Capitolo 70 Auto-realizzazione, parte V

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Anche se eri stata la Vicepreside per tre decenni, e prima ancora un Professore di Trasfigurazione, era raro vedere Albus Silente colto completamente impreparato.
“… Susan Bones, Lavender Brown, e Daphne Greengrass”, terminò Minerva. “Dovrei anche notare, Albus, che il racconto della signorina Granger circa il tuo atteggiamento in apparenza scarsamente collaborativo – credo che la sua frase fosse `ha detto che dovrei essere contenta di essere solo una comprimaria’ – ha generato parecchio interesse tra le ragazze più grandi. Molte delle quali sono venute da me a chiedere se le accuse della signorina Granger fossero vere, poiché la signorina Granger aveva detto che io ero presente”.
Il vecchio mago si appoggiò allo schienale della sua enorme sedia, continuando a fissarla, i suoi occhi che sembravano piuttosto distratti dietro gli occhiali a mezzaluna.
“Questo mi ha messo di fronte a un dilemma, Albus”, disse la professoressa McGonagall. Il suo volto rimase piuttosto neutro, si assicurò. “Ora so che non intendevi realmente scoraggiare la ragazza. Tutto il contrario, in effetti. Ma tu e Severus mi avete spesso detto che per mantenere un segreto non devo reagire in maniera differente da come farebbe qualcuno veramente all’oscuro. Quindi non ho avuto altra scelta che confermare che il racconto della signorina Granger era preciso, e fingere l’appropriato livello di preoccupazione, con un leggero sottinteso di offesa. Dopo tutto, se non avessi saputo che stavi deliberatamente manipolando la signorina Granger, sarei stata piuttosto arrabbiata”.
“Io… capisco”, disse lentamente il vecchio mago. Le sue mani giocherellarono distrattamente con la barba d’argento, piccoli rapidi gesti.
“Fortunatamente”, continuò la professoressa McGonagall, “fino a questo momento le professoresse Sinistra e Vector sono gli unici membri del corpo insegnanti che indossano le spille della signorina Granger”.
“Spille?” ripeté il vecchio mago.
Minerva estrasse un piccolo disco d’argento che recava le iniziali s.p.u.e.s., lo appoggiò sulla scrivania di Albus, e vi batté sopra una volta col dito.
E le voci di Hermione Granger, Padma Patil, Parvati Patil, Lavender Brown, Susan Bones, Hannah Abbott, Daphne Greengrass, e Tracey Davis gridarono in unisono, “Non vogliamo commiserazione, date a una strega la sua missione!
“La signorina Granger le sta vendendo per due sicli, e mi ha detto che fin’ora ne ha vendute cinquanta. Credo che Nymphadora Tonks, nel settimo anno di Tassofrasso, le stia incantando per lei. Per concludere il mio rapporto”, disse bruscamente la professoressa McGonagall, “le nostre otto eroine nuove di zecca hanno chiesto il permesso di organizzare una manifestazione di protesta fuori dall’ingresso del tuo ufficio”.
“Spero”, disse Albus, accigliandosi, “che tu abbia spiegato loro che –”
“Ho spiegato loro che mercoledì alle 19 sarebbe stato perfetto”, disse Minerva. Riprese la spilla dalla scrivania del Preside, indirizzò ad Albus un sorriso sdolcinato, e si girò verso la porta.
“Minerva?” disse il vecchio mago da dietro di lei. “Minerva!
La porta di quercia di chiuse con decisione dietro di lei.

Non c’era molto spazio tra le mura di pietra che delimitavano il vestibolo dell’ufficio del Preside, quindi anche se molte persone avevano espresso il desiderio di assistere alla protesta, non molte erano state autorizzate a venire. Giusto la professoressa Sinistra e la professoressa Vector, che indossavano le spille, e i prefetti Penelope Clearwater e Rose Brown e Jacqueline Preece, che indossavano le spille. Dietro di loro, la professoressa McGonagall e la professoressa Sprout e il professor Flitwick, che non indossavano le spille, stavano scrutando la situazione. Harry Potter e il Caposcuola di Hogwarts erano lì, e i prefetti Percy Weasley e Oliver Beatson, tutti che indossavano le spille come manifestazione di Solidarietà. E ovviamente gli otto membri fondatori della spues, che con i loro cartelli formavano un picchetto vicino ai gargoyle. Quello di Hermione, attaccato ad un manico di legno pieno che nelle sue mani sembrava sempre più pesante mentre i secondi passavano, recitava comprimaria di nessuno.
E il professor Quirrell, che stava appoggiato con la schiena contro il muro di pietra più lontano e osservava con occhi indecifrabili. Il Professore di Difesa aveva ottenuto una delle spille di Hermione, sebbene lei non gliene avesse mai venduta una; e non la stava indossando, ma la lanciava distrattamente in aria con una mano.
