Categorizzare ha delle conseguenze

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky
19 Febbraio 2008

Tra le molte variazioni genetiche e mutazioni che porti nel tuo genoma, ci sono alcuni alleli di cui probabilmente hai sentito parlare — compresi quelli che determinano il tuo gruppo sanguigno: la presenza o l’assenza degli antigeni A, B e +. Se ricevi una trasfusione di sangue che contiene antigeni che tu non hai, questa scatenerà una reazione allergica. È stata la scoperta di questo fatto da parte di Karl Landsteiner, e il metodo per verificare la compatibilità dei gruppi sanguigni, che ha reso possibili le trasfusioni di sangue senza uccidere il paziente. (Premio Nobel per la medicina nel 1930). Inoltre, se una madre con (ad esempio) gruppo sanguigno A partorisce un figlio con gruppo A+, la madre può avere una reazione allergica all’antigene +; se avrà un altro figlio con gruppo A+, il figlio può essere in pericolo, a meno che la madre non prenda degli immunosoppressori durante la gravidanza. Così la gente controlla il proprio gruppo sanguigno prima di sposarsi.

Oh, e anche: le persone con gruppo A sono aperte e creative mentre quelle con gruppo B sono allegre e vivaci. Le persone di gruppo 0 sono cordiali e socievoli, mentre le persone con gruppo AB sono fredde e controllate. (Uno penserebbe che 0 dovrebbe essere l’assenza di A e B, mentre AB dovrebbe essere semplicemente A più B, ma no…) Tutto questo, secondo la teoria giapponese dei gruppi sanguigni e personalità. Parrebbe che il gruppo sanguigno abbia in Giappone il ruolo che in occidente è attribuito ai segni astrologici, fino agli oroscopi per gruppo sanguigno sui quotidiani.

Questa mania è particolarmente strana perché i gruppi sanguigni non sono mai stati misteriosi, né in Giappone né altrove. Noi sappiamo dell’esistenza dei gruppi sanguigni solo grazie a Karl Landsteiner. Nessuno stregone mistico, nessun venerabile sciamano ha mai detto una parola sui gruppi sanguigni; non ci sono antichi e polverosi rotoli per ammantare l’errore in un’aura di antichità. Se la professione medica sostenesse domani che è stata tutta una colossale beffa, noi uomini della strada non avremmo il minimo straccio di evidenza dai nostri sensi per contraddirla.

Non c’è mai stata una guerra tra gruppi sanguigni. Non c’è mai stato nemmeno un conflitto politico tra i gruppi sanguigni. Gli stereotipi devono essere nati esclusivamente dalla mera esistenza delle etichette.

Ora, qualcuno farà notare che questa è una storia relativa alla categorizzazione di esseri umani. Può succedere la stessa cosa se categorizziamo piante, rocce o mobili per ufficio? Non ricordo di aver letto di un simile esperimento ma, naturalmente, questo non significa che non sia stato fatto. (Mi aspetterei che la difficoltà principale nell’organizzare un esperimento simile sarebbe nel trovare un protocollo che non induca i soggetti a pensare che, dato che ti viene fornita l’etichetta, questa dev’essere in qualche modo significativa). E così, anche se non voglio basarmi su un’evidenza immaginaria, prevederei un risultato positivo per l’esperimento: mi aspetterei che il puro fatto di etichettare abbia potere su tutte le cose, almeno nell’immaginazione umana.

Possiamo vederlo in termini di gruppi di similitudine: quando disegni un confine intorno a un gruppo, la mente comincia a raccogliere similarità dal gruppo. E sfortunatamente il sistema umano di riconoscimento di schemi, sembra funzionare in maniera così frenetica che vediamo schemi, che ci siano o no; una correlazione debolmente negativa può essere presa per una fortemente positiva, usando un minimo di memoria selettiva.

Possiamo vederlo in termini di algoritmi neurali: creare un nome per un insieme di cose equivale ad allocare una sub-rete per trovarvi schemi.

Possiamo vederlo in termini di una fallacia di compressione: le cose a cui viene dato lo stesso nome finiscono ammucchiate nello stesso contenitore mentale, mescolandole insieme nello stesso punto sulla mappa.

Oppure possiamo vederlo in termini dell’infinita abilità umana di inventare cose dal niente e crederci perché nessuno può dimostrare che è sbagliato. Non appena nomini la categoria, puoi cominciare a inventare cose che la riguardano. La cosa nominata non ha bisogno di essere percepibile; non ha bisogno di esistere; non ha nemmeno bisogno di essere coerente.

E no, non è solo il Giappone: qui in occidente è diventato un bestseller un libro su una dieta basata sui gruppi sanguigni chiamato Eat Right 4 Your Type.

Comunque la guardi, tracciare un confine nello spazio delle cose non è un atto neutro. Forse un’IA progettata in modo più pulito, più puramente bayesiana, potrebbe considerare una classe arbitraria e non esserne influenzata. Ma tu, un umano, non hai questa opzione. Le categorie non sono cose statiche nel contesto del cervello umano; non appena le pensi, esercitano una forza sulla tua mente. Una ragione in più per non credere che puoi definire una parola come preferisci.

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