Harry se ne stava, boccheggiante, al centro di un piccolo cerchio devastato nel mezzo della foresta, più devastazione di quanta uno studente del primo anno sarebbe dovuto essere in grado di compiere, da solo. L’Incantesimo di Taglio non poteva abbattere un albero, allora aveva iniziato a Trasfigurare parzialmente sezioni trasversali attraverso il legno. Questo non aveva liberato ciò che c’era dentro di lui, abbattere un piccolo cerchio di alberi non l’aveva fatto sentire per nulla meglio, tutte le emozioni erano ancora là, ma mentre stava distruggendo gli alberi almeno non stava pensando a come i sentimenti non potevano essere lasciati uscire.
Dopo che Harry aveva consumato tutta la magia disponibile, aveva iniziato a strappare via i rami a mani nude e a spezzarli. Le sue mani stavano sanguinando, sebbene non fosse nulla che Madam Pomfrey non potesse mettere a posto la mattina dopo. Solo la Magia oscura lasciava cicatrici permanenti sui maghi.
Giunse il suono di qualcosa che si muoveva nella foresta, simile al rumore degli zoccoli di un cavallo, e Harry piroettò su sé stesso, la sua bacchetta che si sollevò ancora una volta; una certa parte della sua magia era ritornata mentre stava lavorando con le mani. Gli venne in mente per la prima volta che si trovava in mezzo alla Foresta Proibita da solo, e mentre faceva rumore.
Ciò che emerse alla luce lunare non era l’unicorno che Harry si era aspettato, ma una creatura con la parte inferiore del corpo simile a quella di un cavallo, baluginante di bianco-marrone alla luce della luna, e il torso nudo di un umano maschio con lunghi capelli bianchi. La luce lunare colpiva il volto del centauro, e Harry vide che gli occhi erano blu quasi quanto quelli di Silente, tendenti allo zaffiro.
In una mano il centauro reggeva una lunga lancia di legno, con una lama di metallo di dimensioni eccessive il cui taglio non luccicava alla luce lunare; un taglio luccicante, Harry aveva letto una volta, era il segno di una lama non affilata.
“Allora”, disse il centauro. La sua voce era bassa, potente e maschile. “Eccoti qui, circondato dalla distruzione. Posso riconoscere l’odore del sangue dell’unicorno nell’aria, il sangue di qualcosa di innocente, ucciso per salvare sé stessi”.
Una scarica di improvvisa paura riportò al momento corrente Harry, che rispose rapidamente, “Non è come sembra”.
“Lo so. Le stelle stesse proclamano la tua innocenza, abbastanza ironicamente”. Il centauro fece un passo avanti verso Harry all’interno della piccola radura, reggendo ancora dritta la propria lancia. “Una strana parola, innocenza. Significa mancanza di conoscenza, come l’innocenza di un bambino, e anche mancanza di colpa. Solo coloro che sono completamente ignoranti possono mancare di ogni responsabilità per le conseguenze delle proprie azioni. Non sa quello che fa, e per questo può essere privo di intenzioni dannose; questo dice la paraola”. La voce profonda non echeggiava nel bosco.
Gli occhi di Harry guizzarono verso la punta della lancia, e comprese che avrebbe dovuto stringere il proprio Giratempo l’istante in cui aveva visto il centauro. Ora, se Harry avesse provato a mettere la mano sotto le proprie vesti, la lancia avrebbe potuto colpirlo prima che ci riuscisse, se il centauro fosse stato abbastanza veloce. “Ho letto una volta”, disse Harry, la sua voce un po’ incerta mentre cercava di far corrispondere parole dal suono profondo a parole dal suono profondo, “che è sbagliato pensare che i bambini piccoli siano innocenti, perché non sapere non è la stessa cosa di non scegliere. Che i bambini in realtà si fanno poco male a vicenda durante le lotte nel cortile della scuola, perché non hanno il potere di farsi molto male. E alcuni adulti fanno molto male. Ma gli adulti che non lo fanno, non sono più innocenti dei bambini, e non meno?”
“La saggezza dei maghi”, disse il centauro.
“La saggezza dei Babbani, in effetti.”