Quell’intera faccenda era sembrata un’idea molto migliore quattro giorni prima, quando i fuochi della sua indignazione erano arsi recenti e intensi, e lei aveva avuto davanti la prospettiva di fare il tutto quattro giorni dopo invece che ora.
Ma doveva perseverare, perché quello era ciò che facevano gli eroi, perseveravano, e anche perché era sembrato infinitamente orribile dire a tutti che stava annullando la manifestazione. Hermione si chiese quanto eroismo fosse cominciato per ragioni simili. La maggior parte dei libri non diceva “E rifiutarono di arrendersi, indipendentemente da quanto sarebbe stato giudizioso farlo, perché sarebbe stato troppo imbarazzante”; ma gran parte degli eventi storici avevano molto più senso così.
Alle 19:15, le aveva detto la professoressa McGonagall, il preside Silente sarebbe sceso a parlare con loro per un paio di minuti. La professoressa McGonagall aveva detto di non spaventarsi – nel profondo il Preside era una persona buona, e loro avevano correttamente ottenuto l’autorizzazione della scuola per protestare.
Ma Hermione era molto, molto cosciente che anche se lo stava facendo con un permesso firmato, stava comunque Sfidando l’Autorità.
Dopo aver deciso di essere un eroe, Hermione aveva fatto la cosa più ovvia, ed era andata alla biblioteca di Hogwarts e aveva preso i libri su come essere un eroe. Poi aveva rimesso quei libri di nuovo sui loro scaffali, perché era stato lampante che nessuno degli autori fosse stato un vero eroe egli stesso. Invece aveva solo letto cinque volte, fino a quando ne aveva imparato a memoria ogni parola, i trenta pollici di saggio scritti da Godric Grifondoro, che costituivano per intero la sua autobiografia e i suoi consigli di una vita. (O meglio, la loro traduzione in inglese; non sapeva ancora leggere il latino.) L’autobiografia di Godric Grifondoro era stata molto più densa dei libri che Hermione era abituata a leggere, aveva usato una frase per dire cose che da sole avrebbero dovuto prendere trenta pollici, e poi c’era un’altra frase dopo di quella…
Ma era chiaro da quello che aveva letto che, sebbene Sfidare l’Autorità non fosse il senso dell’essere un eroe, non si poteva essere un eroe se si era troppo spaventati per farlo. E ormai Hermione Granger sapeva come gli altri la vedevano, e sapeva quello che gli altri pensavano che non avrebbe potuto fare.
Hermione sollevò il suo cartello di protesta un po’ più in alto e si concentrò sul respirare lentamente e ritmicamente, invece di andare in iperventilazione fino a svenire.
Davvero?” disse la signorina Preece con un tono di malcelata fascinazione. “Non potevano votare?
“Proprio così”, disse la professoressa Sinistra. (I capelli della Professoressa di Astronomia erano ancora scuri, e il suo volto scuro giusto appena rugoso; Hermione avrebbe stimato che la sua età fosse intorno ai settanta, se non fosse che –) “Ricordo bene mia madre che gioiva quando annunciarono il Qualification of Women Act, sebbene ella non avesse i requisiti”. (Il che significava che la professoressa Sinistra era stata con la sua famiglia babbana nel 1918.) “E questa non è la cosa peggiore. Del resto, solo pochi secoli prima –”
Trenta secondi dopo tutti i non-Nati babbani, maschi e femmine insieme, stavano fissando la professoressa Sinistra con espressioni totalmente sconvolte. Hannah aveva fatto cadere il proprio cartello.
“E neppure questa è la cosa peggiore, nemmeno lontanamente”, terminò la professoressa Sinistra. “Ma capite dove questo genere di cose può potenzialmente portare”.
“Che Merlino ci aiuti”, disse Penelope Clearwater con una voce strozzata. “Vuol dire che questo è il modo in cui gli uomini ci tratterebbero se non avessimo le bacchette per difenderci?”
Ehi!” disse uno dei prefetti. “Non è così –”
Ci fu una breve risata sardonica proveniente dalla direzione del professor Quirrell. Quando Hermione girò la testa per guardare, vide che il Professore di Difesa stava ancora distrattamente giocando con la spilla, senza darsi la pena di alzare lo sguardo su tutti loro, mentre diceva, “Tale è la natura umana, signorina Clearwater. Stia sicura che voi non sareste più gentili, se le streghe avessero le bacchette e gli uomini ne fossero sprovvisti”.
“Ne dubito decisamente!” sbottò la professoressa Sinistra.
