Capitolo 116 Conseguenze, qualcosa da proteggere

Articolo originale
Eliezer Yudkowsky

In un primo momento Anna era stata soddisfatta di vedere la finale della Coppa di Quidditch proseguire così a lungo – in quanto Grifondoro era una spettatrice della Coppa delle Case, Grifondoro non l’avrebbe mai vinta. Al contrario, la Coppa del Mondo di Quidditch dell’anno precedente, per la quale la sua famiglia aveva acquistato biglietti molto costosi, era finita in dieci minuti, cosa piuttosto terribile. Le partite di Quidditch moderne erano diventate troppo brevi, il Boccino veniva catturato troppo in fretta. Era un problema ampiamente discusso tra gli appassionati: gli incantesimi dei manici di scopa erano progrediti, mentre il Boccino era rimasto alla stessa velocità regolamentare, con il risultato che le partite di Quidditch erano diventate sempre più brevi. A livelli professionistici lo sport del Quidditch si era ridotto a una gara a chi avesse i fondi maggiori per comprare i manici da corsa sperimentali per il proprio Cercatore, mentre il resto dei giocatori avrebbero potuto anche restare a guardare dalle tribune.
Tutti sapevano che qualcosa andava fatto, la situazione era andata peggiorando per secoli e adesso era intollerabile. Ma il Comitato per il Quidditch della Confederazione Internazionale dei Maghi era impantanato a causa della solita acrimonia della cim, controversie urlate tra tedeschi e bulgari, e in qualche modo nessuno poteva accordarsi su come aggiustare di preciso le regole. Per Anna la via giusta sembrava scontata, bastava rendere il Boccino abbastanza veloce da ritornare alle partite di quattro o cinque ore del primo Ottocento e all’Età d’Oro del Quidditch. Tranne che i belgi pensavano che la durata di una partita professionistica dovesse essere di due ore come durante La Belle Époque, quando il Belgio aveva dominato il Quidditch, e quei folli degli italiani volevano tornare alle partite di Quidditch del xiv secolo, della durata di una settimana, e gli ancora più folli puristi del sangue della Gran Bretagna continuavano a enfatizzare l’occasionale partita di Quidditch della durata di un giorno come se fosse la prova che i manici di scopa non potevano essere migliorati davvero, poiché tutto era stato meglio ai vecchi tempi il che non era il modo in cui l’Interdetto di Merlino funzionava.
Era al cento per cento dalla parte di Harry Potter, era giunto il momento che Hogwarts si lasciasse alle spalle quei lentoni balbettanti e cambiasse le regole e basta, a cominciare da qui e ora. Ma non eliminando il Boccino, sarebbe stato come tornare indietro fino al Kwidditch dell’xi secolo. Non importava se la preside Tassofrasso avesse introdotto quell’innovazione perché uno dei suoi studenti aveva voluto giocare a quel gioco, ma non era stato adatto ai soliti ruoli. I Boccini avevano preso piede a livello internazionale perché era più emozionante quando il gioco poteva sempre terminare il prossimo minuto.
Anna aveva argomentato in favore di quella soluzione a squarciagola per gli ultimi 30 minuti, dimenticandosi quasi del tutto di prestare attenzione alla partita. Grazie a una fortunata coincidenza di posti a sedere, si era trovata vicina al Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto e al suo cartellone, e quindi era riuscita rivendicare la sua posizione fin dall’inizio.
Ella era consapevole, nei recessi della sua mente, che se le regole del Quidditch fossero realmente cambiate a incominciare da qui e ora, allora quella sarebbe stata la cosa più importante che avrebbe mai fatto. Poteva quasi sentire la pressione del Tempo contorcersi attorno a lei, come se il destino del Quidditch Stesso venisse deciso proprio quel giorno, ed ella fosse vicina al suo centro… sebbene non avesse ottenuto punteggi abbastanza alti in Divinazione da percepire effettivamente qualcosa di simile, naturalmente.
Si accorse a malapena quando a un certo punto il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto si alzò per andare al bagno.
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto catturò invece la sua attenzione quando tornò indietro: Harry Potter sembrava un po’ stanco e barcollante, sebbene la sua uniforme sembrasse tanto stirata come se ne avesse appena indossata una nuova.
Se ne accorse una mezz’ora più tardi, quando Harry Potter sembrò oscillare un po’, e poi incurvarsi, le mani che andarono a coprirgli la fronte; sembrò come se si stesse sfregando la cicatrice. Il pensiero la rese un po’ inquieta; tutti sapevano che c’era qualcosa in atto che riguardava Harry, e se la cicatrice di Potter gli stava facendo male, allora era possibile che un orrore sigillato stesse per spuntare improvvisamente dalla sua fronte e mangiasse tutti loro. Ricacciò indietro quel pensiero, però, e continuò a spiegare a pieni polmoni i fatti riguardanti il Quidditch a quegli ignoranti in storia.
Notò sicuramente quando Harry Potter si alzò in piedi, sulla fronte ancora le mani, che lasciò cadere per rivelare che la sua famosa cicatrice a forma di saetta era ora rossa ardente e infiammata. Stava sanguinando, e il sangue colava giù per il naso di Potter.
