Il castrum


Con il termine castrum si intendeva qualsiasi tipo di accampamento militare. I romani però erano meticolosi e abitudinari, per questo motivo esistevano alcune regole per la costruzione dei castra che vennero conservate, con variazioni minori, probabilmente dai primi anni della Repubblica fino alla fine dell’Impero.
All’epoca che ci interessa, cioè tra gli ultimi anni della Repubblica e i primi due secoli del Principato, esistevano diversi tipi di castra, differenti per funzioni e dimensioni.
Il castrum aestivale era il campo che veniva allestito ogni notte dalle legioni in marcia, almeno quando si trovavano in territorio potenzialmente ostile. Era costituito da un perimetro protetto tipicamente da una staccionata di pali, eventualmente rinforzato da rami intrecciati tra questi, e al suo interno i milites dormivano in tenda.
Durante una marcia l’esercito si fermava ogni sera qualche ora prima del tramonto e allestiva il castrum nel luogo scelto dagli ufficiali in base alla configurazione del territorio e alla direzione da cui era più probabile che provenisse un eventuale attacco nemico. I legionari scavavano il fossum, erigevano l’agger con la terra di risulta, allestivano il vallum e poi, dopo aver spianato le eventuali irregolarità del terreno all’interno e aver montato le tende, potevano finalmente cucinarsi la cena.
La mattina dopo, se si doveva riprendere la marcia, il castrum veniva smantellato completamente prima dell’alba; se invece si prevedeva di incontrare il nemico lo si lasciava allestito come possibile rifugio in caso di ritirata.
Il castrum hibernale era sostanzialmente simile al precedente, ma era utilizzato per alloggiare l’esercito durante la cattiva stagione. La sua struttura era analoga a quella dell’accampamento di marcia, ma al posto delle tende venivano erette delle baracche in legno, più adatte alla sopravvivenza durante l’inverno.
I castra stativa costituiscono invece un’innovazione più tarda: quando Roma cominciò a esercitare un controllo politico e militare sulle province sottomesse, e a dover difendere dei confini di ampia estensione nelle province stesse, fu necessario avere delle truppe acquartierate permanentemente nei territori di importanza strategica.
Si cominciò quindi a costruire dei castra permanenti (stativa, appunto) con la funzione di quartieri stabili per le legioni di guarnigione. Anche questi castra seguivano lo stesso schema degli altri ma avevano in genere fortificazioni più elaborate: il vallum poteva essere costituito da mura in pietra che spesso avevano torri di guardia agli angoli o alle porte, eventualmente attrezzate con ballistae o altre macchine belliche.
Nelle province di frontiera più importanti questi castra stativa potevano essere anche molto grandi e gradualmente le costruzioni al loro interno si trasformarono da baracche in legno a edifici in pietra o muratura.
Per quanto riguarda invece le dimensioni, la varietà era ancora maggiore. Il campo più tipico era di dimensioni adatte a contenere una o due legioni, compresi gli alloggiamenti degli equites e delle truppe degli auxiliares, ma sono esistiti castra più grandi, ad esempio in grado di ospitare quattro o più legioni complete di auxiliares, e più piccoli per alloggiare piccole guarnigioni formate magari da solo una o due cohortes. Questi castra più piccoli venivano in genere chiamati castella, che vuol dire semplicemente “piccoli castra”, termine da cui deriva la parola italiana “castello”.
Come dicevo prima tutti i tipi di castrum condividevano però una struttura analoga: il perimetro era in genere rettangolare o quadrato, anche se sono note eccezioni dovute alla configurazione del territorio con ad esempio castra triangolari o semicircolari, e circondato da una serie di fortificazioni che racchiudevano il campo vero e proprio. I castracostruiti in terreno aperto erano in genere orientati secondo i punti cardinali.
Le fortificazioni esterne erano costituite da tre anelli concentrici: il fossum, un fossato a sezione triangolare profondo da un metro a tre metri circa a seconda dei casi e largo circa una volta e mezzo la sua profondità, circondava l’intero perimetro interrotto solo in corrispondenza delle porte. Nei campi stabili più grandi potevano esserci due o anche tre fossati concentrici.
Il terreno rimosso nello scavo del fossum veniva utilizzato per costruire al suo interno un terrapieno detto agger, sulla cui sommità veniva eretto il vallum, una staccionata di pali di legno alti poco meno di un uomo.

Sezione delle difese perimetrali di un castrum aestivale

L’agger e il vallum erano anche loro interrotti in corrispondenza delle porte ma, durante il primo secolo dC, venne introdotto l’uso della clavicula: le due estremità del vallum ai lati della porta venivano prolungate piegandole una verso l’interno e l’altra verso l’esterno, in modo da costringere un eventuale assalitore in un percorso obbligato.
Clavicula in corrispondenza di una delle porte

