Capitolo 98 Ruoli, finale

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

Domenica, 19 aprile, 18:34

Daphne Greengrass camminava silenziosamente verso la stanza Greengrass al di sotto dei sotterranei Serpeverde, il privilegio di un’Antica Casa; proveniente dall’Hogwarts Express e diretta là per lasciarvi il proprio baule, prima di unirsi agli altri studenti per cena. L’intera zona riservata era stata tutta sua sin da quando Malfoy se n’era andato. La sua mano, tenuta dietro di lei, faceva continuamente gesto di tenerle dietro al suo enorme baule tempestato di smeraldi, che sembrava esitante nel seguirla. Forse gli incantesimi sul robusto e vecchio congegno di famiglia avevano bisogno di essere applicati nuovamente; o forse il suo baule era riluttante a seguirla dentro Hogwarts, che non era più sicuro.
C’era stata una lunga chiacchierata tra sua Madre e suo Padre, dopo che era stato detto loro di Hermione; con Daphne che si era nascosta dietro una porta per ascoltare, ingoiando le lacrime e cercando di non fare rumore.
Sua Madre aveva detto che la cosa triste era che se solo uno studente fosse morto ogni anno, beh, quello avrebbe reso Hogwarts comunque più sicuro di Beauxbatons, per non parlare di Durmstrang. Per una giovane strega c’erano più modi di morire dell’essere assassinata. Il Maestro di Trasfigurazioni di Beauxbatons non era allo stesso livello di McGonagall, aveva detto sua Madre.
Suo Padre aveva sobriamente notato quanto fosse importante per l’erede dei Greengrass stare a Hogwarts dove tutte le altre Nobili famiglie mandavano a scuola i loro figli (era la ragione per l’antica tradizione delle Nobili famiglie di sincronizzare la nascita dei loro eredi, per metterli nello stesso anno a Hogwarts, se fosse stato possibile). E suo Padre aveva detto che essere l’erede di un’Antichissima Casa significava che non si poteva stare sempre lontano dai guai.
Avrebbe potuto fare a meno di sentire quell’ultima parte.
Daphne deglutì rumorosamente, mentre girò la maniglia, e aprì la porta.
“Signorina Greengrass –” sussurrò una figura indistinta, coperta da vesti argentee.
Daphne gridò e sbatté la porta ed estrasse la bacchetta e si girò per correre via.
“Aspetta!” gridò la voce, ora più acuta e più forte.
Daphne si fermò. Non era possibile che fosse colui che sembrava essere.
Lentamente, Daphne si girò, e aprì nuovamente la porta.
Tu!” disse Daphne con grande meraviglia, quando vide il volto sotto il cappuccio. “Pensavo tu fossi –”
“Ritorno da te ora”, disse la figura in vesti argentee con una voce forte, “all’inizio del –”
Che ci fai nella mia camera da letto?” strillò Daphne.
“Ho sentito che puoi lanciare la forma nebbiosa dell’Incantesimo Patronus. Posso vederla?”
Daphne rimase a fissare, e poi il suo sangue iniziò ad ardere. “Perché?” disse, tenendo la sua bacchetta puntata. “In modo che tu possa uccidere tutti quelli dentro Serpeverde che sono in grado di lanciare incantesimi indegni di un Serpeverde? Sappiamo tutti chi ha fatto uccidere Hermione!”
La voce della figura salì di volume. “Ho testimoniato sotto Veritaserum che ho cercato di aiutare la signorina Granger! Stavo davvero cercando di aiutarla, quando ho afferrato la sua mano sul tetto, quando l’ho aiutata ad alzarsi da terra –”
Daphne mantenne la bacchetta puntata. “Come se tuo padre non potesse manomettere le registrazioni degli Auror, se volesse! Non sono nata ieri, signor Malfoy!
Lentamente, come per non causare spavento, la figura in vesti argentee estrasse una bacchetta dal proprio abito. La mano di Daphne si irrigidì sulla propria, ma poi ella riconobbe la posizione delle dita sulla bacchetta, la posa che la figura stava assumendo, e inspirò stupefatta –
Expecto Patronum!
Luce argentea guizzò dall’estremità della bacchetta – e si condensò, formando uno splendente serpente che sembrò attorcigliarsi nell’aria come per farvi il nido.
Ella rimase semplicemente a bocca aperta.