Smise di parlare a metà frase. Altre persone si voltarono per vedere cosa stesse fissando.
«Professoressa McGonagall?” disse Harry Potter con voce esitante. C’erano lacrime agli angoli dei suoi occhi, il che la sconvolse; il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto non sembrava il genere di persona che scoppiasse in lacrime. Harry Potter alzò ancora di più la voce, come se fosse difficile per lui parlare. “Uhm, professoressa McGonagall?”
La professoressa McGonagall, che stava discutendo con la squadra di Quidditch di Tassofrasso, si voltò. Gli occhi della Preside di Grifondoro si spalancarono per lo stupore, e poi ella stava allontanando a spintoni le persone dalla sua strada, quasi di corsa. “Harry!” disse. “La tua cicatrice!
Il silenzio si stava diffondendo, in un cerchio sempre più ampio.
“Penso”, disse Harry, la sua voce ancora esitante ma più forte, “penso che sia tornato. Penso di vedere – attraverso la mente di Voldemort –”
Anna fece un passo indietro al nome di Tu-Sai-Chi e per poco non inciampò su di una tribuna. Un ragazzo più grande in piedi accanto a lei emise un grido di sgomento, e poi il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto gridò ancora più forte.
Li sta uccidendo!” urlò Harry Potter.
Metà dello stadio di Quidditch si girò a guardarlo.
“Il rituale!” gridò Harry Potter. “Il sangue dei suoi servitori! Il sangue, la vita! Li ha convocati, ha preso le loro teste, il loro sangue, la loro vita, per rinnovare la propria – Il Signore Oscuro risorge, Voldemort è tornato!
Madam Hooch emise un fischio acuto, e i manici di scopa di Quidditch che non si erano già fermati a mezz’aria cominciarono a rallentare. Poiché ella stessa non era sicura se quello fosse uno scherzo; se lo era, Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto o no, egli avrebbe avuto più problemi di quanto ella potesse mai immaginare.
La professoressa McGonagall alzò la bacchetta in posizione per un Incantesimo Quietus e Harry Potter le afferrò la mano.
“Aspetti –” gemette Harry Potter, la sua voce più bassa, ma comunque abbastanza forte che ella e le persone vicino a lei poterono sentirla chiaramente. “Lui può essere fermato – vedo la sua mente, il suo errore – lui può essere fermato oraLa via è ancora aperta! Lei lo sta seguendo! Lei che Voldemort ha ucciso!” La voce di Harry si alzò ancora di più, mentre la bocca di Anna si spalancò per l’improvvisa confusione. “Ritorna! Ritorna, ritorna, rivivi e fermalo! Fermalo, Hermione!
E poi Harry Potter si azzittì. Guardò attorno a sé le persone che lo fissavano.
Ella aveva appena deciso che quello doveva essere uno scherzo di gusto incredibilmente cattivo, quando un lontano ma distinto crac riempì l’aria.
Harry Potter barcollò, e cadde in ginocchio, proprio mentre il cuore le saltò in gola. Un’esplosione di eccitato chiacchiericcio scoppiò attorno a loro.
Poté comunque udire le parole provenienti dalla bocca di Harry Potter, quando la professoressa McGonagall si inginocchiò accanto a lui. “Ha funzionato”, gemette forte Harry Potter, “lei ce l’ha fatta, lui è andato.”
Cosa?” gridò la professoressa McGonagall, poi si guardò attorno. “Zitti! State tutti zitti! Harry, cos’è successo?”
Harry Potter parlò velocemente ma forte. “Voldemort – ha cercato di risorgere – ha convocato i Mangiamorte e li ha uccisi, ha rubato il loro sangue e la loro vita – il corpo di Hermione era là, non so perché, forse Voldemort stava progettando di usarlo per qualcosa – Voldemort è ritornato, ha risuscitato sé stesso, ma Hermione l’ha seguito e l’ha distrutto, lui è andato, è finita. È successo in un cimitero vicino a Hogwarts, è”, Harry Potter si alzò in piedi, ancora barcollante, “penso che sia in quella direzione.” Harry puntò il dito nella direzione generica da cui era venuto il crac, “Non sono sicuro di quanto sia lontano. Il suono ci ha impiegato venti secondi per venire da là a qui, quindi forse sono due minuti su di un manico di scopa –”
Con un movimento così agile che sembrò inconscio, la professoressa McGonagall si spostò in posizione e disse “Expecto Patronum.” Si rivolse al gatto luminoso che fu comparso. “Vai da Albus, digli che deve venire subito –”
“Silente è andato!” gridò Harry Potter. “Il Preside è andato, professoressa McGonagall! Il Signore Oscuro l’ha intrappolato, ha ribaltato qualche genere di trappola che il Preside aveva preparato e Silente è rimasto prigioniero al di fuori del Tempo, è andato!”
Il chiacchiericcio terrorizzato attorno a loro salì di tono.
“Vai da Albus!” disse la professoressa McGonagall al suo Patronus.
