Tipicità e somiglianza asimmetrica

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky
06 Febbraio 2008

Gli uccelli volano. Beh, ad eccezione degli struzzi che non volano. Ma qual è un uccello più tipico – un pettirosso o uno struzzo?

Qual è una sedia più tipica: una sedia da scrivania, una sedia a dondolo o uno sgabello?

La maggior parte della gente direbbe che un pettirosso è un uccello più tipico e che una sedia da scrivania è una sedia più tipica. Gli psicologi cognitivi che studiano sperimentalmente questo tipo di cose, le chiamano “effetti di tipicità” o “effetti prototipo” (Rosch e Lloyd 1978). Ad esempio, se chiedi a un soggetto di premere un pulsante per indicare “vero” o “falso” in risposta ad affermazioni come “Un pettirosso è un uccello” o “Un pinguino è un uccello”, i tempi di reazione sono più rapidi per esempi più centrali. (I miei libri sono ancora imballati, ma sono ragionevolmente sicuro che la mia fonte su questo è Lakoff 1986). Le misure di tipicità correlano bene usando differenti metodi investigativi – i tempi di reazione sono un esempio; si può anche chiedere alle persone di indicare direttamente, su una scala da 1 a 10, quanto un esempio (come un pettirosso) si adatta a una categoria (come “uccello”).

Quindi abbiamo una misura mentale della tipicità – che può, forse, funzionare come un’euristica – ma c’è un corrispondente bias che possiamo usare per evidenziarla?

Beh, quale di queste affermazioni ti sembra più naturale: “98 è approssimativamente 100”, o “100 è approssimativamente 98”? Se sei come la maggior parte delle persone, la prima affermazione sembra avere più senso (Sadock 1977). Per motivi simili, chiedendo alla gente di valutare quanto il Messico è simile agli Stati Uniti si ottengono valori significativamente più alti che chiedendo quanto gli Stati Uniti sono simili al Messico (Tversky e Gati 1978).

E se questo sembra ancora innocuo, uno studio di Rips (1975) ha mostrato che la gente considera più probabile che una malattia si diffonda su un’isola dai pettirossi alle anatre che dalle anatre ai pettirossi. Ora, questa non è un’impossibilità logica, ma da un punto di vista pragmatico qualsiasi differenza che separi un’anatra da un pettirosso, e renda meno probabile la diffusione di una malattia da anatra a pettirosso, deve anche essere una differenza tra pettirosso e anatra e quindi renderebbe meno probabile la trasmissione di una malattia da pettirosso ad anatra.

Certo, puoi trovare una razionalizzazione del tipo “Potrebbero esserci più specie vicine al pettirosso, il che renderebbe più probabile la diffusione iniziale della malattia, eccetera.,” ma stai attento a non cercare troppo di razionalizzare le stime di probabilità fatte da soggetti che non sapevano neanche che si stava facendo un confronto. E non dimenticare che il Messico è più simile agli Stati Uniti di quanto gli Stati Uniti siano simili al Messico, e che 98 è più vicino a 100 di quanto 100 sia a 98. Un’interpretazione più semplice è che le persone stiano usando una euristica di similarità (dimostrata) come strumento per valutare la probabilità che una malattia si diffonda, e questa euristica è (dimostrabilmente) asimmetrica.

Il Kansas è particolarmente vicino al centro degli Stati Uniti, e l’Alaska ne è particolarmente lontano; quindi il Kansas è probabilmente più vicino a molti posti degli USA e l’Alaska ne è più lontano. Da questo però non si può ricavare che il Kansas è più vicino all’Alaska di quanto l’Alaska sia vicina al Kansas. Ma le persone sembrano ragionare (in senso metaforico) come se la vicinanza fosse una proprietà intrinseca del Kansas e la lontananza una proprietà intrinseca dell’Alaska; così che il Kansas è vicino, persino all’Alaska; e l’Alaska è lontano, persino dal Kansas.

Vediamo quindi ancora una volta che la nozione aristotelica di categorie – classi logiche l’appartenenza alle quali è determinata da una collezione di proprietà che sono individualmente strettamente necessarie e collettivamente strettamente sufficienti – non è un buon modello della psicologia cognitiva umana. (Il punto di vista della scienza è un po’ cambiato negli ultimi 2350 anni? Chi l’avrebbe immaginato?) Non ragioniamo nemmeno come se l’appartenenza a una categoria fosse una proprietà vero-o-falso: un’affermazione di appartenenza a un insieme può essere più o meno vera. (Nota: questa non è la stessa cosa di essere più o meno probabile).

Una ragione in più per non pretendere che tu, o chiunque altro, debba veramente trattare le parole come classi logiche aristoteliche.

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