I diversi riti e cerimonie descritti in Alma Mater sono sostanzialmente di mia invenzione, in quanto si sa molto poco delle feste e cerimonie effettivamente in uso presso i Galli.
La descrizione nell’epilogo delle due processioni effettuate dai membri del Sacri Venerabilisque Hermae Collegium sono ovviamente di pura fantasia, anche se alcuni dettagli si rifanno a tradizioni, naturalmente molto più tarde, della goliardia bolognese.
Anche la descrizione della festa di Samonios/Samhain è di mia invenzione, ma almeno in questa ho cercato di mantenere una certa verosimiglianza: la maggior parte degli elementi descritti appartengono effettivamente al folklore di paesi dell’area celtica, anche se non sono necessariamente tutti connessi a Samhain.
Così la cerimonia dello spegnimento dei fuochi e la riaccensione del fuoco vivo, in modo rituale e con l’uso di determinate tecniche e materiali, è basata su diverse testimonianze in svariate culture dell’area europea; cerimonie che in genere sono legate al solstizio d’inverno, e quindi alla “riaccensione” del sole e al passaggio dall’anno vecchio a quello nuovo.
Che i riti di Samonios fossero connessi a Cernumnos è una mia illazione, ma che mi sembra plausibile dato che l’inizio di novembre era probabilmente il momento in cui venivano macellati gli animali in eccesso, e questo richiede un sacrificio compensativo e/o espiativo alla divinità che li tutela. Allo stesso modo mi aspetterei che a Glamonios, il primo di Maggio, venisse fatto un analogo sacrificio esortativo a Lugus, in origine dio del sole e del fuoco.
Infine, il concetto di Samonios come momento in cui la barriera tra il mondo e l’aldilà si indebolisce, è presente in quasi tutte le culture dell’area celtica e rimane tutt’oggi nell’iconografia e nelle leggende legate alla festa di Halloween, con streghe, demoni e fantasmi che testimoniano la presunta intrusione dell’aldilà nel nostro mondo.
I riti
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