Questo estratto da Exploring Social Psychology di Meyers merita di essere letto nella sua interezza. Cullen Murphy, curatore di The Atlantic, ha detto che le scienze sociali “non producono idee o conclusioni che non possano essere trovate in un’enciclopedia di citazioni… Giorno dopo giorno studiosi di scienze sociali vanno per il mondo. Giorno dopo giorno scoprono che il comportamento della gente è sostanzialmente quello che ti aspetteresti.”
Naturalmente, “l’aspettativa” è tutto senno di poi. (Bias del senno di poi: soggetti che conoscono l’effettiva risposta a una domanda, assegnano probabilità molto più alta al fatto che “avrebbero” indovinato quella risposta rispetto a soggetti che devono indovinare senza conoscere la risposta).
Lo storico Arthur Schlesinger Jr. liquidò gli studi scientifici sulle esperienze dei soldati della II Guerra Mondiale come “dimostrazioni ponderose” di buon senso. Per esempio:
- I soldati con istruzione superiore hanno sofferto maggiori problemi di adattamento dei soldati con istruzione inferiore. (Gli intellettuali erano meno preparati allo stress della battaglia rispetto alle persone abituate alla strada).
- I soldati [degli Stati Uniti] del sud se la cavarono meglio con il clima caldo delle isole del sud del Pacifico, che non i soldati [degli Stati Uniti] del nord. (I meridionali sono più abituati al clima caldo).
- I soldati bianchi erano più motivati a essere promossi a graduati che non i neri. (Anni di oppressione incidono sulla motivazione a ottenere risultati.
- I neri del sud preferivano ufficiali bianchi del sud piuttosto che del nord. (Perché gli ufficiali meridionali erano più abituati a interagire con i neri).
- I soldati erano più ansiosi di tornare a casa fintanto che durarono i combattimenti, rispetto a dopo la fine delle ostilità. (Durante i combattimenti i soldati sapevano di essere in pericolo di morte).
Quanti di questi risultati pensi che tu avresti potuto prevedere in anticipo? 3 su 5? 4 su 5? Ci sono casi in cui avresti predetto il contrario – che danneggiano il tuo modello? Prenditi un momento per pensarci, prima di continuare…
In questa esposizione (da Paul Lazarsfeld citato da Meyers), tutti i risultati esposti qui sopra sono il contrario di quanto è stato effettivamente trovato. Quanti di questi hanno intaccato il tuo modello? Quante volte hai ammesso che ti saresti sbagliato? Questo è quanto il tuo modello era veramente corretto. La misura della tua forza come razionalista è la tua capacità di essere più confuso dalle storie inventate che dalla realtà.
A meno che naturalmente, io non abbia rovesciato di nuovo i risultati. Cosa ne pensi?
I tuoi processi di pensiero, a questo punto, quando davvero non conosci la risposta, sembrano differenti da quelli che hai usato per razionalizzare ciascun lato delle risposte “conosciute”?
Daphna Baratz ha sottoposto studenti delle superiori a coppie di presunti risultati sperimentali, uno vero (“In tempi prosperi la gente spende una maggior parte del proprio stipendio rispetto ai tempi di recessione”) e uno perfettamente opposto. In entrambi i casi, gli studenti considerarono il presunto risultato come “proprio quello che avrebbero previsto”. Bias del senno di poi, versione standard.
Il che porta la gente a pensare di non aver bisogno della scienza, perché “avrebbero potuto prevedere” ciascun risultato.
(Che è quello che ti aspettavi, giusto?)
Il senno di poi ci porta a sottovalutare sistematicamente la sorpresa presente nei risultati scientifici, specialmente le scoperte che noi comprendiamo – quelle che ci sembrano reali, quelle che possiamo inserire nel nostro modello del mondo. Se comprendi la neurofisiologia o la fisica e leggi articoli sull’argomento, probabilmente sottostimi la sorpresa insita nei risultati anche in questi campi. Questo svaluta ingiustamente il contributo dei ricercatori; peggio, ti impedisce di notare quando vedi evidenze che non corrispondono a quello che ti saresti veramente aspettato.
Dobbiamo fare uno sforzo cosciente per essere abbastanza sorpresi sul serio.