Una risatina gelida. “Sospetto che accada più frequentemente di quanto chiunque osi suggerire, nelle più orgogliose famiglie purosangue. Qualche strega solitaria spia un Babbano di bell’aspetto; e pensa quanto tutto sarebbe molto facile, somministrare di nascosto all’uomo una pozione d’amore, ed essere adorata da lui esclusivamente e totalmente. E poiché ella sa che egli non può opporle alcuna resistenza, perché no, è del tutto naturale per lei prendergli tutto ciò che le piace –”
Professor Quirrell!” disse bruscamente la professoressa McGonagall.
“Mi dispiace”, disse gentilmente il professor Quirrell, i suoi occhi che stavano ancora guardando in basso verso la spilla nella sua mano, “stiamo ancora facendo finta che non accada? Chiedo scusa, allora”.
La professoressa Sinistra sbottò, “E suppongo che i maghi non
“Ci sono dei bambini presenti, Professori!” Ancora la professoressa McGonagall.
“Alcuni lo fanno”, disse tranquillamente il professor Quirrell, come se stesse discutendo del tempo. “Sebbene personalmente, io non lo faccia”.
Ci fu silenzio, per un po’. Hermione sollevò nuovamente il suo cartello – era scivolato giù sulla sua spalla mentre stava ascoltando. Non ci aveva mai pensato, nemmeno un po’, e adesso stava cercando di non pensarci, e provava un po’ di nausea allo stomaco. Guardò in direzione di Harry Potter, non sapendo esattamente perché lo fece; e vide che il volto di Harry era perfettamente immobile. Un brivido corse lungo la sua schiena prima di distogliere lo sguardo, non abbastanza velocemente da perdersi il piccolo cenno col capo che Harry le indirizzò, come se fossero d’accordo su qualcosa.
“Per essere onesti”, disse la professoressa Sinistra dopo un po’, “da quando ho ricevuto la mia lettera da Hogwarts non ricordo di aver incontrato alcun pregiudizio riguardo il mio essere donna, o di colore. No, ora sono tutti per il fatto che sono una Nata babbana. Credo che la signorina Granger abbia detto che era solo con gli eroi che aveva trovato un problema, giusto?”
A Hermione ci volle un momento per capire che la domanda era stata fatta a lei, e poi disse “Sì”, con un tono un po’ simile ad uno squittio. Tutta questa faccenda si era ingrossata molto più di quello che aveva pensato quando l’aveva cominciata.
“Esattamente cos’ha controllato, signorina Granger?” disse la professoressa Vector. Sembrava più vecchia della professoressa Sinistra, i suoi capelli che iniziavano a ingrigire un po’; Hermione non si era neppure personalmente avvicinata alla professoressa Vector finché la Professoressa di Aritmanzia non le aveva chiesto una spilla.
“Uhm”, disse Hermione, la sua voce di una tonalità un po’ alta, “ho controllato nei libri di scuola e ci sono tanti Ministri della Magia donna quanti sono gli uomini. Poi ho cercato i Supremi Pezzi Grossi e c’erano un po’ più maghi che streghe ma non molti. Ma se si cercano persone come famosi cacciatori di Maghi Oscuri, o persone che hanno fermato invasioni di creature Oscure, o persone che hanno rovesciato Signori Oscuri –”
“E i Signori Oscuri stessi, naturalmente”, disse il professor Quirrell. Ora il Professore di Difesa aveva alzato lo sguardo. “Può aggiungere questo alla sua lista, signorina Granger. Tra tutti i sospetti Mangiamorte siamo a conoscenza di due sole maghe, Bellatrix Black e Alecto Carrow. E direi che la maggior parte dei maghi avrebbe difficoltà a nominare una sola Signora Oscura oltre a Baba Yaga”.
Hermione si limitò a fissarlo.
Era impossibile che egli –
“Professor Quirrell”, disse la professoressa Vector, “esattamente, cosa sta insinuando?”
Il Professore di Difesa alzò la spilla in modo che la dicitura s.p.u.e.s. in lettere dorate fosse rivolta verso di loro, e disse, “Eroi”, poi girò la spilla per mostrare il suo retro argentato e disse, “Maghi Oscuri. Sono carriere simili intraprese da persone simili, e difficilmente ci si può chiedere perché le giovani streghe stiano voltando le spalle a uno dei due percorsi senza considerare il suo riflesso”.
“Oh, ora capisco!” disse Tracey Davis, alzando la voce così all’improvviso che Hermione sussultò un po’. “Si è unito alla nostra protesta perché è preoccupato che non vi siano abbastanza ragazze che stanno diventando Streghe Oscure!” Poi Tracey ridacchiò, cosa che a quel punto Hermione non sarebbe potuta riuscire a fare neppure se l’avessero pagata un milione di sterline.
