Capitolo 113 Esame finale

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

La luna gibbosa che si stagliava alta nel cielo sereno, le stelle e la scia della Via Lattea visibili in tutta la loro maestà dentro l’oscurità: tutte loro illuminavano trentasette maschere a forma di teschio che baluginavano sopra vesti nere, e il più oscuramente vestito Lord Voldemort, i cui occhi brillavano rossi.
«Benvenuti, miei Mangiamorte», disse la voce di Lord Voldemort, morbida e acuta e terribile. «No, non guardate me, sciocchi! Occhi sul ragazzo Potter! Dieci anni, sono stati, dieci anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati. Eppure avete risposto alla mia chiamata come se fosse stato ieri…” Il Signore Oscuro Voldemort si avvicinò a una delle figure incappucciate, battendo col dito sulla maschera. «Con una parodia frettolosamente Trasfigurata della vera armatura di un Mangiamorte, con un Incantesimo infantile per distorcere la tua voce. Si spieghi, signor Onore.»
«Le nostre vecchie maschere e vesti…» dissero le vesti sulla cui maschera il Signore Oscuro aveva tamburellato. Anche attraverso il timbro distorto della maschera, la paura era udibile. «Noi… non le stavamo usando per combattere, Maestro, con lei ormai lontano… così non ho sostenuto i relativi incantesimi… e poi lei mi ha convocato a comparire qui, mascherato, e io… ho sempre mantenuto la mia fede in lei, Maestro, ma non sapevo che sarebbe tornato proprio questo giorno… sono veramente dispiaciuto di averla contrariata…»
«Basta.» Il Signore Oscuro si mosse per mettersi dietro un’altra figura, che sembrò tremare, sebbene mantenne la sua maschera a fronteggiare il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, e la sua bacchetta puntata orizzontalmente. «Potrei considerare più generosamente tale mancanza, se aveste perseguito i miei obiettivi con altri mezzi… signor Consiglio. Eppure torno per trovare – cosa? Un paese conquistato nel mio nome?» La voce acuta salì ancora. «No! Vi trovo a giocare una politica ordinaria all’interno del Wizengamot! Trovo i vostri fratelli ancora abbandonati dentro Azkaban! È una delusione per me… mi confesso deluso… Pensavate che me ne fossi andato, che il Marchio Oscuro fosse morto, e avete abbandonato i miei scopi. È vero, signor Consiglio?»
«No, Maestro!» gridò quella figura mascherata. «Sapevamo che sarebbe tornato – ma, ma non abbiamo potuto combattere Silente senza di lei –»
«Crucio.»
Un urlo terribile lacerò la maschera, perforando la notte, e continuò per lunghi, lunghissimi secondi.
“Alzati”, disse il Signore Oscuro alla figura che era crollata a terra. “Tieni la bacchetta su Harry Potter. Non mentirmi più.
«Sì, Maestro”, singhiozzò la figura, mentre si alzava in piedi.
Voldemort riprese a camminare dietro le figure vestite di nero. “Suppongo che vi stiate anche chiedendo che cosa ci faccia qui Harry Potter… Perché è un ospite alla festa della mia rinascita.”
“Io lo so, Maestro!”, disse una delle vesti. “Vuole dimostrare il suo potere uccidendolo, di fronte a tutti noi, per non lasciare dubbi su chi di voi sia il più forte! Mostrare come la sua Maledizione mortale può uccidere persino il cosiddetto Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto!”
Ci fu una pausa. Nessuna delle figure ammantate osò parlare.
Lentamente, il Signore Oscuro Voldemort, nella sua camicia a collo alto e nelle sue vesti scure, si voltò verso il Mangiamorte che aveva parlato.
“Questa”, sussurrò Voldemort con una voce gelida quanto la morte, “è una follia un po’ eccessiva perché io le dia credito, signor Salice. È venuto a sapere di quella teoria su come sono morto, e ha cercato di provocarmi in modo che ripetessi l’errore?” Lord Voldemort stava levitando, alzandosi alto da terra. “Deduco che sei arrivato a preferire la tua pigrizia al mio dominio, Macnair?