“Dei senza-magia so poco. Marte è stato fioco recentemente, ma diventa sempre più luminoso”. Il centauro fece un altro passo avanti, che lo portò quasi alla distanza per colpire Harry.
Harry non osò guardare il cielo lassù. “Questo significa che Marte si sta avvicinando alla Terra, mentre entrambi i pianeti girano intorno al Sole. Marte sta riflettendo la stessa quantità di luce solare di sempre, è solo che si sta avvicinando a noi. Cosa intendi, quando dici che le stelle proclamano la mia innocenza?”
“Il cielo notturno parla ai centauri. È così che sappiamo ciò che sappiamo. O non dicono neppure questo ai maghi, di questi tempi?” Un’espressione di oltraggio attraversò il volto del centauro.
“Ho… provato a cercare qualcosa sui centauri, mentre mi informavo sulla Divinazione. La maggior parte degli autori ridicolizzano la Divinazione dei centauri senza spiegare perché, i maghi non comprendono le norme della polemica, a loro sembra che ridicolizzare un’idea o una persona smonti quell’idea proprio come portarvi delle prove contro… Pensavo che la parte sui centauri che usano l’astrologia fosse solo altra derisione…”
“Perché?” intonò il centauro. La sua testa si inclinò curiosamente.
“Perché il corso dei pianeti è predicibile con migliaia di anni di anticipo. Se parlassi ai Babbani giusti, potrei mostrarti un diagramma di come appariranno esattamente i pianeti da questo punto tra dieci anni. Saresti in grado di fare delle predizioni da quello?”
Il centauro scosse la testa. “Da un diagramma? No. La luce dei pianeti, le comete, i sottili spostamenti delle stelle stesse, quelli non li vedrei”.
“Anche le orbite cometarie sono impostate migliaia di anni in anticipo quindi non dovrebbero correlarsi troppo con gli eventi correnti. E la luce delle stelle impiega anni per viaggiare dalle stelle alla Terra, e le stelle non si muovono granché, non in maniera visibile. Quindi l’ipotesi ovvia è che i centauri abbiano un talento magico innato per la Divinazione che semplicemente, insomma, proiettate sul cielo notturno.”
“Forse”, disse pensieroso il centauro. La sua testa si abbassò. “Gli altri ti avrebbero colpito per aver detto una cosa simile, ma ho sempre cercato di conoscere ciò che non conosco. Perché il cielo notturno possa preannunciare il futuro – questo di certo non lo so. È abbastanza difficile comprendere la capacità in sé. Tutto ciò che posso dire, figlio di Lily, è che anche se ciò che stai dicendo fosse vero, non sembra utile”.
Harry si permise di rilassarsi un po’; essere chiamato `figlio di Lily’ implicava che il centauro pensasse a lui come a qualcosa di più di un intruso casuale nella foresta. Inoltre, attaccare uno studente di Hogwarts avrebbe portato probabilmente a qualche genere di enorme rappresaglia sulla tribù dei centauri non-maghi nelle foreste, e questo probabilmente il centauro lo sapeva… “Ciò che i Babbani hanno imparato è che c’è un potere nella verità, in tutti i frammenti di verità che interagiscono l’uno con l’altro, che puoi trovare solo scoprendo il maggior numero possibile di verità. Per fare ciò, non puoi giustificare in alcun modo delle false credenze, neppure dicendo che la falsa credenza è utile. Potrebbe non sembrare importante se le tue predizioni siano basate sulle stelle o se siano un talento innato che viene proiettato. Ma se volessi davvero comprendere la Divinazione, o se è per questo le stelle, la verità reale sulle predizioni dei centauri sarebbe un fatto che è importante per le altre verità”.
Lentamente il centauro annuì. “Quindi i senza-bacchetta sarebbero divenuti più saggi dei maghi. Che barzelletta! Dimmi, figlio di Lily, nella loro saggezza i Babbani dicono che presto i cieli saranno vuoti?”
“Vuoti?” disse Harry. “Ehm… no?”