Il gatto di luce lunare guardò tristemente McGonagall, e Anna inspirò dolorosamente per l’improvviso orrore, sentendosi come se qualcuno le avesse sferrato un pugno allo stomaco. Era vero, era tutto vero, non era uno scherzo.
“Professoressa McGonagall, Hermione è viva!” Harry potter alzò nuovamente la voce. “È viva veramente e non un Inferius o qualcosa di simile, ed è ancora là nel cimitero!”
Un manico di scopa!” gridò la professoressa McGonagall. Si girò verso i giocatori che levitavano immobili sul campo di Quidditch. “Ho bisogno di un manico di scopa. Ora!
Malgrado tutto, Anna alzò una mano in segno di muta protesta, poi si fermò, proprio mentre i Cercatori di Corvonero e Serpeverde si avvicinarono sfrecciando sopra di loro (con un senso strategico eccellente, poiché non stavano facendo nulla, in realtà).
Harry Potter stava già recuperando un altro manico di scopa dalla sua borsa, uno a più posti.
La professoressa McGonagall lo notò, e annuì con decisione. “Lei resta qui, signor Potter, a meno che non ci sia una ragione eccellente per cui debba stare là. Andrò subito.”
“Non devi!” squittì il professor Flitwick, che si era fatto largo a spintoni nella folla, talvolta correndo sotto le gambe di qualcuno. I suoi occhi erano spalancati, sembrava voler svenire. “Devi restare a Hogwarts, Minerva! Tu – sei la –” il professor Flitwick sembrò avere problemi a parlare.
La professoressa McGonagall si girò di scatto per fronteggiare il professor Flitwick, e poi si fermò, il colorito che aveva abbandonato il suo volto.
Poi si impossessò del manico di scopa dalla mano di Harry Potter, e lo offrì al minuscolo Professore mezzo goblin. “Filius”, disse seccamente. Tutto il panico nascente era scomparso dalla sua voce, ora parlava nel suo netto accento scozzese come se tenesse la lezione del lunedì. “Cerca il cimitero del quale ha parlato il signor Potter, trova la signorina Granger. Materializzala al St. Mungo’s e poi resta con lei.”
“Penso –” disse Harry Potter con voce rauca. “Penso che là possano essere state usate delle Trasfigurazioni per il combattimento – il professor Quirrell ha provato a combattere Voldemort – prenda delle precauzioni –”
Filius Flitwick annuì senza interrompere il movimento per inforcare il manico di scopa.
“Il professor Quirrell è morto!” gemette Harry Potter. Il tormento fu chiaro nella sua voce. “È morto! Il Signore Oscuro l’ha ucciso! Il suo corpo –” Harry Potter aveva un nodo in gola. “È là, nel cimitero.”
Ella incespicò di nuovo, sentendolo come un altro pugno allo stomaco. Il professor Quirrell era stato – uno dei suoi Professori preferiti, di sempre, le aveva fatto rivalutare tutto ciò che aveva creduto su Serpeverde, ella aveva vagamente saputo che egli sarebbe probabilmente morto molto presto ma sentire che era realmente, realmente morto…
Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto si sedette sulla panca, come se le sue gambe non potessero più sostenerlo.
La professoressa McGonagall si girò verso la folla, toccando la propria gola con la bacchetta. “Il Quidditch è terminato”, rimbombò la sua voce amplificata. “Tornate ai vostri dormitori –”
Non lo faccia!” gridò Harry Potter.
La professoressa McGonagall si girò a guardarlo.
Lacrime stavano scorrendo giù per le guancie del Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto, sembrava che quell’interruzione lo avesse sorpreso tanto quanto aveva sorpreso tutti gli altri. “Era l’ultimo piano del professor Quirrell”, disse Harry Potter, la sua voce rotta. Il Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto guardò i giocatori di Quidditch che ora si erano avvicinati in volo, come per parlare direttamente a loro. “Il suo ultimo piano.”
Harry Potter fu fatto fluttuare dalla professoressa McGonagall fino all’infermeria. Gli altri Professori corsero via a sovrintendere a chissà cosa, lasciandosi dietro solo le professoresse Sinistra e Hooch. Nello stadio, le voci corsero selvaggiamente; Anna ripeté tutto ciò che poteva ricordare di aver udito meglio che poté. Qualcosa era successo a Silente, qualche Mangiamorte era stato convocato e ucciso (no, Harry Potter non aveva detto quali), il professor Quirrell era andato ad affrontare il Signore Oscuro e per questo era morto, Tu-Sai-Chi era tornato ed era morto di nuovo, il professor Quirrell era morto, era morto.
Col tempo la maggior parte degli studenti si allontanarono verso i loro dormitori, per dormire, se ci fossero riusciti.
Anna restò nello stadio, e guardò il resto della partita, ignorando il bisogno di dormire del proprio corpo, i suoi occhi che spesso si offuscarono per le lacrime.
La squadra di Corvonero si batté valorosamente.
Ma non c’era nessuna squadra di Quidditch da nessuna parte nel mondo che avrebbe potuto sconfiggere Serpeverde, quel giorno.
L’alba stava tingendo il cielo quando i Serpeverde vinsero la finale, la Coppa di Quidditch e la Coppa delle Case.

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