Il Mangiamorte che aveva parlato fu improvvisamente circondato da un alone blu. Si girò, puntò la bacchetta verso il Signore Oscuro, e gridò: “Avada Kedavra!
Voldemort si limitò a piegarsi da un lato a mezz’aria, schivando la scarica verde.
Avada Kedavra!” gridò il Mangiamorte. La mano che non stringeva una bacchetta stava compiendo altri gesti, altri colori e strati che si sviluppavano nel suo alone protettivo ogni volta che compiva un gesto. “Aiutatemi, fratelli miei! Se noi tutti –”
Il Mangiamorte cadde a terra in sette parti fiammeggianti, pezzi di carne con bordi cauterizzati ancora incandescenti.
“Occhi e bacchette su Harry Potter, tutti quanti”, ripeté Voldemort, la sua voce bassa e pericolosa. “E Macnair ha appena agito per pura stupidità, perché io comando i vostri Marchi, come farò sempre. Io sono immortale.
“Maestro”, disse un’altra veste. “La ragazza sull’altare – deve servirci per una Baldoria Oscura? Sembra indegna di un’occasione così gioiosa. Potrei trovare di meglio, Maestro, se solo mi permettesse di assentarmi per un breve periodo –”
“No, signor Amichevole”, disse Voldemort, sembrando piuttosto divertito. “La piccola strega che vedete sull’altare non è altri che Hermione Granger –”
“Cosa?” gridò una delle vesti nere, e poi, “Mi dispiace, Maestro, mi dispiace, la prego –”
Crucio.” Queste urla durarono solo pochi secondi, e Voldemort aveva eseguito quel gesto come se fosse stato sbrigativo. In seguito la voce di Voldemort tornò a mostrare un leggero divertimento. “Ho risorto questa mezzosangue attraverso la più Oscura delle magie, per i miei scopi. Non le creerete il minimo disturbo, nessuno di voi. Sarebbe meglio per voi morire piuttosto che io venga a sapere che il mio piccolo esperimento ha ricevuto dei danni per mano vostra. Questo ordine è assoluto, indipendentemente dalle altre circostanze – anche se ella dovesse fuggire, diciamo.” Un’acuta risata fredda, come se fosse un qualche scherzo che nessun altro aveva compreso.
“Maestro”, disse una delle vesti con voce esitante e distorta dalla sua maschera di teschio. “Maestro, per favore – non la sfiderei mai, sono obbediente come vede – ma Maestro, la prego, mi lasci tornare, per servirla meglio più tardi – sono venuto qui in fretta, abbandonando – Maestro, con tanti di noi allontanati, gli altri si faranno domande, si segneranno gli assenti, coloro che sono scomparsi. Presto non ci sarà alcun alibi che potrò offrire.”
Una risata fredda e acuta. “Ah, signor Bianco, il più delinquente dei miei servi. Non ho ancora deciso se sopravviverà alla sua punizione. Ho meno bisogno di lei di quanto avevo una volta, signor Bianco. In due giorni i Mangiamorte si muoveranno pubblicamente. I miei poteri sono aumentati, e proprio oggi mi sono disfatto di Silente.” Altre rantoli sconvolti sorsero dai Mangiamorte, Voldemort non prestò loro attenzione. “Domani ucciderò Bones, Crouch, Moody, e Scrimgeour, se non saranno fuggiti. Voi altri dovrete andare al Ministero e al Wizengamot, e lancerete Maledizioni Imperius su coloro che indicherò. Abbiamo smesso di aspettare. Al calar della notte di domani mi sarò proclamato Lord Reggente della Gran Bretagna!”
Si udirono inspirazioni rumorose provenire dalle maschere raccolte, ma una figura stava ridendo.
“Mi trova divertente, signor Severo?”
“Chiedo perdono, Maestro”, disse la figura ammantata che aveva riso, la sua bacchetta perfettamente puntata verso il punto in cui Harry si trovava. “Sono stato contento di sentire che si è sbarazzato di Silente. Sono fuggito dalla Gran Bretagna nel vile timore di lui, avendo perso la fiducia nel suo ritorno.”