“Gli altri centauri di questa foresta si sono tenuti lontani dalla tua presenza, poiché abbiamo giurato di non metterci contro il corso dei cieli. Perché, nel divenire implicati nel tuo fato, potremmo divenire meno innocenti di ciò che è da venire. Io solo ho osato avvicinarmi a te.”
“Io… non capisco.”
“No. Tu sei innocente, come dicono le stelle. E uccidere qualcosa di innocente per salvare sé stessi è un’azione terribile. Si vivrebbe soltanto una vita maledetta, una mezza-vita, da quel giorno in poi. Poiché qualunque centauro sarebbe certamente scacciato via, se uccidesse un puledro.”
La lancia fece un movimento fulmineo, troppo veloce perché gli occhi di Harry lo seguissero, e gli strappò via la bacchetta dalla mano.
Un altro colpo potente impattò sul plesso solare di Harry, ed egli crollò ansimante e soffocato al suolo della foresta.
La mano di Harry si alzò verso le vesti, cercando il Giratempo, e il tallone della lancia allontanò la sua mano con un colpo, quasi forte a sufficienza da rompergli le dita, allungò l’altra mano e anche quella fu allontanata con un colpo –
“Mi dispiace, Harry Potter”, disse il centauro, e poi guardò in alto con occhi spalancati. La lancia ruotò e si alzò, intercettando un lampo da incantesimo rosso. Poi il centauro lasciò cadere la lancia e saltò via disperatamente, un lampo verde di luce lo mancò e un altro lampo verde di luce ne seguì la scia, poi un terzo lampo verde colpì il centauro in pieno.
Il centauro cadde e non si mosse più.
A Harry fu necessario molto tempo per riprendere fiato, per rialzarsi in piedi barcollando, per raccogliere la sua bacchetta, per dire con voce rauca, “Cosa?”
Per allora la sensazione di sventura, di potere quasi tangibile nell’aria, si era avvicinata ancora una volta.
“P-Professor Quirrell? Che ci fa qui?”
“Beh”, disse pensieroso l’uomo col mantello nero, “lei ha bisogno arrabbiarsi e di esplodere in un rumoroso accesso di collera nella Foresta Proibita nel mezzo della notte, e io ho bisogno di uscire appena al di fuori della sua capacità di rilevarmi e vigilare. Non si lascia uno studente da solo nella Foresta Proibita. Questo dovrebbe essere ovvio, riflettendoci”.
Harry fissò il centauro caduto.
La forma equina non stava respirando.
“Lei – lei l’ha ucciso, quello era un Avada Kedavra –”
“Non sempre capisco in che modo le altre persone immaginino che funzioni la morale, signor Potter. Ma persino io so che secondo la morale convenzionale, è accettabile uccidere creature non-umane che stanno per assassinare un mago bambino. Forse a lei non interessa la parte non-umana, ma stava per ucciderla. Non era per nulla innocente –”
Il Professore di Difesa si fermò, guardando Harry, che aveva alzato una mano tremante alla bocca.
“Beh”, disse poi il Professore di Difesa, “ho detto ciò che ritenevo importante, e lei può pensarci su. Le lance dei centauri possono parare molti incantesimi, ma nessuno cerca di parare se vede che l’incantesimo è di una certa sfumatura di verde. A tale scopo è utile conoscere qualche fattura stordente verde. Seriamente, signor Potter, ormai dovrebbe capire in che modo opero”.
Il Professore di Difesa si avvicinò al corpo del centauro, e Harry fece un passo all’indietro involontario, poi un altro, per la terribile sensazione nascente di si fermi, non –
Il Professore di Difesa si inginocchiò e premette la propria bacchetta alla testa del centauro.
La bacchetta restò lì per un po’.
E il centauro si alzò, gli occhi vacui, respirando ancora una volta.
“Non ricorderai nulla di questi eventi”, ordinò il Professore di Difesa. “Allontanati e dimentica tutto di questa notte”.
Il centauro si allontanò, le quattro zampe da cavallo che si mossero in una strana sincronia.
“Contento ora?” disse il Professore di Difesa, sembrando piuttosto sardonico a proposito.
Il cervello di Harry si sentiva ancora a pezzi. “Stava cercando di uccidermi”.