Il terzo anello difensivo, all’interno del vallum, era puramente passivo e consisteva nel cosiddetto intervallum, uno spazio libero largo dai venti ai settanta metri lungo tutto il perimetro interno. Lo scopo era semplicemente di non avere le tende dei legionari così vicine al vallum da poter essere colpite da un lancio di frecce dall’esterno.
La struttura dell’interno del castrum è cambiata più volte, e in modo anche significativo, nel corso dei secoli; in particolare prima con il passaggio dall’esercito di cittadini a quello di professionisti e poi, in epoca imperiale, con il cambiamento della struttura politica dei vertici militari, con l’imperatore come unico comandante di tutte le legioni.
Alcune cose si sono mantenute invariate, come ad esempio la divisione tra retentura, praetentura e latera praetoria o la posizione e la denominazione delle porte esterne, ma nei dettagli la suddivisione degli spazi all’interno delle tre sezioni, soprattutto nel caso dell’ultima, cambiò molto tra un periodo storico e l’altro, e sicuramente anche tra un castrum e l’altro a seconda delle tipologie e delle dimensioni.
Per gli stessi motivi e con le stesse giustificazioni già viste a proposito della struttura dell’esercito ho utilizzato nel racconto un modello ideale di castrum che assomiglia, ma non è identico, al tipico castrum aestivale di epoca augustea; quella che segue va quindi intesa come la descrizione di un possibile tipo di castrum, non necessariamente applicabile ai castra reali.
Premesso questo, la seguente figura illustra la pianta del nostro castrum adatto ad ospitare due legioni.
Pianta di un castrum ideale

Le tre porte Praetoria, Principalis Dextera e Principalis Sinistra costituiscono le estremità di una T formata dalle vie Principalis e Praetoria che dividono in due parti uguali la praetentura che è la sezione anteriore del castrum e delimitano un lato dei latera praetoria che ne costituiscono la sezione centrale. L’altro lato è invece delimitato dalla via Quintana che li separa dalla retentura, la sezione posteriore. Al centro del lato posteriore del vallum si apre la porta Decumana.
Nei castra più grandi, destinati ad ospitare due o più legioni, il vallum poteva essere interrotto da altre due porte alle estremità della via Quintana, la porta Quintana Dextera e la Sinistra.
Come si può vedere dalla figura, lo spazio di ciascuna delle tre sezioni è ulteriormente suddiviso in aree rettangolari, separati l’uno dall’altro mediante strade di larghezza minore. L’unità di base nella divisione di questi spazi è la striga, larga sessanta piedi (circa 18 metri) o la hemistriga che è larga la metà.
Ogni striga lunga centoventi piedi (circa 36 metri) ospitava le tende di un manipolo, cioè di due centuriae. Ogni centuria disponeva di dieci tende, una per ogni otto milites, oltre alla tenda del centurione. Le tende venivano montate su due file, in corrispondenza dei lati lunghi della striga, lasciando tra loro uno spazio libero largo circa dieci metri, comune alle due centuriae. In questo spazio i milites preparavano e mangiavano i loro pasti, accudivano alle armi e, in genere, facevano “vita sociale”. Le alae di cavalleria, sia legionarie che ausiliarie, erano organizzate in modo analogo, con in più gli spazi per alloggiare i cavalli.
Spesso i legionari delle cohortes di fanteria venivano alloggiati in strigae disposte ad anello immediatamente all’interno dell’intervallum, con le prime cohortes, quelle in genere formate da veterani, poste vicino alle porte principali e alla Praetoria, mentre le ultime, quelle dei novellini, erano poste ai bordi della retentura che è il lato da cui più difficilmente ci si aspetta un attacco.
All’interno della praetentura trovavano posto in genere gli auxiliares, mentre la parte della praetentura che si affaccia sulla via Principalis ospitava gli scamna tribunorum, l’alloggio degli ufficiali al comando delle singole cohortes.
I latera praetoria costituivano il nucleo di comando del castrum. Al centro, il praetorium era l’alloggio degli alti ufficiali, del console ai tempi della Repubblica, e del suo “stato maggiore”. L’ingresso del praetorium era sulla via Principalis davanti all’inizio della via Praetoria, e quindi al centro ideale del castrum, sulla groma, il punto da cui veniva iniziata la realizzazione del castrum stesso. Ai lati dell’ingresso stavano l’auguratorium, il luogo in cui venivano tratti gli auspici prima di una battaglia e il tribunal, la pedana su cui il comandante saliva per parlare alla truppa riunita.
Ai lati del praetorium c’erano gli alloggiamenti delle guardie personali del comandante, delle alae di cavalleria e, infine della prima cohors della legione che, ricordiamo, in epoca imperiale era grande il doppio delle altre.
La retentura era la terza sezione del castrum e ospitava il quaestorium, dove veniva conservato il tesoro della legione e il bottino di guerra, i magazzini e due centuriae incaricate della loro sorveglianza. Il resto della retentura era occupato da auxiliares e da strutture di servizio quali ad esempio la fabrica che era l’officina in cui si riparavano armi e attrezzature, il valetudinarium cioè l’ospedale del campo e il veterinarium dove si curavano i cavalli e, nei campi permanenti, il bestiame da carne.
Questa la struttura teorica del castrum che, ricordo di nuovo, nella pratica veniva spesso modificata in base alle esigenze tattiche e strategiche, alla configurazione del terreno e al numero e alle dimensioni delle unità che doveva ospitare.
Alcune caratteristiche erano però di norma conservate, il fossum e il vallum del perimetro, la forma quadrangolare, la struttura a T delle due strade principali con il praetorium, sede del comando, al loro incrocio: caratteristiche che si possono ancora vedere in tante città europee cresciute nel medioevo sulla pianta di antichi castra stativa legionari.

© Paolo Sinigaglia 2013-2017 – È proibita la riproduzione anche parziale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Chaos Legion wants you!