C’era un mezzo sorriso sul viso del professor Quirrell mentre rispondeva, “Non esattamente, signorina Davis. In verità non sono minimamente interessato a quel genere di cose. Ma è infruttuoso contare le streghe tra i Ministri della Magia e altre simili persone ordinarie che conducono esistenze ordinarie, quando Grindelwald e Silente e Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato sono tutti uomini”. Le dita del Professore di Difesa fecero ruotare svogliatamente la spilla, girandola più volte. “D’altronde, solo molte poche persone fanno mai qualcosa di interessante con le loro vite. Perché è importante per lei se loro sono per lo più streghe o per lo più maghi, fintanto che lei non è tra di loro? E io sospetto che non sarà tra di loro, signorina Davis; poiché sebbene sia ambiziosa, lei non ha ambizioni”.
Questo non è vero!” disse indignata Tracey. “E poi, che vuol dire?”
Il professor Quirrell, che fino a quel momento si era appoggiato al muro, si raddrizzò. “Lei è stata Smistata in Serpeverde, signorina Davis, e mi aspetto che coglierà ogni opportunità di avanzare che le passerà tra le mani. Ma non c’è nessuna grande ambizione che lei sia spinta a realizzare, e lei non si creerà le sue opportunità. Nel migliore dei casi coglierà la sua occasione per ascendere in direzione del Ministero della Magia, o qualche altra posizione di spicco di scarsa importanza, senza infrangere mai i limiti della sua esistenza”.
Poi lo sguardo del professor Quirrell si allontanò da Tracey, stava guardando lei, gli occhi azzurro pallido la fissavano con un’intensità terribile – “Mi dica, signorina Granger. Ce l’ha lei un’ambizione?”
“Professore –” squittì la voce severa e dalla tonalità alta del professor Flitwick, e poi la frase del suo Preside della Casa si interruppe, e nella zona periferica della propria visione Hermione vide che Harry aveva appoggiato la mano sulla spalla del professor Flitwick e stava scuotendo la testa, il volto che sembrava molto adulto.
Hermione si sentì come paralizzata.
“Cosa l’ha spinta a infrangere i suoi limiti, signorina Granger?” chiese il Professore di Difesa, che guardava ancora dritto verso di lei. “Perché ottenere buoni voti a lezione non è più sufficiente? È l’autentica grandezza che cerca? C’è qualche aspetto del mondo che non la soddisfa, che deve rimodellare secondo il suo volere? O tutto questo è soltanto un gioco da bambini per lei? Sarei molto deluso se questo riguardasse soltanto la sua rivalità con Harry Potter”.
“Io –” disse Hermione, la sua voce di tono così acuto che sembrò quasi un pigolio, ma poi non poté pensare a cos’altro dire.
“Può prendersi un momento per pensare, se preferisce”, disse il professor Quirrell. “Finga che sia un compito per casa, sei pollici da consegnare giovedì. Ho sentito che è alquanto eloquente nei saggi”.
Tutti stavano guardando lei.
“Io –” disse Hermione. “Non sono d’accordo con neppure una delle cose che ha detto, nessuna”.
“Ben detto”, giunse la voce frizzante della professoressa McGonagall.
Lo sguardo del professor Quirrell non vacillò. “Quelli non sono sei pollici, signorina Granger. Qualcosa la spinge a sfidare la decisione del Preside e a radunare dei seguaci attorno a lei. Forse è qualcosa di cui preferisce non parlare ad alta voce?”
Hermione sapeva che la risposta corretta non avrebbe fatto colpo sul professor Quirrell, ma era la risposta corretta, quindi la diede. “Non penso che sia necessario avere un’ambizione per essere un eroe”. La sua voce tremò ma non si ruppe. “Penso che si debba solo fare ciò che è giusto. E loro non sono le mie seguaci, siamo amiche”.
Il professor Quirrell si appoggiò nuovamente al muro. Il mezzo sorriso era svanito dal suo volto. “La maggior parte della gente dice a sé stessa che sta facendo la cosa giusta, signorina Granger. Non si eleva sopra l’ordinario in questo modo”.
Hermione fece un paio di respiri profondi, cercando di essere coraggiosa. “Non si tratta di essere non ordinari”, disse il più risolutamente possibile. “Ma credo che se qualcuno cerca solo di fare ciò che è giusto, più e più volte, e non è troppo pigro per metterci tutto l’impegno che ci vuole, e pensa a quello che sta facendo, ed è abbastanza coraggioso per farlo anche se è spaventato –” Hermione si fermò per un istante, i suoi occhi guizzarono verso Tracey e Daphne, “– e progetta in maniera intelligente come farlo – e non fa semplicemente quello che fanno gli altri – allora credo che qualcuno così si metterebbe già in guai sufficienti”.
