Non c’era nient’altro da fare.
Non c’era nient’altro da organizzare.
Non c’era nient’altro su cui riflettere.
In quel vuoto sorse il nuovo peggior ricordo –
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto-A-Differenza-Della-Sua-Migliore-Amica arrancava nei lunghi ed echeggianti corridoi verso la Sala Grande. Con tutte le sue energie mentali esauste, la sua mente stava iniziando a suggerire pensieri come un’immagine di Hermione che camminava accanto a lui e concetti senza parole come Questo non accadrà mai più finché un’altra parte urlò No e la sovrastò con la determinazione di riportarla indietro, solo che la voce di quella parte si stava stancando e quell’altra parte sembrava instancabile. Un’altra parte della sua mente sembrava insistere nel riesaminare ciò che aveva detto alla professoressa McGonagall e a Papà e a Mamma, anche se aveva soltanto cercato di farli andar via da lì il più rapidamente possibile e aveva avuto a disposizione energie mentali limitate. Come se in qualche modo avrebbe potuto fare meglio, con un atto della sua difettosa volontà. Cosa sarebbe rimasto del suo rapporto con i suoi genitori ora, Harry non poteva ipotizzarlo.
Giunse infine a un bivio dove attendeva un ragazzo più grande con vesti nere dai bordi verdi, che leggeva in silenzio un libro di testo, lungo il percorso che chiunque avrebbe scelto se avesse voluto intercettare qualcuno che andasse dalle camere di guarigione alla Sala Grande.
Harry stava indossando il Mantello dell’Invisibilità, naturalmente, se l’era messo addosso dopo aver lasciato l’ufficio, rendendosi immune a quasi tutte le forme di rilevamento magico. Non aveva senso rendere facile a chiunque il compito di trovarlo e ucciderlo. E Harry si era quasi deciso a proseguire oltre senza darsi pena di scoprire cosa stesse accadendo, quando riconobbe il volto del ragazzo Serpeverde.
Allora in Harry nacque l’illuminazione. Ovviamente, uno degli studenti che era rimasto a scuola durante le vacanze di Pasqua sarebbe naturalmente dovuto essere –
“Mi stavi aspettando”, disse Harry ad alta voce, senza togliersi il Mantello.
Il ragazzo Serpeverde sobbalzò, sbattendo la testa contro il muro, il suo libro di Incantesimi del quinto anno che gli cadde di mano, prima che alzasse lo sguardo con occhi spalancati.
“Sei –”
“Invisibile. Sì. Di’ quello che devi dire.”
Lesath Lestrange scattò in piedi, sull’attenti, poi disse d’un fiato, “Mio signore, ho fatto forse la cosa giusta – ho pensato che non desiderasse che mi facessi avanti davanti a tutti gli altri, che potessero sospettare il nostro collegamento – ho pensato, certamente se avesse voluto il mio aiuto mi avrebbe chiamato –”
Era incredibile quanti modi differenti vi fossero di uccidere la tua migliore amica comportandoti da stupido.
“Io –” Lesath esitò, poi disse a voce bassa, “mi sono sbagliato, vero?”
“Hai agito esattamente come avresti dovuto fare, in quelle circostanze. Sono stato sciocco io.”
“Mi dispiace, mio signore”, sussurrò Lesath.
“Se fossi venuto con me, saresti stato in grado di uccidere il troll?” Non era neppure la domanda corretta, la domanda corretta era se Harry stesso avrebbe considerato Lesath sufficiente allo scopo e fosse volato via sessanta secondi prima, ma comunque…
“Non… non ne sono sicuro, mio signore… non sono accolto molto bene agli allenamenti di duello in Serpeverde, non ho imparato i gesti della Maledizione Mortale – dovrei studiare quelle arti per servirla meglio, mio signore?”
“Continuo a insistere che non sono il tuo signore”, disse Harry.
“Sì, mio signore.”
“Sebbene”, disse Harry, “e questo non è un ordine in nessun senso, solo un’osservazione, tutti dovrebbero sapere come difendersi, specialmente tu. Sono sicuro che il Professore di Difesa ti aiuterebbe in questa cosa senza particolari problemi, se lo chiedessi”.
Lesath Lestrange s’inchinò e disse, “Sì, mio signore, eseguirò i suoi ordini se posso, mio signore”.
Harry si sarebbe lamentato di non essere stato capito, se non fosse stato capito perfettamente.
Lesath se ne andò.
Harry fissò il muro.
Aveva sinceramente pensato di aver già immaginato tutti i modi differenti in cui era stato stupido, dopo aver passato mezza giornata a rifletterci.
Apparentemente quella era stata un’ulteriore presunzione da parte sua.
Capiamo cosa abbiamo fatto in modo sbagliato? disse freddamente il suo lato Serpeverde.
Sì, pensò Harry.