La risatina di Voldemort echeggiò all’interno del cimitero. “La sua sincerità si guadagna la mia misericordia, signor Severo. Sono rimasto sorpreso di vederla qui stasera; è più capace di quanto sospettassi. Ma prima di rivolgere la nostra attenzione a questioni più felici, vi è una certa faccenda di cui dobbiamo occuparci. Mi dica, signor Severo, se il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto le rivolgesse un giuramento, potrebbe fidarsi di lui?”
“Maestro… Non capisco…”, disse il signor Severo. Uno o due degli altri Mangiamorte voltarono le maschere verso Voldemort prima di riportare rapidamente lo sguardo del teschio su Harry.
“Mi risponda”, sibilò Voldemort. “Questo non è un inganno, signor Severo, e lei risponderà sinceramente o ne subirà le conseguenze. Conosceva gli antenati del ragazzo, non è vero? Sapeva che erano persone oneste? Se il ragazzo scegliesse liberamente di offrirle un giuramento, anche sapendo che lei è un Mangiamorte, potrebbe aver fiducia nelle sue parole? Rispondimi!» La voce di Voldemort salì fino a un urlo.
“Io… sì, Maestro, suppongo che potrei…”
“Bene”, disse Voldemort freddamente. “Deve esistere la potenzialità della fiducia, affinché sia sacrificata. E quanto a colui che vincola il Voto Infrangibile… chi di voi sacrificherà la sua magia? Sarà un Voto piuttosto lungo… molto più lungo del solito… sarà necessaria molta magia per esso…” Voldemort sorrise il suo sorriso terribile. “Il signor Bianco andrà bene.”
“No, per favore! Maestro, la supplico! L’ho servita meglio di chiunque – nel modo migliore possibile –”
Crucio”, disse Voldemort, e il signor Bianco gridò attraverso la distorsione della sua maschera per quello che sembrò un minuto intero. “Sii grato se ti lascio in vita! Ora avvicinati al ragazzo, signor Severo. Da dietro di lui, idiota! Non devi bloccare la linea di tiro delle bacchette degli altri! E voi altri, dovete far fuoco se Harry Potter dovesse cercare di fuggire, anche se dovesse significare colpire i vostri compagni Mangiamorte.”
Il signor Bianco prese tempo per avvicinarsi, le vesti nere che sembrarono tremare, proprio mentre il signor Severo si disponeva agevolmente in posizione.
“Quale deve essere il Voto, Maestro?” giunse la voce del signor Severo.
«Ah, sì», disse Voldemort. Il Signore Oscuro continuò a camminare dietro il semicerchio di Mangiamorte. “Oggi – anche se mi aspetto che persino voi mi crediate con difficoltà – oggi stiamo compiendo l’opera di Merlino, miei Mangiamorte. Sì! Davanti a noi si erge un grande pericolo, che nella sua goffa follia è stato profetizzato seminare una distruzione tale che persino io posso a malapena concepirla. Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto! Il ragazzo che fa paura ai Dissennatori! Le bestie che credono di possedere questo mondo avrebbero dovuto essere più preoccupate quando hanno visto ciò. Inutili, tutti loro!”
“Mi perdoni –” disse una delle vesti nere con la voce rotta. “Maestro – sicuramente, se è così – Maestro, perché non lo uccidiamo subito?”