“Ho davvero cercato di aiutare Hermione Granger”, Draco Malfoy disse con voce piana. “Perché sapevo che la malattia che corrompe il cuore di Casa di Serpeverde, la ragione per cui così tanti tra noi non possono più lanciare l’Incantesimo Patronus, è l’odio. L’odio per i Nati babbani, o semplicemente per tutti. La gente pensa che questo sia tutto ciò in cui consiste ora Serpeverde, non scaltrezza e ambizione od onorevole nobiltà. E persino io so, perché è ovvio se solo la guardavi, che Hermione Granger non era debole quanto a magia”.
La mente di Daphne si era completamente svuotata. I suoi occhi guizzarono nervosamente attorno a lei, solo per controllare che non vi fosse sangue che scorreva da sotto le porte, come l’ultima volta che Qualcosa si era Rotto.
“E ho anche compreso”, disse sommessamente Draco Malfoy, mentre il serpente d’argento continuava a brillare di luce inconfondibile e calore umano, “che Hermione Granger non ha mai davvero cercato di uccidermi. Forse è stata oggetto di un Incantesimo del Falso Ricordo, forse è stata soggetta a Legilimanzia, ma ora che è stata assassinata, è ovvio che la signorina Granger era il bersaglio sin dall’inizio, quando qualcuno ha cercato di incastrarla per avermi assassinato –”
“M-ma-ma capisci quello che stai dicendo?” La voce di Daphne si incrinò. Se Lucius Malfoy avesse udito il proprio erede dire quella cosa – avrebbe scuoiato Draco e l’avrebbe trasformato in un paio di pantaloni!
Draco Malfoy sorrise, le vesti metalliche baluginavano alla luce del suo Patronus completamente corporeo; era un sorriso sia arrogante sia pericoloso, come se essere trasformato in un paio di pantaloni di pelle fosse al di sotto delle sue preoccupazioni. “Sì”, disse Draco, “ma ora non importa. Casa Malfoy sta restituendo il denaro di Casa Potter e cancellando il debito”.
Daphne avanzò verso il proprio letto e poi vi cadde sopra, sperando di potersi risvegliare dal sogno una volta nel letto.
“Vorrei che tu ti unissi alla cospirazione”, disse la figura con le vesti splendenti. “Tutti quelli dentro Serpeverde che possono lanciare l’Incantesimo Patronus, e tutti quelli che possono imparare. È così che sapremo che ci possiamo fidare l’uno dell’altro, quando i Serpeverde d’Argento si incontreranno”. Con un gesto plateale, Draco Malfoy gettò all’indietro il suo cappuccio. “Ma non funzionerà senza di te, Daphne Greengrass. Senza di te e la tua famiglia. Tua madre negozierà con mio Padre, ma mi piacerebbe che i Greengrass sentissero la proposta da te, prima”. La voce di Draco Malfoy si abbassò cupamente. “C’è molto di cui dobbiamo parlare, prima di cenare”.

Apparentemente, Harry Potter si era abituato a essere invisibile; avevano intravisto la sua mano solo brevemente, quando aveva porto loro la lista, scritta su di una strana non-pergamena. Harry aveva spiegato che, tutto considerato, non pensava davvero che fosse astuto che lui fosse trovabile eccetto in occasioni speciali, quindi da quel momento in poi avrebbe trattato con le persone come un’incorporea voce fluttuante, o come una brillante luce d’argento che si nascondeva dietro gli angoli dove nessuno poteva vederla, e che avrebbe sempre potuto trovare i suoi amici indipendentemente da dove cercassero di nascondersi. Era, in tutta onestà, una delle cose più repellenti che Fred e George avessero mai udito, in una vita che aveva compreso riempire le scarpe di ogni studente Serpeverde del secondo anno di millepiedi Trasfigurati vivi. Fred e George pensavano che questo non potesse essere un bene per la sanità mentale di nessuno, ma non sapevano cosa dire. Non si poteva negare, l’avevano visto con i loro quattro occhi, che Hogwarts…
… non fosse sicuro…
“Non so da chi siate andati per l’Incantesimo del Falso Ricordo su Rita Skeeter”, disse la voce senza origine di Harry Potter. “Chiunque sia… probabilmente non sarà in grado di evadere quest’ordine direttamente, ma potrebbe conoscere qualcuno che può ottenere queste cose dal mondo babbano. E – so che potrebbe costare di più, ma il minor numero possibile di persone dovrebbe sapere che Harry Potter è collegato a questa cosa”. Un’altra immagine fugace della mano di un piccolo ragazzo, e una borsa colpì terra con un rumore tintinnante. “Alcuni di questi oggetti sono costosi persino nel mondo babbano, e il vostro contatto potrebbe dover andare fuori dalla Gran Bretagna; ma cento galeoni saranno sufficienti per pagare tutto, spero. Vi direi da dove provengono i galeoni, ma non voglio rovinare la sorpresa di domani”.