Alcuni tra le ragazze e i ragazzi ridacchiarono, come fece la professoressa McGonagall, che sembrò sarcastica e orgogliosa allo stesso tempo.
“Potrebbe aver ragione su questo”, disse il Professore di Difesa, i suoi occhi socchiusi. Lanciò a Hermione la spilla, e lei la prese al volo senza pensarci. “La mia donazione alla sua causa, signorina Granger. Mi risulta che valgano due sicli”.
Il Professore di Difesa si girò e se ne andò senza dire un’altra parola.
“Pensavo di svenire!” gemette Hannah dopo che i suoi passi si furono attenuati in lontananza, e udì alcune delle altre ragazze espirare o mettere giù il proprio cartello per un momento.
“Io ho un’ambizione!” disse Tracey, che sembrò quasi sul punto di piangere. “Sono – sono – scoprirò quale sia entro domani, ma ne ho una, ne sono certa!”
“Se non riuscissi davvero a trovarne nessuna”, disse Daphne, dandole una pacca di conforto sulla spalla, “vai semplicemente sul classico ma sempre di moda e cerca di conquistare il mondo”.
“Ehi!” disse precipitosamente Susan. “Dovreste essere delle eroine, ora! Questo significa che dovete essere buone!
“No, va tutto bene”, disse Lavender, “sono quasi certa che il Generale Chaos voglia conquistare il mondo e lui è uno dei buoni, in qualche modo”.
Altre conversazioni si stavano svolgendo dietro la linea del picchetto. “Santo cielo”, disse Penelope Clearwater. “Penso che sia il Professore di Difesa più apertamente malvagio che abbiamo mai avuto”.
La professoressa McGonagall tossì in segno di avvertimento, e il Caposcuola disse, “Non eri presente quando c’era il professor Barney”, cosa che causò uno spasmo a diverse persone.
“Il professor Quirrell si limita a parlare in quel modo”, disse Harry Potter, sebbene sembrasse meno sicuro di prima. “Voglio dire, pensateci, non fa nulla di simile a ciò che fa il professor Snape –”
“Signor Potter”, squittì il professor Flitwick, voce garbata e volto severo, “perché mi ha chiesto di stare in silenzio?”
“Il professor Quirrell stava mettendo alla prova Hermione per decidere se voleva essere il suo misterioso vecchio mago”, disse Harry. “Cosa che non sarebbe mai funzionata in qualunque modo, condizione o forma, ma lei doveva rispondere per sé stessa”.
Hermione batté le palpebre.
Poi Hermione batté le palpebre di nuovo, mentre comprese che era il professor Quirrell ad essere il misterioso vecchio mago di Harry Potter, e niente affatto Silente, e quello davvero non era un buon segno
Un rumore fragoroso riempì il piccolo vestibolo di pietra, e Hermione, con i nervi già al limite, si girò rapidamente, quasi facendo cadere il suo cartello di protesta mentre l’altra mano si proiettava verso la bacchetta.
I gargoyle si stavano facendo da parte, la Pietra che Scorre rimbombava come roccia mentre si muoveva come carne. Le enormi e brutte figure attesero solo per breve tempo, grigi occhi morti che fissavano in una veglia silenziosa. Poi i grandi gargoyle ripiegarono nuovamente le loro ali e fecero un passo indietro nelle loro posizioni iniziali, la Pietra che Scorre che non cambiò affatto il suo aspetto esteriore mentre tornava dalla flessibilità all’immobilità, e l’apertura temporanea nella pietra di Hogwarts era solida ancora una volta.
E davanti a tutti loro, indossando vesti di un viola acceso che probabilmente sembravano orrende solo se si era un Nato babbano, si ergeva la forma torreggiante di Albus Percival Wulfric Brian Silente, il Preside di Hogwarts, lo Stregone Capo del Wizengamot, il Supremo Pezzo Grosso della Confederazione Internazionale dei Maghi, il vincitore del Signore Oscuro Grindelwald e protettore della Gran Bretagna, lo scopritore dei favolosi Dodici Usi del Sangue di Drago, il mago vivente più potente; ed egli stava guardando lei, Hermione Jean Granger, Generale del recentemente ampliato Sunshine Regiment, che stava ottenendo i migliori voti nel primo anno dei corsi di Hogwarts, e che si era dichiarata eroina.
Persino il suo nome era più corto di quello di lui.
Il Preside le sorrise benevolmente, i suoi occhi, segnati da rughe, scintillanti allegramente sotto i semicerchi di vetro, e disse, “Buongiorno, signorina Granger”.
La cosa strana fu che non era minimamente terrorizzante quanto parlare con il professor Quirrell. “Buongiorno, preside Silente”, disse Hermione con solo un leggero tremito nella voce.