Voldemort rise, una strana risata amara. Quando riprese a parlare la sua voce acuta fu netta. “Questa è l’intenzione del giuramento, signor Severo, signor Bianco, Harry Potter. Ascoltate bene e comprendete il Voto di cui deve essere prestato giuramento, poiché anche il suo intento è vincolante, e voi tre dovete condividere la comprensione del suo significato. Lei giurerà, Harry Potter, di non distruggere il mondo, di non correre rischi quando si tratterà di non distruggere il mondo. Questo Voto non può costringerla a compiere alcuna azione, e a causa di ciò, questo Voto non forza la sua mano a compiere qualsiasi gesto stupido. Comprendete questo, signor Severo, signor Bianco? Abbiamo a che fare con una profezia di distruzione. Una profezia! Si possono compiere in modi contorti. Dobbiamo essere cauti in modo che questo stesso Voto non porti al compimento della profezia. Non osiamo lasciare che questo Voto obblighi Harry Potter a starsene a guardare dopo che qualche disastro si è già messo in moto per mano sua, perché dovrebbe correre qualche rischio minore se cercasse di fermarlo. Né il Voto deve costringerlo a scegliere un rischio di una distruzione veramente vasta, rispetto alla certezza di una distruzione minore. Ma tutta la stoltezza di Harry Potter”, la voce di Voldemort salì di volume, “tutta la sua avventatezza, tutti i suoi progetti grandiosi e le sue buone intenzioni – non dovrà rischiare che esse conducano al disastro! Egli non giocherà col destino della Terra! Nessuna ricerca che potrebbe portare a una catastrofe! Nessuno scioglier di sigilli, nessuna apertura di porte!» La voce di Voldemort si abbassò di nuovo. “A meno che questo Voto stesso stia in qualche modo portando alla distruzione del mondo, in tal caso, Harry Potter, lei dovrà ignorarlo rispetto a quel particolare riguardo. Lei non si fiderà solo di sé stesso nel prendere una tale decisione, dovrà confidarsi onestamente e completamente col suo amico fidato, e vedere se è d’accordo. Tale è il significato e l’intento di questo Voto. Costringe solo gli atti che Harry Potter potrebbe scegliere egli stesso, dopo aver appreso che egli è uno strumento di distruzione profetizzato. Poiché anche la capacità di scelta deve esistere, affinché sia sacrificata. Capisce, signor Bianco?”
“Io – penso di sì – oh, Maestro, la prego, non lasci che il Voto sia così lungo –”
“Silenzio, sciocco, oggi farai una cosa più utile di quanto tu abbia mai fatto. Signor Severo?”
“Penso che, Maestro, che me lo debba ripetere.”
Voldemort sorrise quel sorriso troppo largo, e ripeté tutto da capo con parole diverse.
“E adesso”, Voldemort disse freddamente, “Harry Potter, lei terrà la sua bacchetta bassa, e permetterà al signor Severo di toccare la sua bacchetta con la propria; e lei pronuncerà le parole che le suggerirò. Se Harry Potter pronunciasse qualsiasi altra parola, allora abbattetelo, tutti voi altri.”
“Sì, Maestro”, giunse il coro di trentaquattro voci.
Harry sentiva freddo, e stava rabbrividendo, e non solo perché era nudo nella notte. Non capiva perché Voldemort non lo stesse semplicemente uccidendo. Sembrava che ci fosse una sola linea che portava verso il futuro, ed era la linea scelta da Voldemort, e Harry non sapeva quello che sarebbe venuto dopo.
“Signor Bianco”, disse Voldemort. “Tocchi con la sua bacchetta la mano di Harry Potter, e ripeta queste parole. Magia che scorri in me, vincola questo voto.”
Il signor Bianco pronunciò quelle parole. Anche attraverso l’effetto di distorsione della sua maschera, sembrava come se il suo cuore si stesse spezzando.
Dietro di Voldemort gli obelischi cantavano, in una lingua che Harry non conosceva; tre volte ripeterono le loro parole, poi tacquero.
«Signor Severo”, disse Voldemort. “Pensi alle ragioni per le quali si potrebbe fidare di questo ragazzo, se avesse prestato questo giuramento liberamente. Pensi a quella possibilità di fiducia, e la sacrifichi mentre dice…”
“Per mezzo della fiducia che ho per te”, disse il signor Severo, “che tu sia vincolato.”
E poi fu la volta di Harry Potter di ripetere le parole di Lord Voldemort, e Harry lo fece.
«Giuro…” disse Harry. Gli tremava la voce, ma parlò. «Che… con nessun mio gesto… io distruggerò il mondo… non correrò rischi… nel non distruggere il mondo… se la mia mano fosse obbligata… potrò scegliere l’eventualità… di una distruzione minore rispetto a una maggiore… a meno che non mi sembri che questo Voto stesso… conduca alla fine del mondo… e l’amico… in cui ho confidato onestamente… concordi che è così. Per mia volontà…” Harry poté percepirle, mentre il rito era invocato, le brillanti corde del potere che si avvolgevano intorno alla sua bacchetta e a quella del signor Severo, che si avvolgevano intorno alla sua mano là dove la bacchetta del signor Bianco la toccava, avvolgendosi attorno al suo ad un certo livello astratto in maniera preoccupante. Harry poteva sentirsi invocare il proprio potere di libera scelta, e sapeva che le sue parole successive l’avrebbero sacrificato, che quella era assolutamente l’ultima possibilità di tornare indietro.
