Capitolo 21


Terra dei Goutai, a.d. XVI Kal. Oct. 874 AUC

Diario del trierarca Clearco di Atene, nave da esplorazione Viatrix.
Da qualche giorno la costa si è finalmente fatta meno montagnosa, anche se continua a frastagliarsi in una serie infinita di golfi e insenature. E soprattutto ricomincia ad andare un po’ verso sud.
Meglio così, perché questo paese è veramente orribile: sono ormai quasi due mesi che vediamo solo scogliere, montagne, e questo paesaggio continuo di insenature rocciose, da quelle larghe poche braccia a quelle ampie come veri e propri golfi.
Quasi tremila miglia di scogliere con la nostra rotta costantemente rivolta verso nord-nordest hanno creato un notevole malcontento nell’equipaggio, e questo strano inverno che sta arrivando decisamente troppo in anticipo non aiuta.
Anche Peregrino, il nostro astrologo e cartografo, non contribuisce certo a mantenere alto il morale con le sue fosche previsioni: secondo lui ci stiamo avventurando in un territorio in cui l’inverno comincia sempre più presto e dura sempre più a lungo; dice che se non torneremo presto verso sud ci ritroveremo in luoghi in cui anche il mare potrebbe congelare. Che assurdità! Quando mai si è visto un mare congelato?
Gli ho ordinato più volte di tenere per sé le sue folli teorie, ma le sue chiacchiere hanno fatto presa sull’equipaggio: nonostante il fatto che siamo solo a metà di September si sono già visti i segni delle prime gelate lungo la costa, e in alcuni punti più elevati sembra che sia addirittura caduta la prima neve.
Inoltre si sono verificati strani fenomeni, luci nel cielo durante la notte, e alcuni dei milites più superstiziosi dicono che sono segni che indicano che stiamo navigando verso le porte dell’Ade e che se non torneremo indietro moriremo sicuramente tutti.

Gubernator, – chiamò Clearco – teniamoci il più possibile vicino alla costa, dobbiamo trovare un posto dove rifornirci d’acqua dolce. E voi – aggiunse, rivolgendosi ai marinai che manovravano gli scandagli – fate molta attenzione, queste acque sono pericolose, il fondale è tutta roccia e se andiamo a sbattere da qualche parte possiamo dire addio alla nostra nave.
Mentre la Viatrix manovrava gli si avvicinò Quinto Flavio, il centurione della prima centuria: – Avresti un momento per parlare con me, trierarca? Temo che abbiamo un problema.
– Cosa c’è, centurione? – Rispose Clearco senza voltarsi.
– Tra i remiges si sta diffondendo il malcontento: ho sentito gli uomini parlare apertamente contro l’idea di andare avanti, e non hanno neanche cercato di abbassare la voce quando si sono accorti che li potevo sentire. Temo che se continuiamo così potremmo seriamente rischiare un ammutinamento.
Centurione, ti ricordo che in quanto pilus prior è tua la responsabilità di mantenere la disciplina a bordo!
– Me ne rendo conto, trierarca, ma la situazione sta degenerando. Temo che tra quelli che seminano il malcontento ci sia anche Marco Atilio, il centurione della terza centuria.
Finalmente Clearco si girò a guardare negli occhi il pilus prior: – Allora ricorri alle maniere forti: metti agli arresti tutti i mestatori e, se tra loro ci sono degli ufficiali, fai in modo che vengano puniti severamente. Ricorda agli uomini che per l’ammutinamento è prevista la pena di morte.
– Sì, trierarca, obbedisco. – E, sottovoce dopo essersi allontanato: – Stupido greco arrogante…

© Paolo Sinigaglia 2013-2017 – È proibita la riproduzione anche parziale

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