividere il tuo divertimento, e ci sono persone che muoiono a migliaia mentre tu tentenni”.
La pistola nella mano della sua amante era fredda contro la sua fronte. Non l’avrebbe ucciso, ma l’avrebbe inabilitato per abbastanza al lungo –
Jasmine e la lampada
Il volto di Aladdin era malinconico, ma determinato, mentre il monello da strada nuovo di zecca affrontò per l’ultima volta l’essere blu dai poteri cosmici, pronto a lasciarsi alle spalle la ricchezza e la speranza che aveva brevemente assaporato per il bene del suo amico. “Genio, esprimo il mio terzo desiderio. Vorrei che tu fossi –”
La principessa Jasmine, che era rimasta a fissare la scena a bocca aperta, non credendo del tutto a ciò che stava vedendo, riuscì a malapena a vincere la propria paralisi e a strappare la lampada dalla mano del ragazzo prima che potesse terminare la frase fatale.
“Scusami”, disse Jasmine. “Aladdin, amore mio, sei carino ma sei un idiota, lo sapevi? Non hai notato che quando Jafar ha messo le mani su questa lampada, ha avuto i suoi tre desideri – oh, lascia stare. Genio, desidero che tutti siano sempre giovani e in salute, desidero che nessuno debba mai morire se non lo vuole, e desidero che l’intelligenza di tutti cresca gradualmente al tasso di 1 punto di qi all’anno”. Lanciò nuovamente la lampada ad Aladdin. “Continua a fare quello che stavi facendo”.
Amleto razionalista
2
Contributo di Histocrat su LiveJournal, post 13389, anche noto come HonoreDB su LessWrong, ri-pubblicazione autorizzata.
Contributo di Histocrat su LiveJournal, post 13389, anche noto come HonoreDB su LessWrong, ri-pubblicazione autorizzata.
- Amleto
- Intruso, abbandona questo strano scherzo,
che fa crudele uso della cecità del mio dolore,
e del buon cuore del mio buon amico Orazio.
Oppure, se hai vero diritto a questa forma amata,
dimmi:
quale disegno presentai ad Amleto Re,
quando avevo sei anni e scarsi dalla mia fionda? - Fantasma
- Un unicorno in cotta di maglia.
- Amleto
- Cosa.
- Fantasma
- Dammi un giudizio.
- Amleto
- Padre, lo farò.
- Fantasma
- La mia ora è quasi giunta,
Quando io a solforose e tormentose fiamme
Dovrò arrendere me stesso. - Amleto
- Sei tu afflitto?
- Fantasma
- Sì, come sono tutti coloro che muoiono senza confessione.
- Amleto
- Come a ogni danese questo mi è stato insegnato.
Pure reputavo tale capriccio indegno di Dio onnipotente.
Che tutti coloro che soffrono la morte non vegliati, non visitati dai preti scelti da Dio,
siano poi puniti per il cattivo ordine del mondo… - Fantasma
- Non è stato il mondo a uccidermi, né un incidente di alcuna sorta.
- Amleto
- Cosa?
- Fantasma
- Se hai mai il tuo caro padre amato,
Vendica il suo ripugnante e più innaturale assassinio. - Amleto
- Oh Dio.
- Fantasma
- Il mio tempo è sempre più breve. Presterai orecchio alla storia?
- Amleto
- No.
- Fantasma
- Cosa?
- Amleto
- Il mio amore per te mi chiama a vendicare la tua morte,
ma crimini più grandi ho udito narrare questa notte.
Se tutti coloro che sono assassinati vanno all’Inferno, e altri ancora,
che si sarebbero confessati se ne avessero avuto il tempo,
se persone che sono, al saldo, buone, soffrono orribilmente,
per mano di Dio, allora sfiderò il piano di Dio.Buon Fantasma, come uno di coloro che dimorano al di là del velo,
conosci cose che noi mortali poco comprendiamo.
Dimmi: c’è qualche filtro o congegno,
fuori dalla comprensione della natura ma non dei suoi mezzi,
attraverso cui la morte stessa può essere fuggita? - Fantasma
- Intendi sfuggire l’Inferno?
- Amleto
- Intendo negare l’Inferno a tutti!
e anche il Paradiso, poiché sospetto che il Paradiso del nostro folle Dio
possa essere cosa misera, accanto al Paradiso che farò della Terra,
quando sarò il suo re immortale. - Fantasma
- Mi importa punto di queste cose.
Morte e inferno hanno rimosso tutti i miei desideri,
tranne la vendetta sul mio assassino. - Amleto
- Non sarai vendicato, a meno che non giuri:
e io ucciderò il tuo assassino, così mi concederai i mezzi
con i quali io possa uccidere la morte.Colui che ti uccise si unirà a te nella Fossa,
e questo è quanto. Nessun altro ingrossamento dei ranghi dell’Inferno io permetterò. - Fantasma
- Accetto. Quando sarà ucciso mio fratello, versò il veleno nel mio orecchio,
allora verserò nel tuo la preziosa verità:
la fabbricazione della Pietra filosofale.