I tuoi scrupoli etici non hanno neppure un senso. Non stai imbrogliando Lesath. Hai fatto esattamente ciò che Lesath pensa che tu abbia fatto. Non avresti dovuto inventare delle scuse per il motivo per cui Lesath ti stava aiutando, potevi dire semplicemente che gli avevi chiesto di ripagare il debito per averlo salvato dai bulli, c’erano sei testimoni per quello. Hermione è morta perché ti sei dimenticato una risorsa estremamente preziosa, e ti sei dimenticato di Lesath perché… perché?
Perché avere Lesath Lestrange come servitore sembrava un po’ da Signore Oscuro? disse Tassofrasso con una voce mentale sommessa. Voglio dire… quella decisione è stata presa per lo più da me…
Il lato Serpeverde di Harry non rispose a parole, si limitò a irraggiare disprezzo e fece lampeggiare un’immagine del cadavere di Hermione.
Smettila! gridò internamente Harry.
La prossima volta, disse gelidamente Serpeverde, suggerisco di spendere più tempo a preoccuparci di ciò che sia efficiente ed efficace, e meno tempo a preoccuparci di ciò che sembra un po’ da Signore Oscuro.
Osservazione annotata, pensò Harry, lo farò.
No, non lo farai, disse Serpeverde. Te ne uscirai con altre giustificazioni per i tuoi futili scrupoli. Inizierai ad ascoltarmi dopo che il tuo prossimo amico morirà.
Harry iniziava a preoccuparsi di stare diventando pazzo. Le conversazioni che aveva con le voci nella sua testa non erano così, di solito.
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto
pena
Harry Verres arrancò da solo
fa male
Harry continuò a camminare attraverso i corridoi silenziosi.
“Come sta il signor Potter?” chiese il professor Quirrell. C’era una certa tensione nell’uomo, non la si sarebbe potuta chiamare precisamente preoccupazione, era più simile a un aggressore in agguato che valutava il momento di colpire. I Granger se n’erano andati via da poco insieme a Madam Pomfrey, prima che il Professore di Difesa avesse bussato alla porta del suo ufficio e poi fosse entrato senza aspettare la sua risposta, e parlato prima che ella potesse dire una parola. Parte di Minerva si chiese in maniera distaccata se Harry Potter avesse preso quell’abitudine dal suo Professore di Difesa, l’essere inconsapevole del dolore degli altri quando v’era qualcos’altro nella sua mente, o se era solo un difetto infantile da cui quest’uomo era stato in qualche modo incapace di liberarsi crescendo.
“Il signor Potter ha cessato di fare la guardia al corpo della signorina Granger”, disse, mettendo un po’ del freddo che provava nella sua voce. Si sentì certa che il Professore di Difesa non stesse provando tanto dolore quanto lei, l’uomo non aveva detto una sola parola su Hermione Granger. Che egli avanzasse richieste a lei – “Credo che sia sceso per cena”.
“Non sto chiedendo dello stato fisico del ragazzo! Lei ha – egli ha Il professor Quirrell fece un gesto secco, come a indicare un concetto per cui non aveva parole.
“Non particolarmente”, disse. Era a circa trenta secondi dall’ordinare al Professore di Difesa di uscire dal suo ufficio.
Il professor Quirrell iniziò a camminare a grandi passi all’interno dei piccoli confini del suo ufficio. “La signorina Granger era l’unica di cui ascoltava veramente le preoccupazioni – scomparsa lei – ogni freno alla sventatezza del ragazzo è stato rimosso. Lo capisco ora. Chi altro rimane? Il signor Longbottom? Il signor Potter non finge che siano dei pari. Flitwick? Il suo sangue goblin chiederebbe soltanto vendetta. Il signor Malfoy, se tornasse? A quale scopo? Snape? Un disastro ambulante. Silente? Pfah. Gli eventi sono già predisposti per la catastrofe, devono essere guidati lungo un corso che non seguirebbero naturalmente. A chi potrebbe dare ascolto il signor Potter, che normalmente non gli parlerebbe? Cedric Diggory gli ha insegnato, ma cosa suggerirebbe il signor Diggory? Un’incognita. Il signor Potter ha passato molto tempo a parlare con Remus Lupin. A lui ho dedicato scarsa attenzione. Lupin saprebbe quali parole pronunciare, quale l’atto che deve essere compiuto, quale il sacrificio che deve essere fatto per cambiare il corso del ragazzo?” Il professor Quirrell piroettò verso di lei. “Remus Lupin confortava gli addolorati o fermava coloro che erano spinti a imprese avventate, durante il suo periodo nell’Ordine della Fenice?”
“Non è un’idea sbagliata”, disse lentamente. “Credo che il signor Lupin fosse spesso una voce di moderazione per James Potter durante i suoi giorni a Hogwarts”.
“James Potter”, disse il professor Quirrell, gli occhi che si socchiusero. “Il ragazzo non è molto simile a James Potter. Confida nel successo di questo piano? No, questa è la domanda sbagliata, non siamo limitati a un solo piano. È certa che questo piano sarà sufficiente, che non abbiamo bisogno di cimentarci con altri? Posta in questa maniera, la domanda si risponde da sé. Il sentiero che conduce al disastro deve essere deviato lungo ogni possibile punto di intervento”. Il Professore di Difesa aveva ripreso il passo regolare nei confini del suo ufficio, raggiungendo un muro, girando sui tacchi, camminando verso l’altro.