“Cosa è questa roba?” disse Fred o George, mentre esaminavano la lista. “Nostro padre è un esperto di cose babbane –”
“– e noi non riconosciamo metà di questa roba –”
“– beh, non riconosciamo niente di tutto questo –”
“– cosa stai progettando di fare?
“Le cose si sono fatte serie”, disse sommessamente la voce di Harry. “Non so cosa dovrò fare. Potrei aver bisogno del potere dei Babbani, non solo dei maghi, prima che tutto ciò abbia fine – e potrei averne bisogno subito, senza il tempo per prepararmi. Non sto progettando di usare nulla di tutto questo. Voglio solo averlo a portata di mano in caso di… necessità”. La voce di Harry fece una pausa. “Ovviamente vi devo più di quanto potrò mai ripagarvi e voi non mi permettete di darvi nulla di ciò che vi meritate, non so neppure come ringraziarvi adeguatamente, e tutto quello che posso fare è sperare che un giorno quando sarete più grandi sarete più saggi riguardo tutta questa faccenda e per favore prendete un dieci percento di commissione –”
“Stai zitto, tu”, disse George o Fred.
“Per l’amor di dio, avete attaccato un troll per me e Fred si è rotto le costole!”
Entrambi si limitarono a scuotere le teste. Harry era rimasto quando gli avevano detto di scappare, e si era fatto avanti per distrarre il troll dal mangiare George. Harry era il genere di persona, essi sapevano, che avrebbe pensato che una cosa simile non ripagava ciò che egli doveva ai gemelli Weasley, che le sue azioni non erano appropriatamente commisurate. Ma ciò che i Weasley sapevano, e che Harry non avrebbe capito fino a che non fosse stato più grande, era che questo significava che nulla era dovuto, o sarebbe mai potuto essere dovuto tra di loro. Era una strana forma di egoismo, pensavano, che Harry potesse comprendere la gentilezza dentro di sé – non pensando mai di esigere denaro da chiunque egli avesse aiutato più di quanto fosse stato aiutato, o di dichiararlo un debito – mentre era apparentemente incapace di concepire che altri potessero voler agire allo stesso modo verso di lui.
“Ricordatemi di comprarvi una copia del romanzo babbano La rivolta di Atlante”, disse la voce senza origine. “Sto iniziando a capire che genere di persona potrebbe beneficiare della sua lettura”.

Lunedì, 20 aprile, 19:00

Avvenne senza alcun intervento o segnale dalla Tavola d’onore, quando gli studenti ebbero terminato sottotono la loro cena; avvenne senza che fosse chiesto alcun permesso o alcuna scusa ai Professori o al Preside.
Poco dopo che i piatti del dolce furono comparsi, uno studente si alzò dalla tavolata Serpeverde e si fece strada con calma, non in avanti verso la Tavola d’onore, ma verso il lato opposto delle Quattro Tavolate di Hogwarts. Qualche sussurro nacque alla vista dei capelli corti bianco-biondi, mentre Draco Malfoy rimase là, rimirando silenziosamente tutta Hogwarts. Draco Malfoy non aveva detto quasi nulla sin dal suo ritorno a sorpresa. I Serpeverde non si erano abbassati né a confermare né a negare che fosse tornato perché, con Hermione Granger morta per mano della sua famiglia, egli non aveva più nulla da temere.
Poi Draco Malfoy prese un cucchiaio in una mano, e un bicchiere d’acqua nell’altra, e iniziò a battere, producendo un chiaro suono tintinnante.
Ting.
Ting.
Ting.
Inizialmente questo causò altro chiacchiericcio eccitato. Alla Tavola d’onore, i vari Professori guardarono con perplessità verso il Preside nella sua grande sedia, ma il Preside non diede alcun segno, e così il corpo insegnanti non fece nulla.
