Epilogo


Bononia, a.d. XII Kal. Dec. 2767 AUC

Tiberio Dominico continuò a comandare la Inceptio per quasi altri dieci anni, durante i quali lui e il suo equipaggio esplorarono sempre più a fondo le coste e le isole africane.
Quando finalmente la nave cedette sotto il peso dell’età e delle tempeste, al punto che nemmeno la perizia di Caledonio fu sufficiente a ripararne i danni e mantenerla in servizio, Dominico, insieme a un numero sorprendente di componenti del suo equipaggio, decise di stabilirsi nella neonata colonia sull’isola di Oceanica, che stava già cominciando ad arricchirsi sfruttando il potenziale agricolo di quelle terre e le sue ricchezze minerarie.
M’bala, il capo della tribù dei biabba, non dovette aspettare a lungo il ritorno dei romani all’isola di Bioko: dopo solo tre anni dalla prima visita della Inceptio arrivò una nave mercantile, carica di merci interessanti, alla ricerca di oro, pepe e guoro.
Questo fu solo l’inizio: negli anni successivi le spedizioni commerciali aumentarono costantemente di numero, estendendo il commercio prima alle altre tribù dell’isola e poi agli indigeni che abitavano la terraferma vicino alla foce dei grandi fiumi.
Questi traffici sempre più intensi portarono a un notevole sviluppo delle città portuali della provincia di Mauretania ed ebbero anche un curioso effetto collaterale: il minuscolo accampamento di Castrum Sahris, fondato da Dominico durante il suo primo viaggio, diventò per qualche motivo una specie di luogo di sosta obbligato per tutte le navi che seguivano la rotta del sud, una specie di meta di pellegrinaggio. Dopotutto si trattava del primo insediamento romano fondato ufficialmente a sud della Mauretania e questo fatto aveva evidentemente un valore simbolico.
Il piccolo castrum, costruito in pochi giorni dai remiges della Inceptio, divenne un insediamento permanente, con edifici in pietra e opus caementicium (il legno in quelle terre aride valeva il suo peso in oro!) e un piccolo tempio dedicato a Ianus e Mercurio.
L’estrema scarsità d’acqua non permise mai all’insediamento di avere una popolazione di più di qualche decina di persone, ma il traffico continuo di navi da e per le terre del sud garantiva ai pochi residenti l’approvvigionamento di acqua, alimentari e merci; nell’arco di qualche anno divenne anche una tappa per le carovane degli imazighen che attraversavano il deserto, e anche loro portarono un po’ di impulso al commercio locale.
Tutto questo durò per alcuni decenni fino a quando, improvvisamente, il mondo cambiò.

© Paolo Sinigaglia 2013-2017 – È proibita la riproduzione anche parziale

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