“Oh, per l’amore di Merlino – sì, stava cercando di ucciderla. Ci si abitui. Solo le persone noiose non fanno mai quell’esperienza.”
La voce di Harry emerse, rauca. “Perché – perché voleva –”
“Per quante ragioni vuole. Mentirei se dicessi che non ho mai valutato di ucciderla io stesso.”
Harry fissò il punto in cui il centauro era entrato vagando tra gli alberi.
Il suo cervello si sentiva ancora metà a pezzi, come un motore che si era inceppato, ma Harry non poteva capire come quello potesse essere un buon segno.
La notizia che Draco Malfoy fosse stato quasi mangiato da un orrore era stata sufficiente a richiamare Silente da ovunque fosse andato, a svegliare Lord Malfoy e il bel marito di Lady Greengrass, a far comparire Amelia Bones. La presunta presenza dell’orrore aveva provocato scetticismo persino da parte di Silente, e la possibilità di Incantesimi del Falso Ricordo era stata menzionata. Harry aveva detto (dopo un certo dibattito interno sulle conseguenze del fatto che qualcuno credesse che un demone fosse a piede libero) che in realtà non ricordava di aver fatto lo stesso sforzo che aveva prodotto per spaventare il Dissennatore, la cosa oscura se n’era semplicemente andata; che era quello che ci si aspettava che qualcuno creasse come Falso Ricordo, se non avesse in realtà saputo come Harry l’aveva fatto. I nomi di Bellatrix Black, Severus Snape, e Quirinus Quirrell erano stati menzionati in relazione a maghi abbastanza forti da sottomettere tutti i presenti e lanciare Incantesimi del Falso ricordo, e Harry aveva intuito che Lucius stava pensando a Silente. C’erano stati Auror che avevano testimoniato, e discussioni che avevano girato in tondo, e occhiate accusatorie, e osservazioni taglienti alle due di notte. C’erano state mozioni, e voti, e conseguenze.
“Ma tu credi”, disse sommessamente il preside Silente a Harry, quando tutto ciò era terminato, e loro due erano soli, “che la Hogwarts che hai plasmato sia un miglioramento?”
Harry sedeva con i gomiti sulle ginocchia, il volto appoggiato sui suoi palmi, nella sala delle conferenze da cui tutti gli altri si erano ormai allontanati. La professoressa McGonagall, che non usava un Giratempo altrettanto regolarmente di loro, si era rapidamente diretta verso il proprio letto.
“Sì”, rispose Harry dopo una lunga esitazione. “Dal mio punto di vista, Preside, le cose a Hogwarts sono finalmente, finalmente normali. È così che dovrebbero essere le cose, quando quattro bambini vengono mandati di notte nella Foresta Proibita. Dovrebbe suscitare una grande agitazione, dovrebbero arrivare i funzionari, e il responsabile dovrebbe ricevere il benservito”.
“Tu credi che sia un bene”, disse sommessamente Silente, “che l’uomo che tu chiami responsabile abbia ricevuto, come dici tu, il benservito.”
“Sì, in effetti lo credo.”
“Argus Filch aveva servito questa istituzione per decenni.”
“E quando gli è stato somministrato il Veritaserum”, disse stancamente Harry, “Argus Filch ha rivelato che ha mandato un ragazzo di undici anni nella Foresta Proibita, sperando che gli accadesse qualcosa di tremendo, perché pensava che il padre del ragazzo era stato responsabile per la morte della sua gatta. Gli altri tre studenti in compagnia di Draco non sembravano averlo turbato. Mi sarei schierato in favore di una pena da scontare in prigione, ma in questo Paese il concetto di prigione è Azkaban. Intendo notare anche che Filch era notevolmente sgradevole con i bambini a Hogwarts e che mi aspetto che l’indice edonico della scuola sia migliorato dal suo allontanamento, non che questo sia rilevante per lei, credo”.
Gli occhi del Preside erano impenetrabili dietro i suoi occhiali a mezzaluna. “Argus Filch è un Magonò. Il suo lavoro a Hogwarts è tutto ciò che ha. Che aveva, anzi”.