Draco Malfoy continuò a battere il cucchiaio sul bicchiere, finché la stanza non rimase silenziosa, e in attesa.
Allora un altro studente si alzò dalla tavola Corvonero, e si fece strada verso il punto in cui era Draco Malfoy, girandosi a guardare Hogwarts al suo fianco. Respiri furono trattenuti per la sorpresa; quei due sarebbero dovuti essere i più acerrimi nemici, ormai –
“Io, e mio Padre, il Lord della Nobile e Antichissima Casa di Malfoy”, disse Draco Malfoy con voce chiara, “siamo giunti a comprendere che ci sono forze maligne in azione dentro Hogwarts. Che queste forze maligne intendevano fare del male a Hermione Granger. Che Hermione Granger è stata forse costretta, contro la sua volontà, a sollevare la sua mano contro la nostra Casa; o forse lei e io siamo stati entrambi vittima dell’Incantesimo di Memoria. Ora noi diciamo che chiunque abbia osato usare in questo modo l’erede di Malfoy, è il nemico di Casa Malfoy, sul quale noi avremo la nostra vendetta. E che affinché l’onore sia tutelato, abbiamo restituito tutto il denaro preso a Casa Potter, e cancellato ogni debito”.
Allora Harry Potter parlò. “Casa Potter riconosce che è stato un errore sincero, e non mantiene alcuna ostilità per Casa Malfoy. Crediamo e affermiamo pubblicamente che Casa Malfoy non è responsabile della morte di Hermione Granger. Chiunque abbia fatto del male a Hermione Granger è il nemico di Casa Potter, sul quale noi avremo la nostra vendetta. Entrambi”.
Poi Harry Potter iniziò a ritornare alla tavola Corvonero, e il chiacchiericcio di un disorientamento puro e totale che frantumava la realtà iniziò a esplodere –
Draco Malfoy riprese a battere il cucchiaio contro il bicchiere d’acqua, creando un chiaro scampanellio tintinnante.
Ting.
Ting.
Ting.
E altri studenti si alzarono, da altre tavole, si fecero strada verso dove si trovava Draco Malfoy, disponendosi al suo fianco, o dietro di lui, o davanti a lui.
Vi fu un silenzio terrorizzato nella Sala Grande, una sensazione che il mondo si stesse spostando, che i Poteri si stessero riallineando, quasi tangibili nell’aria.
“Mio padre, Owen Greengrass, col consenso e il pieno sostegno di mia madre, la Lady della Nobile e Antichissima Casa di Greengrass”, parlò Daphne Greengrass.
“E il mio avo, Charles, della Casa di Nott”, disse l’ex-luogotenente Nott, una volta Theodore del Caos, ora in piedi dietro Draco Malfoy.
“E la mia prozia, Amelia, della Casa di Bones, anche Direttrice del Dipartimento per l’Applicazione della Legge Magica”, disse Susan Bones, che stava di fianco a Daphne Greengrass, accanto alla quale aveva combattuto.
“E mia nonna, Augusta, della Nobile e Antichissima Casa di Longbottom”, disse Neville Longbottom, che era ritornato proprio per quella notte.
“E mio padre, Lucius, il Lord Malfoy, della Nobile e Antichissima Casa di Malfoy!”
“Che insieme ad Alanna Howe costituiscono una maggioranza del Consiglio Direttivo di Hogwarts!” disse con chiarezza Daphne Greengrass. “Hanno, per garantire la sicurezza di tutti gli studenti, inclusi i loro stessi figli, promulgato i seguenti Decreti Educativi per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!”

“Primo!” disse Daphne. Daphne stava cercando di tenere sotto controllo il proprio tremore, mentre fronteggiava le Quattro Case alla prima linea dei cinque. Era solo fino a quel punto che le lezioni di discorso in pubblico potevano sorreggerla. Gli occhi di Daphne saettarono rapidamente in basso verso la sua mano, sulla quale, scritti con una piuma d’oca in uno sbiadito inchiostro rosso, erano riportati gli spunti delle sue battute. “Gli studenti hanno l’obbligo di non andare da nessuna parte da soli, neppure ai bagni! Viaggerete in gruppi di almeno tre persone, e ciascun gruppo deve avere uno studente del sesto o del settimo anno!”
