La virtù della ristrettezza

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky
07 Agosto 2007

Ciò che è vero di una mela può non essere vero di un’altra mela. Quindi può essere detto di più di una singola mela che di tutte le mele nel mondo.
Le Dodici Virtù Della Razionalità

All’interno delle proprie professioni, le persone comprendono l’importanza dell’essere specifici: un meccanico conosce la differenza tra un carburatore e un radiatore, e non pensa ad entrambi come “parti d’automobile”. Un cacciatore-raccoglitore conosce la differenza tra un leone e una pantera. L’addetto alle pulizie non lava il pavimento con il detersivo per vetri, anche se le due bottiglie possono sembrare simili a chi non sia un esperto nell’arte.

Al di fuori delle proprie professioni, invece, le persone spesso commettono l’errore di allargare il senso di una parola al massimo, per coprire quanto più territorio possibile. Non è forse più glorioso, saggio, impressionante, parlare di tutte le mele del mondo? Quanto più nobile dev’essere spiegare il pensiero umano in generale, senza essere distratti da questioni minori, ad esempio come gli umani inventano tecniche per risolvere il Cubo di Rubik. In effetti sembra poco necessario considerare del tutto questioni specifiche; una teoria generale non è di per sé un risultato sufficientemente grande?

È la Via del curioso, raccogliere un ciottolo tra un milione di ciottoli sulla spiaggia e vederci qualcosa di nuovo di interessante, qualcosa di diverso. Tu chiami questi ciottoli “diamanti” e ti chiedi cosa abbiano di speciale – quali qualità intrinseche possano avere in comune, oltre al luccichio che hai notato all’inizio. E arrivano altri che dicono: “Perché non chiamare diamante anche questo ciottolo? E questo, e questo?” Sono entusiasti, e benintenzionati. Sembra poco democratico ed esclusivista ed elitista e non olistico chiamare alcuni ciottoli “diamanti”, e non altri. Sembra… ristrettezza mentale se mi perdoni il termine. È poco aperto, onnicomprensivo, comunitario.

Puoi pensare che sia poetico dare a una parola molti significati, e diffondere connotazioni tutto attorno. Ma persino i poeti, se sono buoni poeti, devono imparare a vedere il mondo con precisione. Non è sufficiente comparare l’amore a un fiore. L’amore geloso, ardente e non corrisposto non è la stessa cosa dell’amore di una coppia sposata per decenni. Se vuoi un fiore che simboleggi l’amore geloso devi andare in giardino, guardare, e fare sottili distinzioni – cerca un fiore dal profumo penetrante, di color brillante e con le spine. Persino se la tua intenzione è di sfumare i significati e imprimere connotazioni, devi comunque avere un’idea precisa di quali significati intendi sfumare e connotare.

È parte necessaria dell’arte del razionalista – o anche dell’arte del poeta! – saper stringere la focalizzazione ai ciottoli anomali che possiedono una qualche qualità particolare. E guardare ai dettagli che questi ciottoli – e solo questi! – condividono tra loro. Questo non è un peccato.

È perfettamente corretto che un moderno biologo evoluzionista possa spiegare solo le caratteristiche delle creature viventi, e non l'”evoluzione” delle stelle o l'”evoluzione” della tecnologia. Ahimè, ci sono anime sfortunate che usano la stessa parola “evoluzione” per riferirsi alle caratteristiche sviluppate per selezione naturale dalla vita replicante e la struttura completamente accidentale delle stelle e la struttura sviluppata intelligentemente della tecnologia. E, come tutti sappiamo, se la gente usa la stessa parola, dev’essere la stessa cosa. Devi quindi automaticamente generalizzare alla tecnologia qualsiasi cosa credi di sapere sull’evoluzione biologica. Chiunque ti dica il contrario dev’essere un inutile pignolo. Non è assolutamente possibile che la tua abissale ignoranza delle teorie evoluzionistiche moderne sia così totale da impedirti di vedere la differenza tra un carburatore e un radiatore. È impensabile. No, è l’altro tipo – sai, quello che ha studiato la matematica – che è semplicemente troppo tonto per vedere la connessione.

E cosa può essere più virtuoso che vedere le connessioni? Certamente i più saggi tra gli esseri umani sono i guru della New Age che dicono: “Tutto è connesso con ogni altra cosa.” Se ti capita di dire questo ad alta voce, dovresti fare una pausa, così che tutti possano riprendersi dallo shock provocato da questa Profonda Saggezza.

Esiste una relazione banale tra un grafo e il suo complemento. Un grafo completamente connesso, in cui esiste un arco tra ogni coppia di nodi, contiene la stessa quantità di informazione di un grafo senza nessun arco. I grafi importanti sono quelli in cui alcune cose non sono connesse ad alcune altre.

Quando i profani cercano di essere profondi, prospettano infiniti confronti verbali tra questo argomento e quello che è proprio come quell’altro, che è come questo; finché il loro grafo è completamente connesso e quindi anche totalmente inutile. Il rimedio è dato dalle conoscenze specifiche e dallo studio in profondità. Quando capisci le cose in dettaglio, puoi renderti conto di come non sono simili, e puoi cominciare allegramente a sottrarre archi dal tuo grafo.

Allo stesso modo, le categorie importanti sono quelle che non contengono tutto quello che c’è nell’universo. Le ipotesi sensate possono spiegare solo alcuni possibili risultati, e non altri.

Va benissimo che Isaac Newton abbia spiegato solo la gravità, solo il modo in cui le cose cadono per terra – e come i pianeti orbitano intorno al sole e come la luna generi le maree – ma non il ruolo del denaro nelle società umane o come il cuore pompa il sangue. Ironizzare sulla ristrettezza ricorda abbastanza quegli antichi greci che pensavano che uscirsene per guardare effettivamente le cose fosse lavoro manuale, e il lavoro manuale roba da schiavi.

Come dice Platone (in La Repubblica, Libro VII):

“… se uno osservasse a testa in su le decorazioni di un soffitto e imparasse qualcosa, tu penseresti che egli guarda con l’intelletto e non con gli occhi. Forse però hai ragione tu, e io sono uno sciocco. Infatti non riesco a credere che un’altra scienza spinga l’anima a guardare in alto, se non quella che concerne l’essere invisibile; e se uno cerca di acquisire qualche cognizione sugli oggetti sensibili, che stia a bocca aperta verso l’alto o piegato verso il basso, affermo che non potrà mai imparare, perché di cose simili non esiste scienza, e la sua anima non guarda in alto ma in basso, anche se studiasse supino, disteso per terra o nuotando in mare”

Molti oggi fanno un errore simile, e pensano che i concetti ristretti siano bassi, volgari e poco filosofici come, per dire, alzarsi e guardare le cose – un’attività adatta solo alle classi inferiori. Ma i razionalisti – e anche i poeti – hanno bisogno di parole ben definite per esprimere pensieri precisi; hanno bisogno di categorie che includano solo alcune cose ed escludano altre. Non c’è nulla di sbagliato nel focalizzare la mente, restringere le categorie, escludere possibilità e affilare le tue affermazioni. Davvero, non c’è niente di male! Se rendi le tue parole troppo ampie, ti ritrovi con qualcosa che non solo non è vero, ma non è neanche buona poesia.

E NON FATEMI PARLARE della gente che pensa che Wikipedia sia un'”Intelligenza Artificiale”, l’invenzione dell’LSD sia una “Singolarità” o che le multinazionali siano “superintelligenti”!

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