“Signorina Granger”, disse Silente, ora sembrando più serio, “penso che io e lei potremmo aver avuto un piccolo malinteso. Non intendevo dire che lei non possa, o non debba essere un eroe. Certamente non intendevo dire che le streghe in generale non dovrebbero essere eroi. Solo che lei è… un po’ giovane, per pensare a queste cose”.
Hermione, non sapendo cosa fare, lanciò un’occhiata alla professoressa McGonagall, e vide che la McGonagall le stava rivolgendo un sorriso d’incoraggiamento – o stava rivolgendo a loro due una qualche specie di sorriso, ad ogni modo – così Hermione guardò nuovamente il Preside e disse, il piccolo tremito nella sua voce ora un po’ più evidente, “Da quando lei è diventato Preside 40 anni fa, ci sono stati undici studenti diplomatisi a Hogwarts che sono diventati eroi, voglio dire persone come Lupe Cazaril e così via, e dieci di loro erano ragazzi. Cimorene Linderwall è stata l’unica strega”.
“Uhm”, fece il Preside. C’era un’espressione pensierosa sul suo volto; quantomeno sembrò pensarci. “Signorina Granger, non sono mai stato una persona da conti simili. Spesso è troppo più facile contare che comprendere. Molte persone buone sono uscite da Hogwarts, streghe e maghi insieme; quelli divenuti famosi come eroi sono solo un tipo di persone buone, e forse neppure quello più eccelso. Non ha incluso Alice Longbottom e Lily Potter nel suo computo… Ma lasciamo stare. Mi dica, signorina Granger, ha contato quanti eroi sono usciti da Hogwarts nei quarant’anni prima di me? Perché di quel periodo posso ricordarne solo tre ora considerati eroi. E tra questi tre, neppure una strega”.
“Non sto cercando di dire è solo lei!” disse Hermione. “È solo che penso che forse molta gente, come anche i Presidi prima di lei, forse anche la vostra intera società e tutto il resto, potrebbe scoraggiare le ragazze”.
Il vecchio mago sospirò. Gli occhi dietro i mezzi-occhiali guardavano solo lei, come se fossero le uniche due persone presenti. “Signorina Granger, potrebbe essere possibile scoraggiare le streghe dal diventare Maestre degli Incantesimi, o giocatrici di Quidditch, o persino Auror. Ma non eroi. Se qualcuno è destinato a essere un eroe allora sarà un eroe. Camminerà attraverso il fuoco e nuoterà attraverso il ghiaccio. Non lo fermeranno i Dissennatori, né la morte degli amici, e neppure lo scoraggiamento”.
“Beh”, disse Hermione, e poi si fermò, lottando con le parole. “Beh, voglio dire… e se questo non fosse realmente vero? Voglio dire, a me pare che se si vuole che più streghe diventino eroi, si dovrebbe insegnare loro l’eroismo”.
“Molti ragazzi e ragazze sono eroi nei loro sogni”, disse Silente con calma. Non guardò nessuna delle altre ragazze, solo lei. “Molti di meno da svegli. Molti hanno tenuto duro e hanno fronteggiato l’oscurità quando questa è venuta per loro. Pochi sono venuti per l’oscurità e l’hanno obbligata a fronteggiarli. È una vita dura, talvolta solitaria, spesso breve. Non ho detto a nessuno di rifiutare quella chiamata, ma neppure desidererei incrementare il loro numero”.
Hermione esitò; c’era qualcosa in quel volto rugoso che la fermò, come un accenno a tutta l’emozione che non era mostrata, anni e anni di emozioni…
Forse se ci fossero più eroi, le loro vite non sarebbero così solitarie, o così brevi.
Non riuscì a convincersi a dirlo, però, non a lui.
“Ma la questione è irrilevante”, disse il vecchio mago. Sorrise, un po’ mestamente pensò lei. “Signorina Granger, non si può insegnare l’eroismo come si insegna Incantesimi. Non è possibile assegnare dodici pollici di saggio su come continuare quando ogni speranza sembra perduta. Non si può far esercitare gli studenti su quando alzarsi in piedi e dire al Preside che ha sbagliato. Eroi si nasce, non si studia per diventarlo. E quale che ne sia la ragione, la maggior parte di loro nasce ragazzo piuttosto che ragazza”. Il Preside scrollò le spalle, come a dire che lui non poteva farci nulla.
“Uhm”, fece Hermione. Non poté farne a meno, diede un’occhiata alle proprie spalle.
La professoressa Sinistra sembrava un po’ indignata. E non era vero che tutti la stessero fissando come se fosse stata stupida, cosa che aveva cominciato a immaginare mentre stava ascoltando Silente.