Con questa Pietra, potrai ottenere un filtro
che rende ogni uomo immune alla morte,
e di più trasmutare vile metallo in oro,
per finanziare la fornitura di questo filtro
a tutta l’umanità. - Amleto
- Invero non c’è nulla oltre i sogni della filosofia.
Attendi.
L’uomo che devo uccidere – mio zio il re? - Fantasma
- Sì, quell’incestuoso, quella bestia adultera,
Con la stregoneria del suo acume, con i doni traditori – - Amleto
- In fatti, egli possiede tali doni che quasi dispero,
di ucciderlo e pur di succedergli al trono.
Sarà una lotta maestosa per fini maestosi.
Hai tu un suggerimento?
Un gallo canta. Esce il Fantasma.
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HonoreDB l’ha ora esteso fino a farlo diventare un ebook completo intitolato“A Will Most Incorrect to Heaven: The Tragedy of Prince Hamlet and the Philosopher’s Stone” disponibile per $3 a makefoil.com. Sì, dico sul serio.
Moby Dick e i metodi della razionalità
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Come narrato da Eneasz su LessWrong.
Come narrato da Eneasz su LessWrong.
“Vendicarmi?” disse l’uomo dalla gamba di legno. “Di una balena? No, ho deciso semplicemente di andare avanti con la mia vita”.
Alice nel Paese in cui le cose sono ancora più folli che in questo
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Come scritto per la prima volta da braindoll in una recensione a questo capitolo, con ulteriori modifiche.
Come scritto per la prima volta da braindoll in una recensione a questo capitolo, con ulteriori modifiche.
Alice era seduta sulla riva vicino a sua sorella, leggendo un libro. Aveva molti amici che erano più grandi di lei, e se solo lo chiedeva con grazia, erano spesso felici di prestarle libri che non avessero così tante figure e conversazioni come era ritenuto essere adeguato per una ragazza della sua età.
Le giornate afose spesso la rendevano sonnolenta e istupidita, quindi Alice aveva bagnato con premura un fazzoletto e se l’era collocato sulla parte posteriore del collo. Eppure la sua mente aveva divagato (come se fosse un gattino che il padrone avesse perso di vista per appena un istante), e aveva appena deciso che il piacere di intrecciare una collana di margherite sarebbe stata all’incirca i 4/3 del fastidio di andare a raccogliere le margherite, che comunque era non uguale al costo opportunità di mettere giù il suo libro, quando improvvisamente un Coniglio Bianco con occhi rosa corse vicino a lei.
Non vi era nulla di così rimarchevole in quello; né, in fatti, Alice pensò essere così tanto fuori luogo l’udire il Coniglio dire a sé stesso, “Oh cielo! Oh cielo! Farò tardi!” Ma quando il Coniglio giunse persino a estrarre un orologio dal taschino del suo panciotto, e lo guardò, e poi si affrettò, Alice rimase paralizzata per l’illuminazione e la lucidità e la paura improvvise, poiché non aveva mai visto prima un coniglio con un taschino da panciotto, né un orologio da estrarvi. “Oh per dindirindina”, disse a sé stessa (sebbene non ad alta voce; si era da lungo guarita da quell’abitudine, poiché faceva sì che le persone la prendessero ancor meno sul serio di quanto non facessero ancora). “Se non ho riconosciuto immediatamente quanto quello fosse più curioso del coniglio medio, allora qualcosa sta interferendo con la mia curiosità, e questa è la cosa più curiosa di tutte”. Quindi, bruciando di domande da porre, gli corse dietro per il prato, e fece appena in tempo per vederlo saltar dentro una grande tana da coniglio sotto la siepe.
Benvenuto nel mondo vero
- Morpheus
- A lungo non ho voluto crederci. Poi ho visto quei campi con i miei occhi, le ho viste liquefare i morti affinché nutrissero i vivi per via endovenosa –
- Neo
- (educatamente) La prego di scusarmi.
- Morpheus
- Sì, Neo?
- Neo
- Sono stato in silenzio per quanto ho potuto, ma provo una certa necessità di esprimermi a questo punto. Il corpo umano è la fonte più inefficiente di energia che si possa immaginare. L’efficienza di una centrale elettrica nel convertire energia termica in elettricità decresce quando si fanno girare le turbine alle temperature più basse. Se avesse un qualunque genere di cibo che gli esseri umani potessero mangiare, sarebbe più efficiente bruciarlo in una fornace che darlo da mangiare agli umani. E ora mi sta dicendo che il loro cibo sono i corpi dei morti, dati da mangiare ai vivi? Ha mai sentito parlare delle leggi della termodinamica?
- Morpheus
- Dove hai sentito parlare tu delle leggi della termodinamica, Neo?
- Neo
- Chiunque abbia seguito anche solo il corso di scienze del liceo dovrebbe conoscere le leggi della termodinamica!
- Morpheus
- Dove sei andato al liceo, Neo?
(Pausa.)
- Neo
- … dentro Matrix.
- Morpheus
- Le macchine raccontano bugie eleganti.
(Pausa.)
- Neo
- (a voce bassa) Cortesemente, potrei avere un vero libro di fisica?
- Morpheus
- Non esiste una cosa simile, Neo. L’universo non si basa sulla matematica.