“Secondo!” disse Susan Bones da dietro di lei, la sua voce quasi salda. “Per garantire ulteriormente la sicurezza degli studenti, nove Auror sono stati inviati a Hogwarts per formare una Forza di Protezione Ausiliaria!” Susan prese un piccolo oggetto di vetro rotondo da sotto le proprie vesti, uno dei comunicatori che il dalm usava, che era stato dato a tutti loro. Susan lo portò alla bocca e disse, la sua voce ora più alta, “Auror Brodski, qui Susan Bones. Entrate!
Le porte della Sala si aprirono di colpo, ed entrarono marciando nove Auror nell’equipaggiamento di cuoio rinforzato che usavano quando erano in servizio. Subito si divisero, due Auror che assumevano posizione a ciascuno dei quattro tavoli, e l’ultimo che si mise di guardia alla Tavola d’onore. Ci furono altri gemiti.
“Terzo!” disse Draco Malfoy, la sua voce autorevole. Apparentemente Malfoy aveva memorizzato le sue battute, poiché non c’era nulla di scritto sulla sua mano che Daphne potesse vedere. “Dinanzi a un nemico comune che non si tira indietro di fronte all’uccisione di studenti di qualsiasi Casa, le quattro Case di Hogwarts devono unirsi e agire come un tutt’uno! Per rimarcare ciò, il sistema dei punti-Casa è temporaneamente sospeso! Tutti i Professori incoraggeranno la solidarietà tra le Case, per decreto del Consiglio Direttivo di Hogwarts!”
“Quarto!” recitò Neville Longbottom. “Tutti gli studenti non partecipano ancora alle lezioni dopo-scuola del Professore di Difesa riceveranno un addestramento speciale in auto-difesa da istruttori Auror!”
“Quinto!” gridò Theodore Nott in tono minaccioso. “Ogni combattimento nei corridoi o ovunque fuori dalle lezioni di Difesa sarà trattato con estrema severità! Combattete insieme o non combattete affatto!”
“Sesto!” disse Daphne Greengrass, e fece un respiro profondo. Quando aveva scoperto cosa si progettava di fare, aveva avanzato la propria richiesta extra a sua Madre attraverso la Metropolvere. Anche con l’accordo raggiunto tra Lucius Malfoy e Amelia Bones – un pensiero che la sua mente aveva ancora difficoltà ad afferrare – il voto oscillante dei Greengrass era stato comunque vitale, poiché Jugson e la sua fazione si erano rifiutati di appoggiare Malfoy. Per non parlare del fatto che Bones non si fidava di Malfoy, e Malfoy non si fidava di Bones. Allora sua Madre aveva preteso, e i Greengrass avevano ottenuto – “Poiché degli Incantesimi di Memoria sono stati usati su studenti senza che far scattare le protezioni, è possibile che qualcuno nel corpo insegnanti di Hogwarts sia coinvolto. Per tale motivo! La Forza di Protezione Ausiliaria riporta direttamente a mio padre, Lord Greengrass!” E questa parte era solo simbolica, ella lo sapeva, non c’era alcuna ragione per cui qualcuno non avrebbe semplicemente contattato direttamente gli Auror; ma si sarebbe potuto trasformare in qualcosa di più, un giorno, ed era per questo che aveva chiesto a sua Madre di pretenderlo – “E se qualcuno vuole riferire qualcosa ai Protettori Ausiliari, può parlare agli Auror, o passare attraverso di me –” Il braccio di Daphne fece un ampio gesto dietro di lei per indicare gli studenti riuniti. “Il debitamente nominato Presidente del Comitato Speciale di Protezione Ausiliare!”
E Daphne fece una pausa drammatica. Si erano tutti ripassati quella parte.
“Non sappiamo chi il nemico sia”, disse Neville, la cui voce non squittì.
“Non sappiamo cosa il nemico voglia”, disse Theodore, sembrando ancora minaccioso.
“Ma sappiamo chi il nemico sta attaccando”, disse Susan, impetuosa come quando aveva affrontato tre studenti del settimo anno.
“Il nemico sta attaccando gli studenti di Hogwarts”, disse Draco Malfoy, chiaro e autorevole, come se tutto quello fosse il suo elemento naturale.
“E Hogwarts”, disse Daphne di Greengrass, sentendo il proprio sangue ardere come mai prima in vita sua, “ha intenzione di reagire”.

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