“… e così sia”, disse la voce freddamente precisa di Lord Voldemort.
“… e così sia”, ripeté Harry, ed egli seppe in quel momento che l’oggetto del Voto non era qualcosa che egli potesse decidere di mettere in atto o meno, era semplicemente il modo in cui il suo corpo e la sua mente si sarebbero mossi. Non era un voto che egli potesse infrangere anche sacrificando la propria vita nel farlo. Come acqua che scorre verso il basso, o un calcolatore che somma numeri, era semplicemente una cosa-che-Harry-Potter-avrebbe-fatto.
“Il Voto ha fatto effetto, signor Bianco?”
Sembrava che il signor Bianco stesse piangendo. “Sì, Maestro… Ho perso così tanto, la prego, sono stato punito abbastanza.”
“Tornate ai vostri posti…” disse Voldemort. «Bene. Tutti gli occhi sul bambino Potter, preparatevi a fare fuoco all’istante se cercasse di fuggire, o di alzare la bacchetta, o di pronunciare una parola…” Il Signore Oscuro fluttuò in alto nell’aria, la figura vestita di nero che sovrastava il cimitero. Reggeva ancora una volta una pistola nella mano sinistra, e la bacchetta nella destra. «Meglio. Ora uccideremo il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto.”
Il signor Bianco barcollò. Il signor Severo stava nuovamente ridendo, e così gli altri.
“Non l’ho fatto per essere divertente”, disse Voldemort freddamente. “Abbiamo a che fare con una profezia, sciocchi. Stiamo recidendo i fili del destino uno ad uno; attentamente, attentamente, senza sapere quando potremo incontrare la prima resistenza. Questo è l’ordine in cui i prossimi atti saranno compiuti. Prima Harry Potter sarà stordito, poi i suoi arti saranno recisi e le ferite cauterizzate. Il signor Amichevole e il signor Onore lo esamineranno in cerca di qualunque traccia di magie insolite. Uno di voi sparerà al ragazzo molte volte con la mia arma babbana, e poi il maggior numero possibile di voi lo colpirà con la Maledizione Mortale. Solo allora il signor Severo schiaccerà il suo cranio e il suo cervello con la sostanza mondana di una lapide. Io verificherò il suo cadavere, che successivamente sarà bruciato con l’Ardemonio, poi esorcizzerò la zona circostante nel caso in cui lasciasse un fantasma. Vigilerò io stesso questo luogo fino a quando saranno trascorse sei ore, poiché non mi fido completamente delle barriere che ho messo nei confronti dei cicli del Tempo; e quattro di voi cercheranno nei dintorni segni di qualsiasi cosa degna di nota. Anche dopo di ciò resteremo all’erta per qualsiasi segno di una rinnovata presenza di Harry Potter, nel caso in cui Silente abbia lasciato in funzione qualche trucco inimmaginabile. Se potete pensare a qualsiasi trucco che possa aver dimenticato allo scopo di essere sicuro che sia posta fine alla minaccia di Harry Potter, parlate adesso e io vi ricompenserò generosamente… parlate adesso, in nome di Merlino!”
Vi fu un silenzio stupito all’interno del cimitero; nessuno fece il gesto di parlare.