“Lo scopo di una scuola non è quello di fornire un lavoro ai suoi impiegati. Capisco che lei abbia probabilmente passato più tempo con Filch che con qualunque singolo studente, ma questo non dovrebbe esagerare nei suoi pensieri l’importanza delle esperienze interiori di Filch. Anche gli studenti hanno vite interiori.”
“Non ti interessano per niente, vero Harry?” La voce di Silente era bassa. “Coloro che ferisci”.
“Mi interessano gli innocenti”, disse Harry. “Come il signor Hagrid, per il quale, come avrà notato, ho sostenuto che non dovesse essere considerato malvagio, solo inconsapevole. Mi sta bene che il signor Hagrid lavori qui fintanto che non porterà più nessun altro nella Foresta Proibita”.
“Avevo pensato che con il suo proscioglimento, Rubeus potesse insegnare Cura delle Creature Magiche dopo che Silvanus lascerà la posizione. Ma gran parte di quell’insegnamento ha luogo nella Foresta Proibita. Quindi neppure quello avverrà, nella scia del tuo passaggio.”
Harry disse lentamente, “Ma – lei ci ha detto che il signor Hagrid tende a sottovalutare le creature magiche che minacciano i maghi. Che il signor Hagrid ha una carenza cognitiva e non poteva davvero immaginare che Draco e Tracey potessero farsi male, e che è per questo che il signor Hagrid non ci ha visto nulla di male nel lasciarli da soli di notte nella Foresta Proibita. Questo non è forse vero?”
“È vero.”
“Allora il signor Hagrid non sarebbe il peggior insegnante possibile di Creature Magiche?”
Il vecchio mago guardò in basso verso Harry attraverso gli occhiali a mezzaluna. La sua voce era impastata, quando parlò. “Il signor Malfoy stesso non ci ha visto nulla di strano. Non era un inganno così inverosimile quello che Argus ha architettato, Harry Potter. E Rubeus avrebbe potuto impratichirsi col suo incarico. Sarebbe stato – tutto ciò che Rubeus desiderava, il suo unico grande desiderio –”
“Il suo errore”, disse Harry, guardando giù verso le proprie ginocchia, sentendosi almeno il dieci percento più esausto di quanto si fosse mai sentito, “è un errore cognitivo che chiameremmo, nell’ambiente, insensibilità alla portata. Incapacità di moltiplicare. Lei sta pensando a quanto sarebbe stato felice il signor Hagrid quando avesse sentito la notizia. Consideri i successivi dieci anni e un migliaio di studenti che seguono Creature Magiche e il dieci percento di loro che viene ustionato da Ashwinder. Nessuno studente sarebbe ferito tanto quanto il signor Hagrid sarebbe felice, ma ci sarebbero cento studenti feriti e un solo insegnante felice”.
“È possibile”, disse il vecchio mago. “E il tuo errore, Harry, è che non provi il dolore di coloro che ferisci, una volta che hai calcolato la tua moltiplicazione”.
“Forse”. Harry continuò a fissarsi le ginocchia. “O forse è peggio di così. Preside, che significa se non piaccio a un centauro?” Cosa significa quando un membro di una razza di creature magiche note per la Divinazione ti dà una lezione sulle persone che ignorano le conseguenze, chiede scusa, e poi cerca di infilzarti con una lancia?
“Un centauro?” disse il Preside. “Quando hai – ah, il Giratempo. Sei tu la ragione per cui non sono potuto tornare indietro a prima dell’evento, pena un paradosso”.
“Sono stato io? Credo di sì”. Harry scosse la testa distratto. “Mi scusi”.
“Con pochissime eccezioni”, disse Silente, “ai centauri non piacciono i maghi, per niente”.
“Questo è stato un po’ più specifico di così.”
“Che ti ha detto il centauro?”
Harry non rispose.
“Ah”. Il Preside esitò. “I centauri si sono sbagliati molte volte, se c’è qualcuno al mondo che può confondere le stesse stelle, sei tu”.
Harry alzò lo sguardo, e vide gli occhi blu nuovamente gentili dietro gli occhiali a semicerchio.
“Non ti agitare troppo per questo”, disse Albus Silente.