Hermione si rigirò per rivolgersi nuovamente verso Silente, fece un respiro profondo, e disse, “Beh, forse le persone che sono destinate ad essere eroi, saranno eroi indipendentemente da tutto. Ma non vedo come qualcuno possa realmente sapere una cosa del genere, oltre a dirlo a posteriori. E quando io le ho detto che volevo essere un eroe, lei non è stato incoraggiante”.
“Signor Potter”, disse il Preside con gentilezza. I suoi occhi non abbandonarono quelli di lei. “La prego di riferire alla signorina Granger la sua impressione riguardo il nostro primo incontro. Direbbe che sono stato incoraggiante? Dica la verità”.
Ci fu una pausa.
“Signor Potter?” disse la voce della professoressa Vector da dietro di lei, suonando perplessa.
“Uhm”, fece la voce di Harry da ancora più dietro, suonando estremamente riluttante. “Uhm… beh, in realtà nel mio caso il Preside ha dato fuoco a una gallina”.
“Ha fatto cosa?” disse tutto d’un fiato Hermione, solo che ci furono molte altre persone che esclamarono più o meno contemporaneamente a lei, quindi non fu sicura che qualcuno l’avesse udita.
Silente continuò a guardarla, sembrando perfettamente serio.
“Non sapevo niente di Fawkes”, disse rapidamente la voce di Harry, “così mi disse che Fawkes era una fenice, mentre indicava una gallina sul trespolo di Fawkes in modo che pensassi che quella fosse Fawkes, e poi ha dato fuoco alla gallina – e inoltre mi ha dato questa gigantesca roccia e mi ha detto che apparteneva a mio padre e che dovevo portarla con me ovunque
“Ma questo è folle!” disse Susan senza pensarci.
Fu rapidamente zittita.
Il Preside girò lentamente la testa per fissare Susan.
“Io –” disse Susan. “Cioè – io –”
Il Preside si chinò fin quando non fu faccia a faccia con la giovane ragazza.
“Io non –” disse Susan.
Silente si mise un dito tra le labbra e ci giocherellò, facendo un rumore tipo blebbl-blebbl-blebbl.
Il Preside si raddrizzò di nuovo e disse, “Bene, mie buone eroine, è stato piacevole parlare con voi, ma ahimè, molto resta da fare in questa giornata. Ad ogni modo, siate sicure che sono inscrutabile per tutti, non solo per le streghe”.
I gargoyle si fecero da parte, la Pietra che Scorre rimbombò come roccia mentre si mosse come carne.
Le enormi e brutte figure attesero per un po’ con grigi occhi morti che fissavano in una veglia silenziosa, mentre Albus Percival Wulfric Brian Silente, sorridendo benevolmente come quando era emerso per la prima volta dal suo ufficio, entrò nell’Incantesimo della Scala Senza Fine.
Allora i grandi gargoyle ripiegarono nuovamente le loro ali e fecero un passo indietro nelle loro posizioni iniziali, e solo un ultimo e breve “Buah-ah-ah!” echeggiò prima che il varco si chiudesse.
Ci fu un lungo silenzio.
“Ha davvero dato fuoco a una gallina?” disse Hannah.

Tutte e otto continuarono la loro manifestazione anche dopo di quello, ma ad essere oneste senza metterci più il cuore.
Era stato stabilito, in seguito ad alcune attente domande del professor Flitwick, che Harry Potter non aveva sentito l’odore della gallina che bruciava. Il che significava che probabilmente si era trattato di un ciottolo o qualcosa del genere, Trasfigurato in una gallina e poi racchiuso in un Incantesimo di confinamento per assicurarsi che il fumo non si diffondesse nell’aria – sia il professor Flitwick sia la professoressa McGonagall avevano insistito molto che nessuno ci provasse senza la loro supervisione.
Eppure…
Eppure… cosa?
Hermione non sapeva eppure cosa.
Eppure.
Dopo che molti sguardi furono scambiati tra le ragazze, nessuna delle quali voleva essere la prima a dirlo, Hermione aveva dichiarato che la manifestazione di protesta era terminata, e gli adulti e i ragazzi si erano lentamente dispersi.
“Non pensi che siamo state ingiuste con Silente, no?” disse Susan mentre le eroine si allontanavano col suono di otto paia di piedi che calpestavano il pavimento in pietra dei corridoi di Hogwarts. “Voglio dire, se è folle con tutti e non solo con le streghe allora non è discriminazione, giusto?”
“Non voglio più protestare contro il Preside”, disse debolmente Hannah. La ragazza Tassofrasso sembrò un po’ incerta sulle gambe. “Non mi interessa che la professoressa McGonagall dica che lui non ce l’ha con noi, è semplicemente troppo per i miei nervi”.