“Inutili, tutti quanti”, disse Voldemort con amaro disprezzo. “Ora porrò a Harry Potter un’ultima domanda, ed egli dovrà rispondere a tale domanda solo per le mie orecchie, in Serpentese. Abbattete immediatamente il ragazzo se risponde con qualcosa di diverso da dei sibili, se cerca di pronunciare una singola parola di linguaggio umano.” Poi Voldemort sibilò, “Potere che non conossco, era detto che tu avressti avuto. Di Arti Babbane ssono venuto a conosscenza da te, e le ssto già sstudiando. Tuo potere ssu mangia-vita deve esssere compresso perssonalmente, o cossì dici. Sse c’è qualche altro potere che posssiedi, che potrei ottenere, parlamene ora. Altrimenti, intendo tormentare alcuni di coloro che ti ssono cari. Alcune vite le ho già promessse a te, ma altre no. Tuoi sservitori ssanguemarcio in tuo piccolo essercito. Tuoi preziossi genitori. Tutti ssoffriranno per ciò che a loro ssembrerà eternità; e poi li manderò, piegati, in prigione di mangia-vita per ricordare tutto, finché non ssaranno conssumati e morranno. Per ogni potere ssconosciuto che mi dirai come padroneggiare, o altro ssegreto che mi rivelerai e che dessidero conosscere, potrai fare nome di uno in più di coloro che ssaranno invece protetti e onorati ssotto mio governo. Anche quessto prometto e intendo mantenere.” L’espressione sorridente di Voldemort ora assomigliava all’apertura dei denti di un serpente, e il significato che quella espressione comunicava tra serpenti era che chiunque avesse contemplato quei denti ne sarebbe stato consumato. “Non ssprecare tempo in penssieri di fuga, sse ti importa di esssi. Hai ssesssanta ssecondi per iniziare a dirmi qualcossa che dessidero conosscere, e poi tua morte avrà inizio.
Questo è il vostro esame finale.
Avete 60 ore.
La vostra soluzione deve quanto meno permettere a Harry di evitare la morte immediata, malgrado sia nudo, abbia in mano solo la propria bacchetta, e fronteggi 36 Mangiamorte più un Lord Voldemort completamente risorto.
Se una soluzione praticabile sarà pubblicata prima delle 12:01 am Pacific Time (8:01am utc) di martedì 3 marzo 2015, la storia continuerà fino al capitolo 121.
Altrimenti avrete un finale più breve e più triste.
Tenete in mente le seguenti cose:
1. Harry deve riuscirci con le proprie forze. La cavalleria non sta arrivando. Tutti quelli che potrebbero voler aiutare Harry pensano che sia ad una partita di Quidditch.
2. Harry può usare solo capacità che la storia ha già mostrato che egli ha; non può sviluppare una Legilimanzia senza parole e senza bacchetta in 60 secondi.
3. Voldemort è cattivo e non può essere convinto a essere buono; la funzione di utilità del Signore Oscuro non può essere cambiata parlandogli.
4. Se Harry alza la bacchetta o parla in qualunque modo eccetto che in Serpentese, i Mangiamorte faranno imediatamente fuoco su di lui.
5. Se la linea temporale più semplice è una in cui Harry muore – se Harry non può mettere mano sul proprio Giratempo senza l’aiuto di un Giratempo – allora il Giratempo non entra in gioco.
6. È impossibile dire bugie in Serpentese.
Rispettando questi vincoli, Harry può raggiungere il suo pieno potenziale di razionalista, ora o mai più, indipendentemente dai suoi errori precedenti.
Naturalmente ‘soluzione razionale’, se state usando correttamente la parola ‘razionale’, è solo un modo inutilmente fantasioso di dire ‘la soluzione migliore’ o ‘la soluzione che preferisco’ o ‘la soluzione che penso che dovremmo usare’, e normalmente dovreste usare una delle ultime formulazioni. (Abbiamo bisogno della parola ‘razionale’ quando parliamo dei modi di ragionare, indipendentemente dalle singole soluzioni.)
E in base al Principio di Vinge, se sapete esattamente cosa farebbe una mente intelligente, dovete essere voi stessi almeno altrettanto intelligenti. Chiedere a qualcuno “Quale sarebbe la mossa migliore per un giocatore ottimale?” dovrebbe produrre risposte non migliori di “Quale pensi che sia la migliore?”
Quindi quello che intendo, in pratica, quando dico che Harry può raggiungere il suo pieno potenziale di razionalista, è che Harry può risolvere questo problema nel modo in cui voi lo risolvereste. Quindi se siete in grado di dirmi esattamente come fare qualcosa, a Harry è permesso pensarlo.
Ma non è una soluzione dire, per esempio, “Harry dovrebbe persuadere Voldemort a lasciarlo andare” se non potete immaginare voi stessi come farlo.

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