Focalizzare l’incertezza

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky
05 Agosto 2007

Il rendimento dei titoli aumenterà, diminuirà o resterà stabile? Se sei un opinionista televisivo e il tuo compito è spiegare il risultato dopo il fatto, non hai motivo di preoccuparti. Non importa quale delle tre possibilità si verifichi, potrai sempre spiegare come la cosa sia perfettamente prevista dalla tua teoria economica preferita. Non c’è alcun motivo di pensare a queste tre possibilità come opposte l’una all’altra, come mutuamente esclusive, perché indipendentemente da quale si verifichi tu potrai comunque passare a pieni voti il tuo esame da “esperto”.

Aspetta! Supponiamo che tu sia un opinionista novellino, e tu non abbia ancora abbastanza esperienza per inventare al volo spiegazioni plausibili. Hai bisogno di preparare in anticipo un commento per la trasmissione di domani e hai a disposizione un tempo limitato. In questo caso sarebbe utile sapere quale risultato si verificherà effettivamente – se il rendimento andrà su, giù o resterà uguale – perché allora potresti limitarti a inventare una sola giustificazione.

Ahimè, nessuno può prevedere il futuro. Cosa puoi fare? Certamente non puoi usare le “probabilità”. Tutti noi sappiamo dalla scuola che le “probabilità” sono dei numerini che compaiono a fianco di un problema espresso a parole, e qui non ci sono numerini. Peggio ancora, tu ti senti insicuro. Non ricordi di esserti sentito insicuro quando manipolavi i numerini di un problema scolastico. Le classi di matematica al liceo sono posti ordinati e puliti, quindi la matematica stessa non si può applicare a situazioni reali che non sono pulite e ordinate. Non vuoi per sbaglio trasferire modalità di pensiero da un contesto all’altro in modo inappropriato. Chiaramente, questa non è una questione di “probabilità”.

Nondimeno, hai solo 100 minuti per preparare la tua giustificazione. Non puoi spendere tutti i tuoi 100 minuti per “su”, e anche spendere 100 minuti per “giù”, e altri 100 per “uguale”. In qualche modo devi definire delle priorità.

Se tu dovessi giustificare il tempo che hai speso a un comitato di revisione, dovresti spendere lo stesso tempo per ciascuna delle possibilità. Dato che non ci sono numerini scritti da nessuna parte, non avresti la documentazione necessaria per giustificare la spesa di diverse quantità di tempo. Ti sembra quasi di sentirli: E perché mai, Mr. Finkledinger, lei ha speso esattamente 42 minuti sulla giustificazione #3? Perché non 41 minuti, o 43? Deve ammetterlo – lei non è obiettivo! Ha fatto dei favoritismi soggettivi!

Ma, realizzi con un piccolo senso di sollievo, non c’è nessun comitato di revisione che possa sgridarti. Questo è bene, perché domani ci sarà un annuncio importante della Federal Reserve, e sembra improbabile che il prezzo dei titoli rimanga uguale. Non vuoi spendere 33 preziosi minuti su una giustificazione che non ti aspetti che possa servirti.

La tua mente continua a tornare alle spiegazioni che usi in televisione, di come ogni evento si adatti in modo plausibile alla tua teoria economica. Ma diventa rapidamente chiaro che la plausibilità non ti può aiutare in questo caso – tutti e tre gli eventi sono plausibili. L’adattabilità alla tua teoria preferita non ti può dire come dividere il tuo tempo. C’è un abisso incolmabile tra i tuoi 100 minuti, che si conservano, e la tua abilità di spiegare come un risultato si inquadra nella tua teoria, che è illimitata.

Eppure… anche nel tuo stato mentale di incertezza, sembra che tu preveda i tre eventi in modo differente; che tu ti aspetti di aver bisogno di una giustificazione più che delle altre. E – questa è la parte affascinante – quando pensi a qualcosa che fa sembrare più probabile che i tassi salgano, senti come meno probabile la necessità di una giustificazione per i casi in cui il tasso cala o resta uguale.

Sembra quasi che ci sia una relazione tra quanto ti aspetti ciascuno dei tre risultati e quanto tempo sei disposto a spendere a preparare una giustificazione. Ovviamente la relazione non può essere quantificata. Tu hai 100 minuti per preparare il tuo discorso, ma non c’è 100 di niente da dividere in questa faccenda dell’aspettativa. (Sebbene ti rendi conto che, se capita un particolare evento, allora la tua funzione di utilità è logaritmica rispetto al tempo impiegato per preparare la giustificazione.)

Però la tua mente continua a tornare all’idea che l’aspettativa è limitata, a differenza dalla giustificabilità, ma come il tempo per preparare le giustificazioni. Forse l’aspettativa dovrebbe essere trattata come una risorsa conservata, come il denaro. Il tuo primo impulso è di cercare di ottenere più aspettativa, ma ti rendi conto subito che se anche avessi più aspettativa, non avresti più tempo per preparare le giustificazioni. No, l’unica possibilità è di suddividere la tua scorta limitata di aspettativa nel modo migliore possibile.

Sei abbastanza sicuro che non ti hanno insegnato niente del genere nel corso di statistica. Non ti hanno detto cosa fare quando ti senti così terribilmente indeciso. Non ti hanno detto cosa fare quando nessuno ti fornisce quei numeretti. Beh, anche se tu cercassi di usare dei numeri, potresti trovarti a usare qualsiasi tipo di numero – non c’è nessun indizio sul tipo di matematica da usare, ammesso che tu debba usare la matematica! Forse ti troverai a usare coppie di numeri, numeri destri e sinistri, che potresti chiamare DS… o chissà che altro? (Anche se hai solo 100 minuti da spendere per preparare le giustificazioni).

Se solo ci fosse un’arte per focalizzare la tua incertezza – per infilare quanta aspettativa possibile in quell’evento che accadrà effettivamente!

Ma come potremmo chiamare un’arte del genere? E quali potrebbero essere le sue regole?

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