“Mi scusi, Professore”, non si diede pena di tener lontana la nota tagliente dalla propria voce, “ma ho decisamente raggiunto i miei limiti per la giornata. Può andare”.
“Lei”. Il professor Quirrell si girò, ed ella si trovò a fissare direttamente occhi di un blu glaciale. “Lei sarebbe la prima a cui penserei dopo la signorina Granger, per impedire al ragazzo di compiere una follia. Ha già fatto tutto il possibile? Naturalmente no”.
Come osava insinuarlo. “Se non ha altro da dire, Professore, allora lei se ne andrà”.
“La sua confederazione ha dedotto chi sono realmente?” Le parole furono pronunciate con gentilezza ingannevole.
“Sì, in effetti. Ora –”
Magia pura, potere puro precipitarono nella stanza come il bagliore di un lampo, come un tuono che echeggiò nelle sue orecchie e che assordò tutti i suoi altri sensi, i fogli sulla sua scrivania scagliati via non da un qualunque vento evocato ma dalla pura forza bruta di un potere arcano.
Poi il potere diminuì, lasciando solo i certificati di morte di Hermione Granger che scendevano giù dall’aria al pavimento.
“Io sono David Monroe, che combatté Voldemort”, disse l’uomo, ancora con toni gentili. “Presti attenzione alle mie parole. Al ragazzo non può essere permesso di continuare in questa condizione mentale. Diventerà pericoloso. È possibile che lei abbia già fatto tutto ciò che poteva. Eppure trovo che questo sia un evento davvero molto raro, e di cui si parla più spesso di quanto avvenga. Sospetto piuttosto che lei abbia fatto solo ciò che fa solitamente. Non posso davvero comprendere cosa spinga gli altri a infrangere i propri limiti, poiché non ne ho mai avuti. La gente resta sorprendentemente passiva quando messa a confronto con la prospettiva della morte. La paura della derisione pubblica o di perdere i propri mezzi di sostentamento hanno più probabilità di spingere gli uomini agli estremi e a rompere le proprie abitudini consuetudinarie. Nell’altro campo, durante la guerra, il Signore Oscuro ebbe risultati eccellenti con la Maledizione Cruciatus, giudiziosamente usata sui servitori col Marchio che non potevano sfuggire alla punizione se non con il successo, senza che fossero accettati sforzi ragionevoli. Immagini dentro di sé la loro condizione mentale, e si chieda se ha fatto davvero tutto ciò che poteva per strappare Harry Potter al suo corso”.
“Io sono una Grifondoro e non sono solita essere spinta dalla paura”, rispose bruscamente. “Lei userà cortesia all’interno del mio ufficio!”
“Trovo che la paura sia un’eccellente motivazione, e in effetti è la paura che mi muove ora. Tu-Sai-Chi, malgrado tutti i suoi orrori, si atteneva comunque a certi limiti. È mio giudizio professionale, parlando in qualità di mago erudito quasi allo stesso livello di Silente o di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, che il ragazzo potrebbe unirsi ai ranghi di coloro i cui rituali sono incisi sulle lapidi delle nazioni. Questa non è un’oziosa preoccupazione, McGonagall, ho già udito parole che inducono la più grave delle apprensioni”.
“Lei è forse pazzo? Pensa che il signor Potter possa – questo è ridicolo. È impossibile che il signor Potter possa –”
Un’immagine silenziosa attraversò la sua mente, una zona di vetro su di una palla d’acciaio.
“– il signor Potter non farebbe una cosa simile!”
“Una sua scelta deliberata non è necessaria. Raramente i maghi hanno intenzione di invocare la propria rovina. Il signor Potter può non darle l’impressione di essere particolarmente malvagio. Le sembra avventato, una volta che sia risoluto circa un obiettivo? Ripeto ancora che ho una ragione specifica per la più grave delle apprensioni possibili!”
“Ha parlato di questo col Preside?” disse lentamente.
“Questo sarebbe peggio che inutile. Silente non può arrivare al ragazzo. Nel migliore dei casi è abbastanza saggio da saperlo e non rendere le cose peggiori. Io manco dello stato d’animo richiesto. Lei è quella che – ma vedo che è ancora in cerca di altri che la salvino”. Il Professore di Difesa le girò le spalle, e avanzò verso la porta. “Penso che mi consulterò con Severus Snape. Quell’uomo può essere un disastro ambulante, ma conosce la situazione, e potrebbe possedere una comprensione più completa dell’umore del ragazzo. Quanto a lei, signora, si immagini alla fine della sua vita, sapendo che la Gran Bretagna – ma no, la Gran Bretagna non è il suo vero paese, giusto? Si immagini alla fine della sua vita mentre l’oscurità corrode i muri in declino di Hogwarts, sapendo che i suoi studenti morranno con lei, ricordare questo giorno e capire che c’era qualcos’altro che avrebbe potuto fare”.