Lavender sbuffò. “Suppongo che tu non massacrerai eserciti interi di Inferi in un futuro prossimo –”
“Smettetela!” disse bruscamente Hermione. “Ascoltate, tutte noi dobbiamo imparare ad essere eroine, giusto? È normale che qualcuno non sappia esserlo da subito”.
“Il Preside non pensa che si possa imparare”, disse Padma. Il volto della ragazza Corvonero era pensieroso, i suoi passi misurati mentre avanzava lungo il corridoio. “Il Preside non pensa neppure che sia una buona idea”.
Daphne stava camminando a grandi passi con la schiena dritta e la testa eretta, sembrando più simile a una Giovane Signora di Buone Maniere nelle sue vesti di Hogwarts di quanto Hermione avrebbe potuto fare con il suo migliore abito formale. “Il Preside”, disse Daphne in tono pignolo, le sue scarpe che producevano ticchettii forti e netti sulla pietra, “pensa che noi tutte siamo un gruppo di ragazzine stupide che stanno giocando, e che un giorno Hermione potrebbe essere una buona comprimaria, ma che il resto di noi è senza speranza”.
“E ha ragione?” chiese Parvati. Il volto della ragazza Grifondoro era molto serio, facendola sembrare molto più simile del solito alla sua gemella. “Voglio dire che dobbiamo chiedercelo
No!” disse d’impulso Tracey. La ragazza Serpeverde si muoveva lungo il corridoio come se fosse pronta a uccidere qualcuno, come uno Snape femmina in miniatura. Di tutte le ragazze, Tracey era quella che Hermione conosceva di meno. Aveva parlato con Lavender una volta, ma non aveva mai davvero visto Tracey eccetto che in punta di bacchetta durante le battaglie, finché la Serpeverde era saltata dal sofà per offrirsi volontaria. “Gliela faremo vedere! La faremo vedere a tutti!
“Va bene”, disse Susan, “questo era decisamente malvagio
“No”, disse Lavender, “quello è un motto della Chaos Legion, in realtà. Solo che non ha fatto la risata folle”.
“Giusto”, disse Tracey, la sua voce bassa e lugubre. “Questa volta non sto ridendo”. La ragazza continuò a muoversi lungo il corridoio come se ci fosse una musica drammatica che l’accompagnava e che solo lei poteva udire.
(Hermione stava iniziando a preoccuparsi di cosa esattamente i giovani impressionabili della Chaos Legion stessero imparando da Harry Potter.)
“Ma – voglio dire –” disse Parvati. Aveva ancora un’espressione pensierosa sul volto. “Voglio dire, capite perché il Preside potrebbe pensare che siamo solo delle stupide ragazze, giusto? Che c’entra manifestare fuori dall’ufficio del Preside col diventare eroine?”
“Uh”, fece Lavender, ora sembrando pensierosa anche lei. “È vero. Dovremmo fare qualcosa di eroico. Voglio dire, di eroinico”.
“Uhm –” fece Hannah, cosa che espresse più o meno le sensazioni di Hermione sulla questione.
“Bene”, disse Parvati, “qualcuno è già stato nel corridoio proibito del terzo piano di Silente? Voglio dire, tutti quelli in Grifondoro l’hanno ormai attraversato –”
Aspettate!” disse disperatamente Hermione. “Non voglio che facciate nulla di pericoloso!
Ci fu una pausa mentre tutte guardarono Hermione, che stava capendo, molto in ritardo, perché Silente non aveva voluto che nessun altro fosse un eroe.
“Non penso che tu possa diventare un’eroina se non fai mai nulla di pericoloso”, osservò ragionevolmente Lavender.
“Tra l’altro”, disse Padma, un’espressione meditabonda sul suo volto. “Tutti sanno che niente di realmente brutto accade mai ad Hogwarts, giusto? Agli studenti, intendo, non ai Professori di Difesa. Abbiamo tutte queste antiche protezioni e cose così”.
“Uhm –” fece ancora Hannah.
“Già”, disse Parvati, “la cosa peggiore che possa capitarci è che perdiamo qualche dozzina di punti-Casa o cose simili, e ci sono due di noi per ciascuna Casa quindi quello sarà pari”.
“Ehi, è brillante, Hermione!” disse Daphne con un tono di grande stupore. “Così come l’hai organizzata possiamo cavarcela con tutto! E non avevo neppure notato il tuo piano astuto fino ad ora!”
Uhm –”, fecero Hermione, Hannah, e Susan.
“Giusto!” disse Parvati. “Quindi ora è giunto il momento per noi di diventare vere eroine. Andremo in cerca dell’oscurità
“E faremo in modo che lei fronteggi noi –” disse Lavender.
“E le insegneremo ad avere paura”, disse cupamente Tracey Davis.

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